Fumetti/Cartoni americani > Over the Garden Wall
Ricorda la storia  |      
Autore: Architetto di sogni    12/07/2018    2 recensioni
"Wirt...perchè Mr. Ranocchio non viene a giocare con me?", il moro continuò a strofinarsi la mano nel tentativo di eliminare ogni traccia della saliva di Greg.
"Perchè...perchè...perchè è innamorato!" spiegò semplicemente, illudendosi che quella risposta lo avrebbe tenuto buono.
Si illuse, appunto.
La testa del bambino compì una rotazione di 180 gradi, un'ombra passò sulla sua simpatica faccina, e con sguardo spiritato pronunciò le tre maledette parole:
"Cosa significa innamorarsi?"
Ecco, era finita.
Wirt si sarebbe buttato volentieri nel fango, mangiando moschini per il resto della sua vita, pur di non dover rispondere a quella domanda.
Anche perchè nemmeno lui ne conosceva la risposta.

-
Sono passati mesi dall'avventura nell'Ignoto e la vita quotidiana è tornata a regnare sovrana. Fino a quando Greg...
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Greg, Jason Funderberker (la rana), Wirt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

"George Washington, ma tu lo sai cos'è l’amore?"







Era una calda giornata di fine agosto.

Il sole batteva sulla piccola cittadina, costringendo gli abitanti a rifugiarsi nelle loro dimore alla ricerca di un po' di frescura, mentre un bambino usciva di casa usando la porta sul retro.

Si diresse saltellando verso la pozza d'acqua putrida, situata in fondo al giardino dietro l'abitazione. In una mano reggeva un sacchetto pieno di moscerini svolazzanti, mentre nell'altra una bottiglia di melassa, di prima qualità.


"Con moschini e melassa,

il mio ranocchio era emarginato

ma dei calzini gli abbiamo comprato

e adesso è felice e mangia ogni dì

i moschini e melassa."


Canticchiava allegramente, ignorando la melassa che, con i suoi continui saltelli, scivolava fuori dal fiasco lasciando una scia lungo tutto il suo tragitto e attirando animaletti di ogni specie, che si lanciavano sul liquido per pucciare insetti e quant'altro.

Finalmente arrivò a destinazione: la pozza era circondata da fitta vegetazione selvatica e il bambino vi si intrufolò dentro, sbucando dall'altro lato solo con la testa.

"George Washington??!! Ho deciso di cambiarti nome, Jason Funderberker non era adatto a un signor rana come te, ormai sei famoso!" si guardò intorno, ma a parte una libellula e qualche millepiedi, di George non v'era alcuna traccia.

Ad un tratto sentì gracchiare; il suono proveniva dal lato opposto della pozza fangosa e il bimbo entusiasta vi si lanciò dentro, prendendo a nuotare verso l'amico.

Ma scoprì ben presto che non era solo.

"George Washington ti sei trovato un'amica!" , una bellissima ranocchia, con un grosso fiocco rosa in testa, teneva a braccetto il suo compagno di avventure e attorno a loro una miriade di girini nuotava entusiasta.

"Sei diventato papà!! Oh, ho sempre sognato di diventare suocera! Bisognerà dargli un nome altrimenti come faremo a riconoscerli quando verranno a caccia di rane con me?! Allora, tu sei...no aspetta tu sei...umm, dovrò mettervi una targhetta...mi aiuterà Wirt!". Abbandonò il sacchetto di moschini, che si aprì, facendo fuoriuscire uno sciame che in pochi secondi fu divorato dalla nuova famiglia di ranocchie; la bottiglia di melassa era giunta a destinazione completamente vuota e rimase a galleggiare nel fango, insieme ad una scarpa.


Greg piombò in casa, urlando il nome del fratello che al piano di sopra ascoltava la musica col suo mangiacassette, e non si accorse di nulla fintanto che, una massa informe marrone, non gli si scagliò contro, mandandolo a gambe all'aria sul letto e macchiando tutte le lenzuola pulite.

"Ma che...", il ragazzo spinse via la massa informe che rotolò per terra, fermandosi in prossimità dell'armadio a gambe all'aria. La cosa prese a ridacchiare.

"GREG! Si può sapere cosa stai facendo?! E perchè sei ricoperto di roba marrone?!", si guardò attorno schifato dal macello che aveva fatto il piccolo.

"Sono andato a trovare George Washington, è diventato papà! Dovremmo fare una festa..." si portò la manina paffuta sotto il mento, la stessa posa che aveva visto assumere da quella buffa statua, il Pensatore, e che amava imitare quando tramava qualcosa, anche se in quel momento era a gambe all'aria.

Wirt sbuffando si tirò in piedi, aiutando il fratellino a fare lo stesso e pulendolo alla bell'e meglio con una maglietta trovata per terra.

"Greg ti ricordi cosa hanno detto mamma e papà a proposito di organizzare feste..."

Il bambino assunse un'espressione ancora più pensierosa e concentrata.

Cosa acciderboli gli avevano detto mamma e papà?

