Serie TV > Arrow
Ricorda la storia  |      
Autore: Alice 83    10/08/2018    3 recensioni
Salve a tutti!! Sono di nuovo tornata con una nuova storia ispirata dalle pochissime news sulla Settima stagione. In questa storia Tommy è ancora vivo e è diventato un dottore (mi sono fatta ispirare dal suo personaggio in Chicago Med). Questa potrebbe essere una storia a sé o l'inizio di una storia..devo ancora decidere. Premetto che non ho nessuna conoscenza medica se non quello che ho imparato guardando praticamente quasi tutte le serie mediche di questi ultimi anni da ER a Dottor. House, a Medical Investigation, a Chicago Med e facendo ricerche su Internet per cui mi scuso già in anticipo per eventuali errori su procedure e termini medici.
Ho scritto questa storia di getto in un paio di giorni… mi ha invaso la testa e non ho potuto non darle vita.
Genere: Avventura, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen, Tommy Merlyn
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Oliver…ciao….Tommy fece per avvicinarsi e abbracciarlo…non lo vedeva da 5 mesi…da quel terribile giorno in cui Oliver senza dire niente a nessuno aveva deciso di consegnarsi all’FBI e di rivelare al mondo in diretta TV di essere Green Arrow. Questa decisione, presa in solitudine, aveva condizionato e cambiato per sempre le vite della sua famiglia…del team… che non c’era più, e, anche se in maniera meno importante, anche quella di Tommy che come migliore amico di Oliver aveva faticato non poco a riuscire a convincere tutti di essere completamente all’oscuro della sua seconda vita da vigilante...oltre al fatto che Oliver gli mancava terribilmente.
Solo Mr. Diggle era venuto a trovarlo in questi mesi e Tommy si informava costantemente con lui sulle condizioni del suo amico…sapeva quanto fosse forte e quanto il suo fisico fosse resistente, ma la prigione può essere molto peggio di un’isola considerando anche il tipo di persone che erano lì dentro… e chi le aveva rinchiuse lì dentro.
Qualche giorno fa Tommy aveva ricevuto una mail anonima da un indirizzo sconosciuto che lo implorava di controllare Oliver di persona e di fare tutto quanto in suo potere per cercare di portarlo fuori di lì…la mail non era ovviamente firmata ma Tommy conosceva Felicity fin troppo bene per sapere che era lei….sentiva che era lei…Lei che aveva dovuto cambiare nome, identità, città, era dovuta sparire e troncare i rapporti con tutti loro visto che quel lurido bastardo di Diaz nonostante il sacrificio di Oliver era ancora in circolazione…Lei che aveva dovuto dire addio a tutta la sua vita, al progetto della Helix, alla lotta al crimine per proteggersi e per proteggere William affidandosi alla custodia protettiva della ARGUS che Oliver nei giorni prima del suo consegnarsi alla Watson aveva approntato e discusso nei minimi dettagli non lasciando nulla al caso  o anche solo una piccola porta aperta per poter eventualmente rinegoziare il tutto.  Oliver si era assicurato che Felicity e nessuno di loro potesse intervenire in qualche modo e modificare quello che riteneva essere la soluzione migliore per mantenerli in vita.
Tommy ripensò alla mail che era piuttosto vaga, impersonale nella forma e nelle parole, ma celava uno struggimento, un’impotenza e un dolore interiore che poteva essere solo di una donna…di una moglie innamorata e disperata…
 << Il Signor Oliver Queen ha subito l’ennesimo grave e brutale pestaggio…la prego Dottor Merlyn in nome dell’amicizia che so che la lega a Oliver la prego di fare tutto quanto in suo potere per farsi accordare un permesso di visita in modo da poter valutare con i propri occhi le condizioni in cui versa. Da cinque mesi sta subendo pestaggi e assalti incessanti contro i quali non si difende minimamente aggravando così le sue lesioni. Temo possa essere in pericolo di vita. >>  
La lettera era stata la classica goccia che aveva fatto traboccare il vaso…da tempo Tommy voleva far visita a Oliver, ma non aveva voluto forzare troppo Diggle o metterlo nei guai (magari facendogli ridurre anche i suoi permessi per poterlo vedere), ma ora era diventata una questione di vita o di morte...credeva ad ogni singola parola di quella mail e come medico, ma soprattutto amico di Oliver avrebbe fatto di tutto per salvargli la vita come in più di un’occasione Oliver aveva fatto con lui.
Appena letta la mail aveva chiamato immediatamente Diggle alla ARGUS dicendo di aver ricevuto una soffiata che le cose si stavano mettendo davvero male per Oliver e che doveva predisporre una sua visita come responsabile di Traumatologia e di Cardiochirurgia allo Starling Memorial.
Fortunatamente nel giro di un paio di giorni John e Layla erano riusciti a fissargli un permesso per visita medica. E ora era lì nell’infermeria del carcere di massima sicurezza (un’infermeria che sembrava più un magazzino con attrezzature mediche assolutamente obsolete e inadeguate, una scrivania, un paio di brandine sfondate) in attesa che il prigioniero 4587 venisse condotto lì.
Nel mentre Oliver era sdraiato sulla branda nella sua cella…stava leggendo per l’ennesima volta Il conte di Montecristo (la biblioteca del carcere non era molto fornita e aveva praticamente già letto almeno due volte tutti i libri degni di nota) …la sua mente vagava come sempre... e si rifugiava nel suo posto felice…dove era insieme a Felicity e William…dove Diaz non era mai esistito, dove potevano vivere come una famiglia…dove non aveva preso quella stramaledetta fottutissima decisione di consegnarsi alla Watson in cambio dell’immunità per il team.
