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Autore: Hookina90    07/09/2018    0 recensioni
Dopo una grossa perdita Amy decise di abbandonare la sua città, i suoi amici e il suo lavoro. Durante il suo viaggio però si imbatterà in una piccola cittadina con abitanti particolari dove conoscerà persone che le cambieranno la sua vita, ma il passato quando meno se lo aspetta la riuscirà a trovare di nuovo. Dovrà fare scelte difficili e dolorose.
Cosa farà alla fine Amy? Starà legata al passato o si farà una nuova vita?
____________________
Piccolo estratto del primo capitolo
Seguì Mr Gold in silenzio verso il suo negozio. Ci mettemmo poco ad arrivare. Notai subito che dentro c’era un sacco di roba e molti oggetti erano anche molto interessanti perché sicuramente ognuno di loro avrà una proprio storia. Sembrava una di quelle botteghe di antiquariato o di mercatino dell’usato.
“Bene, ora può parlare”, affermai determinata.
Ero curiosa di sapere perché lui si comportasse così nei miei confronti. Ero una persona normale o almeno non credevo di spaventare al tal punto le persone.
“Ok, come si chiama tuo padre?” , domandò girandosi verso di me.
“Bobby Singer, perché?”
“No, intendo il nome del tuo padre biologico?”, chiese lui serio.
IN REVISIONE
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Baelfire, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire, Signor Gold/Tremotino
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6: The past always comes back





7 Dicembre 2014

Quella mattina decisi di non restare in casa. Aveva ragione Hook non potevo continuare a rimanere rinchiusa in una camera, così andai da Belle per vedere come stava e farle un po’ di compagnia. Stava sempre male, però con il tempo e con il nostro appoggio sarebbe riuscita ad andare avanti. Ce l'avremmo fatta tutti quanti.
Stavamo bevendo un tea quando all’improvviso Belle mi disse: “Con tutto quello che è successo mi sono dimenticata di darti una cosa. Mentre eravate sull’isola che non C’è ho fatto pulizia nell’ufficio dello sceriffo e ho visto per caso questo cellulare in uno dei cassetti della scrivania di Emma, credo sia tuo”
“Grazie Belle”, ammisi dopo che lo presi.
In questo mese non ne avevo avuto bisogno perchè non volevo avere nessun contatto con il mio vecchio mondo e poi con tutta quella confusione provocato da Pan l’avevo del tutto scordato. Era ovviamente spento perchè si era scaricato.

Dopo essere uscita dal negozio e aver salutato Belle andai nella mia camera per cercare un caricatore. Nel disordine dell’armadio  dopo dieci minuti lo trovai e lo misi subito  in carica lo accesi. Sullo schermo vidi che avevo ricevuto vari messaggi vocali. Le mani mi stavano tremando. Non sapevo che cosa potessero contenere. Non sapevo chi li avesse lasciati. Avevo un po’ di paura ad ascoltarli. Avevo anche pensato di chiamare Hook per avere il suo sostegno, ma non volevo disturbarlo per una sciocchezza simile quindi alla fine  decisi di farlo da sola. Premetti il tasto sul cellulare e li ascoltai.

Primo messaggio: Amy sono Sam ti ho provato a chiamare varie volte. Capisco che stai male, però fatti sentire almeno per sapere se sei ancora viva 

Secondo messaggio: Amy non so dove sei , ma se senti questo messaggio richiamami perchè ho bisogno di vederti urgentemente. Ti devo parlare di Dean….. E’ vivo.
 

Erano poche parole, ma erano riuscite comunque ad annientarmi. Era vivo. Non era possibile, non avevamo trovato nessun modo per salvarlo. Come avevano fatto a farlo tornare dal mondo dei morti? Come avrei dovuto affrontare questa notizia ora che avevo deciso di voltare pagina ed ero riuscita a tagliare quella corda che mi legava a lui e a quella vita? 
Il mio passato era appena ricomparso e sapevo che se li avessi rivisti mi avrebbero chiesto di ritornare al covo con loro, però nonostante volessi stare con i due fratelli e con soprattutto con lui  non volevo catapultarmi di nuovo nella vita da cacciatrice. Io volevo stare a Storybrook perché avevo trovato la mia famiglia e degli amici e soprattutto non rischiavo la vita ogni volta che uscivo per qualche caso. A Storybrook c’era la pace. Volevo stare con loro, ma contemporaneamente volevo rimanere in questa pacifica città. Ero nervosa. Era una situazione complicata. Ero divisa in due.
 
Che cosa potevo fare?

