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Autore: SpicyOctopus05    12/07/2018    0 recensioni
[Cast Grey\\\\\\\'s Anatomy ]
Elizabeth è una ragazza qualunque che una sera viene invitata dalla sua amica Stacey a stalkerare il tipo che le piace. Ma il destino ha in serbo per lei ben altro.
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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QUESTA STORIA TRATTA DELLA COPPIA TRA LA REGINA ELISABETTA DINGHILTERRA E ALEX KAREV (greys anatomy

enjoy


No, non esiste, Stacy. Stasera non esco di casa nemmeno sotto tortura”.


Un classico venerdì pomeriggio di Novembre. Elizabeth non riusciva a credere di star ancora avendo quella conversazione. Stacy era davvero una testa calda quando ci si metteva. No, non sarebbe andata con lei al “Spicy Paradise” per stalkerare il nuovo arrivato alla Union High.
Elizabeth ancora non lo aveva incrociato nei corridoi ma il fatto che fosse anche nuovo membro della squadra di football le bastava per poter indovinare che tipo di ragazzo si sarebbe poi trovata davanti: alto, spalle larghe e addominali da paura. Il classico belloccio con due chili di gel nei capelli e sorriso smagliante.

“Ti prego! Sei l’unica persona con cui i miei mi lasciano uscire fino a tardi!”

“Si, per via del mio buon senso! Lo stesso buon senso che al momento mi dice che questa non è una buona idea. Vai a dormire Stacy.”

“Fammi indovinare, sei già in pigiama”

“Stac-“

“E in pantofole”

“Non vedo come questo centr-“

“Hai la vita sociale di un moschino! Non puoi pretendere di rimanere in casa tutto il giorno tutto i giorni! Hai 16 anni cazzo! Vivi un po’!”

Alcuni secondi di silenzio passano, Elizabeth guarda la gatta appollaiata sulle sue gambe che la guarda leggermente annoiata e abbassa una mano per grattarle la testolina fino a che non iniziano a sentirsi le flebili fusa.

La mano si contrae attorno telefono per una frazione di secondo. Si rilassa. Non riesce a ricordare l’ultima volta in cui sia uscita di casa a divertirsi. L’ha mai fatto per divertimento? E non per divertimento? È probabile che l’ultima volta sia stata. L’ultima volta... l’ultima volta... A scuola. Si, deve essere stato per scuola, questa mattina, giusto. Il tragitto, lo ricorda? Il tragitto... verso dove, ancora una volta?
Il filo dei pensieri attraversa la sua mente sottile come filo spinato di una staccionata piantata nella nebbia. Il momento prima c’è, quello dopo... c’è mai stata?
Una placida rassegnazione cresce lenta ma solida nella sua mente andando ad assopire il panico dovuto consapevolezza del perdersi del suo cuore.
Il silenzio sembrava protrarsi da ore, o era solo qualche secondo.

Stacy non aveva tutti i torti, in fondo.
“Stacy, non hai tutti i torti, in fondo”.

***

“Ricordami esattamente perché ho accettato di accompagnarti ti prego”

“Perché dal primo momento in cui l’ho visto ho capito che è l’amore della mia vita, sei mia amica e poi...”

Le ultime parole escono con un tono leggermente diverso, a causa di quello che stava per seguire. Elizabeth stringe la mano destra attorno la cintura di sicurezza ad altezza petto.
Una cosa che ha iniziato a fare quando sotto pressione, a quanto pare.

“...ricorda che il video è ancora in mio possesso, quindi starei attenta fossi in te.”

Elizabeth lascia quelle parole sospese tra loro, qualche secondo necessario per permettergli di imprimersi nella sua mente.
Un avvertimento. Recepito solo come il più fedele servo farebbe. L’aria è amara, la sua mente serena. Il cuore viola di veleno.

Il ristorante esibisce una grande insegna al neon che assieme al bagliore della luna illumina leggermente il volto di Stacy, contornandole gli zigomi e la forma delle labbra. Le perline della collana brillano.

La vista parcheggio semi vuoto e buio del locale manda brividi freddi lungo la schiena di Elizabeth che si stringe nel suo giubbotto. Avrebbe davvero dovuto lasciare stare le calze a rete quella sera.
Un amano si poggia sul fondo della sua schiena e la accompagna leggermente verso le porte de locale. Questa volta i brividi non sono dovuto al freddo.

***

All’entrata, un ragazzo alto dagli occhi azzurri le accoglie e le accompagna al tavolo.

“Cosa posso portare da bere a te e alla tua compagna?”

