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Autore: _Sherazade_    06/09/2018    1 recensioni
Il giorno del matrimonio è da sempre considerato il giorno più bello per ogni coppia... ma a volte i dubbi e le paure possono attanagliare il cuore degli sposi.
A volte basta una chiacchierata a cuore aperto per allontanare ogni incertezza e avviarci con un bel sorriso verso il futuro che ci attende.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La felicità in questo giorno




Era una tiepida mattina di inizio Giugno.
Il verso inconfondibile delle tortore rompeva il silenzio del giardino della grande villa del Conte Mariano, un tempo dimora di una delle famiglie più nobili e altolocate del paese, oggi luogo destinato a sontuosi banchetti, ricevimenti e occasioni d'ogni tipo.
Presto avrebbe avuto luogo un matrimonio, uno dei tanti che si erano celebrati nel corso degli anni. Numerosi addobbi floreali che riempivano le sale, le quali erano finemente decorate; la sala esterna con gazebo per poter godere delle calde brezze che l'estate, oramai prossima, prometteva, era già piena di persone che attendevano l'arrivo degli sposi, mentre sorseggiavano bicchieri di prosecco.
Sì, era un giorno come tanti altri.
Persone, amici e parenti dello sposo o della sposa, che correvano di qua e di là, indaffarati, ansanti e tesi. Il tipico matrimonio in grande, e là, di soppiatto, ecco la sposina di tutto punto già vestita ed agghindata, che sfugge al controllo genitoriale e delle amiche troppo zelanti, andandosi ad infilare nel gigantesco labirinto della villa.
Era facile perdersi al suo interno, e per questo era un ottimo rifugio per coloro che non volevano essere disturbati.


La giovane sposa conosceva molto bene quei luoghi: la tenuta, sebbene adibita per cerimonie ed eventi, era spesso aperta al pubblico, soprattutto per i meravigliosi parchi in essa racchiusi, erano un patrimonio collettivo, curato con amore e dedizione.
Fin da piccina, la ragazza adorava entrare nel labirinto, perché le permetteva di evadere da quella famiglia che sì, l'amava, ma tendeva a metterla sotto una campana di vetro, impedendole di vivere tutte quelle normali esperienze che vivevano normalmente i bambini e le bambine della sua età.
Il ragazzo che stava per sposare era uno dei tanti che la famiglia le aveva presentato, ma l'unico che le aveva mostrato il suo vero io, l'unico ad averle davvero aperto il proprio cuore.
I due si erano trovati, e dopo pochi anni erano giunti alla decisione di volersi sposare, con gran gioia da parte di entrambe le famiglie, legate non solo dagli affari, ma anche da una solida amicizia che si era consolidata negli anni.
Arrivata a quel punto, però, a poche ore prima del tanto atteso, quanto temuto, “Sì”, la giovane aveva cominciato a farsi prendere dai dubbi, dalle incertezze e dalle paure.
“E se avessimo affrettato troppo le cose? In fondo, sono solo due anni che stiamo insieme”, si diceva lei. “E se stessimo commettendo un enorme sbaglio? Se stessimo solo cercando una via di
fuga dalle nostre famiglie?” lo stomaco le bruciava, e la nausea si era impadronita di lei.
«Forse è tutto uno sbaglio, e forse sono ancora in tempo per tornare indietro e fermare tutta questa follia.» sospirò lei, seduta sull'altalena posta sotto la grande quercia al centro del labirinto.
Quello era sempre stato il suo posto preferito. Ogni qualvolta aveva qualcosa che la attanagliava, si rifugiava in quello che riteneva essere il luogo più sicuro al mondo. Protetta da quelle siepi altissime che ne avevano oscurato il cammino, da bambina si sedeva su quella larga tavola e cominciava a muovere le gambe, prendendo sempre più velocità, arrivando a toccare la chioma del grande albero. Chiudendo gli occhi, lei immaginava di poter toccare il cielo, e mentre si elevava verso l'alto, sospinta da una misteriosa forza, le sembrava che anche i pensieri e le preoccupazioni se ne volassero via, lasciando solo un senso di tranquillità.
«Vorresti davvero interrompere il matrimonio?» una voce la fece rallentare.
«Nonna!» esclamò lei, arrestando all'istante l'altalena, scendendo immediatamente per andare ad abbracciare la cara anziana.
«Immaginavo che ti avrei trovata qui. Ogni volta che ti portavo in questo parco, l'unico posto in cui volevi davvero stare, era questo!» disse la donna sorridendo. «Allora, quale è il problema? Lui ti ha dato motivo di voler interrompere le nozze? Ha fatto qualcosa di male coi suoi amici all'addio al celibato o in altre occasioni?»
«No!» esclamò lei sorpresa. «No, lui è perfetto, dolce e sensibile. Non potrebbe mai fare nulla di discutibile. Lui mi ama, e anche io lo amo». Pensò a quel ragazzo timido ed impacciato che aveva conosciuto quasi tre anni prima, e di come loro si erano piano piano avvicinati, diventando prima amici e poi teneri amanti. «No, lui è l'ultimo uomo al mondo che potrebbe mai fare qualcosa che potrebbe ferirmi... il problema sono io.» disse sconsolata.
«Sei sicura dei tuoi sentimenti?»
«Certo! Non potrei immaginare la mia vita senza di lui, ma ho paura di non essere all'altezza. Di avere preso una scelta troppo affrettata e di non averci dato il tempo di conoscerci ancora meglio e di viverci a sufficienza».
«A volte non basta una vita per conoscersi, e a volte bastano poche ore per aver già compreso la natura della persona che ci sta di fronte!» replicò l'anziana. «Capisco i tuoi dubbi, ma non devi lasciare che essi abbiano il sopravvento. È normale farsi prendere dall'ansia in una situazione come questa, stai per prendere una decisione definitiva per la tua esistenza, e questo può spaventare anche le donne più sicure, le coppie più stabili e consolidate.»
La ragazza si sedette su una delle antiche panchine in pietra lavorata, tirò su le gambe, avendo cura di non strappare il vestito, e si rannicchiò su sé stessa, come a voler tornare bambina, indifesa e pronta per essere coccolata e protetta dagli adulti che avrebbero risolto loro qualsiasi problema.
La donna prese posto accanto a lei, strofinandole la schiena dolcemente con la mano.
«Una volta conoscevo una ragazza che stava per sposarsi. Era giovane, più di te, ed era tanto spaventata dal matrimonio.» La sposa alzò lo sguardo incuriosita, rivelando gli occhi lucidi e pronti a rilasciare le lacrime trattenute a stento. «Il ragazzo che sarebbe diventato suo marito lo amava da molto tempo, ma lui sarebbe presto partito per la guerra, e non sapevano se mai sarebbe tornato. Lui voleva partire per servire la patria e proteggere i suoi cari, ma lei non voleva rischiare di perderlo...»
«E allora che fece?» la nonna le sorrise.
«Era sul punto di mandare tutto all'aria pur di costringere l'uomo che amava a salvarsi la vita, ma lui, capendo cosa le stava passando per la testa, le parlò, facendole capire quanto fosse importante quello che voleva fare, e quanto lei contasse per lui.»
«E si sposarono?» la nonna annuì. «E che ne è stato di loro? La guerra?»
«La guerra fu persa, ma lui poté tornare a casa, nonostante tutte le difficoltà, e riuscì a ritirarsi su e a condurre una bella vita con la sua amata. Nonostante le esitazioni e le difficoltà, i due hanno continuato ad aiutarsi e ad amarsi l'un l'altra, sostenendosi in ogni singolo aspetto della loro esistenza.» La giovane allora capì che la nonna si riferiva alla sua stessa esperienza, tradita soprattutto dalle sue stesse espressioni nostalgiche.
«Avere paura è normale, ma guarda dentro di te e chiediti “Lo amo davvero? Sono disposta a seguirlo ovunque lui voglia andare anche se non ho la certezza di nulla?”. Se risponderai sinceramente e in maniera affermativa, proprio come aveva fatto quella ragazza, allora non perdere tempo e vatti a sposare!».
La ragazza abbracciò allora la nonna, si tirò in piedi e le porse il braccio: «Mi accompagni? Non vorrei fare tardi.»
L'anziana le sorrise soddisfatta, si aggrappò alla nipote, e le due si avviarono verso l'uscita del labirinto, dove ad attenderle c'era il nonno che le aspettava quieto, all'ombra degli alberi maestosi del parco, accogliendole con un meraviglioso sorriso e gli occhi pieni d'amore che si posarono sulla sua sposa.
“Spero che un giorno possa ricevere anche io quello stesso sguardo”, pensò lei, mentre i tre si avviavano verso la sala cerimoniale.




