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Autore: DesiKookie93    05/08/2018    0 recensioni
Due giovani si conoscono una sera, per caso.
Lei ha un segreto che ha paura di rivelare.
Lui ha una passione smisurata per quell'immensa distesa d'acqua che vede ogni mattina.
Ma qualcuno tenterà di dividerli.
Non tutte le storie hanno un lieto fine.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In un piccolo villaggio di Jeju, sulla riva del mare, viveva un giovane ragazzo, che aveva una grande passione per quell’immensa distesa d’acqua che si estendeva davanti a lui ogni giorno.
Infatti, ogni mattina, la prima cosa che faceva appena alzato dal letto, era affacciarsi alla finestra di camera sua, e restare a fissare il mare finché non arrivava suo padre a chiamarlo per la colazione.
Gli piaceva molto perdersi a guardare i colori che si creavano tra le onde, soprattutto all’alba e al tramonto, e spesso si perdeva a sognare come sarebbe stato viaggiare per mare.
Non che non avesse mai solcato quelle acque, infatti tutti i giorni, andava con suo padre in barca a pescare, ma semplicemente, non si era mai allontanato troppo dal suo villaggio, infatti, il posto perfetto in cui pescare, era poco lontano da esso, e lui non si era mai spinto oltre, anche perché suo padre non glielo permetteva.

- Sei ancora troppo piccolo, quando sarai più grande… forse… -

Erano queste le parole che suo padre gli diceva ogni volta che lui gli chiedeva se potevano allontanarsi un po’ qualche volta, ed ogni volta che glielo diceva, lui metteva il broncio.
Insomma, poteva capirlo quando effettivamente era ancora un bambino, e quindi era logico che glielo vietasse, ma sentirlo anche quando raggiunse i suoi diciassette anni, non gli andò giù.

- Papà, non sono più un bambino, perché adesso non posso? - gli aveva chiesto lui una sera, dopo l’ennesima negazione del padre.
- E se ti accadesse qualcosa? Pensa a come mi sento io… - aveva risposto l’uomo.
- Quindi vuoi che resti qui per sempre? - aveva risposto il ragazzo, che stava iniziando ad innervosirsi, non capendo veramente cosa intendesse esattamente suo padre.
- No, non voglio tenerti qui per sempre, perché sarebbe ingiusto da parte mia, ma… Cerca di capire… Ho già perso tua madre poco tempo fa… Non voglio ancora perdere mio figlio… - aveva risposto con tono stanco.

È vero, erano ormai passati cinque anni da quando sua madre morì, ed era logico, visto quanto fosse attaccato a lei, che suo padre non si fosse ancora ripreso, soprattutto perché… lui si sentiva responsabile.

Infatti, si dava continuamente la colpa per non essere riuscito a salvarla in tempo.
Per questo era spaventato all’idea di lasciare andare il figlio.
Aveva paura che gli sarebbe successo qualcosa.
E che lui non sarebbe riuscito a salvarlo in tempo.. di nuovo.


Il ragazzo guardò il padre per qualche secondo.
Sapeva quanto il padre stesse male per la perdita della moglie, ma allo stesso tempo, non riusciva in nessun modo a placare quella sua immensa voglia di solcare quelle acque a lui ancora sconosciute, voglia che ogni giorno che passava, non faceva che aumentare sempre più.



Circa una settimana dopo quella piccola “discussione” con il padre, non riuscendo più a resistere, fece qualcosa per cui forse poi si sarebbe pentito.

Verso mezzanotte, quando fu sicuro che il padre si fosse addormentato, uscì di casa, dirigendosi verso il porto, che si trovava lì vicino, ed iniziò a preparare la piccola barca che usava con suo padre per pescare.
Quando fu tutto pronto, si girò verso casa sua, mordendosi nervosamente il labbro inferiore.

Era giusto quello che stava facendo?

- Scusa… - disse sussurrando, per poi girarsi di nuovo verso la barca, ed iniziando a solcare finalmente quelle acque tanto desiderate.

Mentre navigava, più di una volta si girò indietro, guardando il suo villaggio diventare sempre più piccolo davanti ai suoi occhi.

Si sentiva un po’ nervoso, ma si ripeteva che suo padre non se ne sarebbe mai accorto.

Infatti, lui non era ancora pronto per prendere il largo ed allontanarsi definitivamente dalla sua casa, tutto quello che voleva, era allontanarsi quel tanto che bastava per sentire la sensazione di essere circondato solo da quell’acqua che tanto lo affascinava, e chissà, magari vedere qualche creatura che ancora non conosceva.

Quando fu abbastanza lontano da vedere a malapena il suo villaggio, si fermò, sdraiandosi nella barca, alzando lo sguardo sul cielo che lo sovrastava.

Quella sera, il cielo era stupendo.
La luna era piena, e meravigliosamente bianca, e abbastanza grande da poterla vedere bene, e dato che non c’era nemmeno una nuvola, le stelle apparivano luminose.

Il ragazzo rimase a fissare quel cielo meraviglioso, godendosi la brezza leggera notturna che gli scompigliava la sua chioma nero pece, finché la sua attenzione non venne catturata da qualcos’altro.

Infatti in quel momento, sentì una melodia provenire da qualche parte, poco distante da lui.
Incuriosito, cercando di non fare troppo rumore, iniziò a remare in direzione di quella melodia, volendo sapere da dove provenisse.

Avvicinandosi, capì che la voce che sentiva, apparteneva ad una ragazza, e poco dopo fermò la barca, spalancando gli occhi.

Davanti a lui, appoggiata con la schiena ad uno scoglio, e con il corpo dal busto in giù immerso nell’acqua, e lo sguardo rivolto verso il cielo, c’era una ragazza che stava cantando.

Rimase a guardarla a bocca aperta, dato che lei era stupenda, e la sua voce era dolce, anche se lui notò una nota di solitudine mentre cantava.

Si chiese da dove provenisse quella ragazza, sapendo che il suo villaggio, era l’unico lì vicino.