E in quel momento gli occhi di Stacey si spalancano e Elizabeth, allarmata decide di intervenire.
“Prenderemo due birre grazie”.
Il ragazzo lascia il tavolo con un sorriso cordiale.
Appena la sua figura sparisce nella cucina, Stacey si volta verso l’amica con sguardo furente.
“Cosa diavolo ti è saltato in mente? Sei impazzita! Ora girerà la voce e lui lo verrà a sapere!”
Elizabeth inerme, ascolta senza emettere fiato.
“Avrei dovuto immaginarlo, non avrei dovuto chiedere di uscire a te tra tutti! La lesbica della Union High! Che idio-“

“Bi.”
“Come scusa?!”
“Ho detto bisessuale”.
“Si come ti pare, non importa”.

Zero. Le parole perdevano senso il secondo in cui venivano pensate, frasi mai formate morivano sulla soglia dell’inconscio. Niente sembrava significare qualcosa.

Lo sguardo vaga per un istante sul resto dei commensali presenti. Volti generici, tratti indistinguibili, espressioni vuote. Nella mente di Elizabeth era tutto così ovvio, eppure era come non riuscisse a mettere insieme questa semplice operazione. Era come camminare in un incubo.

***

Quando un ragazzo con i capelli biondi cenere, occhi verde-grigi e un piercing al labbro si avvicinò al tavolo per servire i piatti, il volto di Stacey si illuminò.

Era lui, Elizabeth ne era sicura. Ma mentre lo guardava, per un secondo il mondo sparì, risucchiato nella nebbia e lo stato di placida rassegnazione della sua mente insieme a lui.
In qualche modo, la sua sola presenza riusciva a riportarla alla lucidità.
Il sorriso storto del bellissimo ragazzo che si trovava di fronte le ricordava un faro nel buio, salvezza di un porto sicuro.
E in quel momento capì due cose, la prima: qualcosa stava esercitando un controllo malvagio sulla sua mente e la seconda: lui era il suo antidoto.

Fu così che mentre Stacey era in bagno, scrisse un messaggio su un fazzoletto per il misterioso cameriere:
-HO BISOGNO DI PARLARTI IN BAGNO TRA DUE MINUTI -ew

***

“Non posso crederci, sono la tua unica speranza!”
“Si, esatto”

Lui dava le spalle alla porta. Lei gli stava di fronte.
La tensione accumulata la porta a chiedere gli occhi. Un momento passa. Due dita le sfiorano la guancia.

“Elizabeth?”
“Mmh” lei risponde non aprendo gli occhi.
“Credi nel destino?”
“Alex...”
“Credi nelle stelle?”
“...io non-“
“Credi... in me?” Di allora che i suoi occhi si aprirono per trovarne un altro paio verde-grigio scavarle l’anima.
“Sempre”.

Fu così che le loro labbra si incontrarono.
Le mani volano per accarezzare e stringere più vicino. Non c’è spazio tempo o ossigeno. Ma andava bene. Perché c’era l’antidoto.
Quando poi le mani di Alex si fermarono sul polso di Elizabeth a tracciare i segni verticali e regolari incisi nella pelle in rilievo.
“Perché?” Una semplice domanda.
“Perché no?”
“Elizabeth” il suo tono grave e deciso.
“Sono parte di me, non posso fare altrimenti” risponde con gli occhi fissati ora sulle sue sneakers. Una mano gentile si appoggia al suo mento e le fa alzare di nuovo lo sguardo nei suoi pozzo infiniti.
“C’è una linea sotto tra usare e abusare...” dice lui
“...tra vita e morte” completa lei.
I loro cuori ora sono in completa sincronia, i respiri intrecciati e gli occhi licidi.

***

Quando lui esce dal bagno per non insospettire nessuno, in cerca di un modo per farla scappare, Elizabeth rimane da sola qualche secondo per ricomporsi.
Fino a che non sentì la maniglia della porta aprirsi e vide la figura di Stacey osservarla attraverso lo specchio.
“Ti sei comportata male stasera, tesoro. Io volevo te! Nonostante abbia provato a tenerti a bada, non mi lasci altra scelta”
Il terrore assale Elizabeth, che fissa Stacey immobile.

Occhi di pietra e labbra infuocate.
Labbra In meno di un secondo si ritrovò sulle sue, avide e affamate, prendendo senza pietà, razziando lasciando dietro di loro tracce di morte e lacrime amare. 

Inerme e impotente di fronte a questo fantastico spettacolo dell’orrore, tutto quello che Elizabeth fece fu emettere piccoli gemiti soddisfatti. La sua mente soggiogata non riusciva a comprendere altro che il fuoco crescente dentro di lei alimentato da quel bacio. Dovevano fermarsi o lei sarebbe bruciata. O l’intero ristorante sarebbe bruciato.

Nei suoi ultimi momenti di lucidità, le tornarono in mente le parole pronunciate da Alex pochi secondi prima:
C’è una linea sottile tra usare ed abusare, tra vita e morte.

Fin.
   
 
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