Quella sera di fine inverno,
Rumpelstiltskin sedeva davanti al fuoco rigirandosi tra le mani un
foglio di pregiata pergamena vergato in lettere a inchiostro nero e
rosso, scritte in un carattere elegante e perfino un po' pomposo.
Si trattava di un cerimonioso proclama
emanato nientemeno che dal palazzo reale del regno di Avonlea, che
annunciava ai sudditi che di lì a tre giorni si sarebbe tenuto un
grande ballo in maschera al castello per festeggiare il ventunesimo
compleanno della principessa Belle, ora a tutti gli effetti erede al
trono della casata reale. Erano stati invitati tutti i nobili e i
sovrani dei paesi confinanti, in particolare il proclama sollecitava
la partecipazione di quanti più possibili giovani rampolli delle
famiglie più illustri, ricche e potenti.
Rumpelstiltskin sogghignò: ecco un
altro sciocco e patetico reuccio che, vedendo avanzare
inesorabilmente il tempo e l'età, cercava di assicurare un futuro
alla propria dinastia mettendo in mostra la propria figlia come una
giumenta al mercato dei cavalli.
Non che la cosa lo sorprendesse: ormai
aveva ricoperto una parte in così tante vicende sordide all'interno
delle corti reali più svariate e blasonate che quella palese
dichiarazione di messa in vendita della principessa non poteva certo
scandalizzarlo. Aveva capito da molto tempo come funzionavano gli
intrighi e le alleanze tra regnanti e potenti, e naturalmente aveva
sfruttato quelle dinamiche spregevoli a suo vantaggio senza mai
soffermarsi troppo sulle implicazioni morali. Anzi, spesso era
proprio questa categoria umana a fornirgli i compensi maggiori e più
preziosi per i discutibili favori che egli elargiva loro: sbarazzarsi
di un membro di una casata rivale, rimediare agli sperperi di denaro
che finivano per spingere il regno sull'orlo della bancarotta,
eliminare le minacce al reame come gli orchi, le catastrofi naturali
o i draghi, procurare eredi a re e regine che non potevano
procreare... la gamma di prestazioni e servizi che Rumpelstiltskin
offriva ai governanti della Foresta Incantata era molto variegata.
Un ballo... fra tre giorni.
Il Signore Oscurò rifletté, passando
in rassegna il proclama con aria pensierosa. In effetti era da molto
che non prendeva parte a quel genere di eventi; non che ricevesse mai
un invito ufficiale, ovvio! Nessun re, conte o duca sano di mente si
sarebbe mai sognato di aggiungere il suo nome all'elenco delle
persone a cui far recapitare gli inviti... ciononostante, gli tornava
sempre molto utile imbucarsi di nascosto a quei ricevimenti tanto
sfarzosi da sfiorare il ridicolo; in qualche modo, riusciva sempre ad
origliare conversazioni interessanti tra gli invitati, resi loquaci
dal vino e dall'atmosfera, che lo mettevano sulla strada giusta per
stringere nuovi proficui accordi.
In fondo, perché no? Un po' di vita
mondana gli avrebbe fatto bene e inoltre era curioso di dare una
sbirciatina alla principessa di Avonlea: aveva sentito molte voci su
di lei, sulla bellezza dei suoi occhi di zaffiro, sulla radiosità
del suo sorriso... ma soprattutto, e questa era la cosa che lo
intrigava maggiormente, sulla sua eccentricità e le sue inclinazioni
in controtendenza rispetto a quelle della media delle nobildonne
della sua età.
Alla fine, Rumpelstiltskin decise che
quel ballo in maschera poteva rappresentare un'occasione per
rimediare qualche nuovo accordo e per iniziare a farsi un'idea
generale della futura regina di Avonlea, cercando di capire se e come
ella avrebbe potuto essergli utile in futuro e avere una parte nei
suoi piani.
Giunse la sera del ballo e, prima di
lasciare il Castello Oscuro e partire alla volta del reame di
Avonlea, Rumpelstiltskin lanciò un'ultima occhiata allo specchio.