Non aveva sentito la guardia avvicinarsi e sobbalzò quando questa urlò: ''Prigioniero 4587 in piedi…sei atteso in infermeria…su forza non farmi perdere tempo, mani alle sbarre.
Si alzò con una certa difficoltà…l’ultimo pestaggio gli aveva lasciato più conseguenze di quelle che si aspettava...nonostante si allenasse tutti i giorni per mantenersi in forma…per mantenere i muscoli in allenamento il fatto di non rispondere mai ai pestaggi stava compromettendo la sua salute in un modo che lo spaventava…ma questa era la vita che aveva scelto…che si meritava dopo tutti quegli anni da vigilante, per le vite che aveva tolto…questo era quello che doveva fare per proteggere la sua famiglia e i suoi amici…
Mentre camminava lungo i corridoi ammanettato e con la testa china sentiva addosso come sempre gli sguardi di odio e disprezzo di tutta quella feccia che nel corso degli anni aveva rinchiuso lì…e di cui ora anche lui faceva parte….
Non si era lamentato per i pestaggi e si stava chiedendo come mai dovesse andare in infermeria…di solito a meno che uno non si lamentasse o perdesse conoscenza non si preoccupavano certo della salute dei prigionieri…di quel tipo di prigionieri…
Arrivarono all’infermeria, la porta si aprì…lasciando Oliver impietrito e totalmente impreparato a chi si trovò davanti.  
Forse stava avendo un’allucinazione…forse stava uscendo di testa perché il dottore con il camice e la valigetta in mano sembrava proprio Tommy… d’un tratto si vergognò del suo aspetto…non aveva più visto Tommy dal giorno dell’arresto…chinò la testa desiderando di poter sparire…non avrebbe mai voluto che il suo amico lo vedesse così… già ogni volta che veniva Dig cercava di mostrarsi forte e deciso come una volta…come non era più….quella parte di Oliver era sparita per sempre e non sarebbe tornata…
‘’Ecco Doc’’ disse la guardia ‘’è tutto suo…’’
Tommy era impietrito e scioccato anche lui…e ci mise un po’ a riprendersi dalla vista del suo amico...la testa e gli occhi bassi…la schiena incurvata, il viso tumefatto, gonfio e pieno di lividi , l’atteggiamento remissivo che aveva, così lontano dalla fierezza, dalla forza, dalla sicurezza di sé e anche dalla ‘’spacconaggine’’ tipica dell’Oliver post isola che aveva imparato ad ammirare ogni giorno di più in questi sei anni dopo l’iniziale disprezzo e delusione che aveva avuto quando aveva scoperto che Oliver era l’Incappucciato….
La prigione e la sentenza a vita che aveva accettato stavano davvero avendo un effetto devastante su di lui…e non solo a livello fisico…pensò Tommy.  Sembrava invecchiato di colpo di dieci anni…mentre erano passati solo 5 mesi… Oliver aveva davvero bisogno di aiuto mai come adesso, ma come sempre non l’avrebbe mai chiesto o anche solo ammesso.
‘’Guardia…gli tolga le manette e aspetti fuori per favore’’.
‘’No mi dispiace non è nella procedura non posso rimuovergli le manette e da qui non mi muovo…non voglio avere problemi. Questo è un carcere di massima sicurezza Doc’’.
‘’Non mi interessa cosa preveda o meno la procedura…me ne assumo io la completa responsabilità…ho bisogno di sottoporre il Sig. Queen…il prigioniero ad una visita approfondita…deve essere libero nei movimenti e ha diritto ad un po’ di privacy! Ora gli tolga le manette e aspetti fuori. Grazie’’
La guardia sbuffò qualcosa ma fece come Tommy gli aveva detto, liberò Oliver e uscì lasciandoli soli.
Oliver…amico…Tommy coprì la distanza tra loro e fece per abbracciarlo, abbandonata la sua veste professionale voleva solo stringere il suo amico…ma Oliver arretrò di qualche passo e alzò le mani per non farsi toccare…assurdamente un barlume del suo vecchio io fece capolino…non voleva farsi vedere così…nessuno delle persone che appartenevano alla sua vecchia vita doveva vederlo così…così indifeso…rassegnato…debole…
Tommy aveva imparato a capire bene le persone durante gli anni di medicina e conosceva profondamente Oliver sapeva che non doveva forzarlo, mai. Doveva lasciargli fare il primo passo.
‘’Oliver dai vieni avanti...siediti fatti dare un’occhiata…mi sei mancato un sacco in questi mesi.’’
Oliver mosse qualche passo…l’occhio clinico di Tommy notò come zoppicava...probabilmente una lesione allo stesso ginocchio che aveva dovuto operare quattro anni fa…la schiena un po’ curva…sicuramente aveva delle costole incrinate se non rotte...le nocche delle mani rosse e piene di micro-tagli…e il viso…gli occhi entrambi neri, le guance gonfie.
Oliver sedette in silenzio…con le mani in grembo…senza osare guardarlo in faccia.
C’era un silenzio imbarazzante tra loro come non c’era mai stato…Tommy sapeva che doveva essere Oliver a romperlo così decise di concentrarsi sul suo lavoro e accettarsi delle sue condizioni fisiche prima di tutto…forse sarebbero state proprio queste la chiave per portarlo fuori da quell’inferno che, al contrario di quanto pensasse Oliver, non si meritava.
Poggiò la valigetta sulla scrivania, l’aprì, si infilò un paio di guanti sterili e tirò fuori prima di tutto termometro e misuratore di pressione.
SI avvicinò alla fronte di Oliver…38.4 lesse poco dopo…’’hai un po’ di febbre Oliver…’’, prese quindi il misuratore di pressione, applicò la fascia al suo braccio sinistro e cominciò a pompare l’aria... ‘’105-65…..un po’ bassa….’’si girò quindi a prendere la torcia per esaminare livide e ferite al viso e per assicurarsi che non ci fossero lesioni gravi agli occhi.
