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Autore: cosmopolitans xo    09/07/2009    2 recensioni
Entrambi desideravano un passato dimenticato, ma sia Troy che Gabriella avevano vite diverse da esaminare. Una oneshot songfic basata sulla canzone degli Iron & Wine.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gabriella Montez, Troy Bolton
Note: Traduzione, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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The Trapeze-Swinger

The Trapeze-Swinger

 

Genere: Oneshot

 

Ambientazione: Futuro

 

A/N: Eccomi alla mia solita Troy e Gabriella. Ma questa è un po’ più angosciosa… Il testo è “The Trapeze Swinger” di Iron & Wine. La canzone stessa dura dieci minuti, quindi il testo in corsivo verrà in pezzi. –love- Desireé

 

 

Please, remember me, happily

by the rosebush laughing

with bruises on my chin, the time when

we counted every black car passing

 

 

L’uno non poteva ricordare per bene chi fosse l’altra per lui, e viceversa. Il passato era così lontano, annebbiato intorno ai bordi con segni di bruciature nel mezzo. Sarebbe stato troppo doloroso ripensare alla loro storia, in realtà. Così tanta terra era caduta tra di loro, fu come guardare attraverso un canyon quando i loro occhi s’incontrarono la prima volta. Lui stava guardando sua figlia sull’altalena, che rideva quando suo fratello maggiore la spingeva sempre più in alto. “Prenderò una stella per te, papà!” la bimba bionda gli gridò “Prenderò la stella più brillante e te la porterò giù!”

 

Qualche metro più in là, una donna dai capelli scuri stava giocando con il suo bambino molto più piccolo, un bimbo di quattro anni con dei riccioli neri come i suoi e un viso che lei conosceva e amava. Raccolse una foglia e gliela porse. “Ehi, grazie.” disse lei, accettando felice quel regalo. Il piccino sorrise e indicò i due bambini sull’altalena. La donna guardò alla loro sinistra, e i loro sguardi si unirono.

 

La ragazza sull’altalena schiamazzava mentre suo fratello stava sulla sua linea di fuoco, spostandosi dalla traiettoria solo pochi attimi prima che i piedi di lei si scontrassero con il suo corpo. “Smettila, Connor!” protestò ad alta voce, benchè fosse evidente che non voleva veramente che il ragazzo dai capelli scuri smettesse con i suoi dispetti. L’attenzione di loro padre era catturata dalla donna distante, avvertendo un senso di familiarità con lei. Ad un punto, lui seppe nel profondo che l’aveva amata. E lei seppe, ad un punto, che il sentimento era uguale.

 

 

your house beneath the hill, and up until,

someone caught us in the kitchen

with maps, a mountain range, a piggy bank

a vision too removed to mention

 

 

Erano passati tredici anni dal loro diploma. Loro erano ancora giovani, ognuno senza un giorno dopo i loro trentuno, ma forse avevano deciso di andare avanti con il mondo ed abbandonare la loro adolescenza qualche tempo dopo il matrimonio. Ognuno aveva riguadagnato un senso di giovinezza dopo la nascita dei loro figli, ma c’erano ancora linee nei loro volti e un indebolimento nelle loro posture che rendevano evidente che non c’era traccia della divertente agitazione che una volta avevano covato al liceo.

 

“Altalena,” disse a sua madre il piccolo ragazzo “Per favore?” Lei annuì, deglutendo il suo dolore mentre lo prendeva in braccio e lo trasportava alle altalene vicino gli altri bambini. Loro padre la stava guardando; lei poteva avvertire l’occhiata pesante penetrarle la schiena mentre legava suo figlio al seggiolino “In alto, mamma!”