Questa domanda stava rimbombando nella mia testa mentre camminavo incessantemente nella mia stanza. Ero nervosa. Avevo bisogno di parlarne con qualcuno prima di prendere una decisione. Decisi di chiamare Bea perchè sarebbe stato imbarazzante discuterne con Hook soprattutto ora che sapevo i suoi veri sentimenti. Decifrai il numero di Bea e qualche secondo dopo mi rispose.
"Pronto?", domandò lui interdetto
"Bea sono io. Ho ritrovato il mio cellulare"
"Ah finalmente sei tornata nel mondo moderno dove ci si può parlare con i telefoni!", rispose lui ironico.
"Sei veramente divertente, ma ora ho bisogno di un consiglio dal mio fratellino preferito!", affermai con un tono di voce leggermente agitato
"Che cosa è successo?", domandò lui cambiando tornando serio.
"Oggi ho ritrovato il mio cellulare e c'erano due messaggi vocali...uno diceva che Dean...era vivo...Bea non so che cosa fare!", spiegai turbata sdraiandomi sul letto.
"Scusa Amy ma non era morto? Come fa a essere vivo?", chiese lui perplesso.
"Non lo so come siano riusciti a farlo risorgere questa volta...il punto è che non so che fare. Li devo chiamare e se mi chiedessero di tornare con loro? Io non voglio lasciarvi, ma non posso non tornare da loro..da lui", risposi angosciata mettendomi il braccio libero sopra gli occhi.
"Di nuovo? Quante volte è morto scusa?", chiese scioccato. In effetti non avevo raccontato questa parte della mia storia e forse per chi non era esperto del mondo del soprannaturale potrebbe sembrare strano morire e tornare in vita soprattutto se succede più di una volta.
"Un paio di volte. Ti prometto poi ti spiegherò che cosa è successo in passato, però ho bisogno di un tuo consiglio perchè sto crollando. Sono spezzata in due..."
"Beh capisco sei divisa tra Dean e Hook...effettivamente non è una situazione semplice..."
"Che cosa c'entra Killian? Io stavo parlando di un'altra scelta. Storybrook con la mia famiglia o Kansas con i due fratelli e la vita da cacciatrice...", affermai grave. Hook non era il mio primo pensiero, ma Bea si era fissato e non perdeva l'occasione per ripetere il suo pensiero.
"Certo non c'entra...comunque Amy segui il tuo cuore. Io starò sempre al tuo fianco qualsiasi scelta farai  Se preferisci tornare alla tua vecchia vita io troverò un modo per venirti a trovare, anche se voglio essere sincero con te il tuo lavoro potrebbe causarmi un po' d'ansia", replicò lui cercando di rincuorarmi.
"Nonostante la vita da cacciatrice effettivamente è stimolante, ora ho bisogno di pace e soprattutto non voglio rischiare più la vita. Hai perso papà non voglio che tu perda anche me...", ribattei io abbassando il braccio e iniziando a fissare il soffitto.
"Allora vedi hai già la risposta...però Amy io lo chiamerei anche perchè ti eri ripromessa di farla quella telefonata...Loro capiranno la tua scelta. Non ti preoccupare"
"In effetti hai ragione. Grazie Bea!"
"Non mi devi ringraziare. Io ci sarò sempre, lo sai. Amy però appena ci vediamo voglio sapere tutta la storia delle varie morti del tuo ragazzo perchè sono molto curioso!", asserì lui divertito.
"Ci sto!"
 
Dopo la chiacchierata con Bea decisi di chiamarli e avrei trovato un modo per rendere felici sia me che loro. Ce la dovevo fare. Non potevo e non sarei riuscita dopo questi messaggi a dimenticarli senza sentirmi in colpa.
“Sam sono io Amy. Ho sentito ora i tuoi messaggi. Cosa è successo?”, chiesi angosciata.
"Ciao Amy, grazie a Dio sei viva. Meglio parlarne a voce, dove sei ora che ti raggiungo”
“Ciao Sam. Mi trovo A Storybrook nel Maine.”
“Ok parto fra poco, dovrei arrivare domani mattina”
“Ci vediamo però al confine”, risposi seria.
“Va bene a domani”
Dopo il mio arrivo Regina decise di fare un incantesimo più potente per proteggere Storybrook. Era diventata invisibile, per questo avevo deciso di vedere Sam al confine. Avrei avvisato comunque Regina e Emma. Non volevo che si spaventassero se li dovessero vedere in giro. Non avrei specificato la loro identità, anche perchè dopo la mia confessione sull'Isola che non C'è non sapevo come giustificare la presenza di un morto nella loro cittadina.
 