Oliver lo guardava a malapena…fissava le sue mani in silenzio…Tommy dovette con una mano sollevargli il mento per far sì che lo guardasse. ‘’Questa ti darà un po’ fastidio…devo assicurarmi che non ci siano lesioni alla cornea e al cristallino con tutti questi pugni che hai preso’’. Oliver era impassibile lo sguardo perso nel vuoto… Tommy non era oculista ma l’esperienza in Traumatologia gli bastava per valutare velocemente dove e come intervenire. Abbassò la palpebra inferiore e puntò la luce prima in uno e poi nell’altro occhio. Le pupille reagirono immediatamente restringendosi. ‘’Ok entrambi gli occhi fortunatamente sono a posto. Ora esamino il viso…ti farò un po’ male, ma devo controllare che non ci siano ossa rotte.’’ Con una mano gli prese la testa da dietro e con l’altra passò a tastargli attentamente la fronte….la cartilagine del naso che era parecchio gonfio…toccarlo in questo modo doveva procurargli sicuramente dolore, ma Oliver non lo dava a vedere per niente...la sua soglia del dolore non era cambiata pensò Tommy…Passò alla zona orbitale…allo zigomo…quello destro sembrava incrinato almeno al tatto ma ne avrebbe avuto certezza solo con una TAC…scese quindi a controllare l’osso mandibolare….’’Oliver apri la bocca un secondo…di più……ok così ora chiudila piano….’’ Perfetto la mandibola non aveva subito lesioni.
Passò a toccare i linfonodi a lato del collo…sembravano un po’ ingrossati…segno che qualche infezione era in atto.
Esaminandolo così da vicino un’altra cosa lo preoccupò...sembrava respirasse con difficoltà come se avesse un qualche tipo di affanno...il respiro era corto e affrettato.
Prese immediatamente lo stetoscopio…fu allora che Oliver ruppe il silenzio e fece sobbalzare Tommy…
‘’Perché sei qui? Non avresti dovuto venire…mai…erano questi i patti…ero stato chiaro…dovevate andare avanti con le vostre vite….io ci morirò in questa prigione…’’
‘’Oliver smettila di dire queste assurdità tu di qui uscirai… questo non è l’Oliver che conosco e che ammiro che non smette mai di lottare, che non si arrende mai…e comunque se proprio vuoi saperlo mi è arrivata una soffiata sul fatto che ti avessero pestato più del solito e che la situazione fosse grave. Era mio dovere anche solo medico di sincerarmene. Diggle mi dice che ti rifiuti di reagire…che non rispondi ai colpi…neanche per difenderti…perché ti stai punendo in questo modo? Perché sotto sotto pensi di meritare tutto questo, vero?’’
Oliver tornò in silenzio e Tommy capì che per adesso queste domande non avrebbero avuto risposta.
‘’Oliver togliti la maglietta devo sentire i polmoni…il respiro che hai non mi piace per niente.’’
Oliver era riluttante Tommy lo vedeva...prese ad aiutarlo ma sapeva che era un problema mentale quello che lo stava trattenendo…Oliver amico ho visto di tutto in questi anni di ER niente mi impressiona più…credimi.’’
Il petto era gonfio in alcuni punti…pieno anch’esso di lividi in diversi stati di guarigione…dal blu…al viola intenso…al giallino…Tommy notò subito che era anche dimagrito…parecchio…gli addominali ora non erano solo scolpiti…erano scavati…si vedeva che si allenava, ma i muscoli avevano comunque perso peso e vigore complice anche la quasi immobilità in cella a cui Oliver non era assolutamente abituato…Tommy indossò lo stetoscopio e si posizionò dietro Oliver. Anche la schiena era piena di segni di calci e pugni più o meno recenti…la rabbia e la frustrazione di Tommy cresceva di minuto in minuto.
‘’Oliver ora voglio che tu faccia dei respiri profondi…con la bocca ok? Inspiri, trattieni per 2 secondi e poi butti fuori l’aria ok?’’ Tommy spostò lo stetoscopio in diversi punti della sua schiena auscultandolo attentamente, poi cominciò a picchiettarlo con le dita. ‘’Oliver tossisci due volte sempre con la bocca aperta…’’Tommy immaginava il dolore al petto che la tosse poteva procurargli…’’so che non è il massimo cerca di resistere…ancora un attimo…bene’’.
Si spostò poi di fronte a lui poggiandogli lo stetoscopio sul petto… ‘’Oliver ora respira ancora con la bocca...ecco così….altre due volte per favore’’.
Infine appoggiò lo stetoscopio sul cuore…la difficoltà respiratoria, per altro prolungata, poteva affaticare anche la sua funzionalità…con la mano sinistra prese il polso di Oliver e contò mentalmente i battiti guardando i secondi sull’orologio…fortunatamente sia il battito primario sia quello periferico erano forti e regolari. Una buona notizia pensò Tommy.
‘’Oliver ho avvertito dei rantoli e dei crepitii bilaterali…tra le altre cose hai decisamente un principio di polmonite da non sottovalutare…il respiro corto, qualche linea di febbre, la probabile stanchezza ne sono tutti sintomi.
Quando è cominciato il respiro corto e l’affanno?’’
‘’5 giorni fa circa’’ rispose Oliver.
‘’Sei anche dimagrito parecchio…hai perso sui 10 kg più o meno vero? Mangi a sufficienza? Bevi abbastanza? Soffri di mal di testa ultimamente?’’
‘’Sì’’ rispose in modo sommesso Oliver’’ nell’ultimo paio di mesi a volte il dolore è così forte che prenderei a testate il muro…e ultimamente non ho molta fame…’’
‘’A volte se cambi posizione troppo velocemente…da seduto in piedi…da seduto a sdraiato hai delle vertigini vero?’’