 

Su, su, su lui andò, unendosi al cielo splendente prima di ritornare giù. Lei notò come il bambino e la bambina accanto a loro avessero smesso di dondolare e si fossero messi a guardarla. Ma ancora, la donna ignorò quelle occhiate e sorrise a suo figlio. Era la copia sputata di suo padre, e ci fu un improvviso doloro acuto nel suo cuore quando si fuse con il cielo per quel secondo. Era la stessa immagine che aveva in testa quando pensava al padre del bambino, in paradiso.  “Tesoro, ritorniamo sullo scivolo,” suggerì, stringendo le catene in modo che l’altalena si fermasse.

 

Il bambino scosse la testa: “No, mi piace l’altalena.” replicò, guardandola con gli occhioni marroni. Ma lui è qui, penso tra sé lei. E loro sono qui. E ci stanno guardando.

 

“Per favore, Ben.” lo pregò. Lui borbottò ma alla fine accettò, allungando le braccia così che lei lo prendesse in braccio.

 

 

But please remember me, fondly

I heard from someone you’re still pretty

and then they went on to say that the Pearly Gates

have such eloquent graffiti

 

 

“Dopo possiamo ritornare sull’altalena, mamma?” lo lasciò camminare al suo fianco, le ditina paffute strette nella sua mano.

 

Lei sospirò: “Forse.” rispose, guardandolo correre verso lo scivolo di metallo. Salì la scala e scivolò giù, il volto illuminato di felicità.

 

“Posso andarci di nuovo, mamma?”

 

“Certo, Ben.”

 

S’arrampicò di nuovo sullo scivolo, gridando ‘Superman!’ mentre raggiungeva il fondo. Lei era inginocchiata lì per accoglierlo con un sorriso, e il bimbo si fermò: “Sembri triste.” sottolineò. Un bambino così piccolo poteva avere una mente così intelligente.

 

“Sto bene, Ben,” lei gli disse “Va’ a giocare. La mamma rimane qui.” Lui si fiondò giù per lo scivolo un altro paio di volte, prima di annoiarsi; e chiese se avessero potuto ritornare sulle altalene.

 

 

like “we’ll meet again” and “fuck the Man”

and “tell my mother not to worry”

and angels with their great handshakes

but always done in such a hurry

 

 

La donna controllò le altalene. Lui era ancora là, a guardare i suoi bambini. Lei chiuse gli occhi, e li riaprì. Magari sarebbero scomparsi. Ma no, il trio rimase, il bambino e la bambina alla fine ritornarono a giocare.

 

“Mamma?” sbattè le palpebre. Ben la stava fissando “Posso andare di nuovo sull’altalena?”

 

L’uomo sorrise a sua figlia, che assomigliava tantissimo alla madre. Le loro personalità, però, erano diverse, molto diverse. La bimba era dolce e gentile, mai arrogante. E benchè la signora fosse migliorata considerevolmente durante gli anni, i suoi sgradevoli disastri da Drama Queen ritornavano ogni tanto. I bambini ci erano abituati, e così loro padre. Un sacrificio era qualcosa che eri spesso obbligato a fare.

 

“Papà,” esclamò la bambina. Lui sbattè le palpebre. La piccola stava in piedi di fronte a lui, le mani unite a coppa. Non si era accorto che era scesa dall’altalena, e che suo fratello ne aveva preso il posto. “Papà, ho preso una stella per te.” lui sbirciò nei palmi vuoti, e sorrise.

 

“Grazie, Lily.” disse con un sorriso. Prese la finta stella e se la fece scivolare in tasca.

 

 

And please, remember me, at Halloween

making fools of all the neighbors

our faces painted white, by midnight

we’d forgotten one another

 

 

Il ragazzo apparve al fianco della sorella. Lui assomigliava di più al padre, con i capelli scuri e gli occhi blu: “Papà, quando torna la mamma?” la domanda era spesso posta, benchè di solito i bambini conoscessero la risposta. Ma, ovviamente, loro madre aveva dato loro un sentore che forse si sarebbe unita a loro quel giorno, e il bambino e la bambina ancora speravano che Sharpay non avrebbe infranto una promessa.

 

“Non lo so,” rispose il padre “Non penso possa venire oggi. Tanto lavoro.” Beh, non proprio lavoro. Piuttosto relax e maschere per il viso ad una delle sue spa.