8 Dicembre 2014

Ero nervosa. Erano da mesi che non lo vedevo e mi era mancato molto.  Non mi ero fatta più sentire perché sapevo che se lo avessi chiamato sarei stata tentata a tornare indietro e non avevo le forze di ritornare alla mia vecchia vita e al covo dove era impregnato di ricordi con Dean. Sapevo però che con questo mio comportamento avevo ferito Sam e mi sentivo un’egoista. 
Sam arrivò poche ore dopo l'alba con la stupenda Impala nera. Si fermò al confine come avevo richiesto e scese dalla macchina, ma  quello che vidi mi pietrificò. Non mi ero preparata psicologicamente. Davanti a me c’erano sia Sam che Dean. Percepii una miriade di emozioni esplodermi nel mio esile corpo. Felicità, commozione, paura, ansia e senso di colpa.
Qualche lacrima cominciò a rigarmi il viso, ma mi trattenni. Non volevo mettermi a piangere. Dovevo essere forte anche se le gambe continuavano a tremare. Ero così emozionata che non riuscii a fare nemmeno un passo. Rimasi ferma a vedere i due fratelli venire verso di me.
Il primo che si avvicinò fu Sam, lo abbracciai subito. Lo avevo abbandonato e questo non sarei riuscita mai a perdonarmelo. Dovevo mantenere i contatti senza sparire. Non dovevo farlo preoccupare. Avevo sbagliato. 
Dopo aver sciolto l'abbraccio si fece poi avanti Dean. Sentii le sue braccia intorno alla mia vita. Mi diede un dolcissimo bacio a stampo. Non appena si allontanò le sue sue labbra dalle mie appoggiai la fronte sul suo petto per un tempo che mi era sembrato infinito. Sentii di nuovo il suo profumo che mi ricordava un miscuglio di fragranze da quella della betulla bagnata dalla pioggia primaverile a quello del legno di cedro. Era lo stesso odore che sentivo ogni volta che andavo a fare una passeggiata nel bosco di Storybrook. Mi stava inebriando. 
Nonostante fossi contenta di averlo di nuovo vicino a me sentivo che la situazione non era più come era prima. Si era spezzato qualcosa o forse ero io che mi stavo preoccupando per nulla.
 “Ciao ragazzi, mi siete mancati”, affermai con gli occhi lucidi non appena Dean tornò al fianco del fratello.
“Anche tu ci sei mancata. Pensavamo fossi morta”, affermò Sam mestamente.
"Scusa …lo so avrei dovuto chiamarti…ma sono successe un po’ di cose…”, ammisi mestamente ripensando a quello che avevo trovato, ma anche a quello che avevo perso.
“Che è successo?”, domandò Dean preoccupato appoggiando una mano sulla mia spalla
“Meglio parlarne da un’altra parte. Se avete fame potremmo andare in un posto dove fanno delle lasagne deliziose e hanno anche la tua torta preferita, Dean”, risposi sforzandomi di fare un lieve sorriso
“In effetti ho un certo languorino…”, ammise Sam divertito
“Ok andiamo …”
Li portai da Granny. Tutti si girarono ad osservarli non appena entrarono nel locale. Li stavano analizzando per capire se potevano continuare a mangiare tranquilli o iniziare a preoccuparsi per un ipotetico nuovo pericolo. Feci un gesto per far capire che erano con me e quindi potevano tranquillizzarsi. Subito dopo tutti tornarono a mangiare e parlare in serenità.
“Amy questi bei ragazzi sono amici tuoi?”, domandò Granny pimpante come sempre
“Si esatto. Ho detto che qui si fanno le lasagne migliori”, risposi facendo l’occhiolino
“Siete fortunati ci sono ancora due porzioni. Volete altro?”, chiese gentilmente guardando prima Sam e poi Dean
“Una fetta di torta”, ribattè lui sorridendo
“Le vostre ordinazione arriveranno fra poco. Se volete potete sedervi ai tavoli. Ah Amy a te porto il solito?”, chiese Granny dopo aver segnato l’ordine dei due fratelli su un foglio
“Si, si grazie”
Ci mettemmo al tavolo vicino alla porta, l’unico libero. Il locale era praticamente pieno. C’erano i sette nani, Snow e Charming  e altri abitanti della Foresta Incantata. C’era un atmosfera allegra. Erano tutti così felici. Erano riusciti ad andare avanti. Loro non sentivano il peso della morte di Rumple. Li potevo anche capire perchè mio padre con loro non si era comportato in modo corretto. Li aveva manipolati, usati e terrorizzati per il suo scopo cioè trovare Bea e me.
“C’è una bella atmosfera. Mi piace come cittadina. E’ molto pittoresca e fiabesca”, affermò Sam dopo un paio di minuti interrompendo i miei pensieri
“Hai ragione. Sono tutti così cordiali e gentili. Si conoscono tutti. C’è molta pace.”, ribattei io evitando di soffermarmi sul “fiabesco”. Era meglio spiegare quella parte non appena saremmo andati nella mia stanza.
Stavo mangiando il mio  hamburger con bacon quando a un certo punto vidi entrare Hook. Era l’unica persona che non volevo vedere oggi. Non volevo di certo far incontrare il mio ragazzo con il mio amico che era innamorato di me. Sarebbe stato una catastrofe.
“Ciao Amy. Come va oggi?”, chiese lui non appena mi vide, però la sua espressione cambiò non appena notò i due fratelli e poi aggiunse con tono più serio: “Vedo che sei in compagnia. Non ti disturbo ci vediamo dopo”
“Tu chi saresti?”, domandò Dean mentre lo stava osservando.
“E’un mio amico Dean!”, risposi io velocemente.
“Amico… ok…”, ribattè lui voltandosi di nuovo verso di me.
“Dean non cominciare. Io sono Sam, un amico di Amy. Piacere di conoscerti”, disse Sam gentile allungando la mano per stringere quella di Hook poi aggiunse: “Bello l’uncino. Mi piacerebbe sentire la sua storia”
“Un giorno…Quindi lui è il ragazzo che era…”, affermò Hook sorpreso girandosi verso di Dean. Notai subito che Dean stava fremendo. Potevo solo immaginare che cosa stesse pensando. Ora però non era ne il momento ne il posto adatto per discutere di questioni amorose.
"Si è lui Killian…Ti prometto che dopo ti vengo a trovare e ti racconto tutto”, ammisi gentilmente dopo essermi alzata e andata verso di lui. Cercai solo di convincerlo gentilmente.
“Ok va bene. Vado a farmi una passeggiata”, disse prima di uscire dalla locanda. I suoi occhi erano un libro aperto. Era evidente che stava soffrendo perchè sicuramente avrà pensato che l'avrei messo da parte o che avrei lasciato Storybrook.
“Quanto siete intimi voi due?”, domandò Dean grave non appena mi risedetti di fronte a loro.
“Siamo solo amici Dean! Ora non voglio di certo discutere per questo!”, affermai seria.