‘’Sì…nell’ultimo mese mi capita a volte…anche quando mi alleno…in cella…’’ (Oliver e la sua mania di fare palestra…ecco un’altra cosa che Tommy notò con piacere non era cambiata).
‘’E hai anche dei formicolii a mani e dita dei piedi giusto?’’ Oliver annuì nuovamente.
‘’Come pensavo...la perdita troppo rapida di peso, il pallore, l’inappetenza, gli attacchi di cefalea, gli occhi infossati, i formicolii alle estremità…sono tutti sintomi di disidratazione e mal nutrizione Oliver…hai bisogno di cure…adesso…forse dieci anni fa sull’isola sei comunque sopravvissuto senza problemi, ma gli anni passano e il tuo fisico seppur straordinario non può reggere una seconda isola…un secondo inferno…’’
‘’Tommy mi ha fatto piacere vederti davvero, ma non c’è nulla che tu possa fare...la mia vita finirà comunque in questa prigione quindi che stia bene o male che ci metta mesi o anni…’’
‘’Oh andiamo Oliver...io non me la bevo…so che sotto sotto hai ancora la speranza di uscire…so che pensi incessantemente a Felicity e William, so che non li hai abbandonati…non fingere con me...so che sogni una vita con loro…so che ci speri ancora in un futuro con loro a dispetto dell’assurdo e insulso patto che ti ha rinchiuso qui dentro’’ alzò la voce Tommy. Non sopportava questa sua rassegnazione assurda!
‘’E ora sdraiati…non ho ancora finito…mani lungo i fianchi per favore’’. Disse in tono perentorio…da medico.
Oliver si distese sul lettino...non senza difficoltà…Tommy prese a ispezionare e a tastare lo sterno e la gabbia toracica…quando toccò le due costole mediane a Oliver si spezzò il respiro…unica reazione al dolore che si concesse…’’Scusa amico’’…disse Tommy ‘’hai due costole rotte…non in modo scomposto per fortuna e la terza è sicuramente incrinata….cosa che compromette ulteriormente la respirazione.
Poi passò a esaminare l’addome quasi sicuro di non trovare lesioni gravi che se ci fossero state l’avrebbero già portato al ricovero o peggio.
Nonostante le botte e i lividi l’addome era morbido e trattabile…passò a tastare il fegato e la milza…premendo e rilasciando notò che Oliver ebbe un sussulto appena impercettibile…’’la milza è un po’ ingrossata…anche qui c’è bisogno di controlli più approfonditi, ma mi sento di dire che quasi sicuramente è per le infezioni che hai in corso.’’
Era rimasto il ginocchio a cui dare un’occhiata. Tommy sollevò la tuta di Oliver fino alla coscia sinistra…anche qui altri lividi…segno di altre botte… stava letteralmente per esplodere… e la calma e l’apatia di Oliver lo stavano infastidendo non poco.
Il ginocchio era gonfio…si era formato del liquido che andava aspirato…altra procedura da svolgersi necessariamente in ospedale in un ambiente sterile. Appena provò a sollevarlo e a piegarlo per esaminarlo meglio Oliver ritrasse bruscamente la gamba...’’Anche qui la cartilagine è nuovamente compromessa e c’è da aspirare parecchio liquido.
Ok abbiamo finito se così si può dire…per quello che posso fare qui.’’
Oliver sbuffò. Tommy sapeva quanto odiasse essere esaminato e ammettere di avere bisogno di aiuto.
Con la coda dell’occhio vide che si stava alzando…’’no no resta sdraiato ancora un attimo di pazienza’’.
Estrasse quindi dalla valigetta laccio emostatico, siringa e un paio di provette, tornò accanto a Oliver, la cui espressione diceva tutto…’’Il prelievo è necessario Oliver, devo far esaminare il tuo sangue…monitorare i diversi valori e parametri per capire a che trattamenti sottoporti.
Apri e chiudi il pugno…così perfetto.’’
Mentre Tommy procedeva con il prelievo Oliver ruppe nuovamente il silenzio ‘’Mi curerai qui?’’
‘’Assolutamente no, non c’è l’ambiente e l’apparecchiatura adeguata, devo farti ricoverare subito…la polmonite e tutto il resto non è da prendere sottogamba. Come minimo avrai bisogno di flebo e antibiotici per via endovenosa.’’
‘’Non te lo permetteranno, non consentono ai prigionieri come noi di uscire se non in grave pericolo di vita. E io nn lo sono chiaramente. ‘’
Nella mente di Tommy però già un’idea si stava formando…
‘’Ok ora ti dico quello che faremo innanzitutto ti faccio un’iniezione di antibiotico subito per dare un po’ di sollievo ai polmoni. E hai bisogno di liquidi e di antidolorifici. E vado immediatamente a parlare con il direttore del carcere per predisporre il ricovero.’’
‘’No’’ disse Oliver nn voglio…ok per l’antibiotico e l’antidolorifico, ma finisce qui…posso prendere degli antibiotici per bocca e cercherò di bere di più e mangiare meglio.’’
Quanto era testardo pensò Tommy era impossibile farlo ragionare...per un qualche meccanismo strano nella sua testa non voleva uscire…neanche in queste condizioni…come se sentisse di meritarsi tutto questo...lui sempre pronto a colpevolizzarsi per tutti i mali del mondo.
Tommy si avvicinò alla valigetta…sapeva esattamente cosa fare. Versò la boccettina di antibiotico in una siringa e gliela iniettò. Poi al posto della fiala di antidolorifico prese un sedativo ad azione rapida.