 

Il bambino si accigliò: “Ma aveva detto…”

 

“Lo so,” lo interruppe l’uomo. Il bambino indietreggiò. “Ma tua madre è sotto molto stress in questo momento, quindi dobbiamo stare attenti a ciò che diciamo, Connor.”

 

“Okay.” il bambino fece il broncio. Ritornò all’altalena, sulla quale Lily si era arrampicata e cercava di spingersi da sola. Loro padre si sforzò di fare un sorriso, uno che fosse comprensivo e felice. In realtà fu quasi una prodezza quando ci riuscì.

 

 

and when the morning came, I was ashamed

only now it seems so silly

that season left the world, and then returned

and now you’re lit up by the city

 

 

Ora Ben stava andando sul Ponte Tibetano, con l’aiuto di sua madre, certo. Lei lo teneva stretto, e le manine andavano avanti, una alla volta. Alla fine, lui festeggiò e lei gli baciò la testa: “Bel lavoro.” disse felice.

 

Ora possiamo andare sull’altalena?” la pregò. Lei controllò. Erano ancora là.

 

“Ben, forse dovremmo andare a casa. Torneremo domani.” provò.

 

“Papà mi lascia andare sull’altalena.” borbottò lui. Lei si fermò e lui la guardò con rimpianto.

 

“Tesoro…” iniziò, ma non aggiunse altro. Non c’era altro da dire.

 

 

So please remember me, mistakenly,

in the window of the tallest tower

call, then pass us by, but much too high

to see the empty road at happy hour

 

 

Il bambino guardò irritato le altalene: “Per favore?” domandò “Prima che faccia troppo buio.”

 

Lei non potè declinare oltre: “Va bene.”

 

Essere così vicina a lui era pericoloso. Se lo spazio tra di loro fosse diminuito ancora, sarebbe svenuta sul posto. Ma Ben stava dondolando felicemente avanti e indietro, quindi lei sorrise. Vedere tuo figlio che si diverte era gratificante, nonostante altre circostanze.

 

L’uomo guardava dal suo posto sulla panchina. Lily corse qualche altra volta con più ‘stelle’, e occasionalmente Connor si prendeva una pausa e si sedeva accanto a lui, osservando la popolazione del parco che calava lentamente. Infine, sua figlia annunciò che doveva andare in bagno. Il fratello le prese la mano e disse che sarebbero tornati subito. Il padre li guardò esitante, ma i bagni erano solo a pochi metri di distanza. Suo figlio era coscienzioso; sarebbero stati bravi.

 

 

gleam and resonate, just like the gates

around the Holy Kingdom

with words like: “lost and found” and “don’t look down”

and “someone save temptation”

 

 

Ora senza i due bambini più grandi, la donna si sentiva ancora peggio. Voleva disperatamente andarsene. Questo non era il modo in cui aveva programmato di passare la sua domenica. Quando si era svegliata quella mattina, Ben aveva immediatamente chiesto di andare al parco. Ma lei aveva del lavoro da fare, quindi si erano accordati per andarci alla sera. Se solo avesse potuto tornare indietro nel tempo.

 

“Mamma, più su!” strillò Ben. Sorrise nel tramonto che svaniva, e i suoi riccioli neri si scompigliarono nella brezza della notte. “Voglio andare sullo spazio!”

 

Lei guardò suo figlio con ammirazione quando alla fine iniziò a dondolarsi da solo, spingendo le gambe avanti e indietro. “Bel lavoro, Ben.” disse calma, non aspettandosi che qualcuno sentisse. Per sua sfortuna, comunque, l’uomo vicino a lei la fissò con un sorriso quasi contrito.

 

Il cellulare di lei squillò, e ne fu grata, perché era il motivo per interrompere lo sguardo: “Pronto?” esclamò.

 

“Ehi, sono io,” replicò una voce “Che stai facendo?”

