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Storie
di un Saruhiko disperato, di un Gojou in mezzo per sbaglio e di un
Kuroh troppo geloso.
•--○--•--○--•
Cellulare di Saruhiko
Fushimi
Chat aperta con Misaki Yata
21 dicembre
22.51, Saruhiko: Uffa
Misaki sei sempre il solito verginello
23.01, Misaki: E'
Mikoto che mi manda, non posso farci niente Scimmia
23.06, Saruhiko: E
che mi dici di oggi? Potevi almeno venire a salutarmi
23.07, Misaki: Stavo
aiutando Totsuka!
23.10, Saruhiko: Chi
ci crede
23.21, Misaki:
Comunque oggi volevo vederti :(
23.32, Saruhiko: Sei
un idiota
Era una mattina d'inverno:
nevicava, il Natale si avvicinava, tutta la città di Shizume era
ricoperta da festoni e lucine, ogni clan se ne stava per le sue e la
calma sembrava regnare per la prima volta da più di un mese.
Ovviamente, però, quel record stava per essere clamorosamente
rovinato.
Era il ventitré dicembre quando, per un serie di
eventi, i clan Homra, Scepter4, White Rice Party e Jungle entrarono
drasticamente in collisione.
Fushimi Saruhiko, ventiduenne
perennemente scocciato da tutto e tutti, se ne stava alla sua
scrivania in attesa che arrivassero le dieci di sera per poter
finalmente abbandonare il quartier generale di Scepter4 e per potersi
considerare finalmente in vacanza: non avrebbe fatto niente di
speciale, non aveva nessun programma se non quello di passare più
tempo possibile a casa. A dirla tutta, la cosa lo preoccupava un po':
a casa non sarebbe stato da solo. Misaki Yata, impetuosa avanguardia
del clan rosso, aveva promesso al lunatico terzo in comando dei Blu
che sarebbe passato più spesso per un saluto. Con Misaki in
giro, Saruhiko non riusciva di certo a stare tranquillo. Tra l'altro
i due avevano semplicemente deciso di provare a ricostruire il loro
già frammentato rapporto solo da poco tempo, da quando il re verde
aveva lasciato i suoi clansmen e le acque si erano generalmente
calmate. L'esperimento doveva ancora prendere il piede giusto: erano
usciti per una passeggiata una volta soltanto e avevano finito per
prendersi ad insulti in mezzo alla strada, minacciandosi con bastoni
e coltellini, tipiche armi usate dai due. Un rapporto "non
proprio amorevole", se vogliamo definirlo così.
Inoltre era
da due giorni che l'avanguardia non rispondeva più al telefono,
facendo accrescere sempre di più l'ansia nel povero terzo in comando
di Scepter4 che, per quanto provasse a sbuffare e a pensare ad altro,
più guardava l'orologio in attesa di notizie di Misaki e più questo
sembrava rallentare.
Cellulare di Saruhiko
Fushimi
Chat aperta con Misaki Yata
22 dicembre
Messaggio non ricevuto,
23.49, Saruhiko: Ma
ti sei arrabbiato? Buonanotte
23 dicembre
Messaggio non ricevuto,
00.15, Saruhiko: Potresti
almeno rispondermi verginello che non sei altro
Messaggio non ricevuto,
7.12, Saruhiko:
Miiiiiisaaaaakiiiiiii
Messaggio non ricevuto,
8.18, Saruhiko: Che
fine hai fatto?
Cellulare di Saruhiko
Fushimi
Chat aperta con Tatara Totsuka
23 dicembre
9.05, Tatara: Yata
è all'ospedale
9.06, Tatara: Oh
scusa Fushimi, ho sbagliato chat
9.06, Saruhiko:
Tatara?! Perché Misaki è all'ospedale??
Fushimi aveva il fiato corto.
Ci
aveva messo meno di un minuto ad arrivare all'ospedale - di fatto era
attaccato al Quartier Generale, era entrato come una furia facendo un
frontale con un povero vecchietto di passaggio e non si era nemmeno
fermato a chiedere scusa, aveva corso verso la reception come un
maratoneta provetto e si era aggrappato al bancone per non prendere
la rincorsa verso il vuoto.
– Posso esserle utile? – gli
chiese la ragazza dietro la cattedra, fissando spaventata quel folle
davanti a lei. – Vuole... Un calmante, magari?
Il ragazzo si
aggiustò gli occhiali sul naso, sperando di risultare un po' meno
ridicolo di quanto sapesse di sembrare effettivamente: – Io...
Misaki Yata.
– Lei... Misaki Yata? – La ragazza, una
povera probabilmente nuova arrivata, lo fissava proprio come si fissa
un povero idiota. – Mi scusi, un calmante che si chiama Misaki Yata
o lei si chiama Misaki Yata?
– Se mi chiamassi Misaki Yata sarei
basso, rosso e con una fobia cronica per le donne. Sembro così
disperato? Le pare che abbia paura di lei, per caso?
– Ad essere
sincera sono io ad avere paura di lei. – ammise lei
sottovoce, distogliendo lo sguardo da quello assassino di Saruhiko.
–
Perfetto, quindi abbiamo appurato che io non sono Misaki Yata. –
Saruhiko non sapeva nemmeno perché si era imbattuto in quella
stupida discussione quando quell'altro cretino era chissà dove
all'interno di quel malinconico edificio. – Sto cercando un ragazzo
che si chiama così. Mi è stato detto che è qui.
La ragazza lo
guardò preoccupata: – Perdoni la domanda, ma lei era in
psichiatria?
Fushimi schioccò la lingua, indicando l'uniforme blu
con ovvietà: – Lavoro per Scepter4, che ne dice?
– La
polizia?
– Sì, miss-bene-informata-sulla-mia-città. Ora,
per cortesia, può dirmi dove accidenti si trova Misaki
Yata?
– Il calmante?
– Il ragazzo! – sbottò Saruhiko,
irritato, sbattendo le mani sul bancone. – Ma ha capito l'accidenti
che ho detto prima? Basso, rosso, con uno skateboard e una mazza,
dice sempre parolacce e ha paura delle ragazze. Dovrebbe starci lei
in psichiatria!
– Io sto facendo il mio lavoro, signore, è lei
a mettermi agitazione. – si difese la povera biondina, alzando le
mani all'aria con fare colpevole. Si diresse poi verso un suo collega
mentre Fushimi si chiese cosa accidenti ne fosse stato del suo
autocontrollo, insomma, non era da lui fare una tragedia del genere
per una sciocchezza di quel calibro: per quanto ne poteva sapere,
Misaki poteva essere semplicemente andato a farsi un innocuo vaccino.
Del resto, non sarebbe stata la prima volta che Misaki si fosse
dimenticato di riferirgli qualcosa e c'era da considerare che fino a
poco tempo prima il rapporto tra i due si limitava a insulti e
combattimenti conditi da una manciata di “dannata scimmia” e
“teppista”.
Fu in quel momento che, mentre un medico gli si
avvicinava, Fushimi si rese conto di essere proprio patetico.
–
Il signor...?"
– Fushimi Saruhiko. – rispose prontamente
lui, appoggiando le mani ai fianchi con superiorità. – Lo avete
trovato?