Mentre lo iniettava nel braccio di Oliver pensò…mi dispiace amico abbiamo sempre fatto a modo tuo ma ora basta. Ci hai sempre messo di fronte a delle scelte compiute, non ci hai mai permesso di aiutarti, ma ora facciamo a modo mio.
‘’Mi sento strano Tommy…che cosa mi hai dato…sento le palpebre pes….’’
‘’Stai tranquillo amico…pensa a respirare…’’Oliver non finì neanche la frase che perse conoscenza…
Ok doveva agire in fretta.
Tommy si avvicinò nuovamente alla valigetta e estrasse velocemente una fiala di atropina e una di scopolamina. Le aggiunse entrambe ad una siringa e le iniettò direttamente in vena.
Scusa Oliver…ma a mali estremi estremi rimedi. Quello che stava facendo andava contro tutti i principi medici ed era anche potenzialmente rischioso...ma a volte per salvare una vita, la sua vita, bisognava infrangere qualche regola e sperare nella resistenza del suo fisico pur compromesso.
I battiti di Oliver accelerarono quasi all’istante…ora non si tornava più indietro!
Tommy cominciò a urlare e premette il bottone d’emergenza:
‘’Guardie, guardie ho bisogno di aiuto presto!!’’
 Immediatamente un paio di guardie entrarono di corsa nella stanza…’’che succede?’’
‘’Il prigioniero è collassato mentre lo stavo visitando…è in codice rosso...ha una grave tachicardia…una polmonite…diverse infezioni ordino l’immediato  trasferimento del prigioniero allo Starling Memorial... chiamate un’ambulanza SUBITO!’’
‘’Non è possibile deve esserci l’autorizzazione del direttore che ora non è in sede.’’ Rispose la guardia più anziana.
‘’Forse non avete capito…chiamate un’ambulanza adesso…ditele di fare presto…chiamatemi il direttore ci parlo io al telefono.’’
Mentre la guardia più giovane chiamava l’ambulanza l’altra chiamò il direttore.
‘’Direttore…mi scusi se la disturbo, ma abbiamo una situazione d’emergenza.’’ Tommy si fece segno di passargli il telefono.
‘’Direttore salve…sono il Dott.  Merlyn cardiochirurgo e traumatologo allo Startling General, stavo visitando il Sig. Queen quando è collassato…è in tachicardia e al momento ritengo sia in pericolo di vita, devo farlo ricoverare, adesso. Presenta inoltre una polmonite in fase iniziale e diverse infezioni in corso.’’
‘’Non è possibile Dott. Merlyn…ci sono delle procedure da rispettare…questo è un carcere di massima sicurezza e Oliver Queen non è dentro per qualche furtarello come lei sa. E’ un pluriomicida con un una condanna a vita.’’
‘’Senta Direttore non credo proprio che voglia macchiarsi della morte per negligenza di Oliver Queen, il nome Queen gode ancora, come sa, di una certa importanza e stia sicura che mi assicurerò personalmente che ogni Tv e giornale del paese sappia che cosa è successo…non vorrà essere ritenuta responsabile di una condotta negligente. Il paziente ha bisogno di cure mediche immediate a cui non posso sottoporlo qui.’’
Ci furono secondi di silenzio, ma alla fine la Direttrice acconsentì. ‘’Permesso di trasferimento accordato Dott. Merlyn, mi tenga costantemente informata sulle condizioni del Sig. Queen che verrà comunque piantonato in ospedale. Mi ripassi le guardie per favore.’’
Ripassato il telefono Tommy si avvicinò nuovamente a Oliver, posò due dita sul collo…i battiti erano intorno ai 130-140 …non poteva tenerli così alti a lungo o c’era il rischio che il cuore si fermasse oltre a quello di emorragie cerebrali, ma prima di fare qualunque cosa doveva farlo uscire di lì!
‘’L’ambulanza è in arrivo due minuti e saranno qui.’’
‘’Ottimo’’ rispose Tommy che riprese il termometro…38.8 la temperatura stava salendo…
 
Nessuno sapeva o si sarebbe potuto accorgere che anche qualcun altro, nello specifico una cameriera dai capelli colorati di rosa dopo aver hackerato il sistema di vigilanza del carcere stava osservando con apprensione tutto quello che stava accadendo…ma lei si fidava di Tommy…sapeva che avrebbe salvato il suo Oliver…
Dopo due minuti due paramedici entrarono finalmente in infermeria, erano Josh e Abigail. Tommy li conosceva bene. ‘’Dottor Merlyn che cosa abbiamo?’’
‘’Vi ragguaglio sull’ambulanza ora portiamo il paziente fuori.’’ Avvicinarono la barella alla branda. ‘’Al mio tre lo solleviamo ok? Sostenetegli bene il bacino e le gambe mi raccomando.
1,2 e 3.. ok presto sull’ambulanza.’’
Le guardie li scortarono per i vari corridoi aprendo le varie porte della prigione suddivisa in compartimenti e blocchi separati finchè non uscirono all’aperto e lo issarono sull’ambulanza. Tommy salì immediatamente dietro accanto a Oliver pronto ad occuparsi di lui seguito da Abigail mentre Josh si mise alla guida. Una guardia fece per seguirli, ma Tommy fu perentorio.
‘’No mi dispiace non c’è posto qui dietro…ci dovete, se volete seguire con vostri mezzi.’’
‘’Ma non posso perdere di vista il prigioniero e lo devo ammanettare alla barella.’’
‘’Non esiste il prigioniero è incosciente e le assicuro che non potrà andare da nessuna parte, ritenete pure me direttamente responsabile… nel caso abbiamo delle cinghie di contenimento e poi mi pare che il Sig Queen si sia consegnato volontariamente e che non abbia mai provato a scappare.
Ora dobbiamo proprio andare... stiamo perdendo minuti preziosi.’’
