Era una bestia la città. Una bestia che divorava zolfo e sangue. Ti stritolava nella sua morsa, ti ci faceva soffocare e proprio quand’eri sul punto di morire, ti risparmiava .
In quelle viuzze ingarbugliate fatte apposta per una rapina o una trombata, capivo la città. Era il sottosopra, la realtà capovolta. Ciò che faceva ridere, ti faceva piangere e viceversa. Il brutto era bello, il bello il brutto, lo schifo era meraviglia, e le cose meravigliose schifezze. Lo sbagliato, nulla era sbagliato. Bianco e nero, non sapevi più cos’erano. Era tutto grigio.