– Nessun Misaki Yata è entrato qui negli ultimi tre
giorni, ci dispiace. – L'uomo, un medico sulla sessantina, guardò
storto Saruhiko e fece una smorfia. – In ogni caso, lei sarebbe un
parente?
Il terzo in comando di Scepter4 schioccò la lingua,
infastidito come al solito da praticamente il mondo intero: –
Cambierebbe qualcosa?
– Era solo curiosità. Sembrava
abbastanza... Disperato, oserei dire. Come se fosse il suo
ragazzo.
Fushimi si aggiustò gli occhiali, prese un respiro e,
serafico, decise che era il momento giusto per far uscire la sua vera
essenza: – Vuole saperla una cosa, specie di surrogato di Babbo
Natale? Io dovrei essere dietro alla mia scrivania a creare un modo
per abbassarvi lo stipendio ma no, sono in questo circo di aspiranti
medici perché mi è stato detto che Misaki Yata, che tra l'altro
secondo voi è un calmante, è in ospedale. Io non sono né il
fratello e, grazie a Dio, nemmeno un lontano parente di Misaki Yata.
A dirla tutta, io odio Misaki Yata. Ma odio di più voi medici e la
vostra incompetenza da ricovero.
Il medico sgranò gli occhi,
diventò rosso come un pomodoro e spalancò il braccio verso la
porta: – Se ne vada, lei! Come si permette di venire qui e
insultare il nostro lavoro?
– Avete scambiato una persona per un
calmante. – fece presente Saruhiko con un'espressione seccata. –
E vi mettete a fare ipotesi su un mio probabile ricovero in
psichiatria e su una mia probabile relazione con Misaki Yata. Penso
che me ne andrei anche se il mio presunto ragazzo fosse qui.
–
Lei è una persona orribile! – gridò il medico, agitato come
probabilmente mai nella sua vita.
Fushimi lo guardò sorridendo,
uscendo innervosito da quella sottospecie di circo: – Non è mai
stato un problema. – salutò infine, varcando la soglia d'uscita
con uno sbuffo.
Dove diavolo era Misaki?
Cellulare di Saruhiko
Fushimi
Chat aperta con Suoh Mikoto
23 dicembre
9.09,
Saruhiko: : Ciao Mikoto, sai dirmi dov'è Misaki?
9.10,
Mikoto: Yata è andato a comprare il riso
Cellulare di Saruhiko
Fushimi
Chat aperta con Kuroh Yatogami
23 dicembre
9.10,
Saruhiko: Ciao Kuroh, sono
Fushimi di Scepter4, perché Misaki è andato a comprare il riso?
C'entra qualcosa il vostro clan?
9.11, Kuroh: Non
ne so niente ma solo perché ci chiamiamo White Rice Party non vuol
dire che mandiamo gente di Homra a comprarci il riso :') Perché
chiedi?
9.15, Saruhiko: Perché
Tatara mi ha detto che Misaki è all'ospedale ma qui non c'è, ho
chiesto a Mikoto e mi ha detto che è andato a comprare il riso
:/
Cellulare di Kuroh Yatogami
Chat aperta con
Isana Yashiro
23 dicembre
9.15,
Kuroh: Tu mi tradisci
9.16,
Kuroh: Re argento del
tradimento
9.16, Kuroh:
Altroché
9.18, Isana:
Certo che sei una cosa impossibile
9.19, Kuroh:
Ammettilo
9.10, Isana:
Certo lo ammetto ti tradisco con Gojou di Jungle :/
Cellulare
di Kuroh Yatogami
Chat aperta con Gojou Sukuna
23
dicembre
9.20, Kuroh: Che
hai fatto al Re argento?
9,21, Gojou: A
Shiro?
9.22, Kuroh: Sì.
Confessa, ragazzino.
9.23, Gojou: Cosa
dovrei avergli fatto?
9.25, Kuroh: L'hai
sedotto.
9.27, Gojou: Tu
stai male
Cellulare di Gojou Sukuna
Chat aperta
con Anna Kushina
23 dicembre
9.29, Gojou: Qui
sono tutti impazziti, Kuroh mi ha chiesto se ho sedotto Shiro
9.30,
Anna: Ahahah :')
9.31,
Gojou: C'è poco da ridere! Sai
dov'è Yata?
9.33, Anna: Foto
9.33, Anna: E'
appena tornato, ha detto che si riposa un po' e poi riparte ma credo
si sia addormentato
9.35, Gojou: Sta
dormendo sul tavolo? Tavolo is the new letto
Cellulare
di Kuroh Yatogami
Chat aperta con Isana Yashiro
23
dicembre
9.23, Isana: Guarda
che stavo scherzando
9.25, Kuroh: Ah...
Potrei aver fatto un casino allora. Potrei aver accidentalmente
chiesto a Gojou di te...
9.27, Isana: Mi
piace il tuo “accidentalmente”
Cellulare di
Gojou Sukuna
Chat aperta con Isana Yashiro
23 dicembre
9.34,
Isana: Mi scuso sinceramente
per il comportamento di Kuroh, spero non ti abbia creato troppo
disagio
9.35, Gojou: Mi
ha solo sorpreso ma niente di che alla fine
9.36, Gojou:
Gelosia
9.37,
Isana: Purtroppo troppa
Cellulare di Gojou Sukuna
Chat aperta con Suoh Mikoto
23
dicembre
9.49, Mikoto: Cosa
vuoi da Anna, ex Jungle?
9.50, Gojou: *ancora
Jungle*
9.52, Gojou: Comunque
niente di che volevo solo sapere dove fosse Yata per conto di
Fushimi
9.52, Gojou: Certo
che sei asfissiante con lei...
9.55, Mikoto: Tu
vedi di lasciarla in pace
9.56, Mikoto: E
Yata dovrebbe essere andato a casa sua
9.58, Gojou:
D:
Cellulare
di Saruhiko Fushimi
Chat aperta con Gojou Sukuna
23
dicembre
10.05, Gojou: Il
tuo fidanzatino ti aspetta a casa sua in completino sexy
10.06,
Saruhiko: Non parlare così di
Misaki, è osceno
10.07, Saruhiko: E
comunque ne sei sicuro? Chi te l'ha detto?
10.08, Gojou:
Mikoto
10.09,
Saruhiko: Mikoto??
10.10,
Gojou: Storia
lunga...
Cellulare di Saruhiko Fushimi
Chat
aperta con Tatara Totsuka
23 dicembre
10.14, Tatara: Che
sbadato, chiedo scusa! Colpa del correttore, volevo scrivere
“locale”, non “ospedale”
Messaggio non ricevuto,
10.15, Saruhiko: Grazie al
cazzo. Dov'è ora? A casa sua?
Messaggio non ricevuto,
10.16, Saruhiko: OVVIAMENTE NON
RICEVI MAI I MESSAGGI IMPORTANTI GRAZIE TOTSUKA
Una volta.
Due
volte.
Tre volte.