Ricordava con esattezza il giorno in cui gli avevano proibito di girare nudo per la strada, o quando aveva portato George a scuola con sè perchè voleva che anche il suo ranocchio ricevesse un'istruzione (che ridere quando aveva scambiato la maestra per una mosca gigante e l’aveva afferrata con la lingua appiccicosa), o ancora quando...c'erano un'infinità di cose che a Greg era proibito fare, ma proprio non ricordava quella cosa delle feste.

"Che dobbiamo invitare anche la vecchia signora Daniel?", era diventato amico di quell'adorabile vecchietta approfittatrice da quando le aveva restituito il sasso che le aveva rubato e lei gli aveva concesso di tenerlo.

Wirt si passò una mano sulla faccia, nel tentativo disperato di non impazzire.

"NO GREG. Non possiamo organizzare feste fino a quando non saremo diventati persone responsabili." assunse un'aria professionale, da vero fratello maggiore, ma Gregory non era molto convinto.

"Ma io sono una persona responsabile...guarda qua!", dalla tasca della salopette estrasse un lungo coltello da macellaio trovato quella mattina in cucina.

"G-GREG METTILO SUBITO GIÙ'!", il bambino obbedì, lasciando andare il coltello che si conficcò a terra, a pochi centimetri dal suo piedino.

"COSA CI FAI CON UN COLTELLO?"

"Sono responsabile. Stamattina a colazione ho mangiato pane e melassa e mi sono ricordato che anche il mio ranocchio doveva fare colazione. Quindi ho catturato e insacchettato dei moscerini, ho preso la melassa e un coltello per spalmarcela sopra, come fa la mamma con i toast. Visto? Sono una persona responsabile!", il paffuto corpicino si gonfiò di orgoglio.

Wirt non rispose, che poteva dire in fondo? Si era rassegnato all'assurdità del fratellastro, che aveva raggiunto gli apici durante la loro avventura nella foresta.

Già, che avventura!

Erano passati parecchi mesi e ancora ricordava tutti gli eventi come fossero successi il giorno prima. Chissà come stavano gli abitanti di Edelwood… .

Una vocina petulante lo riscosse dai suoi pensieri.

"Wirt? Wirt? WIRT?"

"Che c'è?!"

"Vieni a vedere la famiglia di George Washington?"  il ragazzo sbuffò, acconsentendo, sapeva che Greg non l'avrebbe mai lasciato in pace finchè non gliel’avesse concesso.

Infilò le scarpe scure e seguì il piccolo fino in fondo al giardino.

Le ranocchie li accolsero con un sonoro gracidare e Wirt quasi si addolcì alla vista di quella neonata famigliola, che nuotava allegramente nel putridume.

"George WASHINGTON? GEORGE WASHINGTOOOON?"

"Greg, smettila di urlare!" gli serrò la bocca con una mano, e il piccolo prese a guardarlo con gli occhi spalancati, per poi iniziare a leccargli il palmo che sapeva di caramelle.

Wirt ritrasse subito la mano disgustato, pulendola sui pantaloni.

Non si accorse dell'espressione triste di Gregory, che guardava l'animaletto domestico con malinconia.

"Wirt...perchè Mr. Ranocchio non viene a giocare con me?", il moro continuò a strofinarsi la mano nel tentativo di eliminare ogni traccia della saliva di Greg.

"Perchè...perchè...perchè è innamorato!" spiegò semplicemente, illudendosi che quella risposta lo avrebbe tenuto buono.

Si illuse, appunto.

La testa del bambino compì una rotazione di 180 gradi, un'ombra passò sulla sua simpatica faccina, e con sguardo spiritato pronunciò le tre maledette parole:

"Cosa significa innamorarsi?"

Ecco, era finita.

Wirt si sarebbe buttato volentieri nel fango, mangiando moschini per il resto della sua vita, pur di non dover rispondere a quella domanda.

Anche perchè nemmeno lui ne conosceva la risposta.

"Significa...beh ecco, significa...hai presente quando hai dato la mia cassetta a Sara?", solo a pronunciare il nome della ragazza il giovane arrossì. Il bimbo però non si accorse di niente e annuì concentrato.

"Ecco si...emm dentro c'erano le mie poesie e io che suono il clarinetto. L'ho fatta per lei perché volevo che mi notasse; è una bella ragazza, simpatica e ogni volta che la vedo sento le farfalle nello stomaco...", Greg lo interruppe entusiasta,

"Uh uh! Anche a me è successo! Quel giorno ero con Mr Ranocchio e volevamo fare merenda, abbiamo mangiato insieme un saaacco di farfalle!"

Wirt trattenne un conato di vomito.

"Emmm no, non intendevo farfalle letterali nello stomaco, era una metafora.", il fratellino sbattè gli occhioni fissandolo con sguardo vuoto, "E tu sicuramente non hai idea di cosa sia. Allora facciamo un altro esempio: mamma e papà. Loro sono innamorati, si abbracciano spesso, stanno sempre insieme...", ancora una volta Greg lo interruppe,

"Ohh ora ho capito! Come facevamo io, te, George Washington e Beatrice. Ti ricordi Wirt? Chissà cosa sta facendo Beatrice, pensi sia ancora un uccellino?"

