Storie originali > Storico
Ricorda la storia  |       
Autore: queenjane    23/07/2018    2 recensioni
Gli ultimi zar di Russia, un grande amore, una tragica fine.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La sua nascita ebbe luogo il 16 maggio 1868, evento annunciato da 300 colpi di cannoni dalla Fortezza dei Santi Pietro e Paolo.
Era il figlio dello zarevic Alessandro e di sua moglie Maria. Era una principessa di origini danesi, che in principio doveva sposare Nicola, fratello di Alessandro, tranne che il ragazzo era morto giovane e Alessandro si era trovato erede al trono, con una fidanzata già assegnata.
Nella capitale, si stapparono vodka e champagne.
 
I Romanov avevano un nuovo discendente, ottima cosa ma i più superstiziosi rilevarono che la data fosse di cattivo auspicio,infatti,  il 16 era il giorno di San Giobbe, il più sventurato tra i santi ortodossi.
Il bambino venne chiamato Nicholas, come il bisnonno e il fratello premorto di Alessandro, e il suo nomignolo per gli intimi era  Nicky.
 
Lei si chiamava Elisabetta Aleksandrovna, detta  Ella, a sua volta  figlia di una dama di compagnia della giovane granduchessa Maria.
Suo fratello maggiore Aleksander, detto Sasha o Alex, era coetaneo di Nicholas e adorava la sorellina.
Erano molto legati, divisi solo da tre anni di età e si volevano molto bene, un conforto l’uno per l’altra, che i loro genitori erano estremamente freddi e distanti.
Severi e rigorosi, trovavano irritante la vivacità di Ella, poco femminile la sua curiosità e ben strano il suo interesse per i libri e le lingue straniere, la passione per ascoltare la musica, lei che era stonata come una campana e non aveva senso del ritmo.
Lo zar Alessandro II era stato il suo padrino di battesimo e reputava la ragazzina deliziosa, opinione cui si associava sua nuora Maria e molti altri, ma non i genitori, i principi Raulov ritenevano la figlia troppo scura, magra e curiosa, uno sghimbescio ibrido. spuntato da chissà dove.
Così era, inutile rammaricarsene, diceva Alex, tra loro i fratelli parlavano russo, inglese e francese in modo sciolto, erano poliedrici e curiosi.
Alti, snelli, avevano gli occhi color onice e stupendi capelli scuri, parevano un quadro, tanto erano avvenenti e compiti, arguti e precisi come un narciso in primavera.
 
Lo zar Alessandro II era detto il sovrano liberatore,che aveva abolito la servitù della gleba, aveva fede nel progresso, peccato fosse morto giovane, in un attentato, nel 1881.
La sua agonia fu lenta e penosa, raccontò attento e preciso, Nicky a Ella, le urla, il sangue che impiastrava le mani, gli arti staccati dal colpo della bomba, lui era presente e stupito di spartire la infausta tradizione dei Romanov di morire nel sangue piuttosto che tranquilli nel proprio letto (un presagio? Lui non avrebbe fatto eccezione).

Noi prenderemo seriamente i destini del nostro impero, che da ora in avanti saranno discussi solo tra noi e Dio”, dichiarò Alessandro III salendo al potere, nel 1881, sua legge erano il ferro ed il sangue., non conosceva alcuna misericordia.

Sua moglie, Maria, dimostrò talento nel predisporre grandi feste, circondata da un cercle mondano e spiritosissimo, chic e curata, era sempre all’ultima moda. Invece il marito era assai più parco, agli intrattenimenti scintillanti organizzati dalla consorte preferiva la vita in famiglia. Lavorava come un amanuense certosino alla scrivania, studiando tutti i documenti che affluivano da ogni angolo dell’impero.
Massiccio e altissimo, poteva piegare a forma di ferro di cavallo una forchetta per divertire i figli.

Lo  zarevic e i suoi fratelli crebbero in modo duro e spartano, a titolo di esempio era frugale il sonno in un duro lettino da campo come il cibo, una volta si mangiò l’interno di cera di un crocifisso d’oro donatogli per il battesimo, al cui interno vi era un asserito frammento della vera croce, per la fame, trangugiò tutto. Si vergognava, ma era buono, ammise poi.