Il campanello di casa Yata continuava a
suonare da due minuti ad intervalli perfettamente calcolati dal
ragazzo che lo premeva. Non si sarebbe dato per vinto nemmeno quando
il campanello si fosse rotto a causa sua: avrebbe fatto uscire
chiunque ci fosse stato in casa e avrebbe capito dove accidenti era
finito quell'idiota di Misaki. Non era da lui sparire per due giorni
senza nemmeno farsi sentire, né una chiamata o un messaggio. Fushimi
sapeva perfettamente di non essere di certo la prima persona a cui
Yata avrebbe raccontato ogni sua mossa, ma si aspettava almeno di
sapere indicativamente se stava bene o male. Si preoccupava, anche se
lui non lo avrebbe mai ammesso.
– Chi è? – Una voce si
fece finalmente sentire dall'interno di quella piccola casa fin
troppo familiare a Fushimi che, staccando finalmente il dito dal
campanello, si avvicinò alla porta rischiando di sbatterci addosso
gli occhiali.
– Saruhiko Fushimi! – gridò infine,
sperando di trovarsi davanti l'oggetto del suo litigio col
medico-Babbo Natale.
In effetti, chi si ritrovò di fronte era
uno Yata, ma non proprio il suo a dirla tutta.
L'ultima volta che
Saruhiko vide Minoru Yata, il fratello minore di Misaki, questo aveva
sette anni. Nei primi due secondi che successero il loro incontro,
Fushimi provò a fare qualche calcolo: Minoru aveva quindici anni e
Megumi, la sorella, ne aveva undici.
Saruhiko si sentì
tremendamente vecchio di fronte a quel ragazzino così simile al suo
Misaki tranne che per i capelli scuri e probabilmente una tendenza
minore alla stupidità, erano veramente passati otto anni dall'ultima
volta che era stato in quella casa? Come faceva a ricordarsi
perfettamente l'indirizzo?
– Ma dai. – borbottò il ragazzino,
fissando incredulo il terzo in comando di Scepter4. – Fushimi
Saruhiko?
– A quanto pare. – rispose lui con un sorrisetto
imbarazzato. – Sei diventato grande, Minoru.
– Ci
mancherebbe. – commentò ridacchiando il Yata di mezzo, spalancando
la porta a Saruhiko. – Prego, sei il benvenuto.
– Non voglio
disturbare. – mentì allora Fushimi, gesticolando con le mani anche
se il suo intento era effettivamente quello di prendere a calci in
culo Misaki.
Minoru non volle sentire ragioni, spinse il
ventiduenne all'interno e chiuse la porta.
Saruhiko si guardò
attorno preoccupato: era appena stato sequestrato?
Ricordava che,
anche se lo odiava, i fratellini Yata lo obbligavano sempre a giocare
con loro mentre il maggiore doveva sbrigare i mestieri di casa.
"Ecco
gli svantaggi di essere il migliore amico di Misaki" si
ripeteva sempre Fushimi, anche se in realtà sapeva che, anche solo
per mezz'ora passata con lui, avrebbe giocato tutti i ruoli del mondo
con i due fratelli minori.
Del resto, se si ricordava a
memoria tutti gli angoli della stanza era solo grazie alle ore
passate a giocare a nascondino. Ricordava di essersi nascosto sotto
il letto dei genitori, nel box doccia, nell'armadio di Misaki o
ancora nella cuccia del cane: sì, all'epoca era un quattordicenne
troppo smilzo. Ricordava anche quanto Misaki non facesse altro che
lamentarsi dei suoi due fratelli e di sua madre ma anche quanto,
quando si trattava di situazione difficili, lui si mettesse a
disposizione sempre senza timore. Era sempre stato così quel
cretino, provava a fare il difficile ma aveva un limite fin troppo
facilmente raggiungibile, specialmente se a doverlo raggiungere era
proprio Fushimi.
Quest'ultimo si perse più volte a guardare le
fotografie della famiglia Yata sparse in tutta casa, tanto che gli
tornò in mente lo scopo della sua vita solo dopo qualche minuto: – Misaki è in casa, Minoru?
Il ragazzino provò a fare
mente locale, spostò gli occhi verso l'alto ma alla fine scosse la
testa: – E' da due giorni che non rientra, a dirla tutta. Ha
detto che si sarebbe fermato per un po' da Totsuka.
–
Totsuka? – chiese allora Fushimi, decisamente sorpreso nel sentire
pronunciare quel nome proprio dal fratello di Misaki. – Lo
conosci?
Minoru sospirò, appoggiò la schiena allo stipite della
porta e guardò Saruhiko con uno sguardo che non aveva niente a che
fare col bambino che il ragazzo di Scepter4 aveva lasciato l'ultima
volta: – Non dico che mi stia bene che lui faccia parte di Homra,
ma ci ho fatto l'abitudine. Non poteva di certo continuare a
nasconderlo, del resto arrivava a casa una sera sì e l'altra pure
con ferite sparse in giro e la mano perennemente sulla clavicola
sinistra. E' ovvio che dopo un po' mi sia insospettito e abbia
chiesto cosa diavolo stesse succedendo... per quanto lo consideri un
idiota per mettersi sempre in pericolo non nascondo di invidiarlo un
po'.
Fushimi rifletté per qualche secondo sulle parole di quel
ragazzino, finendo per trovarsi pienamente d'accordo. In primo luogo,
che Misaki fosse un idiota non era nemmeno da mettere in discussione.
In secondo luogo poi anche lui stesso aveva sempre avuto una celata
invidia per Misaki e per il suo fare sempre sconsiderato che gli
aveva portato non pochi guai ma anche un discreto numero di successi.
Semplicemente, Fushimi sapeva di non essere così e nemmeno ci
sarebbe mai diventato: lui e Misaki non erano fatti per cambiare ma
erano sicuramente fatti per essere complementari.
– Così sai di
Homra. – esordì solamente il più grande, si aggiustò gli
occhiali sul naso e poi guardò Minoru. – Stanne distante.
Il
ragazzino annuì con un mezzo sorriso: – E che mi dici di
Scepter4?
Fushimi schioccò sonoramente la lingua, riconoscendo di
trovarsi proprio uno Yata di fronte: – Se non fosse stato per tuo
fratello io ora sarei bello e tranquillo a finire l'università. Sono
per caso bello e tranquillo a finire l'università? No. Non sono né
bello né tranquillo, lavoro dalla mattina alla sera nella polizia e
non faccio altro che rincorrere i teppisti di Homra. Fidati, nemmeno
Scepter4 è un'oasi felice: tu stai distante dai clan e andrà tutto
bene.
Minoru annuì, tentennando qualche secondo prima di fare un
cenno verso le scale: – La camera di Misaki sai dov'è. Puoi
andarci, se vuoi.
– Farò un salto. – acconsentì alla fine,
iniziando a salire le scale. – Giusto finché qualcuno non si
decide a darmi notizie.
Cellulare di Saruhiko
Fushimi
Chat aperta con Kuroh
Yatogami
23 dicembre
10.16,
Kuroh: Credo che Shiro mi
tradisca con Misaki...
10.17, Saruhiko: Ti
sembra il momento giusto per diventare paranoico?
10.17,
Kuroh: Grazie del sostegno
Fushimi
10.20, Saruhiko: Sta'
tranquillo -.-
Cellulare di Saruhiko Fushimi
Chat aperta con Tatara
Totsuka
23 dicembre
10.21,
Saruhiko: Se Misaki si mette
con Shiro, io mi metto con te
10.21, Tatara: Fushimi?