Dato che lui aveva sempre vissuto lì, era sicuro che lei non fosse del suo villaggio, dato che ormai conosceva tutti.

Che fosse scappata di casa?
Ma se anche fosse, perché in quel momento si trovava lì a cantare?

Con tutti quei pensieri per la testa, non si accorse subito che la ragazza aveva smesso di cantare, ma lo fece quando…

- Tu chi sei? -

Il ragazzo posò lo sguardo su di lei, tornando alla realtà, e sbattè più volte le palpebre, sorpreso.

- C-come? - chiese, un po’ spaesato.
- Tu chi sei? - ripetè la ragazza e, nonostante fosse notte, lui potè giurare che in quel momento, lei fosse arrossita.
- Oh, io mi chiamo Jungkook, abito al villaggio qui vicino. - rispose, grattandosi nervosamente la testa.

Non era abituato a parlare con le ragazze, si sentiva sempre in imbarazzo.

- Tu invece? - chiese qualche secondo dopo.
- I-io… sono… Umi… - disse lei, abbassando lo sguardo.

Era la prima volta che rivolgeva la parola ad un ragazzo, e si sentiva tremendamente in imbarazzo, per vari motivi.

- Che ci fai qui tutta sola a quest’ora? - chiese lui, guardandola.

Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso.

- Potrei farti la stessa domanda. - disse lei, sottovoce.
- Io volevo provare la sensazione di essere circondato da queste acque. - disse lui, imbarazzato.
- Ti piace il mare? - chiese lei, e sembrò incuriosita.
- Lo amo. Ho sempre desiderato poter un giorno solcare queste acque e viaggiare, esplorando il mondo. - disse Jungkook, guardando verso l’immensa distesa d’acqua che lo circondava.

Umi lo guardò in silenzio.
Bastava guardarlo per capire quanto le sue parole fossero sincere.
Gli si leggeva negli occhi quanto desiderasse viaggiare per mare.

- A te non piace? - chiese il ragazzo, riportando lo sguardo sulla ragazza, dato che era rimasta in silenzio.
- Non proprio… - rispose lei quasi sussurrando, abbassando lo sguardo.

Il ragazzo rimase leggermente perplesso alla risposta della ragazza, ma capì che dietro la sua risposta, si celava una ragione precisa.

- Devo andare… - sussurrò lei qualche minuto dopo, lo sguardo rivolto verso la luna sopra di loro.
- Posso rivederti? - chiese Jungkook senza pensare, quella frase gli era uscita d’istinto, involontariamente.

Si sentì tremendamente in imbarazzo quando vide la ragazza guardarlo per qualche secondo prima di rispondere, ma non sapeva che dire per rimediare.

- V-va bene… - disse la ragazza poco dopo, facendo rimanere sorpreso il ragazzo. - Io vengo qui tutte le sere, S-se vuoi vedermi… ti basta v-venire qui… - continuò, abbassando lo sguardo imbarazzata.

Sul volto di Jungkook si formò un sorriso a quelle parole.
Era la prima volta che parlava con una ragazza e, a differenza di come pensava, non si sentiva poi così a disagio.
Certo, più di una volta si era sentito in imbarazzo, ma tutto sommato, con quella ragazza, inspiegabilmente, si sentiva a suo agio.

Jungkook poco dopo si allontanò, diretto di nuovo verso casa, non senza aver lasciato Umi con la promessa di rivederla.



Il giorno seguente, venne svegliato dal padre, per andare a pescare insieme come sempre.
Aveva sistemato la barca esattamente come l’aveva trovata, quindi il padre non si accorse di nulla quando la presero.

Arrivati al punto in cui pescavano sempre, passarono le prime ore come al solito, e pescarono parecchio.

- Oh, vedo che anche voi siete mattutini quando si tratta di pesca. -

Quando udirono quella voce, Jungkook e suo padre si girarono, notando un signore che li affiancò con la sua barca.

- Quelli presi al mattino presto sono i migliori. - commentò il padre.

Jungkook restò a guardare il padre e quel signore chiacchierare, per poi spostare lo sguardo verso la distesa d’acqua davanti a lui, mentre i suoi pensieri andarono altrove.

Si mise a pensare ad Umi, la ragazza che aveva conosciuto la sera prima.

Ripensò alla sua voce dolce che lo aveva condotto da lei, ai suoi lunghi capelli argentati che alla luce della luna sembravano risplendere, ai suoi occhi, che nonostante la poca visibilità, aveva notato che erano dello stesso azzurro del mare all’alba, quando il sole inizia a spuntare all’orizzonte, facendo incontrare i suoi primi raggi con l’acqua.

Per lui, quella ragazza aveva un qualcosa di misterioso, aveva la sensazione che stesse nascondendo qualcosa.

- Conosco un altro posto perfetto dove pescare, però è un po’ lontano da qui, ma vi assicuro che si cattura del pesce davvero ottimo. - disse il signore al padre del ragazzo. - Volete che vi mostri dov’è? -
- Perchè no? E poi qui c’è qualcuno che vuole allontanarsi un po’ invece che stare sempre qui. - rispose il padre, appoggiando una mano sulla spalla di Jungkook per attirare la sua attenzione.
- Allora seguitemi. - disse l’uomo, iniziando a remare.

I due lo seguirono, e Jungkook ad un certo punto si voltò.

Il posto in cui stavano andando, era poco dopo il punto in cui lui la sera prima aveva incontrato Umi, infatti si voltò a fissare lo scoglio a cui la ragazza era appoggiata la notte prima, quasi sperasse di poterla rivedere in quel momento.

La sua attenzione però venne attirata da qualcos’altro solo pochi secondi dopo.

Delle voci di donne. Che cantavano.

Jungkook si ritrovò a fissare un gruppo di ragazze bellissime, tutte appoggiate allo scoglio poco lontano da loro.

- Accidenti, era meglio venire qui più presto. Ora è troppo tardi per pescare… - disse l’uomo che li accompagnava, e Jungkook non capì a cosa si riferisse con quella frase.