“Calmatevi entrambi. Vi siete appena rivisti”, ribadì Sam cercando di calmare le acque.
“Lo hai visto anche tu come la guardava!”, ribattè  lui spingendo in avanti il piatto con ancora un pezzo della fetta di torta.
“No, Dean. Possiamo parlare di altro! Amy forse è meglio andare nella tua stanza!”, ribattè Sam ormai all’estremo delle forze mentre si alzava.
“Si hai ragione!”
Andammo subito in camera che avevo riordinato prima di uscire. Dean ed io ci sedemmo sul letto mentre Sam rimase in piedi affianco alla finestrra. Dovevo risolvere subito la questione di Hook perchè sapevo che Dean non si sarebbe arreso fino a che non avrebbe capito cosa stava succedendo veramente, anche se Dean aveva già capito tutto. Bea effettivamente mi aveva fatto presente che Hook molte volte mi guardava con occhi “sognanti" e si capiva subito che era innamorato di me. Questo era un motivo per cui non volevo che si incontrassero. Avevo scelto di andare da Granny perché non ci andava quasi mai se non con me. Preferiva stare al molo dove poteva osservare il mare oppure venire nella mia camera.
“Prima di cominciare, voglio risolvere subito la discussione di prima. Killian ed io siamo solo amici. Lui da quando sono arrivata a Storybrook è stato sempre al mio fianco. Ogni volta che ho bisogno di aiuto lui è presente. Ogni volta che sto male lui mi consola. Lui crede in me e mi ha anche salvato anche la vita, quindi non voglio che lo attacchi Dean!”, spiegai cercando di rimanere calma.
“Ti ha salvato la vita?”, chiesero in coro spaventati.
“Si ehm si… per spiegarlo…però prima devo raccontarvi tutta la storia”, spiegai incrociando le gambe. Faceva ancora male pensare alla nostra avventura sull'Isola che non C'è perchè il dolore della perdita di mio padre era sempre presente.
“Racconta poi noi ti diciamo che è successo a noi”, affermò Sam dolcemente
 “Dopo un paio di settimane dalla tua morte non riuscivo a restare più nella nostra casa. C’erano troppi ricordi. Ogni cosa mi faceva venire in mente il tuo viso il tuo odore… Era diventato troppo doloroso così decisi di andarmene.
All’inizio passavo il novanta per cento del tempo nei bar a bere, però una sera dopo il solito drink salii in macchina e incominciai a guidare per mete sconosciute, dormendo poco e niente e vivendo solo di panini e alcool.
Un sera però decisi di fermarmi per riposarmi e mangiare qualcosa di commestibile. Stavo per oltrepassare il confine quando mi sono deconcentrata. E’bastato  un solo secondo. Non appena ritornai a guardare davanti  vidi che c’era una persona in mezzo alla strada così….  investì Killian”
“Lo hai investito?”chiese Sam sbigottito interrompendomi.
“Si, per fortuna che stiamo entrambi bene. Non abbiamo avuto ferite gravi, infatti siamo rimasti ricoverati solo una settimana. All’inizio la mia idea era rimanere solo per qualche giorno per recuperare le ore di sonno, però poi successivamente sono venuta a sapere che qui c’era il mio vero padre biologico”
Si immobilizzarono. Entrambi rimasero sorpresi da questa informazione perchè sapevano che cosa provavo per lui. La rabbia che era cresciuta in me con il passare degli anni e il dolore che avevo provato per la sua assenza.
“Lui è qui? Stai bene?” chiese Sam preoccupato. Dean invece mi cinse con un braccio e mi appoggiai la mia testa sulla sua spalla. Mi erano mancati questi momenti, anche solo sentirlo al mio fianco. Ora però avremmo potuto recuperare il tempo perduto.
“Non più.. E’ morto un paio di settimane fa..”, affermai mestamente.
“Mi dispiace Amy, almeno hai avuto la possibilità di parlargli?”, domandò Sam dispiaciuto.
“Si ci avevo iniziato a legare. Mi ha più o meno detto perché mi aveva abbandonato”, affermai titubante. Loro erano a conoscenza del fatto che avevo cercato di capire il motivo per molto tempo prima però di arrendermi e speravo che comprendessero pure loro il motivo e non cercassero di attaccarlo.
“Cioè?” chiese più dolcemente Dean
 “Beh non era una persona molto buona, quindi non voleva che crescessi con lui”, spiegai rimanendo sul vago. Non volevo andare nello specifico almeno per il momento.
“E’ un criminale?”, domandarono entrambi allibiti. Non volevo sapere che cosa avessero pensato in quel momento, forse era meglio raccontare tutta la storia per evitare dei fraintendimenti.
“Non proprio, per spiegarvelo devo dirvi prima un’altra cosa.   Questa città in realtà è diversa dalle altre perchè qui ci vivono i personaggi delle favole ed esiste la magia. Loro prima vivevano tranquillamente nella foresta Incantata dove sono nata pure io, ma a causa di un sortilegio sono stati poi tutti trasferiti qui a Storybrook”
“Favole? Intendi SnowWhite ,Cindarella”, chiesero dubbiosi.
“Esatto. Mio padre è Rumple detto il DarkOne”
“Rumple intendi quello che fa i patti?” chiese Sam incerto. Era ovvio che lui avrebbe capito subito la sua storia perchè era un ragazzo molto intelligente e soprattutto leggeva molto. Amava i libri e spesso quando non dovevamo cacciare andava nelle biblioteca pubbliche o la nostra del covo a sfogliare volumi di varie dimensioni
“Si, diciamo che non ha fatto cose belle….anzi..però ora..cioè prima di morire  stava cercando di cambiare per noi. Sto ancora soffrendo per la sua perdita. Mi manca così tanto...avrei voluto passare più tempo con lui”, affermai tristemente abbassando lo sguardo. Sentii subito la sua mano sulla schiena che cercava di consolarmi però senza proferire parola.
“Mi dispiace Amy”, dissero entrambi poi però Dean qualche minuto dopo aggiunse in tono canzonatorio: “E il tuo amico chi è?”
 “E’ Captain Hook, anche se il suo vero nome è Killian Jones”, affermai seria. Notai che il anche il suo sguardo si era incupito. Non mi piaceva questo suo comportamento. La dolcezza che aveva avuto fino ad un attimo prima sparii di nuovo. Quello che avevo davanti non era Dean che conoscevo io. C’era qualcosa di diverso. Il marchio lo aveva cambiato e sicuramente stava peggiorando.
“Non era meglio fare amicizia con Pan” rispose freddamente.
“Come puoi solo pensare una cosa del genere?” gli urlai in faccia alzandomi in piedi andando verso la finestra, fuori gli alberi erano pieni di neve che piano piano si stava sciogliendo. 