Ella fu tra le damigelle di onore di Elisabetta d’Assia, sposa nel 1884 del fratello dello zar, Sergei Aleksandrovic Romanov, insieme alla sorellina di lei, Alix.
Nicky e Alix si conobbero in tale occasione, lei aveva dodici anni, lui quattro in più.
Fu in quell’evento che Alessandro III ebbe a dire a Ella (lo ZAR  aveva notato gli sguardi tra i due giovanetti) che un giorno sarebbe stata splendida.
Nicky annotò nel suo diario che aveva cenato vicino ad Alix e che gli piaceva moltissimo.
Elisabetta sposò il granduca Sergio nella cappella del Palazzo d’Inverno a San Pietroburgo, la sua sorellina era vestita di bianca mussola, una acconciatura di rose sulla testa. Come Ella, lo zarevic le guardò entrambe, divorandole con gli occhi, sopraffatto dalla loro avvenenza.
Alix disegnava abiti da sposa nel suo diario, lei era la nubenda, Nicky annotava  che, in ogni occasione, si sedeva vicino a lui, giocando e correndo nel giardino, scambiando fiori e parole, scrivendo addirittura i loro nomi sulla mensola di una finestra. Si amavano, scrisse Nicola.
Vladimir Dzhunkovsky, uno degli aiutanti del granduca Sergei Alexandrovich, nelle sue successive memorie scrisse che, durante il servizio della cerimonia, Alix gli causò una piacevole impressione, singhiozzando forte, forse isterica, le lacrime che scorrevano dagli occhi e nessuno la calmava, non vi riusciva alcuno. Gli anni passarono, in un battito di ciglia. Nicky era cresciuto, giovane e snello, con appena un accenno di barba, ora prestava servizio negli ussari, con Aleksander e Pietr, rispettivamente fratello e cugina di Ella Rostov-Raulov, cene e balli e feste, un flirt con la ballerina Ksensiskya e via dicendo.. Le sbornie erano solenni e rinomate, giocavano ai lupi, ovvero i giovani ufficiali pascolavano a carponi nelle sere estive, lappando le botti di vino e chiaretto che i premurosi valletti rovesciavano loro addosso. Il risultato erano inaudite sbornie e emicranie il giorno successivo. Nel 1889 lo zarevic aveva ritrovato Alix d’Assia, alta, sottile e avvenente, dai bei capelli color oro fulvo, che soggiornava di nuovo in Russia, dalla sorella, ma quel crescente e rinnovato affetto incontrava l’ostilità dell’imperatrice madre, che disapprovava, un conto gli sfoghi ed i flirt giovanili, altro le nozze dell’erede al trono, che ben poteva trovare di meglio rispetto alla figlia timida e sgraziata di un oscuro granduca... In termini di rango e prestigio.. Meglio puntare a una principessa tedesca, della casa di Hohenzollen, a Elena d'Orleans, figlia del conte di Parigi. Nicky pensava alla ballerina, a Alix e … alla principessa Ella Rostov-Raulov, scoprendosi “infiammabile”, e rifletteva sulla stranezza del cuore umano, che oscillava come un periscopio. Era giovane e lo zar suo padre lo preparava poco ai futuri compiti, il Grand Tour, compiuto nel 1890 fu una occasione di svago in Oriente, vi furono molte bisbocce ma poco studio, un gioco goliardico, non la seria osservazione sui luoghi e i costumi di Sasha Rostv-Raulov, il nomignolo di Alexander, quello di R-R, che era uno studioso, pur se gaudente. In Giappone, lo zarevic fu vittima di un tentativo di agguato, da cui ricavò una cicatrice sulla fronte e una eterna antipati Alix tirò fuori delle vecchie foto, dei suoi soggiorni in Italia, Firenze e Venezia, quando sua nonna la regina Vittoria svernava al Sud. Giovane e splendida, eccola nei giardini di aprile, a Firenze, stupita che vi fossero già l’erba e i fiori, rispetto agli inverni tedeschi, avvolta dalla luce dei canali di Venezia, che lo zar Pietro il grande aveva voluto ricreare costruendo la sua capitale, tanto che l’avevano appellata la Venezia del Nord. Sorridente e lieve, aveva vent’anni, poteva avere tutto e nulla aveva. Il matrimonio del futuro zar di Russia non era solo un affair di cuore, sottolineava lo zar Alessandro III, occorreva che la sposa portasse un ottimo nome, una buona dote e ricche alleanze. Per quanto, appunto, nipote della regina Vittoria, dal 1876 imperatrice delle Indie, la giovane era solo la figlia di un piccolo granduca, di scarsi mezzi e fortuna. Per quanto avvenente, la sua timidezza poteva essere un freno nella vita dell’alta società, considerato l’impegno mondano in cui si erano profuse le ultime imperatrici russe. Che la giovane fosse colta, educata, pia e di inoppugnabili costumi non pareva interessare nessuno tranne che Nicola. Principe cui erano proposte varie candidate, possibili unioni che per un motivo o l’altro non si completavano, come la principessa Elena di Orleans o Margaret di Prussia. Verso la metà del 1893 la salute di Alessandro III cominciò a declinare e le lettere tra i giovani conobbero un nuovo slancio. Tuttavia vi era una questione, la sposa dello zar doveva essere di credo ortodosso ma Alix era di fede luterana, occorreva che si convertisse, come avevano fatto tante altre principesse prima di lei. “.. Mio caro Nicky, cerca di capirmi, sai quello che provo per te.. ma questo fatto mi tormenta e mi rende infelice …. Non posso agire contro la mia coscienza e mutare credo religioso, sarei afflitta per tutta la vita. Come potrebbe essere felice una unione che inizia senza la benedizione di Dio? È un peccato cambiare la religione in cui sono cresciuta e che amo, perderei la pace e sarei una compagna indegna, di nessun aiuto nelle difficoltà della vita…”
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: queenjane