I suoi occhi non si staccavano da quelle ragazze, che in quel momento, accorgendosi di loro, avevano smesso di cantare, e li stavano fissando.

- È impossibile resistergli. - disse il padre, anche lui lo sguardo rivolto verso le ragazze.

Nel frattempo, l’uomo che li accompagnava, si era avvicinato a loro, e il ragazzo vide una di loro andare verso l’uomo, iniziando a provocarlo.

Jungkook spostò lo sguardo altrove, imbarazzato soprattutto dal fatto che l’uomo aveva iniziato a rispondere alle provocazioni della ragazza, e spalancò leggermente gli occhi quando notò un’altra di quelle splendide ragazze a mollo vicino a lui, che lo fissava.

- Tu come ti chiami? - gli chiese la ragazza, guardandolo fisso negli occhi.
- Jungkook. - rispose timidamente lui, tentando di spostare lo sguardo altrove.

Oltre all’imbarazzo dato dal fatto che stava parlando con una ragazza sconosciuta, si aggiunse il fatto che lui si accorse che quella ragazza… non stava indossando proprio nulla.

Infatti, i lunghi capelli rossi della ragazza, erano l’unica cosa che le copriva almeno un po’ il seno, altrimenti nudo.

- Ce l’hai la ragazza? - chiese lei, guardandolo in modo malizioso.
- N-no… - rispose lui, quasi sussurrando.
- Allora… - disse la ragazza, emergendo di più dall’acqua per avvicinarsi al viso del ragazzo, quasi volesse baciarlo. - Ti va di stare un po’ con me? -

Jungkook però, l’ultima frase pronunciata dalla ragazza, quasi non la sentì, perché la sua attenzione cadde su un particolare che gli fece spalancare leggermente gli occhi.

Quando la ragazza era emersa di più dall’acqua per raggiungere il viso di Jungkook, lo sguardo del ragazzo era finito involontariamente sui suoi fianchi, e restò sorpreso quando vide che dove avrebbe dovuto esserci la pelle umana… c’erano delle scaglie.

Era stato talmente catturato dalla bellezza dei loro visi, che il suo sguardo aveva inizialmente ignorato la loro parte inferiore.

- Cosa sei? - chiese il ragazzo, tornando a guardare il viso della ragazza.
- Noi siamo sirene. - rispose lei con un sorriso malizioso.
- Le sirene sono solo leggende. - disse il ragazzo, serio.
- Questa come la spieghi allora? - rispose lei, mostrandogli la coda.
- Jungkook, le sirene esistono, ed è da molto che vivono qui, da ancora prima che tu nascessi. - disse il padre.

Jungkook riposò lo sguardo sulla ragazza, e sulla sua coda.
Effettivamente, era troppo bella per essere una semplice umana.

L’uomo e suo padre ormai erano già vittime delle altre sirene, mentre lui era ancora lì a fissare quella davanti a lui.

- Allora? Resti qui con me? - disse la sirena, avvicinandosi ulteriormente a lui, sfiorandogli le labbra con le sue.

Jungkook la fissò un attimo, ma poi, il viso di Umi si sovrappose per un attimo a quello di quella sirena, e bastò a farlo allontanare da lei.

- Scusa, ora devo tornare a casa. - disse lui, allontanando la ragazza ed avvicinandosi a suo padre, cercando di farlo riprendere.

La sirena gli lanciò un’occhiataccia.
Nessuno aveva mai resistito al loro fascino, ed il rifiuto da parte di quel ragazzo, l’aveva lasciata indignata.

Quando il ragazzo riuscì a far riprendere i due uomini, tutti e tre si allontanarono da quel luogo, e tornarono a casa.



- Scusate, avrei dovuto ricordarmi prima che in quel punto ci sono le sirene. - disse l’uomo non appena scesero dalle barche.
- Non preoccuparti, e poi è colpa nostra che siamo caduti vittima di loro. Se Jungkook non c’avesse fatto tornare in noi, a quest’ora saremmo in fondo al mare, e non qui a parlare. - disse il padre, per poi girare lo sguardo verso il figlio.
- Che vuoi dire? - disse Jungkook, rivolto a suo padre.
- Le sirene sono pericolose. Attirano a sé gli uomini con la loro voce, e poi ti attraggono con la loro bellezza. E mentre tu sei preso da loro, e dalle attenzioni che ti rivolgono, loro ti trascinano fino in fondo all’oceano, dove poi rimani senza vita per mancanza di ossigeno. Non devi mai credere ad una singola parola di quello che dicono. - spiegò il padre, guardandolo serio.

Jungkook deglutì pesantemente ripensando alla sirena di poco prima.
Davvero l’avrebbe ucciso?

- Però, se c’è già qualcuno nel tuo cuore, qualsiasi cosa facciano le sirene, non avrà effetto su di te. - disse il signore che li accompagnava. - Hai già qualcuno, giovanotto? - disse poi, rivolto al ragazzo.

Jungkook sentì le sue guance in fiamme a quelle parole, mentre la sua mente ripensò ad Umi.

- Non sapevo avessi conosciuto qualcuno. - disse il padre, guardando il figlio in modo sospettoso.
- Ecco… io… -

Jungkook non sapeva come rispondere.
Non voleva che il padre lo scoprisse così, ma c’era anche un altro problema.
Infatti, come poteva spiegare come aveva conosciuto Umi, senza dire di essere uscito con la barca di notte, senza il permesso del padre?

- Devi presentarmela un giorno. - disse il padre, facendogli l’occhiolino.
- Papà… - rispose Jungkook, alzando gli occhi al cielo.

Per non continuare quel discorso, prese il pesce che avevano pescato, e si avviò verso casa.



Quando finalmente tornò in camera sua, si buttò sul letto, un braccio a coprirgli il volto, mentre ripensava all’incontro con le sirene di poche ore prima.

Ripensò a quando la sirena si era avvicinata al suo viso e proprio quando lui stava per cedere, la sua mente aveva pensato ad Umi, quindi lui aveva allontanato la sirena.