Il solo pensiero di mio nonno mi faceva ribollire il sangue. Lo odiavo con tutta me stessa. Mi aveva portato via mio padre. Aveva rapito Henry e Bea. Aveva ucciso il fratello di Hook. Se fosse ancora vivo sicuramente gli avrei dato la caccia. 
Il mio animo fu investito da un miscuglio di emozioni che stavano tornando di nuovo a galla. Rabbia. Tristezza. Senso di colpa. Ero riuscita per poco a seppellirle anche grazie a Hook, invece ora mi era tornata in mente la scena della morte di mio padre.
“Mi spieghi perché hai reagito in questo modo?”, chiese Dean inquieto seguendomi.
“Pan… non è come pensi”, risposi abbassando lo sguardo e stringendo le mani a pugno così forte che sentì le unghie graffiarmi la pelle.
“Spiegati meglio!”, ribattè Sam mentre si stava avvicinando pure lui. Erano entrambi preoccupati. Lo sentivo, però avevano toccato un tasto che era ancora dolente.
“E’ stato Pan la causa della morte di mio padre”, affermai girandomi con gli occhi lucidi.
“Peter Pan ha ucciso tuo padre?”, domandarono scioccati.
“Non sempre la realtà è uguale a quelle delle favole. Pan è crudele, mentre Hook non lo è, anzi è molto più buono di quanto possiate pensare!”, ammisi con più calma.
“Mi dispiace Amy per essere stati prevenuti. Non volevamo causarti altro dolore, vero Dean?”, disse Sam dispiaciuto voltandosi verso il fratello.
“Si scusami Amy”, replicò lui più calmo appoggiando una mano sulla spalla.
“Invece come sei riuscito a tornare in vita?” domandai qualche minuto dopo per cambiare discorso.
“Giusto è il nostro turno", affermò Sam grave appoggiandosi alla parete accanto al comodino poi aggiunse voltandosi verso di me che nel frattempo ero tornata sul letto insieme a Dean: "Un paio di giorni dopo la tua partenza il corpo di Dean era scomparso trovai solo un suo biglietto dove c’era scritto di lasciarlo andare. Provai a chiamarti, ma non mi rispondevi così iniziai da solo a cercarlo interrogando i demoni senza risultati. Un giorno però mentre stavo interrogando un ragazzo per un caso, in un video di sorveglianza vidi Dean… con gli occhi neri..”
“Sei un demone?”, domandai allarmata voltandomi verso di lui. Sbiancai. Era il suo peggior incubo diventare demone e io l’avevo lasciato nel momento peggiore. Ero scappata. Dean notando il mio stato d'animo turbato mi strinse la mano cercando subito di tranquillizzarmi. Lo faceva sempre. Il suo lato tenero era tornato. Sembrava come se avesse due personalità. Ero preoccupata, ma avrei fatto qualsiasi cosa per far tornare il ragazzo di cui mi ero innamorata.
"Si lo era. Ora no..non più tranquilla. Cass e io abbiamo provato a farlo tornare umano e dopo vari tentativi alla fine ci siamo riusciti”, rispose cercando di rassicurarmi.
“Mi dispiace Sam. Averti lasciato da solo con questi problemi non è stato giusto. Mi sono comportata da vera egoista”, ammisi tristemente, poi mi volsi verso Dean e gli dissi: “Mi dispiace avrei dovuto continuare a combattere”
“Non ti preoccupare, hai avuto altre difficoltà da affrontare”, rispose dolcemente Sam.
“Non ti devi incolpare, anche se avremmo preferito almeno sapere che eri viva. Ci siamo preoccupati molto”, ribattè Dean stringendomi di più a lui.
“Dobbiamo trovare un modo per toglierti quel marchio . Non voglio che la tua anima si oscuri ancora di più!”, affermai decisa incrociando il mio sguardo con il suo. Ora sicuramente non sarei rimasta inerme, avrei fatto qualsiasi cosa per lui. Non potevo abbandonarlo di nuovo.
“A quello ci stiamo già pensando..però ora voglio farti una domanda Amy. Una domanda che mi sono posto fin da quando ci hai telefonato”, asserì serio Dean.
“Cosa?”
“Che vuoi fare ora? Starai qua o tornerai con noi?”, domandò secco.
“Sinceramente …vorrei stare con voi, ma ormai la mia vita è qua. Non posso più affrontare la vita da cacciatrice. Non posso far preoccupare mio fratello e mio nipote, ma questo non toglie che non vi aiuterò nelle ricerche per rimuover il marchio da Dean...”
“Hai anche un fratello ?”, chiesero insieme interrompendomi.
“Si e si chiama Bea ed è più grande di me. Mi ci sono affezionata subito. E’ testardo, molto diretto, ma anche dolcissimo. Vorrei farvelo conoscere, ma oggi è andato a fare un pic nic con la sua fidanzata e suo figlio”
“Non riusciremo a vederci…”, disse Dean ignorando quello che avevo appena detto.
“Beh un modo lo troveremo. Non posso obbligarti a lasciare il tuo lavoro perché lo sappiamo entrambi che non riusciresti a farlo e lo stesso vale per me!”, dichiarai appoggiando una mano sul suo petto cercando di guardarlo negli occhi anche se aveva abbassato lo sguardo.
“Va bene”, ribadì lui prima di darmi un bacio a stampo e poi voltandosi verso Sam aggiunse: “Possiamo andare!”
“Dean aspetta…”. Non finii la frase che era uscito dalla stanza.
“Mi dispiace Amy, ma non vedeva l’ora di vederti e sperava di riportarti a casa per poter stare di nuovo con te….”, ammise lui prima di abbracciarmi.
“Lo so, anche io vorrei stare con lui te lo giuro…però non voglio nemmeno abbandonare mio fratello e poi potete venire a trovare quando volete, io come ho già detto prima cercherò delle informazioni sul marchio”, dissi io accarezzando il braccio di Sam.
“Va bene Amy. Scusa se siamo rimasti poco, ma dobbiamo finire un lavoro. Noi ti terreno aggiornati e non appena saremmo più liberi verremo di nuovo a Storybrook, te lo prometto”
“Grazie Sam!”
Se ne era andato via subito, non avevo nemmeno avuto l’opportunità di ribattere e neanche di salutarlo bene. Non lo vedevo da mesi avrei voluto stare di più con lui. Mi sarebbe piaciuto stare di nuovo nello stesso letto uno vicino all’altro avvolta dalle sue forti braccia. Sentire la sua pelle sulla mia. Respirare il suo profumo, invece era diventato così freddo e distante. L’avevo notato fin da subito che non era più lo stesso Dean a cui avevo detto addio mesi fa. Era sicuramente colpa del marchio e per questo che avrei fatto delle ricerche perché non potevo abbandonarlo di nuovo. Avrei sfogliato qualsiasi libro presente in questa cittadina e avrei recuperato anche il mio vecchio computer. Glielo dovevo.
 