Aveva optato per un abito da cerimonia composto dai suoi soliti e
inseparabili pantaloni di pelle nera, una redingote color della
notte, completa di spalline frangiate e galloni d'oro, stivali appena
lucidati e guanti di seta dorati. Sottobraccio teneva una maschera di
squisita fattura, color avorio e impreziosita da ricami di filo
d'oro, personalmente ricavato dal suo lavoro di filatura
all'arcolaio.
Rumpelstiltskin annuì, soddisfatto del
risultato dei suoi sforzi, dopodiché uscì nel parco del castello e
si richiuse il portone alle spalle. Ferma davanti all'austero
cancello in ferro battuto, lo attendeva la carrozza incantata, senza
cocchiere e trainata da una pariglia di quattro stalloni neri dal
manto lucente che qualche volta il Signore Oscuro utilizzava per i
suoi spostamenti. Non che gli servisse un mezzo di trasporto, ma di
tanto in tanto gli piaceva fare un po' di scena e quella era proprio
l'occasione perfetta per un'entrata in grande stile.
Lo sportello si spalancò magicamente
di fronte a lui e Rumpelstiltskin si accomodò sul morbido sedile
foderato di velluto rosso, pronto a raggiungere la sua destinazione.
Il viaggio non durò a lungo; gli
zoccoli dei cavalli erano stati ferrati con la magia e questo
permetteva loro di percorrere anche lunghe distanze impiegandoci la
metà del tempo che occorreva normalmente.
Quando la carrozza si arrestò di
fronte all'ingresso del palazzo reale di Avonlea, ci fu un generale
coro di meraviglia e stupore per quei magnifici animali e per il
fatto che nessuno sedesse a cassetta. Rumpelstiltskin fece un
sorrisetto e si calò la maschera sul volto bestiale, dopodiché aprì
lo sportello e scese con eleganza dal veicolo, salendo la scalinata
di pietra sotto gli occhi incuriositi e affascinati degli altri
ospiti che stavano sopraggiungendo in quel momento.
Grazie a un incantesimo, fece in modo
che i funzionari addetti al controllo degli inviti fossero
momentaneamente distratti da un topolino magicamente comparso sotto
la gonna voluminosa di una ancor più voluminosa marchesa di mezz'età
che si stava apprestando a consegnare il proprio.
Il trambusto durò poco, ma permise al
Signore Oscuro di entrare indisturbato nel palazzo e di raggiungere
la grande sala da ballo, già affollata di maschere e persone in
abiti sfarzosi che danzavano o s'intrattenevano in qualche
conversazione.
Sul lato ovest della sala era stato
sistemato il trono di Re Maurice, dal quale il sovrano si godeva i
festeggiamenti con aria compiaciuta e salutava calorosamente gli
ospiti che venivano a rendergli omaggio. Al lato destro del sovrano
sedeva la sua giovane figlia e Rumpelstiltskin si prese qualche
istante per osservarla: i capelli color mogano screziati di rame
erano acconciati in un morbido chignon dal quale due ciocche
ricadevano leggere e le incorniciavano il bel viso roseo e sorridente
dai lineamenti fini, al centro del quale erano incastonati, proprio
come due zaffiri, i suoi occhi ridenti e di un azzurro che il
folletto aveva avuto modo di scorgere solo nel cielo dei giorni di
primavera più luminosi e limpidi.
Graziosa, la principessina.
Rumpelstiltskin non aveva dubbi sul
fatto che quella sera molti ragazzi avrebbero sopportato ore di
attesa pur di poter danzare con lei anche un solo giro di valzer o
minuetto.
Gli invitati sfilavano davanti a lei e
a suo padre, porgendo i loro omaggi e augurandole un buon compleanno;
Belle ringraziava, s'inchinava e sorrideva a tutti con una
raffinatezza e un'eleganza degne di una vera futura regina. La sua
figura minuta emanava una sorta di bagliore che si irradiava per
tutta la sala e sembrava costituirne il vero punto luce, con buona
pace dei tre enormi lampadari di cristalli che pendevano dal soffitto
meravigliosamente affrescato; e Rumpelstiltskin era certo che
quell'impressione non fosse dovuta al solo fatto che ella indossasse
uno splendido abito dorato con lo scollo a barchetta tempestato di
brillanti che le lasciava deliziosamente scoperte le spalle candide.