Ma perché aveva ripensato ad Umi?

“ Però, se c’è già qualcuno nel tuo cuore, qualsiasi cosa facciano le sirene, non avrà effetto su di te.”

Quelle parole risuonarono nella testa di Jungkook come un eco.

Umi l’aveva conosciuta solo la sera prima, non sapeva nulla di lei.
Eppure…

Possibile che occupasse già un posto nel suo cuore?



Un po’ per rispondersi a quella domanda, un po’ perché voleva rivederla, Jungkook quella notte aspettò di nuovo che il padre si addormentasse, per poi uscire di casa e prendere la barca.

Quando arrivò al punto in cui la sera prima l’aveva incontrata, trovò di nuovo Umi appoggiata allo scoglio con la schiena, mentre se ne stava a mollo a fissare la luna, in silenzio.

- Umi? - la chiamò Jungkook, avvicinandosi.
- Hm? Oh… c-ciao… - disse lei, arrossendo non appena posò lo sguardo su di lui.

Ad essere sinceri, Jungkook non aveva la più pallida idea di cosa dire alla ragazza.
Ripensò a quando la sera prima le aveva chiesto se poteva rivederla, ed al fatto che dicendolo, non aveva minimamente pensato a cosa avrebbero fatto o cosa si sarebbero detti nel caso lei avesse accettato.
Era rimasto anche sorpreso proprio dal fatto che lei avesse accettato di rivederlo, non conoscendolo affatto.

I suoi pensieri si interruppero quando il suo sguardo incontrò quello della ragazza, che in quel momento lo stava guardando incuriosita.

- A cosa pensi? - gli chiese, notando che il ragazzo non disse nulla.
- Ecco… - iniziò lui, scompigliandosi nervosamente i capelli dietro la nuca.

Cosa poteva dirle?

- Tu ci credi alle… sirene? - chiese lei dopo qualche minuto di silenzio, la voce quasi un sussurro.

Il ragazzo la guardò, incuriosito e sorpreso da quella domanda, e ci pensò un attimo prima di rispondere.

- Io… ad essere sincero, credevo esistessero solo nelle leggende… - iniziò.
- Oh… - disse sottovoce la ragazza.
- Ma questa mattina le ho incontrate, anche se stento ancora a crederci. - aggiunse il ragazzo guardandola.
- Le hai… viste? - chiese lei, spalancando gli occhi.
- Sì, mentre io e mio padre eravamo usciti a pescare. - rispose.

Jungkook aveva notato un certo interesse nella ragazza riguardo le sirene, anche se ancora non capiva il motivo di tanta curiosità.
Anche se… c’era qualcosa nella curiosità della ragazza, che a Jungkook sembrò strana.

Infatti, per come la vedeva lui, la ragazza… sembrava spaventata, nonostante continuasse a fare domande a riguardo.

- E come… erano? - chiese ancora la ragazza.
- Com’erano? - chiese il ragazzo, non capendo la domanda.
- Fisicamente… - disse lei sussurrando.
- Oh… ehm… -

Il ragazzo arrossì alla domanda, ripensando alla sirena che quella mattina lo aveva avvicinato.
Dopo aver preso un bel respiro, iniziò a raccontare ad Umi l’incontro che ebbe quella mattina, e non tralasciò il minimo dettaglio.

- Mio padre ha detto che sono creature pericolose, che ti attraggono con la loro bellezza, per poi trascinarti in fondo al mare ed ucciderti. - concluse il ragazzo poco dopo.
- Non tutte… - disse lei sottovoce.
- Cosa? - chiese il ragazzo, non avendo capito.
- Non tutte le sirene sono pericolose… - disse lei, tenendo lo sguardo basso.

Jungkook restò a fissarla in silenzio, sorpreso dalle sue parole.

- Tu ci credi? Alle sirene… - chiese lui qualche minuto dopo.

La ragazza annuì.

- Sì, e posso assicurarti che non tutte sono come vengono descritte nelle leggende. - rispose, riportando lo sguardo su di lui.

Jungkook rimase a fissarla negli occhi, capendo quanto fossero sincere le parole da lei appena pronunciate, e pensando a come rispondere.

- Tu le hai mai incontrate? - chiese il ragazzo, curioso.

Voleva sapere come quella ragazza potesse ammettere con tanta sicurezza la frase che aveva appena pronunciato.
Non che non le credesse, ma aveva visto negli occhi della ragazza, una sicurezza che non aveva mai visto prima, e questo l’aveva incuriosito parecchio.

- Sì… da… molto tempo… - rispose lei, guardando verso il mare.
- Ed erano diverse da quelle che ho incontrato io? - chiese Jungkook, senza togliere lo sguardo da lei.
- No… erano le stesse… credo… ma non tutte vogliono far del male agli uomini… anche se quelle buone… sono rare… - disse lei.
- Perchè sono rare? - chiese lui.
- Perchè… sono poche quelle che non si comportano come quelle che mi hai descritto tu. - disse lei, guardandolo.
- Mi piacerebbe incontrarne una di quelle “buone”. - rispose lui, rivolgendole un sorriso.

La ragazza rimase senza fiato per qualche secondo alle parole del ragazzo, e alla vista del sorriso dolce che le rivolse.

Quel ragazzo, ai suoi occhi, a volte sembrava un bambino molto curioso, e in quel momento, poteva affermare con certezza quanto lui desiderasse davvero conoscere una di quelle sirene “rare”.

Mentre osservava il ragazzo, Umi sentì il suo cuore accelerare i battiti, e non seppe spiegare il motivo di tale reazione.
Non le era mai successo prima, con nessun’altra persona, ma quel ragazzo aveva un qualcosa, che lo distingueva da tutti.

Non era il primo ragazzo ad averla avvicinata, ma era il primo da cui lei non si era allontanata e, al contrario, aveva iniziato a parlare.