Circa un anno fa
 
“Devo andare via da solo”, disse subito dopo la discussione con Sam
“Vengo con te”, ammisi seria seguendolo in camera nostra.
“No Amy. Meglio se non stai vicino a me…perché potresti morire. Io sono un veleno”, replicò fermandosi di colpo e girandosi verso di me
“Lo sai che questo non è vero e poi so badare a me stessa”, affermai alzando la voce. Non capiva che mi stava ferendo con questo suo comportamento. Mi stava respingendo. Mi aveva messo da parte. Non voleva coinvolgermi, mentre io volevo stare al suo fianco. Lo volevo supportare, invece aveva messo uno dei soliti muri.
“Non mi farai cambiare idea”, disse determinato. Notai un velo di tristezza nei suo occhi verdi, poi si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio: “Tieni d’occhio Sam” . Non ebbi il tempo di ribattere che mi diede un tenero bacio e poi se ne andò via subito portando con se la sua borsa.
“Tornerà Amy. Torna sempre lo sai”, ammise Sam avvicinandosi a me.
“Lo so. Ha bisogno di una pausa, ma mi ferisce ogni volta che reagisce in questo modo. Vorrei che non mi mettesse da parte, però Sam quello l’ha fatto perché ti vuole bene”
“Sai come la penso”, disse in modo freddo.
“Lo so, ma io la penso come Dean”, risposi a tono.
“Già...”

Nei giorni successivi non ricevetti nessuna telefonata di Dean così provai a chiamarlo, ma non mi rispondeva. Iniziai a preoccuparmi perché di solito quando se ne andava si faceva almeno sentire. Non sapevo proprio cosa fare e Sam non era d'aiuto perchè non eravamo proprio in buoni rapporti. Lui continuava ad essere arrabbiato con Dean e io continuavo a difenderlo. Non riuscivamo a trovare un punto d incontro. Dean gli aveva salvato la vita, però lui non lo accettava perché era ormai disposto a morire, mentre Dean non voleva arrendersi. Alla fine Dean prese la decisione al posto suo, ma l’aveva fatto perché era suo fratello e gli voleva bene.
Una mattina stavo per provare a chiamarlo di nuovo quando entrai in camera e Dean era seduto sul nostro letto.