Ma che...?
Messaggio non inviato, 10.22, Saruhiko: Cazzo
ho sbagliato chat era uno scherzo
Messaggio non inviato,
10.22, Saruhiko: PERCHE' NON SI
INVIA IL MESSAGGIO
Cellulare di Gojou Sukuna
Chat aperta con Suoh
Mikoto
23 dicembre
10.22,
Mikoto: Fushimi vuole mettersi
con te?
10.23, Gojou: EH?!
10.23,
Gojou: Voi avete bevuto tutti
stamattina
10.24, Mikoto: Ops
10.24,
Mikoto: Sbagliato
chat
Cellulare di Saruhiko Fushimi
Chat aperta con Gojou
Sukuna
23 dicembre
10.32, Gojou: Perché
mai dovrei mettermi con te? o.o
10.33, Saruhiko: Credo
ci sia un grande equivoco
10.34, Gojou: “Credi”?
:')
Cellulare di Saruhiko
Fushimi
Chat aperta con Misaki
Yata
23 dicembre
Messaggio non ricevuto,
10.30, Saruhiko: Se sei a
comprare il riso sappi che non finisci bene
Messaggio non ricevuto,
10.31, Saruhiko: E ho anche
cercato all'ospedale dove un'infermiera pensava che tu fossi un
calmante
Messaggio non ricevuto,
10.32, Saruhiko: Tu sei solo
capace di agitarmi
Messaggio non ricevuto,
10.35, Saruhiko: Screenshot
Messaggio non ricevuto,
10.35, Saruhiko: Stiamo
impazzendo
Fushimi bloccò lo
schermo del suo dannatissimo cellulare: troppi messaggi ma nessuna
informazione utile.
Sospirò obbligandosi a pensare che avrebbe
solamente dovuto aspettare, strinse la mano attorno alla maniglia
della porta e dopo tanto tempo mise piede in quella che era stata una
stanza molto importante nella sua adolescenza.
La camera di Misaki
Yata rispettava perfettamente Misaki Yata: lenzuola buttate alla
rinfusa, vestiti sparsi in giro, scrivania in disordine, fotografie
ovunque e tavole da skateboard nascoste sotto il letto. Erano ben
otto anni che Fushimi non entrava lì dentro ma di certo non era
cambiato molto, solo qualche foto in più e qualche libro in meno. Il
ragazzo non era sicuro di essere nel posto giusto in quel momento ma
prima di entrare non aveva nemmeno idea del fatto che avrebbe
rivissuto tutte le risate e tutti i discorsi fatti tra quelle quattro
mura: erano appena quattordicenni, non c'erano clan o strani poteri
di mezzo, c'erano solo Misaki e solo Saruhiko.
– Bei tempi. –
mormorò Fushimi tra sé e sé, muovendosi piano per non lasciare
tracce. Gli bastava girare lo sguardo per vedersi prima appoggiato al
muro, poi disteso sul letto e infine seduto sul pavimento a leggere.
Ovviamente, Misaki era accanto a lui: con la schiena aderente alla
parete, a dormire beatamente con lui nei pomeriggi più caldi
d'estate e con la testa appoggiata sulla sua coscia mentre lui era
preso dal suo libro.
Saruhiko si distese sul letto
dell'avanguardia, si sentì travolgere da uno tsunami di emozioni ma
si obbligò a non pensarci: del resto, non era che tra lui e Misaki
fosse tutto finito. Nemmeno lui sapeva cosa "tutto" stesse
ad indicare ma sapeva che, dal momento che si trovava a non voler
respirare per non sentire l'odore di Yata, almeno una piccola parte
di quello strano "tutto" doveva essere rimasta. Erano
passati otto anni, erano entrambi cresciuti in due direzioni opposte
e avevano scelto percorsi, doveri e rapporti diversi; eppure avevano
rinchiuso una parte della loro infanzia dentro di loro e non
l'avevano mai cercata di modificare, l'avevano sempre tenuta lì in
caso ci fosse mai stata l'occasione per tirarla nuovamente fuori.
Forse, Fushimi pensò, quella poteva essere finalmente quella buona:
lo sapeva, dentro di sé, che mai e poi mai avrebbe potuto
dimenticare Misaki e passare avanti. E quel cuscino in cui affondava
il viso ne era assolutamente la prova.
– Fushimi? Ohi,
Fushimi!
Qualcuno aveva appena osato, per caso, lanciargli addosso
un cuscino?
Avrebbe sporto denuncia.
– Che cazzo... – il
ventiduenne aprì piano gli occhi, trovandosi davanti Minoru Yata che
lo fissava. – Cosa c'è?
– Preferisci spaghetti di soia o
spaghetti di riso?
Fushimi, con gli occhiali scivolati per terra e
la camicia bianca completamente stropicciata, si rese conto solo in
quel momento di essersi addormentato a casa di Misaki, sul letto di
Misaki, in orario di lavoro e senza Misaki. Cominciò a sentirsi
decisamente male.
– Nessuna delle due, ti ringrazio. –
borbottò velocemente raccattando i suoi occhiali dal pavimento,
cercando di ricomporsi al meglio delle sue possibilità. – Ti
chiedo scusa per la mia indecenza.
– Ma quale indecenza? –
ridacchiò Minoru, scuotendo la testa con un sorriso furbo. –
Capita a tutti di addormentarsi sul letto del proprio ex
ragazzo.
Saruhiko non si strozzò con la sua stessa saliva per un
pelo, ma ci andò vicino sentendo le parole che quel ragazzino troppo
audace aveva osato dire: – Io e tuo fratello non siamo mai stati
insieme. – brontolò alla fine, alzandosi di fretta dal letto per
evitare ulteriori commenti inadeguati.
– Per il momento. –
aggiunse però Minoru, seguendo Fushimi fino all'uscita.
– Per
il momento. – confermò allora l'altro, sorridendo mentre si
infilava gli stivali che la divisa prevedeva. – Scusa ancora per il
disturbo.
– Nessun disturbo, spero che tu riesca a trovare
Misaki.
Saruhiko annuì, dando un'ultima occhiata alla casa: –
Farò del mio meglio.
Il Yata di mezzo lo accompagnò alla porta,
appoggiandosi allo stipite con la spalla mentre Fushimi si
allontanava: – Torna più spesso, Misaki è più gestibile con te
attorno.
Saruhiko annuì, sorrise e si allontanò velocemente. Si
costrinse a camminare a passo sostenuto non tanto perché non aveva
nemmeno detto a Munakata che aveva lasciato il suo posto di lavoro,
ma perché quella casa lo aveva estraniato dal resto del mondo. Aveva
cercato Misaki ma aveva finito per trovare la sua infanzia, cosa che
in quel momento non aiutò di certo la sua già-messa-alla-prova
lucidità mentale.
Guardò per un attimo verso il cielo, un
fiocco di neve si appoggiò sul suo naso freddo mentre prendeva fuori
il cellulare, trattenendo il fiato mentre leggeva i messaggi arrivati
durante il suo pisolino.