Non sapeva perché l’aveva fatto, perché non era scappata come invece faceva sempre.
Forse perché, a differenza degli altri che l’avevano avvicinata dicendole quanto fosse bella ed altri complimenti vari, Jungkook si era avvicinato a lei in silenzio, leggendo la sorpresa nei suoi occhi quando l’aveva vista, e l’imbarazzo mentre parlava.

Nemmeno si accorse di essere rimasta imbambolata a fissare quel ragazzo, troppo presa dai suoi pensieri.

Jungkook, dopo aver sorriso alla ragazza, si sentì leggermente in imbarazzo, avendo notato lo sguardo della ragazza puntato su di lui, anche se lei sembrava momentaneamente altrove con la mente.

Rimase a fissarla, guardandola in ogni minimo dettaglio, e sentì il suo cuore perdere un battito.

Umi era davvero bella, molto di più della sirena dai capelli rossi, e Jungkook voleva conoscerla, voleva sapere tutto di lei.


- Come mai stasera non stavi cantando? - chiese Jungkook dopo qualche minuto.

Quella domanda risvegliò Umi dai suoi pensieri, che restò qualche secondo a fissare il ragazzo, giusto il tempo di capire la domanda che le aveva appena rivolto.

Il ragazzo restò in silenzio a guardarla, aspettando la risposta.

- Ecco… io… non canto… tutte le sere… - disse lei, non sapendo cosa rispondere.

Non era proprio vero però.
Infatti, ad Umi piaceva molto cantare, ma si vergognava a farlo davanti a qualcuno.

E c’era anche un altro motivo, che però non voleva ammettere.

Solo… a volte il suo canto, lo vedeva come una maledizione.

Jungkook abbassò un attimo lo sguardo, per poi rialzarlo su di lei, sporgendo leggermente il labbro inferiore.

Avrebbe voluto sentirla cantare di nuovo, ma non voleva chiederglielo in quel momento, perché se quella sera non l’aveva fatto, c’era un motivo preciso, anche se lui non poteva sapere quale.


- Ti… piace come canto? - azzardò la ragazza qualche minuto dopo.
- Hm… hai… davvero una bella voce. - rispose Jungkook, imbarazzato.

Quella frase fece avvampare Umi, che spalancò gli occhi sorpresa.

- Davvero? - chiese lei.
- Davvero. Anche se, beh… ti ho sentita solo una volta a dir la verità, quindi… - rispose, rosso in viso.

La ragazza lo guardò per qualche secondo, per poi alzare lo sguardo verso la luna, prendendo un respiro profondo.

Chiudendo gli occhi, iniziò così a cantare, e Jungkook la guardò ad occhi spalancati.

Non credeva davvero che si sarebbe messa a cantare.

Rimase così a fissarla, ascoltandola.

Non stava cantando parole, era solo una melodia dolce e, a differenza della sera precedente, nella sua melodia, non sembrava esserci quella nota di solitudine che aveva sentito.

La visione davanti a lui era stupenda.

Umi che intonava quella melodia, mentre teneva gli occhi chiusi, i suoi capelli argentati leggermente mossi dalla brezza notturna, ed il suo corpo quasi completamente immerso nell’acqua, la rendevano agli occhi del ragazzo, la creatura più bella che avesse mai visto.

Qualche minuto dopo, Umi smise di cantare, e riposò lo sguardo su Jungkook, visibilmente rossa in viso.

- Sei bravissima. - disse quasi in un sussurro il ragazzo, arrossendo.

La ragazza abbassò lo sguardo a quel complimento che, anche se Jungkook l’aveva appena sussurrato, lei era riuscita a sentire perfettamente.

- Non sei del mio villaggio, vero? - chiese all’improvviso Jungkook.
- N-no… - rispose la ragazza, guardandolo.
- Da dove vieni? - chiese allora lui.
- Ehm… abito… qui vicino. - rispose lei.

Non sapeva perché quel ragazzo sembrasse così interessato a sapere da dove venisse ma, nonostante lei potesse affermare con certezza di potersi fidare di lui, non se la sentiva ancora di dirgli da dove venisse, dopotutto lo conosceva solo da due giorni.

- Posso chiederti… perché vieni qui tutte le sere? - chiese lui dopo qualche minuto.
- Perchè qui posso stare tranquilla. Libera dai pensieri e tutto il resto. - rispose lei, guardando verso il cielo.

In quella frase, Jungkook percepì un senso nascosto tra quelle parole, come se Umi volesse nascondere un significato preciso al suo interno.

Jungkook decise di non fare altre domande a riguardo, per non sembrare troppo invadente.

Restarono a fissare il cielo finché Umi non disse che per lei era ora di andare.

Jungkook la salutò, allontanandosi con la sua barca mentre lei ancora lo salutava con la mano.



Tornato a casa, risistemò la barca come l’aveva trovata, per poi tornare nella sua camera.

Da quella notte, non ce ne fu una in cui Jungkook non prese la barca per andare da Umi.

Passarono ogni notte parlando tra loro, o anche in silenzio a guardare il cielo stellato sopra di loro.



All’inizio Umi era un po’ taciturna, essendo la più timida tra i due, ma presto, anche per colpa di Jungkook, che curioso le faceva spesso delle domande, riuscì ad aprirsi e parlare un po’ di più.

Jungkook le raccontò di aver sempre vissuto in quel villaggio, e non essersi mai mosso da lì, ragion per cui era così affascinato dal mare, da aver sviluppato sin da piccolo il desiderio di attraversare quelle acque, e scoprire nuovi mondi a lui ancora sconosciuti.

Umi al contrario, gli disse che quello che voleva esplorare lei, era la terra ferma, dato che il mare lo vedeva fin da quando era piccola.

- Però, per esplorare nuove terre, devi per forza viaggiare per mare. - aveva detto Jungkook.
- Già… - aveva risposto lei.

Jungkook a quel punto l’aveva guardata, senza però aggiungere altro.
Da come rispondeva, sembrava che ad Umi non piacesse per nulla il mare… che quasi lo odiasse, ma non voleva fare domande troppo avventate.
Se gliel’avesse voluto dire, sarebbe stata Umi stessa a parlargliene.