“Dean…sei tornato”, dissi sorpresa avvicinandomi a lui. Ero contenta di rivederlo e soprattutto che era vivo e senza ferit gravi, ma ero ancora infastidita dal suo comportamento.
“Si..Sam ed io abbiamo lavorato un caso insieme”, ribattè lui sedendosi sul letto
“Quello del lupo mannaro?”
“Si..quindi ho deciso di tornare”
“Non potevi rispondere alle mie chiamate oppure telefonarmi?”, domandai arrabbiata e preoccupata sedendomi vicino a lui.
“Non ce la facevo…se ti avessi chiamato mi sarebbe venuta la voglia di tornare da te e non potevo perché avevo una cosa da fare”, spiegò lui grave fissando la porta
“Che cosa?”, chiesi agitata. Ero inquieta perché ogni volta che stava così male si comportava da vero incosciente. Faceva sempre delle vere pazzie e stavo sperando che non avesse fatto qualche cavolata o almeno niente di grave.
“Un patto”, rispose laconicamente 
“Che tipo di patto?”, ridomandai sempre più angosciata.
Lui si alzò la manica e notai un simbolo marchiato sulla sua pelle. Avevo paura di sapere di cosa si trattasse. Sapevo che non dovevo lasciarlo andare via da solo.
“Grazie a Crowley ho incontrato Caino e attraverso un patto mi ha passato questo marchio”
“Aspetta ti sei fidato di Crowley? L’hai fatto senza chiedere le conseguenze? Perché?”, domandai alzando il tono di voce. Lo sapevo aveva appena fatto una cavolata gigantesca.
“L’ho fatto solo per riuscire ad uccidere Abbadon” proferì lui a tono voltandosi verso di me
“Solo per questo? Tu ti sei preso quell’affare senza sapere il prezzo da pagare? Ti sei rincretinito?”, richiesi furiosa alzandomi dal letto e iniziando ad andare avanti e indietro.
“E’ un cavaliere Amy. Dobbiamo ucciderla e se per farlo devo avere questo marchio lo accetterò”, rispose a tono
“Ma ti senti quando parli? Potrebbe portarti verso l’oscurità e questo solo per ucciderla…potevamo trovare un altro modo!”, dissi fermandomi e urlandogli contro.
“Quale scusa?”, domandò digrignando i denti
“Un modo lo avremmo trovato….come abbiamo sempre fatto!”
“Non c’è altra soluzione” replicò lui freddo.
“Non lo puoi sapere …Capisco che ti senti ferito dalle parole di Sam, ma questo non vuol dire che ti devi comportare da incosciente!”affermai frustata.
“Cosa c’entra ora Sam?”, domandò lui irato.
“Dean mi reputi un’idiota?  Secondo te non ho capito che stai male per quelle parole?”
“No Amy non c’entra”, rispose  lui duro alzandosi dal letto
“Si va bene, vuoi tenerti dentro tutto come sempre, fallo! Ora però dobbiamo capire che cosa può causare il marchio e la prossima volta prova a pensare prima di agire …perché non voglio rischiare di perderti di nuovo”, affermai seria. Era il solito cocciuto che non voleva aprirsi. Era difficile per lui aprire il suo cuore e certe volte pure per me non era semplice sciogliere la barriera di ghiaccio con cui difendeva il suo cuore
“Amy non mi perderai tranquilla”, rispose più dolcemente.
“Non lo puoi sapere…perché non hai chiesto il prezzo”, affermai cupa.
“Amy guardami non ti lascerò più”, ribadì mettendomi una mano sulla guancia
“Lo spero..


Quella giornata era stata dura da affrontare. Io ero veramente arrabbiata con lui perché non riusciva a capire l’errore che avesse fatto. La discussione però aveva ripreso anche dopo con l’arrivo di Sam. La lite con il fratello era stata ancora più feroce. Era stato un incosciente e non lo voleva capire. Sam non mi aiutava perché era ancora in rottura con il fratello. 
Io l’unica cosa che sapevo che nonostante il suo errore lo avrei aiutato a qualsiasi costo, anche se alla fine poi come avevo previsto fin dall’inizio lo persi tra le braccia.

Qualche giorno dopo aver saputo che cosa aveva fatto scoprii che il marchio poteva funzionare solo avendo la prima lama e che ti poteva lentamente avvelenare. Lo avrebbe condotto verso l’oscurità e avrebbe desiderato sempre di più la voglia di uccidere. Provammo in tutti i modi di non farlo cedere, ma era stato difficile. Molto spesso però vedevo che era avvolto dall'oscurità e sembrava diverso dal solito. Per questo motivo dopo la chiacchierata con Bea riuscivo a capire che cosa stava passando mio padre. La situazione era molto simile, anche se a mio padre piaceva avere il potere quindi era molto più influenzabile, ma sapevo che ci stava veramente provando a rimediare ai suoi errori e stava cercando di non crollare.
Stavo per andare a trovare Hook quando sentii bussare alla porta. Non appena la aprii mi ritrovai davanti Sam e sembrava molto agitato. Ora che cosa era successo? Cosa aveva combinato Dean?
“Amy non riesco a trovare Dean. Non mi risponde nemmeno al cellulare”, affermò Sam preoccupato.
“Ok ti aiuto a trovarlo. Dove l’hai cercato?” , chiesi inquieta prima di prendere la giacca. Era forse più sconvolto di quanto avessi pensato. Ora dove sarà andato? Perchè era scappato senza aspettare Sam?Perchè mi doveva sempre far preoccupare?
“Ho fatto un giro per la città, sono andato nella locanda di prima e poi sono tornato alla macchina, ma niente...”
“Ok, forse è nel bosco, però prima semmai chiedo alla centrale se qualcuno di loro l’ha visto”, affermai mentre chiudevo la porta della camera a chiave.
“Va bene”, disse agitato.
Non appena arrivammo in centrale facemmo vedere la foto a Charming e poi andammo anche nel negozio di Gold per farla vedere a Belle, ma nessuno di loro lo aveva visto. Dove era finito? Speravo solo che fosse rimasto entro il confine.
Decidemmo di andare a controllare nel bosco quando. Stavamo percorrendo la strada principale di Storybrook quando sentii urlare il mi nome. Mi girai e vidi che Charming stava correndo verso di noi.
“Sappiamo dove si trova quel ragazzo” aserì lui non appena fu di fronte a noi.
“Dove?”, chiedemmo entrambi in coro.
“Leroy ci ha detto che ha appena visto un ragazzo nuovo dalla nave di Hook”
Mi paralizzai. Il mio corpo fu invaso dal panico. Guardai Sam preoccupata.
 