Fino a quel punto, il Signore Oscuro
non aveva colto quell'eccentricità di cui aveva sentito tanto
parlare, ma la serata era ancora lunga e lui avrebbe avuto modo di
rendersi conto di quanta verità ci fosse in quei pettegolezzi.
La Provvidenza volle che, proprio in
quel momento, un gruppetto di ragazzi e ragazze riccamente vestiti
che potevano avere più o meno la stessa età della principessa,
stesse conversando proprio a proposito della festeggiata poco
distante da lui e dunque perfettamente a portata d'orecchi.
Rumpelstiltskin si mise in ascolto,
fingendo di essere molto interessato all'arazzo di fronte a sé.
- Vi dico che è vero! - stava dicendo
una delle ragazze, concitata. - L'altro giorno le ho chiesto che cosa
desiderasse ricevere per il proprio compleanno e sapete cosa mi ha
risposto? -
- Dei gioielli? - tentò uno di loro,
ma la ragazza scosse la testa.
- Trovare l'amore? - riprovò una
giovinetta bionda con gli occhi sognanti.
Ancora una volta, l'altra fece segno di
no e con fare drammatico e fintamente indignato finalmente vuotò il
sacco: - Mi ha detto che avrebbe tanto voluto imbarcarsi su una nave
e partire per vedere il mondo! Vi rendete conto? -
- Magari è una di quelle idee strane
che le sono venute in mente a forza di leggere quei suoi libri. -
commentò di nuovo il ragazzo di prima. - Gira sempre con uno di quei
cosi in mano, non la si vede mai senza e frequenta di più la
biblioteca del palazzo che il salottino del ricamo o l'aula di
musica. Non vuole dame di compagnia e se ne sta sempre per conto suo.
-
- Se volete la mia opinione, - si
aggiunse un secondo giovane con i capelli neri legati in una coda che
gli ricadeva sulla schiena. - Io penso che sia un po' tocca, ma è
pur sempre la ragazza più bella e importante del regno e io sono
deciso a non lasciarmela sfuggire. - concluse, facendo l'occhiolino e
dando di gomito all'amico.
- Siete sempre il solito briccone,
Gastòn. - fece la ragazza bionda esibendosi in un insopportabile
quanto falso risolino. - Pensate sempre alle ragazze. -
- Be', la principessa è di sicuro la
più bella del reame, oserei dire che è avvenente quanto me. E io
non mi merito forse il meglio? -
Rumpelstiltskin aveva sentito
abbastanza e si allontanò dal gruppetto di pettegoli. E così la
principessa Belle era un tipo avventuroso e intraprendente, eh? E, a
quanto pareva, anche un topo di biblioteca. Sì, decisamente si
discostava dallo stereotipo della mocciosa viziata sempre alle prese
con frivolezze e civetterie.
Passò un po' ti tempo che
Rumpelstiltskin impiegò girovagando da un capannello di invitati a
un altro con le orecchie ben teste a cogliere qualsiasi frase che
potesse, in qualche modo, tornargli utile, senza grande successo a
dire il vero. Per lo più si parlava della principessa, vera
protagonista della serata, e le opinioni erano costantemente divise
su due fronti: chi spendeva lodi spassionate e sincere e chi storceva
il naso con disapprovazione e sdegno, soprattutto a causa della sua
natura curiosa e indipendente o del suo desiderio di vedere il mondo
e vivere all'insegna dell'avventura.
A un certo punto della festa,
Rumpelstiltskin scorse il giovane arrogante e borioso di poco prima
offrirsi a Belle come cavaliere per una danza. Lei aveva accettato
ma, a giudicare dalla forzatura del suo sorriso, più per cortesia
che per genuino piacere e per tutta la durata di quel minuetto i suoi
movimenti furono stranamente rigidi, come se la ragazza non si
trovasse affatto a suo agio tra le braccia di Gastòn che, dal canto
suo, continuava spudoratamente a far scivolare lo sguardo nella zona
della scollatura dell'abito d'oro e a lanciarle sorrisetti lascivi e
maliziosi.
