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Autore: vul95    02/09/2018    3 recensioni
Neito ride piano, la voce sottile e appena strozzata, e Hitoshi sente un brivido rizzargli i peli su per il collo.
[Shinsou Hitoshi/ Monoma Neito] [presenza di elementi kink]
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hitoshi Shinso, Neito Monoma
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E poi passiamo la serata così, ah

 

Neito ride piano, la voce sottile e appena strozzata, e Hitoshi sente un brivido rizzargli i peli su per il collo.

Non si ricorda più cos’è che abbia detto per farlo ridere così, e il sorriso storto che stava nascendo sulle sue labbra in risposta si ferma in mezzo al respiro che sta prendendo, mentre il suono continua a ripetersi nelle sue orecchie per qualche secondo. Lì sul letto disfatto e piegato sotto il peso dei loro corpi, il pensiero di Hitoshi si sofferma più e più volte sull’inflessione di quella piccola risata, roca come se Neito non fosse abituato ad articolarla. E più ci pensa, in quei secondi che separano le proprie dita dalle sue labbra, più si rende conto che, prima di quel momento, non gli è mai capitato di ascoltarla, non così.

Perso a riflettere, Hitoshi si muove lentamente, come se l’aria fosse diventata densa tanto quanto l’acqua. Pensa ancora a quella risata, e pensa che è sciocco che ci stia pensando ancora, e anche che gli piacerebbe sentirla di nuovo, la sfumatura di imbarazzo che crede di aver colto in quel secondo (perché è durata solo un secondo?), e le labbra di Neito sulle sue dita arrivano morbide e inaspettate.

Sospira silenziosamente quando le sente stirarsi in un sorriso sotto i polpastrelli, e concentrato ne disegna i contorni con l’indice e osserva smarrito il modo in cui si increspano sotto il pollice. La bocca di Neito bacia le sue dita, poi il suo palmo, e in un attimo è sostituita da morsi leggeri, e poi ancora da piccoli baci. Hitoshi preme di più la mano contro quei baci, la stringe ancora su quei morsi, e vorrebbe abbandonarsi ad un lamento quando un gemito di Neito sfugge alle sue dita. Ci sono la sua mano, e poi le labbra di Neito e la sua gola, e Hitoshi si trova a fantasticare di nuovo sui suoni che può produrre, e quanti dei quali Neito potrebbe articolare con il suo aiuto, e se tra quelli ci sia ancora una risata. Poi Neito ride davvero tra le sue dita, questa volta in un soffio, come se cercasse fiato e volesse nasconderlo, e Hitoshi trema.

Trema perché Neito sta passando la lingua sul suo indice, e perché lo sta mordendo, e perché lo sta succhiando piano tra le labbra. Trema perché mentre gli prende tra i denti anche il dito medio e l’anulare Neito geme a bassa voce e poi ride ancora, perché geme e ride insieme come se fosse incredibile e meraviglioso. Hitoshi trema perché è stato lui a farlo ridere e trema perché improvvisamente sa che vuole piegarsi su di lui e baciare quel suono via dalle sue labbra come fosse ossigeno e gli fosse necessario.

Quando allontana le dita dalla bocca di Neito, lo ascolta protestare in un lamento, e pensa distrattamente che anche quello è un suono che non sente spesso. Ma la voce di Neito si acquieta subito, e Hitoshi sente i suoi occhi appiccicati addosso mentre si sposta cavalcioni su di lui, piano, perché improvvisamente sotto quello sguardo non è più sicuro sulle gambe.

È un singulto quello che gli riempie le orecchie quando prende il viso di Neito tra le mani con più foga di quella che avrebbe voluto, e un sospiro quello che gli riempie la bocca quando lo bacia con lo stesso impeto. Probabilmente lo ha preso alla sprovvista, perché Neito impiega un secondo in più per rispondere, eppure quando lo fa il trasporto è il medesimo. Hitoshi si spinge contro di lui, cerca la sua lingua inaspettatamente avido, e il fiato che concede ad entrambi tra un bacio e l’altro è forse troppo poco, ma Neito allaccia le braccia al suo collo e non si tira indietro, e anzi cerca l’attrito dei loro corpi ancora di più.

Ma Hitoshi non sente né singulti né gemiti né risate, ed aggrotta le sopracciglia mentre Neito gli morde le labbra. Seguendo una linea immaginaria, sposta le mani lungo le sue guance, lo bacia ancora. Neito prende fiato, ancora un bacio, e Hitoshi gli sfiora con le dita la mascella, il mento, l’incavo del collo. È sul collo che apre la mano, sente sotto i polpastrelli il pomo d’adamo di Neito scendere e salire in un singulto, ne segue la linea con l’indice. Stringe appena, Neito geme, stringe un poco di più, Neito geme più forte. Riesce a strappargli un ultimo bacio prima di vederlo piegare la testa indietro, i capelli biondi che scivolano disordinati ai lati della fronte.

Ride di nuovo, e a gemere questa volta è Hitoshi.

Neito ride senza fiato, il viso in fiamme, la voce ancora più roca, piacevolmente strozzata, e allunga una mano verso i capelli di Hitoshi, stringendoli.

-Pensavo non ti piacesse così.- inspira forte, l’eco del riso ancora nella voce, tirandone appena una ciocca.

Hitoshi segue il movimento e si morde il labbro. Una mano ancora sulla gola di Neito, sposta l’altra alle sue labbra, premendo con le dita. Avvicina il volto al suo, senza fiato -Fammi cambiare idea.— sussurra, e più che un suggerimento, suona come una preghiera.

Gli occhi di Neito paiono scurirsi per un attimo, le iridi liquide. Poi gli morde i polpastrelli, attira Hitoshi per i capelli verso di sé -Vieni qui.- soffia.

E Hitoshi lo accontenta, le gambe che tremano di nuovo e uno stupido groppo in gola, perché Neito sta ridendo un’altra volta, e questa volta lo sta facendo sulle sue labbra.

 

 

 

 

*

Ehm

Ciao a tutti! Wow, è da tantissimo che non scrivo o posto una fan fiction, quindi tutto quello che sono riuscita a buttare giù è una indulgentissima shot sulla fuffa, perché questi due scemi non fanno letteralmente nulla (se non l’approcciarsi a pratiche kinky ehm). Shinsou e Monoma sono due dei personaggi di BNHA che più mi piacciono (Monoma in particolar modo, questo disagiato del cavolo), e sono contenta di essere riuscita a scribacchiare qualcosina su di loro (vi sembro molto calma in questo momento, ma li shippo come lo schifo e lo urlerei alla luna ogni notte sinceramente). Purtroppo, nella mia testa Monoma è esattamente quel tipo di persona che si farebbe letteralmente fare qualsiasi cosa, quindi ogni scenario che lo coinvolge finisce sempre ad avere elementi kinky e vorrei scusarmi per questo ma in realtà… io… sono debole e apprezzo molto— AHEM. A MIA DISCOLPA, VENGO ASSECONDATA.

Dunque!! Spero davvero che questa piccola shot senza capo né coda vi sia piaciuta, e vi ringrazio moltissimo per aver letto fino a qui!

Il titolo è ripreso dal testo di Si, Ah di Frah Quintale, che ormai è diventato l’inno di questa ship e che non riesco a smettere di ascoltare dsfjgbfkl aiutatemi

Alla prossima, e grazie ancora!

 

Greta.

  
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