Perché era andato da Hook? Che cosa voleva fargli ?
 
“Grazie”, risposi cercando di nascondere il mio terrore.
“Sam ho paura…”, ribadì io non appena ritornammo a correre verso la direzione del porticciolo.
“Speriamo solo di arrivare in tempo”
Annuì
 
Corsi all’impazzata. Ero preoccupata perchè sapevo che Dean poteva ucciderlo senza grandi difficoltà, soprattutto ora che aveva il marchio che lo rendeva ancora più forte.
Raggiungemmo il vascello in pochi minuti e a prua notai subito quello che da subito avevo temuto Dean era fuori di se. Era furioso.
“Sei un ladro…”, stava continuando a gridare Dean.
“Killian”, urlai con tutte le mie forze,  mentre stavo salendo sulla Jolly Roger.
Dean sentendo la mia voce si fermò e io con un movimento della mano riuscii ad allontanare Dean da Killian. Era sdraiato vicino al timone. Corsi subito da lui, notai subito che aveva il viso ricoperto di sangue. Misi una mano sul suo viso. Lo aveva ridotto veramente male. Sentii che le lacrime volevano uscire, ma le trattenni.
“E’ molto simpatico il tuo ragazzo”, bofonchiò Hook sputando un po’ di sangue.
“Mi dispiace.. è tutta colpa mia”, affermai pigolando. Dopo che mi allontanai leggermente da lui. Percepii una grande rabbia ribollire dentro il mio corpo. Mi alzai e mi girai verso Dean e subito dopo dalla mia mano apparve una palla di fuoco.
“Perché lo hai fatto? Ti avevo detto che eravamo amici. Lui non mi ha rubata a te perchè sono io che ho deciso di rimanere”, dissi digrignando i denti.
 “Non ne vale la pena. Ams dopo che l’avrai fatto starai peggio. Non ricordi me l’hai detto tu stessa. Non farti guidare dalla rabbia”, disse Hook prendendo il mio braccio sinistro
“Hai visto come ti ha ridotto”, affermai voltandomi verso di lui continuando a tremare dalla rebbia.
“Si, però sto bene. Lo sai che sono bravo a sopravvivere”, ribadì cercando di sorridere
In effetti aveva ragione. Grazie alle sue parole riuscii a calmarmi. Che cosa mi stava succedendo? Non era normale che mi surriscaldassi in questo modo. Ora la priorità era Dean così mi girai e notai però che erano sbiancati. Mi ero dimenticata di dirgli dei poteri.
“Come hai fatto?”chiese Sam sorpreso.
“Ehm…mi sono scordata di informarvi che da mio padre ho ereditato i potei magici, ma non riesco ancora a controllarli del tutto.”, risposi titubante mettendo le mani nelle tasche dei jeans
“Con noi non li hai mai usati”, disse Sam dubbioso mentre cercava di aiutare Dean ad alzarsi
“Oltre i confini  di Storybrook la magia non funziona”
“Ah capito”, ribadì Sam facendo una specie di sorriso amaro.
“Mi dispiace Dean per aver reagito in questo modo. Cercherò un modo per salvarti e toglierti il marchio, perché mi fa male vederti in queste condizioni” , dissi mestamente, poi mi avvicinai a lui e aggiunsi con un tono più dispiaciuto guardandolo nei occhi: “Spero che riuscirai a capire che non ti sto abbandonando. Io starò sempre al tuo fianco. Te sarai sempre una parte di me”
“Io ho esagerato pure io, scusami”, affermò cupo. Speravo solo che avremmo risolto questa situazione critica tra noi due. Non volevo che il nostro legame si spezzasse. Non volevo perderlo.
“Noi andiamo, perché abbiamo già creato abbastanza caos. Killian mi dispiace per come si è comportato mio fratello”.
Killian annuì.
 

Spazio dell'autrice: Per quanto riguarda Dean Winchester e il marchio...per chi non seguisse la serie il marchio è molto simile all'essere darkone. Non ottieni poteri magici, ma una grande forza fisica. In entrambi i casi l'oscurità di annienta poco alla volta fino a far cose che non faresti mai, azione malvagie per ottenere quello che si vuole. Ti porta a diventare un assassino ti porta a volere  voglia di uccidere.
Lui prima di ottenere il marchio non era così cruento e alle volte bipolare.

Spero che vi sia piaciuto :)  
   
 
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