Da lontano due figure osservavano silenziose la scena. Una era una donna anziana, l'altra una figura incappucciata.
«Di tutti i momenti, come mai hai scelto proprio questo?» chiese la figura celata.
«Ho scelto la mia felicità in questo giorno. Guarda tu stesso» disse indicando la sposa e lo sposo che uscivano dal tendone cerimoniale per dirigersi nel parco e scattare delle foto.
«E ne è valsa la pena?» chiese la figura. La donna ripensò a tutti i momenti vissuti insieme, belli e brutti.
«Ogni singolo istante.»
Da sotto al cappuccio nero, la donna, parve vedere un sorriso. La figura incappucciata allungò il braccio scheletrico verso di lei, come a invitarla ad appoggiarlesi.


«Pronta?» la donna annuì, e gli si aggrappò, pronta ad intraprendere un nuovo cammino.
«Mi permetterai di aspettarlo al varco?» senza emettere fiato, la figura nera fece un quasi impercettibile cenno col capo, e la donna sorrise serena, pronta a lasciare quel mondo che le aveva dato così tanto, con la certezza che quello non sarebbe stato un addio, ma solo un arrivederci.





 


L'angolo di Shera♥

Salve a tutti. Fa strano ripubblicare qualcosa dopo praticamente un anno.
Ho idee e progetti che mi trascino da molto tempo, tra cui due revisioni toste toste di long, ma il tempo sembra non esserci mai per la scrittura.
Il lavoro mi ha prosciugata delle energie, e scrivere è diventato un hobby al di fuori della mia portata.
Ho ripreso a cucire, e l'ultimo lavoro mi ha richiesto 8 mesi di tempo per completarlo, ed ora mi sto dedicando a dei sacchettini al punto croce come regali di Natale... scrivere rimane una delle cose che amo di più, ma non riesco a starci dietro, ci provo, e gni tanto sperimento. Questa è una commissione del mio ragazzo, la cui traccia era "Parla di una ragazza in procinto di sposarsi e dei pensieri che ha mentre passeggia in un giardino, sulla spiaggia o in un posto a mia scelta).
Ho cambiato lavoro 4 mesi fa, e ancora, nonostante sia un part-time, non mi sono del tutto inserita. Cucire mi aiuta a scaricare, scrivere purtroppo mi richiede più energie di quelle che non ho.
In più, a breve, cominceremo la ricerca della casa, quindi avrò la testa ancora più altrove.

Ma prima o poi tornerò per davvero. Lo giuro.

Spero che la storia vi sia piaciuta, aspetto commenti e critiche.
A presto


Shera

 
  
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