 

Taylor. Probabilmente era in qualche locale. L’età non cambiava mai la mentalità di alcune persone. “Oh, sono solo al parco con Ben.” rispose. Avrebbe voluto poterle dire chi la stava fissando in quel momento.

 

 

And please, remember me, as in the dream

we had a rug-burned babies

among the fallen trees and fast asleep

beside the lions and ladies

 

 

Bene. Pensi di poter trovare una babysitter per stasera e possiamo uscire con questi ragazzi che ho conosciuto? Kels è qui. Sono in tre, quindi ci serve una terza. Vuoi venire?” chiese Taylor.

 

No. No, no, no, no. “Sono stanca.” sospirò la donna, spingendo dolcemente contro Ben per dargli un po’ di slancio.

 

“Sei sempre stanca,” si lamentò Taylor “Forza, G, ormai è passato un anno. Perché non cerchi di andare avanti? Ci sono altri pesci nel mare.”

 

Benché la rabbia stesse urlando dentro di lei, la madre sapeva che la sua amica stava solo cercando di essere d’aiuto: “Grazie, ma no grazie,” le disse “Ben ed io noleggeremo un film o qualcosa del genere.”

 

 

that called you what you like and even might

give a gift for your behavior:

a fleeting chance to see a trapeze-

swinger high as any savior

 

 

Un altro sospiro: “Okay, G. Ma chiamami se i tuoi piani cambiano, okay? Non esci da mesi. Forse hai bisogno di aria più fresca.” suggerì Taylor.

 

“Forse.” rispose la madre. Riattaccò dopo uno spiacevole arrivederci e guardò suo figlio, la cui altalena si era fermata. Ben la fissava con i suoi grandi occhioni marroni che una volta aveva amato in un’altra persona “Che c’è, Ben?”

 

 

And please, remember me, my misery

and how it lost me all I wanted

those dogs that love the rain, and chasin’ trains

the colored birds above there runnin

 

 

“Mi puoi spingere ancora?” domandò. Il bambino non la smise.

 

“Sì,” replicò lei, spingendolo di nuovo. Lui salì di poco, prima di ritornare indietro e scontrarsi con il suo stomaco. Lei lo spinse ancora, e lui si sporse all’indietro, stringendo le catene mentre piegava la testa.

 

Rise: “Sei divertente vista al contrario, mamma!”

 

Arrivò un’altra risata. Lei alzò lo sguardo per vedere un’espressione divertita sull’uomo, e fece una smorfia. Quell’espressione diminuì ed egli guardò verso l’esterno, verso la strada. Ben sorrise quando sua madre lo spinse ancora: “Più su!” gridò il bambino.

 

 

in circles round the well, and where it spells

on the wall behind St. Peter

so bright on cinder gray in spray paint:

Who the hell can see forever?”

 

 

Lily e Connor ritornarono, entrambi occupando un posto di fianco loro padre. “Possiamo chiamare la mamma?” domandò Connor. Lily allungò la mano per il cellulare del padre nella tasca di lui, e l’uomo la fermò con una mano gentile.

 

“Perché, cosa vi serve?” chiese. Sharpay non avrebbe voluto essere disturbata durante una delle sue sessioni di yoga.

 

“Domani c’è la mia recita,” spiegò Lily. Suo padre trasalì. Si era dimenticato. “Voglio essere sicura che lei verrà. E se non se lo ricorda, allora ha un giorno in più per prepararsi!”

 

Soffocando un gemito, l’uomo si toccò la tasca: “Sono sicuro che non se lo è scordato. Possiamo dirglielo stasera quando torna a casa, okay? Probabilmente a quest’ora avrà già preparato i vestiti.”

 

Questo sembrò deludere Lily, come se avesse saputo che sua madre avrebbe avuto un altro impegno programmato: “Okay…” acconsentì.

 

 

And please, remember me, seldomly

in the car behind the carnival

my hand between your knees, you turn from me

and said the trapeze act was wonderful

 

 

Infine Ben fermò l’altalena e scese con un salto: “Mamma, sono pronto ad andare a casa.” disse. Sua madre fu incredibilmente sollevata, e sospirò ad alta voce.