Il Signore Oscuro la vide tirare un
gran sospiro di sollievo quando finalmente i musicisti suonarono
l'ultima nota e lei ebbe la scusa per congedarsi da Gastòn con un
inchino frettoloso e raggiungere il padre con cui danzò la romanesca
che seguì.
Poco prima dello scoccare della
mezzanotte, a tutti gli ospiti venne distribuito un calice del
miglior vino elfico del reame e, proprio mentre si udivano i
rintocchi possenti dell'orologio del castello, Re Maurice alzò il
proprio e invitò tutti ad unirsi a lui nell'augurare un felice
compleanno alla sua adorata figlia.
Un coro di “BUON COMPLEANNO,
PRINCIPESSA BELLE!” si levò dalla folla di maschere e anche
Rumpelstiltskin alzò silenziosamente il suo bicchiere in onore della
principessa.
Dopo il brindisi, gli invitati si
dispersero di nuovo nella sala e molte coppie tornarono a danzare; il
Signore Oscuro se ne stava in disparte e teneva d'occhio la
situazione, nel caso si fosse presentata l'occasione di cogliere
qualche stralcio di conversazione interessante, ma pareva proprio che
quella notte nessuno avesse voglia di parlare di questioni spinose o
di politica. Sarebbe stato inutile e tedioso rimanere più a lungo e
così Rumpelstiltskin fece per avviarsi verso l'uscita della sala
quando si sentì chiamare da una voce dolce alle proprie spalle: -
Perdonatemi, signore, temo di non aver ancora avuto il piacere di un
ballo con voi. -
Il folletto si voltò e si trovò di
fronte nientemeno che la principessa Belle, la quale gli sorrideva da
dietro la maschera bianca e oro che le avvolgeva gli occhi e non
faceva altro che metterne ancora più in mostra lo sbalorditivo punto
d'azzurro.
Rumpelstiltskin s'inchinò, portandosi
una mano al petto, come usavano fare i veri galantuomini. - Sono
tremendamente spiacente, Vostra Altezza, ma stavo giusto per
andarmene, inoltre temo che la mia goffaggine possa offendervi... -
Belle rise a quelle parole. -
Credetemi, potrete anche essere il peggior ballerino del reame, ma di
certo non potreste mai competere con... alcuni cavalieri con i quali
ho avuto il dispiacere di danzare stasera. -
Il Signore Oscuro sogghignò sotto la
maschera, ripensando a quell'idiota spocchioso di Gastòn.
- Non vorrei sbagliarmi, dearie, -
disse, con piglio divertito. - ma il galateo dei balli di corte non
prevede forse che sia il cavaliere ad invitare la dama a ballare? -
Le gote di lei si arrossarono appena. -
Oh, tutte quelle sciocche regole di facciata. Come se il fatto di
essere una donna potesse impedirmi di fare il primo passo rischiando
così di finire con i gentiluomini meno gentili e meno uomini che si
siano mai visti in tutta Avonlea! -
L'espressione esasperata che
Rumpelstiltskin riuscì ad intravedere sotto la sua maschera lo fece
scoppiare in una risatina. Quella piccola ribelle iniziava a
suscitare la sua simpatia.
- E va bene, dearie. Mi offrirò a voi
per la prossima danza, ma prima lasciate che beva un altro po' di
vino... in fondo, nessuno danza sobrio, a meno che non sia
completamente matto. -
La principessa rimase interdetta a
quelle parole e nei suoi occhi balenò una scintilla di entusiasmo
mista a stupore. - Voi... avete appena citato Cicerone?! -
Il Signore Oscuro fece un sorrisetto
compiaciuto. - A meno che non mi sbagli di grosso, direi proprio di
sì, dearie. -
Il sorriso stupito della giovane si
fece ancora più ampio. - Credo che in questa sala voi e io siamo gli
unici a sapere chi sia. -
- Già, in effetti non avrei fatto
grande affidamento sul livello culturale medio dei presenti. Pare proprio
che siate voi a tenere alto lo standard, principessa. -
Belle arrossì nuovamente ma non poté
nascondere il piacere che quel complimento, così diverso da quelli
che riceveva di solito, le aveva suscitato.
Rumpelstiltskin buttò giù l'ultimo
sorso di vino e proprio in quel momento l'orchestra attaccò un
valzer.