Sfrecciarono via…Tommy prese un respiro profondo…ce l ‘aveva fatta…l’aveva portato fuori di lì e gli sembrava già una grande vittoria, ma ora gli doveva salvare la vita ancora di più visto che l’aveva messa lui stesso in serio rischio.
‘’Ok Abigail attacchiamolo ai monitor, maschera dell’ossigeno subito…ho bisogno di una fiala di lidocaina adesso.’’
‘’I battiti sono 140, la saturazione è 94, ma sta scendendo…’’
‘’Ha la polmonite…la saturazione è compromessa anche per quello… se scende sotto i 90 intubiamo’’ disse Tommy mentre iniettava il farmaco in vena. ‘’Ok la lidocaina dovrebbe riportare i battiti ad un valore normale, ma prepara comunque il defibrillatore per l’elettroconversione. E passami una flebo di soluzione salina… ha una disidratazione importante.’’ 
Tommy attese ma i battiti si mantenevano sopra i 140…forse aveva esagerato con l’adrenalina…non voleva ma doveva defibrillarlo. Applicò le cartine sul petto di Oliver mentre gli sussurrava ‘’forza amico…devi lottare…non posso fare tutto da solo…’’
 ‘’Il macchinario è carico’’ disse Abigail. ‘’Perfetto’’ Tommy applicò gli elettrodi ‘’Scarica’’ disse Tommy allontanando le mani, il corpo di Oliver sussultò, ma i battiti si mantenevano alti…’’ok altri 2 milligrammi di lidocaina e fallo ricaricare serve un’altra scossa…Libera’’ disse Tommy. Finalmente dopo la seconda scarica il battito rallentò.
‘’Battito sugli 80, pressione 140-90 in discesa saturazione 94 costante’’ disse Abigail.
‘’Per ora non possiamo fare di più. Josh urlò Tommy chiamami lo Starling Memorial e fatti passare Shannon e mettimela in vivavoce per favore.’’
‘’Starling Memorial…sono Shannon…’’
‘’Shannon… Merlyn…’’ ‘’oh salve Dottor. Merlyn non era di riposo oggi?’’
‘’Si dovevo sbrigare una faccenda personale ora ascoltami bene…ho bisogno di una sala emergenza libera per il mio arrivo con il miglior personale di turno…arrivo previsto Josh? 5 minuti. Perfetto… allerta radiologia e fai in modo che la TAC sia libera…prepara 2 sacche di plasma 0+ e allerta anche il laboratorio per le analisi.’’
‘’Sarà fatto Dottore.’’
Dopo 5 minuti esatti l’ambulanza imbucava il vialetto che dava accesso al Pronto Soccorso. Abigail e Tommy saltarono giù dal mezzo spingendo la barella.
Non appena entrati altri medici e infermieri si avvicinarono e Shannon gridò ‘’Sala Emergenza 3 Dott. Merlyn.’’ Tommy iniziò quindi a ragguagliare il personale medico e le infermiere ‘’Maschio bianco 36 anni presenta un principio di polmonite, disidratazione, un paio di costole rotte…ha diverse contusioni e lividi su tutto il corpo, probabile incrinatura dello zigomo destro, milza e linfonodi leggermente ingrossati, ha avuto un attacco di tachicardia che si è risolto con lidocaina ed elettroconversione in ambulanza.
Prima della tachicardia somministrati 250 milligrammi di Benzilpenicillina per la polmonite. Battito 80, pressione 140-90 saturazione 94 con maschera di ossigeno al 100%. Sedato con Lorazepam sul posto prima dell’arrivo dell’ambulanza.’’
Entrarono quindi nella sala Emergenza e si avvicinarono alla lettiga. ‘’Lo spostiamo al mio 3’’ disse Tommy ‘’1, 2 e 3 ok fate spazio per favore…colleghiamolo ai monitor….bombola ossigeno aperta al 100%’’... Tommy notò con piacere che Shannon gli aveva assegnato Mary e Emily sicuramente le migliori di tutto il pronto soccorso. C’era poi Peter specializzando al terzo anno molto promettente e Mark interno del Pronto Soccorso.
‘’Ok Emily voglio un accesso centrale per la somministrazione dei farmaci…Mary manda il laboratorio subito le due fiale di sangue che trovi nella mia valigetta, dì loro di sbrigarsi voglio un profilo completo al volo, emocromo, creatinina, elettroliti tutto…controlliamo funzionalità renale ed epatica. Mark attacca all’infusore rapido una sacca di plasma e un’altra di soluzione salina. Facciamo subito una radiografia a torace e addome e poi lo portiamo subito a fare una TAC sempre a torace, addome, ginocchio sinistro e cerebrale. Al lavoro forza…voglio il massimo dell’impegno da tutti voi come sempre’’ concluse Tommy.
Durante la radiografia mentre tutti aspettavano che le immagini comparissero sullo schermo Peter chiese ‘’perché è stato sedato?’’ ‘’Per non stressare ulteriormente le funzionalità cerebrali per la tachicardia’’ rispose velocemente Tommy, voleva troncare il discorso il più in fretta possibile per non destare sospetti (in realtà la sedazione era necessaria, la tachicardia indotta dai farmaci era molto dolorosa)…’’lo so non è la procedura standard, ma non volevo rischiare, visto già lo stato di sofferenza dell’organismo’’.
Tutti lì dentro sapevano quanto il Dott. Merlyn fosse legato al paziente e tutti ammiravano l’operato di Oliver Queen sia come sindaco sia come Green Arrow…i suoi metodi potevano essere stati discutibili, soprattutto all’inizio, ma senza di lui la città sarebbe stata in balia dei criminali da tempo o peggio completamente rasa al suolo. Per tutti loro lì in ospedale era un vero eroe.