Mentre la sera passava il tempo insieme ad Umi, tutte le mattine usciva a pescare con il padre e, più di una volta, tornò nel punto in cui c’erano le sirene, perché il padre voleva il pesce di quel posto.

Fortunatamente, avendo seguito il consiglio dell’uomo che li aveva condotti lì la prima volta, impararono che se andavano in quel punto la mattina all’alba, le sirene non c’erano, e quindi loro potevano pescare in pace.

A volte però, le sirene c’erano anche la mattina presto, e quindi Jungkook si ritrovò più volte la sirena dai capelli rossi davanti, ed ogni volta, cercava di allontanarla da sé.

Inoltre, le ultime volte che andò in quel punto, si sentì come osservato e, quando girò lo sguardo, per vedere se effettivamente qualcuno lo stesse fissando, vide che il punto in cui si posavano sempre i suoi occhi, era lo scoglio dove incontrava sempre Umi.


Ma una sera… non incontrò Umi.


Come tutte le sere, aveva preso la barca e aveva raggiunto quello scoglio che ormai conosceva a memoria.

Ma quando arrivò, invece di vedere una figura dai capelli argentati, ne vide un’altra… dai capelli rossi.

- Buonasera. - lo salutò lei, non appena il ragazzo si avvicinò.

Lui si guardò intorno, spaesato.
Non poteva sbagliarsi, quello era il posto dove si incontrava sempre con Umi, non aveva dubbi.

Ma dov’era Umi?
E perché al suo posto c’era quella sirena?

- Se cerchi Umi, stanotte non verrà. - disse la ragazza, guardandolo in modo malizioso.

Jungkook la guardò sorpreso.
Conosceva Umi?

- Come fai a saperlo? - le chiese, cercando di restare calmo.

Non si spiegava il motivo, ma qualcosa lo preoccupava.

- Semplice, le ho dato così tanto da fare, che sarà occupata tutta la notte. - disse lei con tono soddisfatto.
- Che vuoi dire? Come fai a conoscerla? - chiese Jungkook, sempre più confuso.
- Beh, semplice. Umi è la mia sorellina. Non te l’ha detto? - rispose lei, avvicinandosi al ragazzo.

Sua sorella?

Jungkook si sentiva sempre più confuso.

Se davvero era sua sorella, questo significava che Umi era…

In quel momento, la mente del ragazzo iniziò ad elaborare tutto quello che sapeva a proposito della ragazza.

Tutte le volte che si incontravano, lei se ne stava a mollo nell’acqua appoggiata allo scoglio con la schiena e, a pensarci bene, non aveva mai visto una barca vicino a lei, oltre quella che lui usava per raggiungerla.

Sembrava odiare il mare, o comunque, non le piaceva molto, e aveva detto che il suo sogno, era quello di esplorare la terra ferma.

Aveva una bellezza inumana, e i suoi capelli argentati, non li aveva mai visti a nessun’altra ragazza.

Inoltre, sembrava volesse evitare di cantare a volte, infatti, le rare volte che Jungkook la sentiva, lei si zittiva poco dopo.

- Adesso non pensare a lei però. Stasera ci sono io. - disse la sirena dai capelli rossi.

Si era avvicinata a lui come la prima volta che la incontrò, le sue labbra che quasi sfiorarono quelle del ragazzo.

Jungkook, senza pensarci due volte, la spinse quel tanto che bastava per allontanarla da lui.

- Quante volte devo dirti che non mi interessi? - disse, prima di afferrare i remi ed allontanarsi.

Sentì la sirena dirgli qualcosa, ma non riuscì a capire cosa.
Anche perché… in quel momento era concentrato su qualcos’altro.

Non si era allontanato troppo dalla sirena dai capelli rossi, quando fermò di nuovo la sua barca.

- Umi… - disse il ragazzo sottovoce, guardando la ragazza di fronte a lui.

Lei lo guardò per qualche secondo, poi fece per andarsene, ma Jungkook la richiamò, quindi si bloccò sul posto, dando le spalle al ragazzo.

Umi era spaventata.

In quegli ultimi giorni, la mattina presto aveva visto più volte Jungkook ed il padre, andare a pescare nel luogo in cui le sue sorelle cercavano di attirare gli uomini che sfortunatamente passavano di lì, e aveva visto che la sua sorella dai capelli rossi, sembrava particolarmente interessata a Jungkook.
Però, aveva anche visto che lui ogni volta la rifiutava, per poi far rinvenire in tempo il padre, ed andarsene.

Conosceva bene le leggende sulle sirene, e come queste erano viste dagli umani, ma… lei era diversa.

Umi era sì una sirena ma, al contrario delle sorelle, non aveva nessuna intenzione di far del male a qualcuno, ne tantomeno ucciderlo.

Per questo per lei il suo canto era una maledizione, perché ogni volta che cantava, attirava a sé qualche uomo che la elogiava per la sua bellezza, e lei aveva paura.

Anche quando Jungkook si avvicinò a lei la prima volta stava cantando, per questo, quando vide il ragazzo, smise subito, per paura.

Ma Jungkook era diverso.
Lui non le aveva mai detto nulla sulla sua bellezza, ne aveva fatto qualche altro tipo di complimento.
Semplicemente, si era dimostrato curioso nei suoi confronti, e aveva chiaramente detto di volerla conoscere meglio.

Lei all’inizio era un po’ titubante, anche perché era il primo umano con cui parlava, quindi era normale, però con il tempo, avevano iniziato a parlare di più, ed Umi si era affezionata molto a lui.

Per questo non gli rivelò mai di essere una sirena.
Aveva paura che se lui lo avesse scoperto, l’avrebbe allontanata come faceva la mattina con la sorella.

Per questo in quel momento, dopo aver visto Jungkook con la sorella, che gli aveva detto la verità su di lei, voleva solo scappare.