La principessa gli tese la mano
guantata e i due si diressero al centro della sala. Quando furono uno
di fronte all'altra, Rumpelstiltskin cinse con delicatezza la vita di
lei che, a sua volta gli posò una mano sulla spalla, stringendo
l'altra del Signore Oscuro, che mosse i primi passi seguendo alla
perfezione il tempo della musica.
Belle si stupì di come le riuscisse
naturale volteggiare tra le braccia di quello sconosciuto, che la
conduceva nella danza con sicurezza ma senza prepotenza. Aveva sempre
odiato l'idea che le regole del ballo prevedessero che dovesse essere
l'uomo a portare, ma con quell'estraneo la cosa le risultava perfino
piacevole. Presto il suo corpo si rilassò completamente tra le
braccia di lui, che la tenevano stretta senza essere possessive né
rudi.
- Siete un ballerino provetto. -
commentò con un sorriso.
- Oh, voi mi lusingate, Vostra Altezza.
-
- Belle. Chiamatemi Belle. -
- Ai vostri ordini, principessa Belle.
-
La sua voce era stranamente stridula e
la risatina con cui accompagnò quelle parole aveva un che di
irriverente, di ironico; la ragazza avvertiva qualcosa di strano in
quell'uomo, di certo era diverso da chiunque avesse mai conosciuto e
sicuramente si distingueva di netto dalla massa informe e monotona di
damerini vanitosi e tirati a lucido presenti quella sera al ballo.
Una piccola parte di lei l'ammoniva di stare in guardia, di non dare
troppa confidenza a quell'eccentrico straniero, ma non poteva
ignorare una parte di sé molto più consistente che invece era
affascinata e incantata da lui e dall'aura di mistero che lo
avvolgeva.
- Sapete, vi ho osservato spesso nel
corso della serata. -
- Davvero, dearie? E che cosa potrà
mai aver suscitato il tuo interesse? -
Belle notò il passaggio all'uso del tu
in sostituzione del voi
ma la cosa non le dispiacque, tutt'altro.
- Be', ve ne siete stato per conto
vostro tutto il tempo. Giurerei che non abbiate scambiato una sola
parola con nessuno e che questa sia la vostra prima danza questa
sera. -
Rumpelstiltskin fece piroettare la
giovane con grazia. - Che posso dire, principessa? Sono un tipo
refrattario ai rapporti sociali e alle convenzioni. Parlo solo se ho
qualcosa da dire, inoltre non amo sprecare fiato e parole,
specialmente con gente che non dimostra più cervello di un branco di
scimmie volanti. -
Belle rimase molto colpita da tanta
pungente schiettezza, ma non poté non approvare né impedirsi di
sorridere di nuovo, compiaciuta. - Sembra che ora sia io a dovermi
sentire lusingata. -
- Per cosa, dearie? -
- Stando alle vostre parole, e dato che
state conversando con me, devo dedurre che non mi considerate alla
stregua di una scimmia volante? -
Rumpelstiltskin sorrise, sinceramente
divertito. - Non oserei mai, principessa! -
Pochi secondi dopo, la musica cessò e
Belle avvertì una fitta di delusione. Avrebbe voluto continuare a
ballare con quel misterioso cavaliere. Avrebbe voluto danzare e
parlare con lui per tutto il resto della festa, ma alcuni ragazzi si
stavano già avvicinando con aria speranzosa per il giro di danze
successivo.
- Ora devo proprio andare, dearie.
Altrimenti rischio di trovare una zucca al posto della mia carrozza!
- rise di nuovo, facendo scoppiare in una risata anche la stessa
Belle, che tuttavia era molto restia a lasciare andare la mano di
lui, che ancora stringeva nella propria. I loro guanti di seta dorata
erano perfettamente coordinati.
- Aspettate, ditemi almeno il vostro
nome prima di andare. -
Lui non rispose subito ma la guardò
intensamente da sotto la maschera e Belle avvertì il suo sguardo
travolgerla come un'ondata calda che la fece curiosamente fremere di
piacere.
