☆ ~ ` Rating: verde `
☆ ~ ` Parole: 770 `
☆ ~ ` Tag: fluff ; IC ( si spera ) ; slice of life `
☆ ~ ` POV: Kirishima `
☆ ~ ` Prompt: Quando Bakugou dorme, Kirishima che combina? `
 

When bae falls asleep ...
 

Fondamentalmente, Kirishima, di Bakugou, amava ogni lembo di pelle. Dai capelli biondissimi, quasi paglierini, alle piccole rughe d’espressione nate col passare degli anni a causa del suo continuo aggrottare le sopracciglia. Tanto tempo passava con la pelle piegata dalle sue stesse smorfie, che persino quando cadeva vittima delle braccia di Morfeo la sera, sul suo volto rimanevano chiari e ben visibili i segni di esse.
Segni su cui, spesso e volentieri, Kirishima poggiava le labbra teneramente, non preoccupandosi ( per una volta tanto ) della reazione dell’altro, che non avrebbe in ogni caso potuto manifestarsi in altra maniera se non con lievi contrazioni dei muscoli. Bakugou, come aveva scoperto non molto tempo dopo essere andati a convivere tutti insieme al dormitorio della U.A., poteva vantare un sonno estremamente pesante, quasi comatoso.
Non c’era nemmeno da specificare, quindi, che quelli che vedevano il biondo assopito, fossero gli unici momenti in cui il rosso ( tinto ) poteva azzardare qualcosa di più, approfittando delle non così rare occasioni a sua disposizione per perdersi in tenerezze e piccolezze troppo stucchevoli per uno come il giovane Katsuki, che in altro momento non avrebbe esitato a sfruttare la propria unicità per allontanare l’altro da sé. 
Non avrebbe saputo dire, Kirishima, se quello del compagno fosse un serio disprezzo per simili gesti, oppure solo una forma aggressiva ( molto, davvero molto aggressiva ) di timidezza. In quei pochi mesi, pur avendo scoperto del biondo piccoli dettagli poco noti, che lo rendevano forse un minimo più umano ad occhio esterno ( e che, non per nulla, Bakugou nascondeva accuratamente ), il rosso non poteva dire di essere riuscito davvero a trovare in lui le risposte che cercava.
Seppur il viso del biondo tendesse ad arrossarsi nei momenti in cui Kirishima osava coglierlo di sorpresa con un bacio, spesso quest’ultimo faticava a distinguere l’origine di quella colorazione così accesa della sua pelle. Più che timidezza, il giovane Eijirou avrebbe potuto giurare che fosse solo un grande orgoglio ( e forse un pizzico di rabbia ) a muovere il compagno, che proprio non ne voleva sapere di improvvisarsi romantico e nemmeno voleva che fosse l’altro ad impersonare quel ruolo.
A Kirishima, quindi, restava poco e nulla da fare ━ gli rimaneva solo la possibilità di accettare il biondo per quel che era, per come era fatto e per come lo aveva spinto ad innamorarsi a poco a poco di lui. Se nemmeno un professionista quale Best Jeanist era riuscito a cambiarlo davvero, il rosso cosa avrebbe potuto mai fare? O, più precisamente, perché avrebbe dovuto tentare di cambiare il giovane Katsuki, dopo tutto quel che avevano passato insieme nonostante il suo pessimo carattere?
In fondo, seppur spesso la sua unicità gli fosse fondamentale per salvarsi dalle esplosioni rabbiose dell’altro in risposta alle sue attenzioni, avrebbe davvero rinunciato a sentire le sue grida ( tra cui, il più grande classico del biondo, il suo ‘ MUORI! ‘ urlato a chiunque ) per sentirlo rispondere con dolcezza ai suoi baci? Sarebbe stato lo stesso, o avrebbe portato il rosso a stancarsi troppo presto? Avrebbe amato anche quella versione del suo Katsuki? Che poi, da quando aveva iniziato a definirlo ‘ suo ‘, esattamente?
Forse, in fondo al cuore, una risposta l’aveva già trovata. Forse nemmeno si era mai posto davvero la domanda, che sfumava in fretta e furia ogni volta che le iridi rossastre finivano col poggiarsi sulla figura altrui, mentre lui irrigidiva la pelle prontamente per incassare un colpo da parte dell’altro, ridendo ( e quindi preparandosi ad incassarne altri, ben conscio di innervosire l’altro con il proprio comportamento ).
Forse, di piccolezze sdolcinate e romanticherie zuccherose, non ne avevano bisogno davvero. Forse a Kirishima bastavano quei momenti ━ gli bastava poggiare le labbra sulle rughe d’espressione dell’altro quando il biondo non poteva allontanarlo, per poi vederlo quietarsi finalmente dal suo sonno agitato, ritrovando la serenità grazie alla loro vicinanza. Forse gli bastava vederlo aprire gli occhi la mattina ( quando riusciva a svegliarsi prima di lui ) e tener su un’espressione di placida tranquillità per qualche minuto, prima di rendersi conto di avere le iridi del rosso puntate addosso. Forse gli bastava sentirlo fingere di dormire quando lui, colto a propria volta da un incubo, si svegliava di soprassalto e si attaccava al petto dell’altro in cerca di conforto ( senza mai disturbarlo, o almeno senza farlo di proposito ). Conforto che poi trovava nel braccio che casualmente andava a stringersi attorno ai suoi fianchi in risposta, muovendosi come se il biondo stesse dormendo e avesse reagito solo d’istinto.

Avrebbe davvero potuto rinunciare al suo Katsuki sempre sboccato e aggressivo solo per sentirlo rispondere ad un bacio senza tentare di strappargli le labbra con i denti?
‘ No, decisamente no. ‚

Look at me, now! 
Buonasera! 
Se siete giunti a leggere questo piccolo angolino, evidentemente siete riusciti a reggere anche la storia. Suppongo sia un bene! 
Spero sinceramente di essere riuscita a non stravolgere in maniera eccessiva i caratteri dei personaggi, ed in caso contrario spero che la cosa non vi abbia dato fastidio!
Vorrei anche scusarmi per eventuali errori grammaticali o di battitura, mi farebbe davvero un sacco piacere se me li faceste notare, nel caso! Ci tengo a migliorarmi, ma a volte da sola non riesco! ;;
Quindi niente, ora scappo e spero di farmi sentire il prima possibile con la seconda one - shot della raccolta! Vi spoilero già che, a differenza di questa qui, sarà qualcosa di assolutamente demeziale e un sacco comica ( sempre che quel giorno non mi prenda la vena angst o la vena da smut ... )!
( Ora torno a pregare tutti i santi di essere riuscita a fare il mio ingresso in questo fandom in maniera decente, ciàcià fantasmini! )

Stay tuned, ladies and gentlemen! 
Love, Hilda.