Tommy si avvicinò alle immagini radiografiche, le studiò con attenzione. ‘’Come sospettavo ha due costole completamente rotte e una terza lesionata…dovremo applicare un bendaggio contenitivo. ’’
‘’Ecco i risultati degli esami dottore’’ disse Mary avvicinandosi con il tablet. Tommy scorse i diversi valori che controllavano funzionalità renale, epatica, cardiaca, i vari marcatori… la situazione tutto sommato non era male…i parametri della funzionalità renale erano sotto i valori normali a causa della disidratazione e ovviamente i linfociti erano più alti del normale a causa della polmonite in atto.
Tommy si avvicinò ai monitor… il battito cardiaco era stabile e sceso a 70, la saturazione risalita a 96…forse il peggio era passato.
‘’La TAC è pronta’’ disse Emily.
‘’Ok bene portiamolo giù’’.
Oliver venne posizionato sul lettino stretto della TAC che non sembrava poterlo contenere tutto mentre Tommy lo osservava dalla saletta dei monitor.
Raramente aveva visto Oliver incosciente nonostante l’attività da vigilante nei sei anni passati l’aveva spesso portato a sgattaiolare malconcio in ospedale dall’ingresso secondario che Tommy gli aveva mostrato e non monitorato dalle telecamere o a casa di Tommy per consigli, farmaci, cure mediche come quella volta in cui suo padre Malcom aveva quasi ucciso Oliver procurandogli uno pneumotorace e una commozione cerebrale o quando Roy in preda al Mirakuro gli aveva spezzato letteralmente il ginocchio e finito l’assedio in città e sconfitto Slade Oliver a malincuore era stato  costretto ad uno stop forzato di 3 mesi da qualunque attività di vigilantismo e acrobazie varie e aveva dovuto farsi operare al ginocchio.
E poi c’era stato l’anno scorso in cui Chase l’aveva torturato per una settimana---Tommy ricordava ancora la telefonata concitata di Felicity che gli chiedeva di correre al covo dove Oliver era rientrato e stava facendo il pazzo e non voleva farsi medicare.
Mentre la Tac proseguiva Tommy stava già leggendo le immagini. A livello cerebrale tutto era nella norma per fortuna…lo zigomo sotto l’occhio dentro era leggermente rientrato, ma non era il caso di intervenire…arrivò il momento del ginocchio…come Tommy temeva era da rioperare in laparoscopia rimuovendo i frammenti ossei che come una sabbiolina stavano irritando la cartilagine e che erano anche la causa della sacca di liquido che si era formata.
‘’Avvertite sala operatoria e chiamate il dottor Charles già che è sedato procediamo con la laparoscopia e la pulizia del menisco’’.
  Tutto era pronto in sala operatoria, il dottor Charles primario di Ortopedia e grande amico di Tommy si stava lavando.
‘’Posso assistere vero?’’ chiese Tommy.
‘’Ma certo manco devi chiedere. ’’
‘’Le immagini della TAC sono già state caricate in sala. ’’
‘’Ho visto’’ rispose Charles…cavolo se lo è riconciato per bene il ginocchio…speriamo che non ci siano complicazioni, speravo di non dover intervenire dopo soli quattro anni. Forza andiamo. ’’
‘’Valori del paziente? ’’ disse il dottor Charles.
‘’Tutto nella norma battito forte e regolare, pressione buona, procedo a somministrare il Propofol e a intubare’’ rispose Emmett l’anestesista.
‘’Propofol iniettato, tubo da 7,5… sono dentro …saturazione 98%. ’’
‘’Bene procediamo.’’
Il dottor Charles con precisione e perizia aspirò prima tutto il liquido che circondava il menisco e poi passò ad aspirare tutti i frammenti ossei che si erano staccati a causa sicuramente dei calci e dei pugni.
‘’Applichiamo un drenaggio e un bendaggio elastico…la riabilitazione sarà lunga Tommy per almeno un mese non dovrà appoggiarsi dovrà muoversi con le stampelle. Poi fisioterapia come l’altra volta. ’’
Tommy da un lato era contento…sperava in una convalescenza lunga in modo da poterlo tenere ricoverato il più possibile in attesa di una soluzione…non l’avrebbe fatto rientrare in carcere anche a costo di manomettere valori ed esami.
‘’Dove lo trasferiamo?’’ chiese l’infermiera mentre lo portavano fuori dalla sala operatoria.
‘’Portalo in una delle stanze private al sesto piano’’ disse Tommy…metti tutto a mie spese. Voglio che sia il più possibile tranquillo e che solo il personale medico abbia accesso alla stanza.
Tommy lo seguì mentre lo sistemavano ancora intubato nella camera privata ampia e spaziosa dove c’era anche un secondo letto, un divano e alcune poltrone.
‘’Il paziente ha ripreso a respirare da solo vuole che proceda con l’estubazione?’’ disse Emily.
‘’No intubato la saturazione è migliore…alleggeriamo il lavoro dei polmoni il più possibile in attesa che gli antibiotici facciano effetto provvederò io ad estubarlo quando riprenderà conoscenza. Grazie Emily.’’
‘’Non c’è problema per qualunque cosa basta che mi chiami.’’
‘’Certo buona notte. A domani.’’
Tommy rimase finalmente solo. Era stata una lunga giornata e cominciava ad accusare la stanchezza…l’adrenalina stava lasciando il suo corpo; nella stanza i bip regolari del cuore di Oliver e il rumore dell’aspiratore a cui era ancora attaccato. Il ginocchio era bendato e tenuto sollevato perché il liquido fuoriuscisse dal drenaggio, il torace fasciato con la benda contenitiva per mantenere le costole ferme e in posizione, dappertutto l odore della pomata al Ketoprofene che era stata applicata su lividi e contusioni. Da entrambe le braccia di Oliver spuntavano flebo per reidratarlo contenenti l’antibiotico sciolto in soluzione contro la polmonite, il Lasix per stimolare la funzionalità renale oltre a vitamine e sali minerali di cui era carente.