Però, quando Jungkook la chiamò di nuovo, lei non riuscì a non bloccarsi dov’era, mentre sentiva il suo cuore battere forte.

E adesso? Cosa gli avrebbe detto?

- Umi… - disse Jungkook, avvicinandosi alla ragazza che in quel momento gli dava le spalle.

Lei non rispose, mordendosi nervosamente il labbro inferiore.

- Umi, guardami. - disse lui, in tono dolce.

La ragazza si girò verso di lui lentamente, e Jungkook notò quanto fosse spaventata.

- Perchè non mi hai mai detto di essere una sirena? - chiese lui, mantenendo quel tono dolce.
- … Avevo paura… - rispose lei qualche secondo dopo. - Avevo paura che se lo avessi scoperto… mi avresti allontanata… -
- Non tutte le sirene sono pericolose. - disse Jungkook.

A quella frase, Umi alzò il viso su di lui, spalancando gli occhi.

- L’hai detto tu ricordi? - disse il ragazzo, sorridendole.

Umi sentì il suo cuore perdere un battito in quel momento.

- Quella volta… ti riferivi a te, vero? Che non faresti mai del male a nessuno nonostante tu sia una sirena. -

La ragazza non rispose, rimase solamente a guardare Jungkook, mentre una lacrima le solcò il viso.

In quel momento, si rese conto di non essersi mai fidata veramente di lui, perché, se davvero lo avesse fatto, gli avrebbe detto la verità molto prima.

Vide Jungkook allungare una mano verso di lei, ma chiuse gli occhi subito dopo.

Infatti, il movimento del ragazzo, aveva sbilanciato la barca su cui stava quindi, dopo uno schizzo che arrivò anche ad Umi, il ragazzo si ritrovò in acqua, completamente fradicio, e la barca abbandonata vicino a lui.

Umi aveva ancora gli occhi chiusi quando sentì una mano posarsi sulla sua guancia, e quando li aprì, si sentì avvampare, trovandosi a pochi centimetri dal viso di Jungkook.

Il ragazzo la guardò per qualche secondo, poi avvicinò ulteriormente il suo viso, posando le labbra su quelle della ragazza.

Umi sentì il cuore fermarsi un attimo, per poi ripartire all’impazzata.

Quello era il suo primo bacio, e non avrebbe mai pensato che l’avrebbe dato ad un ragazzo umano.

Quello era un semplice bacio casto, ma ad Umi bastò per sentire mille emozioni dentro di sé, soprattutto quando sentì Jungkook premere le sue labbra, mentre le sue mani, cinsero i fianchi della ragazza, stringendola a sé.

Quando si staccarono, Umi vide che anche il ragazzo era arrossito quanto lei, infatti, lui abbassò lo sguardo imbarazzato, mordendosi il labbro inferiore.



Dopo quella sera, decisero che invece che incontrarsi di nuovo al solito scoglio, si sarebbero incontrati sulla riva del mare al villaggio del ragazzo così, seppur non completamente, Umi avrebbe potuto vedere un villaggio umano.

Jungkook le spiegò tutto quello che facevano al villaggio, e lei gli raccontò come fosse la vita sott’acqua.

Non c’era mattina in cui il ragazzo non pensasse ad Umi, e soprattutto, al bacio che gli aveva dato quella sera, soprattutto perché dopo, non era stato capace di dire nulla.

Infatti, dopo averla baciata, erano rimasti in silenzio, nessuno dei due aveva detto nulla, così si erano separati, incontrandosi la sera dopo.

Nessuno dei due però disse nulla riguardo a quel bacio, ne ce ne furono altri.

Jungkook avrebbe voluto baciarla di nuovo, e dirle quello che provava per lei, perché sì, lui era innamorato di Umi, ma non trovava il coraggio per dirglielo.



Passò così un mese, in cui tutte le sere Jungkook ed Umi si incontravano in riva al mare, parlando o nuotando in quelle acque.

Pensavano che sarebbero rimasti così, a passare tutte le sere insieme.

Ma si sbagliavano.

Quella sera, Jungkook aveva trovato il coraggio, e aveva quindi deciso di dichiararsi ad Umi.

La aspettò come sempre in riva al mare, e quando la vide arrivare, le corse incontro entrando in acqua.

Dopo essersi salutati ed aver parlato un po’ come al solito, Jungkook fece un respiro profondo, preparandosi.

- Umi… devo dirti una cosa. Volevo dirtela da molto tempo. - iniziò, sentendosi tremendamente nervoso.

La ragazza lo guardò restando in silenzio, aspettando che parlasse.

Poi, successe tutto in un attimo.

Umi si sentì afferrare, e prima che se ne rendesse davvero conto, si ritrovò delle catene addosso, mentre lentamente veniva trasportata verso il fondo dell’oceano, mentre la figura di Jungkook si allontanava sempre di più.

Il ragazzo inizialmente tentò di afferrarla, e finì anche lui sott’acqua, ma quando il suo corpo chiese ossigeno, la mano che ancora teneva la ragazza, la lasciò andare, e così i due si separarono.

Umi iniziò a piangere, cercando di liberarsi dalle catene, ma invano.

- Non riuscirai mai a liberarti. - disse una voce.

Quando si girò, vide la sirena dai capelli rossi che la guardava con sguardo trionfante.

- Pensavi davvero che ti avrei lasciato quel ragazzo? Ora capisco perché mi rifiutava sempre. Si era invaghito della mia sorellina. La stessa che scappava sempre dagli umani. - disse la sirena.
- Lascialo stare. Non puoi fargli del male solo perché non ti vuole. - disse Umi, mentre sentiva le guance rigate dalle lacrime.

- Oh tranquilla, tra poco non potrà più avvicinarsi a nessuno, e anche tu verrai liberata da quelle catene. - disse la sirena, prima di andarsene.

Umi a quelle parole, ebbe un brutto presentimento. Bruttissimo.


Quando finalmente quelle catene la lasciarono andare, lei emerse velocemente dall’acqua, avendo Jungkook come unico pensiero.