Cellulare di Kuroh
Yatogami
Chat aperta con Isana Yashiro
23 dicembre
12.34, Isana: Ho
appena visto Misaki
12.34, Isana: Era
distante ma l'ho riconosciuto in tempo
12.35, Isana: Almeno
sappiamo che è vivo u.u
12.38, Kuroh: Allora
è vero che mi tradisci con Yata di Homra!!!
12.39,
Isana: Io ci rinuncio...
12.40,
Isana: SE STO INSIEME A TE C'E'
UN MOTIVO KUROH YATOGAMI
12.42, Isana: E
rispondimi perché vedo che sei online
12.44, Isana:
Dovevano chiamarti “cane
bastardo”, non “cane nero”
Cellulare di Kuroh
Yatogami
Chat aperta con Saruhiko Fushimi
23 dicembre
13.00, Kuroh: Shiro
ha visto Misaki
13.01, Saruhiko: E
dov'è??
13.04, Kuroh: Non
sei geloso?
13.05, Saruhiko: DOVE
CAZZO E' MISAKI
13.08, Kuroh: Io
non ti capisco...
13.08, Kuroh: Comunque
sapevo che Shiro stava andando da Munakata al vostro quartier
generale, poi non so...
Scepter4.
Fushimi tirò
un sospiro di sollievo, in ogni caso sarebbe dovuto ritornare al suo
quartier generale ma per lo meno c'era un buon pretesto: se Yashiro
Isana si stava recando a Scepter4 quando aveva visto Yata, allora
quest'ultimo non poteva essere troppo distante. Il ventiduenne
infatti non faceva altro che girare il volto a destra e a manca per
cercare di scorgere Misaki, ma considerando che era ormai mezzogiorno
passato e che tutti quanti stavano tornando a casa per la pausa
pranzo, per lui non era un'impresa facile identificare qualcuno di
così basso tra la folla dell'ora di punta. Se non Misaki sperava
comunque di vedere il re Argento per chiedere informazioni, ma
nemmeno Yashiro sembrava volere farsi vedere. Semplicemente, a
Saruhiko sembrava molto di giocare a nascondino - e per inciso, lui
odiava giocare a nascondino.
Percorreva le scale di
Scepter4 salutando distrattamente i suoi commilitoni, Andy Domyoji
cercò anche di fargli una battuta ma Fushimi lo spedì dritto
a quel paese, continuando imperterrito per la sua strada. Non aveva
tempo per nessuno, non si stava nemmeno preoccupando della ramanzina
che gli avrebbe fatto Seri quando l'avrebbe cercato ma non l'avrebbe
trovato alla sua scrivania, voleva solo trovare quel dannato Misaki
che stava disperatamente cercando dalle nove di quella maledetta
mattina. Il suo spirito di Natale, già abbastanza sbattuto, era
sceso sotto i livelli minimi mai raggiunti: odiava tutti i festoni,
odiava gli alberi, odiava le luci sparse per la città e odiava la
neve che aveva iniziato a scendere copiosamente. Se Misaki fosse
stato lì con lui, forse avrebbe odiato tutto sicuramente di meno:
perché sì, con Misaki non si poteva stare tranquilli ma con lui
tutto era un po' meno fastidioso.
– Fushimi?
Saruhiko smise
di camminare, si bloccò a metà corridoio e si voltò più
lentamente che mai: – Sì, Capitano?
Reisi Munakata se ne stava
in piedi di fronte a lui, le mani nelle tasche della giacca che la
divisa da re Blu prevedeva e gli stivali lucidi sporchi di neve: –
Awashima ti cercava, due ore fa. Posso sapere dov'eri?
Negativo:
non aveva intenzione di dire una parola in merito a dov'era stato.
Non andava fiero di aver girato in lungo e in largo per cercare
quell'idiota di Homra che non si voleva far trovare, non avrebbe
fatto il suo nome e non avrebbe ceduto, no signore!
– Ero...
–
Cercavi Misaki?
Saruhiko sospirò, portandosi la mano destra alla
tempia: era inutile, a Munakata non era in grado di tenere nascosto
nulla dal momento che quell'uomo diabolico riusciva ad avere tutte le
informazioni che cercava nel giro di un secondo.
– Sì. –
borbottò sconfitto il terzo in comando, aggiustandosi per l'ennesima
volta gli occhiali. – Chiedo scusa per aver abbandonato il posto di
lavoro, ma dovevo andare dietro a quell'idiota.
– L'hai
trovato?
– Mi sorprende che non lei sappia che sono ancora alla
sua ricerca.
– Infatti, lo so. – ammise Reisi con un sorriso
colpevole, avvicinandosi a Fushimi. – Volevo solo vedere la tua
faccia.
Saruhiko sorrise forzatamente, come se avesse un tic
nervoso: – La ringrazio per il test a sorpresa, allora.
Munakata
posò una mano sulla testa del ragazzo, scompigliandoli
affettuosamente i capelli: – Immagino che le tue vacanze potrei
farle iniziare oggi, se ti sta tanto a cuore trovare Misaki.
Il
ragazzo scosse la testa, scostandosi dalla mano del Capitano. Non
voleva mostrare la sua preoccupazione, sapeva che aveva dei doveri da
rispettare e in fondo si doveva obbligare a fidarsi di Yata. Del
resto, anche quella stupida avanguardia aveva ventidue anni e aveva
probabilmente vissuto più sulla strada rispetto a lui, aveva
dimostrato più volte di cavarsela senza l'aiuto di nessuno e
sicuramente non si sarebbe cacciato in guai più grossi di lui: non
era poi così stupido, Misaki, forse era solo Fushimi che continuava
a ripeterselo per darsi un motivo per potersi preoccupare per
qualcosa. Non c'era una ragione precisa per cui si dovesse sbattere
tanto, lui lo sapeva, voleva combattere quest'ansia che gli divorava
lo stomaco ma non poteva, c'era Misaki di mezzo e con Misaki di
mezzo, si sapeva, tutte le funzioni di Saruhiko si inibivano,
lasciandolo solo in balia dell'istinto.
– Devo finire delle
pratiche. – inventò su due piedi alla fine, distogliendo però lo
sguardo da Munakata. – E devo parlare con Hidaka.
– Akira? –
domandò il re Blu, confuso. – E' in Europa da quattro giorni,
Akira Hidaka.
Fushimi deglutì: – Fuse. Volevo dire Fuse.
–
Daiki Fuse è in ospedale da due settimane, Fushimi. – gli fece
presente Reisi, ridendo per l'impacciataggine del ragazzo. – Non
preoccuparti. Sei sollevato dai tuoi incarichi, per oggi.
– Ma,
Capitano... – Il ventiduenne voleva combattere, voleva restare lì
e non pensare più a dove accidenti poteva essersi ficcato Misaki.
–
Niente ma, Fushimi. Questo è un ordine del tuo re.
Saruhiko
schioccò la lingua: – Bene, allora. Posso solo chiederle se
Yashiro è passato per di qua?
– Adolph Weissman? – lo
corresse Munakata per l'ennesima volta, scatenando in Fushimi l'ira
divina tenuta repressa fino a quel momento. – No, non si è visto.
Perché?