 

Allungò la mano in modo che lui la prendesse: “Andiamo…”

 

“Gabriella.” Lui parlò come se avesse appena realizzato che era lei, benchè ella sapesse che lui aveva pensato a lei per tutto il tempo, come lei aveva pensato a lui.

 

Lei si girò, decidendo di fingersi sorpresa: “Mi hai appena chiamato per nome?”

 

 

but never meant to last, the clowns that passed

saw me just come up with anger

when it filled with circus dogs, the parking lot

had an element of danger

 

 

Egli si alzò: “Sono, ehm, Troy. Troy Bolton?” domandò. Dannazione. Stava cercando di essere socievole.

 

“Troy,” lei disse, e detestò il fatto di suonare senza fiato “Ehm, è bello vederti.”

 

I bambini sembravano tutti incantati dagli adulti. Ben stava in piedi, fissando Lily e Connor, che guardavano Gabriella a bocca aperta. Troy deglutì: “Allora, hai un bambino. Ti assomiglia tantissimo.”

 

“E a suo padre,” disse lei piano. Osservò i bambini di lui. “Tuo figlio è molto simile a te. E tua figlia… lei assomiglia a Sharpay Evans.”

 

Lily alzò un sopracciglio: “Lei è nostra mamma, ma ora è Sharpay Evans-Bolton.” disse. Troy le strinse la spalla, sperando che non avesse una rumorosità del genere su di lei come sua madre.

 

“Beh, sono stupendi.” replicò dolcemente Gabriella, sentendo un nodo crescerle in gola.

 

 

So please, remember me, finally

and all my uphill clawing

my dear, but if I make the Pearly Gates

I’ll do my best to make a drawing

 

 

Aspettarono che qualcosa di buono arrivasse nelle loro menti. Ma non arrivò niente. Troy parlò di nuovo: “Hai altri bambini?” domandò, cercando di rompere la tensione.

 

“No, solo Ben,” rispose Gabriella. Accarezzò la testa del figlio “Siamo noi due… suo padre è morto un anno fa.”

 

La tristezza comparì sul viso di ogni Bolton: “Mi dispiace.” esclamò piano Troy.

 

“Già,” sospirò lei. Ben si dimenò. Anche a me.”

 

 

of God and Lucifer, a boy and girl

an angel kissin’ on a sinner

a monkey and a man, a marching band

all around the frightened trapeze-swinger

 

 

“Beh, è stato bello vederti.” terminò infine Troy.

 

“Saluta la signora.” Gabriella deglutì di nuovo.

 

“Piacere di conoscerti.” esclamò Connor mentre guardava la donna e il bambino andare via. Gabriella non guardò indietro, ma sapeva nel suo cuore che ci sarebbero sempre stati ricordi a cui guardare indietro.

 

In auto, Ben guardò sua madre dal sedile posteriore: “Mamma, come facevi a conoscere quel signore?” domandò.

 

“Oh, tesoro,” esalò lei “Ci conoscevamo tanto tempo fa, a scuola. Eravamo buoni amici.” O innamorati, pensò.

 

A casa Bolton, Troy stava rimboccando le coperte ai suoi bambini. Lily lo guardò con gli stessi occhi che lui si aspettava da Sharpay: “Quella signora era carina.” decretò. Dall’altra parte della stanza, Connor stava giocando con la sua pila, ed annuì “Come la conoscevi?”

 

“Ci frequentavamo al liceo.” rispose Troy. O pomiciavamo, disse silenziosamente.

 

“Beh, mi piaceva.” decise Lily. Strinse il suo orsacchiotto “Quando torna a casa la mamma?”

 

Spegnendo la luce, Troy forzò un sorriso: “Non lo so, ma presto, se tutto va bene. Buonanotte, ragazzi.”

 

 

And please, remember me…

 

  
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