Purtroppo però, non vide nessuno sulla spiaggia.

O almeno, così pensava.

Infatti, prima di immergersi di nuovo, vide un signore vicino alle barche, e a quella che Jungkook le aveva detto essere casa sua, e quando si avvicinò di poco, lo riconobbe.

Era il padre di Jungkook, e sembrava disperato.

Umi non seppe cosa fare, ma vide l’uomo guardarla, e farle segno di avvicinarsi.

Lei si sentì nervosa, ma si avvicinò all’uomo.

- Tu devi essere Umi. - disse l’uomo, non appena la ragazza si avvicinò.

Lei annuì appena.

- Come fa a conoscermi? - chiese.
- Credi che non sappia che mio figlio usciva tutte le sere per vederti? - disse lui, accennando un sorriso.

La ragazza lo guardò sorpresa ed imbarazzata.



- D-dov’è… Jungkook? - azzardò la ragazza dopo qualche minuto di silenzio.

Quella domanda fece singhiozzare leggermente l’uomo, che senza rispondere, indicò un punto poco distante da loro.

Quando Umi seguì con lo sguardo la direzione indicata dall’uomo, non capì.

Infatti, quello che le aveva indicato, non era Jungkook, ma una sporgenza molto alta.

- Quello è Jungkook. - disse l’uomo.

La ragazza guardò l’uomo perplessa.

- Ho visto cosa è successo l’altra notte. Voi due stavate parlando quando all’improvviso tu sei stata trascinata in acqua. Jungkook ha cercato di riportarti indietro, immergendosi più volte, ma non è riuscito a fare nulla. Ha iniziato a disperarsi chiamando più volte il tuo nome e… - la voce dell’uomo gli morì in gola. - Ed ora tutto quello che rimane di lui, è quel monolite. -

Umi lo guardò, non volendo credere a quelle parole.

Non poteva essere, non…

In quel momento, le tornarono in mente le parole della sorella.

“Oh tranquilla, tra un po’ non potrà più avvicinarsi a nessuno.”

Era questo che intendeva?



Da quel giorno, Umi andò sempre a quel monolite, ricordando i giorni che passava con Jungkook, e che non avrebbe mai dimenticato.

- Ti vorrei di nuovo qui… - disse più volte.

Aveva provato a cercare vari modi per far tornare Jungkook umano, poiché aveva scoperto che era stata sua sorella a maledirlo, ma non era riuscita a trovare nulla.

Tranne un’informazione.

Infatti, aveva scoperto che quella maledizione poteva sciogliersi… una volta ogni 100 anni.

Così, con quest’unica speranza nel cuore, aspettò quei fatidici 100 anni.


Quando una sera riemerse vicino al villaggio di Jungkook, guardò verso il cielo, notando che era identica alla prima notte in cui incontrò il ragazzo.

Purtroppo non sapeva il giorno preciso in cui sarebbe tornato umano, così, tutte le sere le passava vicino a quel monolite.

Ma quella sera… il monolite non c’era.

Umi guardò più volte quel punto in cui di solito vedeva il monolite, pensando che i suoi occhi le stessero giocando un brutto scherzo… finché…

- Umi. -

Il cuore della ragazza perse un battito.

Nonostante tutti quegli anni, avrebbe riconosciuto quella voce anche tra milioni di altre.

Si girò, le lacrime agli occhi, trovandosi a pochi centimetri da Jungkook, a mollo nell’acqua vicino a lei.

Senza dire nulla, lei gli buttò le braccia al collo, stringendosi a lui e nascondendo il viso nell’incavo del suo collo.

- Scusa… - disse il ragazzo, stringendo a sé la sirena.

La ragazza singhiozzò, felice di poterlo abbracciare di nuovo.

Jungkook la coccolò finché non la sentì calmarsi, poi si allontanò quel tanto che bastava a guardarla in viso.

E unì le loro labbra. Più volte.

- Ti amo. - disse il ragazzo, quando si staccò dall’ennesimo bacio.

Vide il viso di Umi diventare rosso a quelle parole, e gli scappò un sorriso dolce vedendo la sua espressione sorpresa.

Finalmente gliel’aveva detto.

Umi si sentiva completamente in imbarazzo.

- A-anche… io… - sussurrò, il viso in fiamme.
- Cosa? - chiese Jungkook, volendo prenderla un po’ in giro.
- Anche io… - disse Umi, alzando un po’ la voce.
- Anche tu cosa? - continuò lui, sorridendo.
- Ti amo. - disse lei, chiudendo gli occhi.

Si sentiva tremendamente in imbarazzo a pronunciare quelle due parole.

- Lo so. - disse Jungkook, per poi rubarle un altro bacio.

Passarono il resto della notte così, parlando e scambiandosi baci e coccole, finché non arrivò l’alba, e con lei la dura verità.

Una notte ogni 100 anni, Jungkook tornò umano, ed Umi restò ad aspettarlo, per sempre.



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- Angolo Autrice -

Eccomi con una nuova storia! ^^
Allora, per questa storia, mi sono ispirata alla leggenda di Vieste, non so in quanti di voi la conoscono, ma è una storia d’amore, nonostante abbia una parte tragica.
Per chi non la conoscesse, parla di questi due giovani innamorati, Pizzomunno e Cristalda, che per colpa della gelosia delle sirene, finiscono lei intrappolata in fondo all’oceano, e lui trasformato nel monolite che c’è a Vieste, e possono vedersi solo una notte ogni cento anni.
In internet ho trovato varie versioni della leggenda, principalmente Cristalda sarebbe una ragazza umana, ma c’è anche una versione, in cui lei è una sirena, ed è proprio la versione che ho scelto io, per poter ambientare la storia nel mare, e comunque rendere i due personaggi diversi fra loro, appunto una sirena ed un umano.
Spero di aver reso bene la storia, e che non sia uscita una pessima cosa strana.
Fatemi sapere cosa ne pensate, anche se avete commenti negativi fateli, accetto anche critiche.

Alla prossima <3

   
 
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