Con gioia Tommy notò che grazie ai liquidi assunti e ai farmaci la sacca collegata al catetere vescicale si stava riempiendo segno che i reni avevano ripreso la loro funzionalità.
La sedazione era stata tolta e Tommy si aspettava da un momento all’altro che Oliver si svegliasse.
Dopo un’ora che l’avevano portato in camera due guardie del carcere si erano presentate, Tommy aveva fatto posizionare due poltrone fuori dalla stanza…aveva proibito loro di entrare e aveva ottenuto anche che non gli venissero applicate le manette e le cinghie di contenimento.
Stava osservando lo skyline di Star city dall’enorme finestrone della camera quando avvertii dei movimenti Oliver si stava svegliando e non avrebbe sicuramente gradito la presenza del tubo endotracheale.
‘’Oliver…sono io Tommy…tranquillo stai fermo...sei al sicuro…Oliver aprì gli occhi e cominciò ad agitarsi, il bip bip dei battiti aumentò…Oliver calmati stai giù respira normalmente dal naso ora procedo a estubarti…tranquillo…ti tolgo subito il tubo.’’
Tommy indossò un paio di guanti sterili. Gli occhi di Oliver si muovevano freneticamente era agitato e sicuramente confuso anche per via dei farmaci che li avevano somministrato.
‘’Oliver voglio che mi guardi’’ disse con tono calmo Tommy. ‘’So che il tubo ti dà fastidio ora voglio che fai un bel respiro dal naso, trattieni l’aria e quando te lo dico io la soffi fuori dalla bocca ok?
‘’Ok fai un bel respiro…dal naso così…’’ Tommy scollegò quindi il tubo dal respiratore ‘’1, 2 e 3 ok soffia fuori l’aria Oliver così bravo…ancora.’’ Tommy sfilò con delicatezza il tubo dalla gola di Oliver…che però prese a tossire…la gabbia toracica scossa dai tremiti…Oliver cercava di mettersi in posizione seduta sicuramente il dolore dato dai colpi di tosse doveva essere forte…
‘’Calma Oliver stai calmo…Tommy alzò lo schienale del letto poggiati su…aspetta ecco bevi piano a piccoli sorsi…il tubo ha stuzzicato le corde vocali.’’ Gli porse un bicchiere con dell’acqua e una cannuccia. ‘’Piano… ok manda giù a piccoli sorsi, avrai un po’ di fastidio in queste ore…ti faccio portare poi qualcosa di fresco che ti dia un po’ di sollievo.
Oliver si rilassò un secondo…chiuse li occhi poi gli riaprì e con voce roca disse: ‘’che è successo? Dove sono?’’
‘’Sei collassato Oliver…hai avuto una crisi tachicardica ho dovuto farti ricoverare’’ gli rispose Tommy mentre gli applicava le cannule nasali e apriva la bombola dell’ossigeno.
Oliver cercò di muoversi e sollevò una mano per rimuovere le cannule. ‘’Sto bene…queste non mi servono.’’
‘’Sei forse tu il medico?’’ gli rispose Tommy abbassandogli le braccia..queste te le tieni eccome finchè la saturazione si mantiene come minimo al 98% e cerca di stare fermo per favore abbiamo dovuto rioperarti il ginocchio tra le altre cose. Ora cerca di riposare, devi smaltire l’anestesia…ti faccio portare un po’ di gelatina fresca per la gola’’.
Oliver era insofferente come sempre quando era costretto a letto. ‘’Voglio alzarmi’’.
‘’No Oliver stasera no...vediamo domani come va, come stai’’.
Tommy stava per uscire per chiamare l’infermeria del turno di notte e farsi portare la gelatina e qualche cubetto di ghiaccio quando Oliver sollevò il lenzuolo che gli ricopriva la parte inferiore del busto e le gambe e inorridito disse. ‘’No il catetere no…Tommy toglimelo subito.’’
‘’Oliver per favore non fare il bambino…è stato necessario la funzionalità renale era compromessa a causa della disidratazione, ti ho dovuto anche dare del Lasix per stimolarli e comunque non potresti alzarti per ora a causa del ginocchio. Esco un attimo…non muoverti e stai buono ok?’’
Tommy uscì e si diresse al banco delle infermiere. ‘’Wendy ciao mi puoi recuperare del ghiaccio, una gelatina e mi puoi preparare il secondo letto nella stanza 26? Quella del Sig. Queen’’.
‘’Certo dottore subito’’.
Tommy si infilò nel letto accanto a Oliver che dopo la gelatina e dopo aver succhiato qualche cubetto di ghiaccio complice anche gli antidolorifici stava già dormendo. Doveva cercare di riposare anche lui qualche ora l’indomani sarebbe stato di turno, doveva chiamare anche subito Diggle e Layla per aggiornarli su quanto era successo.
Prima di riporre il cellulare sul comodino vide che una nuova mail era arrivata da un indirizzo strano.
  ''Grazie per averlo portato fuori di lì, mi può per favore dire quali sono le reali condizioni del Sig. Queen?
Usi questo indirizzo per rispondermi.
Sapevo di poter contare su di te.''   Sì è vero l’aveva portato fuori dalla prigione, ma ora doveva riuscire a tenerlo fuori di lì e portargli la sua Felicity…Tommy sapeva che Oliver ne aveva assolutamente bisogno per affrontare le prossime sfide che lo aspettavano.
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Arrow / Vai alla pagina dell'autore: Alice 83