– Perché sto diventando cretino. – rispose solamente
il più giovane, facendo un breve inchino prima di allontanarsi dal
Capitano. Si diresse verso il suo armadietto negli spogliatoi, aveva
messo in conto di svuotarlo con calma quando sarebbe arrivata l'ora
di lasciare il quartier generale ma a quanto pareva non aveva secondi
da sprecare e doveva andarsene subito per dedicarsi poi alla
disperata ricerca di Misaki. Si cambiò così in fretta e furia,
ficcò la sua divisa nello zaino e lasciò la sciabola
nell'armadietto, richiuse tutto e scappò dal quartier generale
chiedendo velocemente scusa a Domyoji per l'offesa di quando era
arrivato. Una volta fuori, dopo aver rischiato una sonora caduta a
causa della neve, prese il cellulare dalla tasca e, ancora una volta,
pensò di impazzire.
Cellulare di Saruhiko
Fushimi
Chat aperta con Isana Yashiro
23 dicembre
13.38,
Saruhiko: Ciao Shiro, scusa ma
sto diventando scemo, dove sei?
13.39, Isana:
Foto
13.39, Isana:
Sono a casa con Neko, sto
sistemando la spesa. Perché? :')
13.40, Saruhiko: Non
eri a Scepter4?? °-°
Cellulare di Saruhiko
Fushimi
23 dicembre
Hai creato il gruppo “Cercasi
Misaki”
13.41, Saruhiko: Ragazzi
non trovo più Misaki aiutatemi
13.42, Tatara: Aaah
l'amore <3
13.43, Mikoto: Totsuka
sei un idiota
13.43, Gojou: Mi
fate venire il mal di mare con questa storia
13.44,
Kuroh: Lo stiamo cercando tutti
penso
13.45, Tatara: Ora
che ci penso, non doveva andare a casa sua?
Cellulare
di Saruhiko Fushimi
Chat aperta con Misaki Yata
23
dicembre
Messaggio non ricevuto, 13.47, Saruhiko:
Mi sto preoccupando brutto idiota. Non ricevi questi accidenti di
messaggi, io continuo ad andare avanti e indietro come uno scemo e
nessuno sa dirmi dove tu sia
Messaggio non ricevuto,
13.48, Saruhiko: Dove sei,
Misaki?
Cellulare di Kuroh Yatogami
Chat aperta
con Isana Yashiro
23 dicembre
13.43, Isana: Si
può sapere cosa diavolo hai detto a quel già abbastanza disperato
Fushimi?
13.45, Kuroh:
Gli ho detto che mi tradisci con Yata...
13.45, Kuroh:
Mi dispiace ma ero arrabbiato
13.46, Isana: Kuroh
>.<
13.46, Isana: Come
te lo devo dire che amo te e che non voglio stare con nessun
altro?
13.48, Kuroh: Così
mi basta <3
13.49, Isana: ALLORA
POTEVI DIRLO PRIMA DI FARE TUTTA QUELLA CONFUSIONE ACCIDENTI A
TE
Cellulare di Saruhiko Fushimi
Chat aperta con
Isana Yashiro
23 dicembre
13.48, Isana: Sappi
che io non c'entro assolutamente niente con yata
13.49,
Saruhiko: Lo so
13.49,
Saruhiko: E' il tuo ragazzo ad
essere leggermente paranoico
13.51, Isana: Lo
so, non so più cosa fare con Kuroh...
13.53, Saruhiko:
Fate più sesso che ne so
io
13.55, Isana: Vedrò
cosa posso fare :')
13.56, Isana: Comunque
prima credo di aver visto Yata nei pressi dell'ex quartier generale
di Jungle
Il vuoto.
Zero, nulla.
Non c'era
proprio nulla.
C'era solo un cratere nel quale era stato
depositato un mazzo di fiori per l'ultimo re Verde, Hisui Nagare, ma
oltre a quello non c'era alcun altro genere di forma di vita. La neve
scendeva, il vento soffiava, Fushimi tremava ma di Yata non c'era la
minima traccia. Era inutile continuare a sperare di aver guardato
male dal momento che intorno non c'era un bel niente se non un albero
mezzo estirpato dall'esplosione che aveva formato anche il cratere.
Saruhiko stava per arrendersi, erano ormai le due del pomeriggio e
non aveva concluso niente se non l'aver preso freddo da quando aveva
lasciato il suo studio alle nove della mattina. Si fidava di Misaki,
era di tutto il resto che dubitava: per quanto l'avanguardia avesse
potuto essere all'altezza di ogni genere di situazione, se ci si
mettevano agenti esterni ai quali lui non aveva misure di protezione,
allora sarebbe stato spacciato in ogni caso. Ecco perché Fushimi si
sbatteva da quella mattina, ecco perché si era addormentato in preda
all'ansia, ecco perché non aveva fatto caso ai chilometri che aveva
dovuto percorrere da un posto all'altro. Aveva paura, temeva per la
vita di Yata a cui lui stesso aveva attentato diverse volte: che lo
facesse lui o che lo facessero altri erano però due conti totalmente
diversi.
– Chi si vede!
Saruhiko si girò di scatto, finendo
a gambe all'aria a causa della neve. Trattenne una vasta gamma di
imprecazioni tra i denti, cercò di darsi un contegno ma fu difficile
dal momento che chi aveva davanti non faceva altro che ridere.
–
Che brutta caduta! – continuava il ragazzo, tenendosi la pancia
dalle risate. – Stai bene, Fushimi?
– E' una gioia vederti,
Mishakuji.
Yukari Mishakuji, ex membro d'eccezione del clan Verde,
tese finalmente la mano guantata al ragazzo a terra e gli sorrise con
fare colpevole: – Ammetti di far ridere, in questo momento.
–
Non ammetto un cazzo. – sbottò il Blu, afferrando la mano
dell'altro per tirarsi in piedi. – Cosa ci fai qui?
– Dovrei
essere io a chiedertelo. – asserì allora Yukari, sorridendo
placidamente. – Fino a prova contraria questo è territorio dei
verdi.
Fushimi si scrollò la neve di dosso dopo essersi
aggiustato sistematicamente gli occhiali: – Eccoti la prova
contraria: questa zona è sotto sequestro da Scepter4 da quando c'è
stata l'esplosione.
Mishakuji ridacchiò scuotendo i capelli
violacei: – Siamo nervosi?
– Non sono affari tuoi. –
brontolò duramente il più giovane, dando un'altra occhiata nei
dintorni.
– Problemi col tuo boyfriend?
Saruhiko
sgranò gli occhi, sentendosi colto in flagrante. Ovviamente però,
orgoglioso com'era, non poteva di certo darla vinta a quel damerino e
perciò scosse semplicemente la testa, sperando di non risultare
troppo sconvolto: – Non ho alcun boyfriend, Mishakuji. Mi
dispiace.
Il più grande scoppiò di nuovo a ridere, posando la
mano sulla sua Ayamachi, la corrispondente Kotowari di Kuroh
Yatogami: – E che mi dici di Yatagarasu?
– Yata. – lo
corresse acidamente, trovando estremamente fastidioso il
soprannome che l'avanguardia si era affibbiata da sola. – Cosa
dovrei dirti di quello lì?