Era da tanto che Wirt non pensava a Beatrice, non l'aveva più rivista da quando le aveva consegnato le forbici per spezzare l'incantesimo.

C'era riuscita? Era tornata ad essere un'umana? Sentiva anche lei la loro mancanza?

"Mmm no, noi quattro siamo...eravamo amici, non innamorati."

Gregory sembrò deluso dalla risposta, non gli era ancora ben chiaro cosa significasse quello strano termine. Certo aveva visto i genitori scambiarsi coccole e paroline dolci, ma lui faceva lo stesso con la sua rana, quindi doveva per forza esserci qualcosa di più.

"Le persone innamorate stanno sempre insieme?"

Wirt si voltò sorpreso verso il fratello, sembrava serio, stranamente serio...la cosa aveva dell'inquietante.

"Si...esatto."

"E vivono divertenti avventure?"

"Si a volte capita."

"E si aiutano quando uno dei due si perde?"

"Beh credo di si..."

"E anche se litigano poi fanno la pace?"

"Certo, anche mamma e papà fanno così"

"E si salvano a vicenda?"

"Si..."

Greg iniziò a girare in tondo, manina sotto il mento e sguardo fisso a terra.

Mugolava, continuando a camminare, come in cerca di una soluzione difficile; Wirt quasi riusciva a vedere le goccioline di sudore formarsi sulle sue tempie e i due neuroni rimasti nella testa del fratellino, che smettevano di inseguirsi e collaboravano alla ricerca di una risposta.

Poi, ad un tratto, si fermò e puntò gli occhietti a palla sul fratello.

"Ho capito. Tu sei innamorato di Beatrice!"

Wirt quasi si strozzò con la saliva e prese a boccheggiare come un pesce.

A che razza di conclusione era giunto quel piccolo tonto? Lui e Beatrice? Era un'assurdità. Lui era da sempre innamorato di Sara, aveva inciso anche una cassetta per lei, le aveva dedicato decine di canzoni e poesie, e non sopportava l'idea di vederla con Jason Funderburker.

Beatrice era...era Beatrice!

Li aveva accompagnati durante il viaggio nell’Ignoto, li aveva traditi, poi salvati...lo aveva tirato fuori dal lago ghiacciato con l'aiuto di un pesce, aveva messo a repentaglio la sua vita per salvare quella dei fratellini, si era lanciata in mezzo alla bufera alla ricerca di Greg.

Lo aveva inoltre rimproverato più volte per il fatto dipendere dagli altri e non riuscire a prendere mai una decisione, e lui in un'occasione le aveva confessato di saper suonare il clarinetto e di scrivere poesie, cose di cui si vergognava molto e di cui nessuno era a conoscenza.

Però a lei lo aveva detto.

Spesso aveva immaginato di tornare nella foresta, ma non ne aveva mai avuto il coraggio e comunque neanche lei si era mai fatta viva dalle loro parti.

Chissà se l'avrebbe riconosciuta...non gli aveva mai detto com'era la sua vera forma umana, ma l'immaginava alta, con lunghi capelli boccolosi e occhi scuri...e lentiggini, sì, lentiggini spruzzate sulle guance. L'avrebbe riconosciuta da lontano e sarebbe corso verso di lei, ma non l'avrebbe abbracciata, no, quello poteva farlo solo finchè era un uccellina, ma da ragazza era tutta un'altra questione.

Iniziò ad arrossire mentre l'immagine di loro due abbracciati si formava nella sua mente, e il cuoricino prese a galoppare nel petto scheletrico.

"Wirt? Wirt? Wirt? Wirt?"

"SI GREG....forse, cioè credo, ma non ne sono sicuro...potrebbe essere insomma...si ecco, sono un pochino...innamorato...di...Beatrice."

"Ah ahhh! Ti ho scoperto piccolo manigoldo! Ora mi aiuti a scegliere un nome per i figli di George Washington?"

"...si Greg".





FINE















-Angolo (che non è un angolo)-


Salve a tutti,

è la prima volta che scrivo sul fandom di Over the garden wall ed è stata una vera e propria un’avventura.

Amo. Tantissimo. Questo. Cartone.

Penso di averlo riguardato almeno una decina di volte e ogni volta mi sbellico dalle risate.

Ho voluto scrivere questo breve racconto perchè la mia mente malata appena ha realizzato che Beatrice era una ragazza trasformata, l’ha subito shippata con Wirt; in più avevo una voglia matta di scendere nei panni di Greg e “muoverlo” (ammetto che mi identifico molto con lui, specie il suo non avere buon senso…*momento di silenzio*).

Spero che questo racconto vi piaccia e vi strappi un sorriso (o un insulto, a seconda dei casi) e mi piacerebbe tantissimo ricevere vostre opinioni, mi fareste immensamente felice!

Nel frattempo vi ringrazio per esservi fermati a leggere (e per aver sopportato i miei sproloqui). Alla prossima avventura ❣


   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Over the Garden Wall / Vai alla pagina dell'autore: Architetto di sogni