Subito dopo, l'uomo le si avvicinò e
accostò il proprio viso all'orecchio di lei sussurrandole parole che
la giovane non si sarebbe mai aspettata e che la lasciarono
impietrita: - Non stanotte, dearie. Ma un giorno lo scoprirai, e
allora temo che maledirai te stessa per aver ballato insieme a me. -
Così dicendo, Rumpelstiltskin sciolse
il contatto tra le loro mani e le diede le spalle, avviandosi, senza
voltarsi, verso l'esterno della sala.
Belle lo seguì con lo sguardo finché
un giovanotto dall'aria audace non si fece avanti per chiederle di
danzare con lui.
La ragazza conversò, sorrise e ballò
per tutto il resto del ricevimento, ma la sua mente era ferma al
ricordo di quel valzer e dello straniero dai modi così insoliti che
in pochi minuti le aveva fatto provare una sinfonia di sensazioni ed
emozioni che mai avrebbe creduto possibile, lasciandola naufragare in
un mare di punti interrogativi: chi era? Da dove veniva? Cosa
significava che un giorno si sarebbe maledetta per aver ballato con
lui?
Rumpelstiltskin sedeva nella carrozza,
di ritorno al Castello Oscuro.
Si sentiva stranamente frastornato e i
suoi pensieri sembravano indugiare senza controllo e decisamente più
del dovuto sulla principessa Belle; sul suono della sua voce, della
sua risata, sulla sensazione del suo corpo minuto tra le sue braccia,
sul colore paradisiaco dei suoi occhi limpidi che splendevano sotto
la maschera.
Quell'incontro aveva smosso qualcosa in
lui, qualcosa che non provava da così tanto tempo che faceva perfino
fatica a darne un nome.
Desiderio? Attrazione? Bramosia?
Il senso di elettricità che aveva
percorso il suo corpo come una scossa nel momento esatto in cui
l'aveva cinta con le braccia per ballare era stato impossibile da
ignorare, non solo... ora gli pareva che le sue mani fremessero e
agognassero il tocco di lei, di cui ancora avvertiva il dolce profumo
di rosa sui vestiti.
Oh, insomma! Controllati, razza di
scemo! Sei il Signore Oscuro, non un adolescente in balìa degli
ormoni e quella è soltanto una principessina come tante altre!
Ma anche mentre ripeteva tra sé quei
rimproveri, una parte di lui era ormai convinta che no, Belle non
era come le altre... Belle era diversa da chiunque avesse mai
incontrato nei suoi lunghi secoli di vita, nel modo più assoluto.
Passò qualche anno e, un giorno, al
Castello Oscuro giunse un messaggero dal regno di Avonlea con la
notizia che gli orchi avevano attaccato il reame e stavano decimando
i loro eserciti e Re Maurice supplicava il Signore Oscuro di
intervenire in loro favore per proteggere il paese e salvarlo dal
nemico. Il sovrano prometteva un lauto compenso in cambio del suo
immediato aiuto.
La mente di Rumpelstiltskin si colmò
all'improvviso di immagini ancora incredibilmente vivide del suo
primo e unico incontro con la principessa Belle, il cui ricordo non
era mai svanito né era stato intaccato dal trascorrere del tempo,
come se il Signore Oscuro avesse ballato con la principessa solo la
sera prima. A un tratto, Rumpelstiltskin non ebbe dubbi sul prezzo
che avrebbe fissato per i suoi servigi quella volta.
Voleva lei, e l'avrebbe avuta.
Eccome se l'avrebbe avuta!
DA STRIA93: Bentrovati,
dearies!
Be',
sappiamo tutti che il ballo è uno degli elementi caratterizzanti dei
RumBelle. Li abbiamo visti spesso danzare sulla splendida musica di
Tale as old as time,
e così mi è venuto in mente che forse tutto avrebbe potuto iniziare
proprio da un ballo e che Rumpel avesse già deciso da tempo di
volere Belle al proprio fianco quando viene chiamato da Maurice per
proteggere Avonlea dagli orchi.
Mi sono divertita
tantissimo a far arrivare Rumpel al ballo in stile Cenerentola, in
fondo il nostro Signore Oscuro è una primadonna! XD
Spero che questa
shot vi sia piaciuta e come sempre ringrazio con tutto il cuore
chiunque voglia soffermarsi sui miei deliri e magari lasciarmi un
parere.
Baci!