– “Quello
lì” – ripeté teatralmente Yukari, portando una
mano al cuore e l'altra al cielo. – Avanti, tra i clan non si parla
d'altro. Sappiamo tutti della vostra tregua dopo che Nagare se n'è
andato, non serve continuare a fare finta.
– Una tregua non vuol
dire una relazione. – precisò scocciato Fushimi, pensando a come
quell'idiota potesse essere fastidioso in battaglia e anche per fare
due chiacchiere. – Se no non si chiamerebbe così, che dici?
–
Cos'è, t'imbarazza? – azzardò l'ex J-ranked, incrociando le
braccia mentre la neve scendeva sui suoi capelli troppo lunghi. –
E' perché siete due uomini? Perché non conosci l'Homra? Modi
di...
– Dacci un taglio! – sbottò Saruhiko, innervosito da
quella serie di cazzate a non finire. Era stanco: non ne poteva più,
non trovava Misaki, era infreddolito e arrabbiato col resto del mondo
- tanto per cambiare, nulla andava per il verso giusto e quel cretino
impomatato continuava a dire cose che non stavano né in cielo né in
terra. – Primo, non mi imbarazza perché non c'è nulla. Secondo,
non mi fregherebbe proprio il sesso della persona con cui sto
insieme. Terzo, imbecille, io ho comunque l'aura rossa e in Homra ci
sono stato fin troppo. Quarto, modi di taci-una-buona-volta! E
ultimo, ma non meno importante, anche se tutti i precedenti quattro
punti elencati fossero una bugia, non verrei di certo a dire a te i
miei problemi già abbastanza evidenti.
Yukari rimase interdetto
davanti all'affanno e alle guance arrossate del terzo in comando di
Scepter4, trovandosi indeciso sul da farsi: scoppiare a ridere o
provare a consolarlo? Era disperato, quello era evidente come lo era
il fatto che provasse strenuamente a difendere il suo orgoglio in
merito alla questione Yata.
Alla fine, Yukari si
avvicinò a lui con un sospiro e poggiò la mano sui suoi capelli
bagnati dalla neve: – Non so cosa sia successo tra voi due, ma Yata
Misaki è in gamba. Per qualsiasi ragione tu sia qui, sappi che non
hai bisogno di preoccuparti per lui.
Fushimi annuì, trovava
seccante quella mano che continuava ad accarezzargli i capelli ma non
aveva più nemmeno la forza di sostenere un dibattito: – E'
sparito, o perlomeno non si vuole far trovare da me.
– Sarà
impegnato. – ipotizzò semplicemente Mishakuji, facendo spallucce.
– E' l'avanguardia di Homra, dopotutto. Tutti, a Shizume, lo
conoscono. Magari è stato fermato da qualcuno per un aiuto, che ne
sappiamo?
– Che ne sappiamo che non si sia fatto del male? –
borbottò Fushimi in risposta, scostandosi dall'uomo accanto a lui. –
Grazie del conforto, ma io devo cercarlo.
– E dove?
– In
giro. – rispose solamente Fushimi, facendo un cenno con la mano per
salutare Mishakuji e per allontanarsi anche dall'ex quartier generale
di Jungle nella speranza di scorgere quella stramaledetta avanguardia
tra la folla. Non poteva essere sparito nel nulla, insomma, poco
prima era stato al locale ed era stato visto da Yashiro, dove
accidenti poteva essersi cacciato?
A Shizume era sceso il
buio.
La neve aveva ricoperto tutte le strade, i negozi si erano
illuminati e molte coppie giravano mano nella mano commentando i
possibili regali da fare ai rispettivi genitori. In questo clima
natalizio, un elemento stonava parecchio: Fushimi Saruhiko traballava
da un marciapiede all'altro, teneva lo sguardo alto anche se gli
occhi gli si chiudevano per la stanchezza e i piedi erano fradici a
causa della neve. Sospirava di tanto in tanto, sfregava le mani tra
di loro nella speranza di riscaldarle e non aveva più una singola
speranza. Semplicemente, continuava a girare per inerzia dal momento
che era dalle tre di quel pomeriggio che setacciava la città alla
ricerca di quel dannato Yata Misaki senza avere uno straccio di
notizia. Erano passate le cinque da pochi minuti quando, sul punto di
prendere l'autobus per casa sua, decise di fare l'ultimo disperato
tentativo.
Cellulare di
Saruhiko Fushimi
Chat aperta nel gruppo “Cercasi Misaki”
23
dicembre
17.07, Saruhiko: E'
dalle 9 di stamattina che lo cerco e non riesco a trovarlo
17.08,
Tatara: Non è al locale... mi
dispiace
17.10, Gojou: Non
è nemmeno all'ex quartier generale di Jungle
17.12,
Kuroh: Nemmeno a casa
sua?
17.13, Saruhiko: No,
ho già provato a vedere
17.13, Saruhiko:
E neanche a Scepter4
17.15, Kuroh: Tranquillo,
starà sicuramente bene
17.16, Isana: In
passato mi ha quasi ucciso, direi che se la sa cavare
Cellulare
di Gojou Sukuna
Chat aperta con Suoh Mikoto
23 dicembre
17.17,
Mikoto: Stamattina credo ci sia
stato un equivoco
17.18, Mikoto: Con
“casa sua” intendevo casa di Fushimi, non casa di Yata
17.19,
Gojou: ADESSO LO
DICI?!
Cellulare di Saruhiko Fushimi
Chat aperta
con Gojou Sukuna
17.20, Gojou: Saruhiko
17.20,
Gojou: C'è stato un enorme
casino
17.21, Gojou: Misaki
è a casa TUA
Erano le sei e un quarto
quando, dopo aver perso il bus e dopo aver corso come un disperato
dalla fermata a casa sua, Fushimi arrivò davanti alle scale
d'ingresso dove, avvolto nel giubbotto, Yata Misaki stava tremando
come una foglia. Non ci credeva, il ragazzo di Scepter4, di aver
finalmente trovato l'avanguardia dopo ben nove ore di ricerca.
Non
ci credeva, il ragazzo di Homra, di aver finalmente visto le sue
speranze realizzarsi e di vedere Fushimi Saruhiko davanti a lui.
–
Te l'avevo promesso. – mormorò quindi l'avanguardia con un filo di
voce, provato dal freddo e dalla neve che gli ricopriva i capelli
rossicci. – Che sarei passato.
Saruhiko era paralizzato, Misaki
l'aveva aspettato per tutto quel tempo e non si era nemmeno
arrabbiato per il suo ritardo. Messe a confronto le due giornate, il
terzo in comando aveva senz'altro avuto la meglio. Perciò si fiondò
tra le braccia di Misaki, lo strinse a sé nella speranza di
riscaldarlo e non badò nemmeno al dolore che sentì alle ginocchia
quando le picchiò addosso al gradino: – Hai un cellulare per
l'anima del cazzo, tu? – gli chiese borbottando contro la spalla
del più basso, trovando difficile credere di essere finalmente
venuto a capo di quell'enorme enigma.
Yata ridacchiò leggermente
mentre tremava: – Si è rotto l'altro ieri. Non sapevo come
contattarti perciò mi sono affidato al fato, ero sicuro che oggi
fosse il tuo ultimo giorno di lavoro perciò prima o poi saresti
tornato a casa, Scimmia.
– Potevi stare al caldo in un bar,
almeno.
– E la sorpresa, poi?
Fushimi scosse la testa,
allontanandosi di poco dal corpo gelido di Yata solo per poterlo
guardare negli occhi: – Mi hai fatto dannare per una giornata
intera. La sorpresa più grande è che tu sia vivo, Teppista.
–
Ehi, sono pur sempre Yatagarasu, io! – si difese Misaki, fingendosi
offeso mentre si metteva in piedi con l'aiuto del più alto. –
Posso fermarmi qui, stanotte? Ho i vestiti completamente bagnati e al
pensiero di tornare fuori mi viene male.
Saruhiko si ritrovò
leggermente spiazzato da quella richiesta così diretta, ma come
poteva dire di no ad un Misaki tremante e con le guance rosse? Si
sarebbe adattato, in fondo non era di certo la prima volta che
avrebbero dormito insieme. Così alla fine annuì, aprendo la porta
per poi finalmente richiuderla, tirando un sospiro di sollievo nel
vedere Misaki proprio davanti ai suoi occhi.
Aveva freddo, era
ancora arrabbiato con mezzo mondo per chissà-quale-motivo ma in
qualche modo avere quel ragazzo davanti ai suoi occhi che faticava a
togliersi la giacca lo mise improvvisamente di buon umore,
permettendogli di calmarsi e di iniziare a dimenticare la giornata
disastrosa appena trascorsa.
– Posso farmi una doccia? –
chiese improvvisamente Misaki, scuotendo la testa per togliersi la
neve di dosso.
Fushimi annuì: – Certo, ma fa' veloce che poi
devo farmela anch'io.
– Possiamo anche farla assieme. –
propose tranquillamente il più basso, togliendosi la felpa e
restando solamente in canottiera. – Siamo entrambi uomini, no? Che
problema c'è?
Fushimi aveva già sgranato gli occhi da qualche
secondo, ma di certo lo aveva spiazzato la tranquillità con la quale
quel piccolo idiota aveva osato dire quelle parole che tanto
l'avevano messo in crisi. Era una tregua, non una relazione, quella.
Non era successo niente di che, era tutto normale se non per il fatto
che proprio Misaki Yata si sarebbe fermato a dormire a casa sua dopo
anni di conflitti e battaglie all'ultimo sangue.
D'altro canto
però se si fosse tirato indietro sarebbe sicuramente risultato lui
il verginello della situazione e quel titolo era riservato solo a
Misaki, Fushimi doveva in qualche modo difendere il suo orgoglio già
abbastanza provato dalla discussione avuta con Munakata e con
Mishakuji. Perciò alla fine annuì, levandosi in fretta il giubbotto
e dirigendosi verso il bagno per preparare gli asciugamani senza più
dire una parola per evitare di dimostrare quanto in realtà fosse in
imbarazzo. Stava iniziando ad avere decisamente caldo.
– Mi
lavi i capelli?
– E che cazzo sono, la tua babysitter?
– E
dai, per favore!
E così Fushimi Saruhiko si ritrovò ad
insaponare per bene i capelli rossicci di Misaki Yata che, uscito
vincitore, sorrideva vittorioso e si godeva il massaggio del più
alto. L'acqua calda scorreva su di loro permettendo ai loro corpi di
raggiungere una temperatura accettabile: la schiena di Misaki, notava
Fushimi, era rossa a causa dell'escursione termica ma era anche
veramente cresciuta dall'ultima volta che l'aveva vista nella sua
interezza parecchio tempo prima.
– Sei congelato. – mormorò
Fushimi soprappensiero, continuando ad insinuare le mani tra i ciuffi
ramati di Misaki.
– Ti stavo aspettando da un po'. – ricordò
affettuosamente quest'ultimo, ma rimase interdetto nel momento in cui
il petto del più alto aderì perfettamente alla sua schiena e il suo
collo venne contornato dalle braccia magre del ragazzo di Scepter4.
Si stavano veramente abbracciando nudi sotto la doccia? – Scimmia?
– chiese quindi Misaki a corto di fiato, sentendo la voce farsi
stupidamente stridula. Di sicuro non aveva più nemmeno un accenno di
freddo.
– Sono contento che tu stia bene. – ammise finalmente
Saruhiko, cancellando nella sua mente tutto ciò che era successo in
quella giornata e godendosi solo quel contatto intimo. – Ero
preoccupato.
A dirla tutta, Misaki non voleva rispondere. Sapeva
di aver avuto una pessima idea chiedendoli di fare la doccia insieme,
sapeva che si sarebbe imbarazzato al primo passo falso dell'altro,
sapeva che la voce gli avrebbe iniziato a tremare e sapeva che
avrebbe ceduto a ciò che voleva dire a quella dannata Scimmia da
quando avevano stabilito quella tregua tra di loro. Se aveva
aspettato per ore su quelle dannate scale sotto la neve era perché,
dopo aver parlato per un'ora con Totsuka, aveva convenuto che sì,
doveva dire a Saruhiko di ciò che aveva intenzione di fare della
loro tregua: non avrebbe sopportato di essergli nuovamente amico,
sapeva che dal canto suo non poteva essere possibile. Perciò si girò
di scatto e baciò Saruhiko, trovando il contatto con le sue labbra
estremamente bagnato ma estremamente caldo, i loro corpi sembravano
in quel momento bollenti ma nessuno dei due stava lasciando andare la
presa. Fushimi era a dir poco spiazzato, quell'avanguardia-verginello
era migliorato non poco e quel gesto lo aveva lasciato attonito, ma
non per questo senza risorse: portò le mani ai fianchi nudi di
Misaki, gli spostò i ciuffi più lunghi dalla fronte per evitare che
lo shampoo finisse negli occhi di entrambi e lo costrinse ad
appoggiare la schiena al muro congelato solo per sentirlo gemere
contro la parete fredda. Certo, Misaki se l'era vista peggio in quel
dannato ventitré dicembre ma Fushimi era decisamente stato più in
pensiero, perciò considerò quella come una piccola punizione per il
ragazzo di Homra. La parte migliore poi fu ovviamente quando si
allontanò, constatando che l'intero viso di Misaki ora era rosso e
che avevano entrambi il fiato corto, spaventati ma contenti di ciò
che era appena accaduto.
Si erano baciati sotto la doccia, dopo
una tregua, dopo una giornata passata a rincorrersi, dopo anni di
litigi.
Sì, decisamente nel loro stile.
– Scimmia. –
rantolò allora il più basso, portando le mani contro il petto di
Fushimi. – Il freddo deve averti proprio rincoglionito.
– Non
sono io che ti ho baciato, – fece notare l'altro con un sorrisetto.
– Ma alla fine sì, per averti cercato per nove ore devo essermi
rincoglionito.
Misaki scosse la testa, sorridendo dolcemente in
imbarazzo contro le labbra di Saruhiko: – Sei proprio una scimmia,
Saru.
Il più alto lo baciò giusto a fior di labbra,
sorridendogli subito dopo forse per la prima volta in maniera
sincera: – E tu un teppista, Misaki.