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Autore: Saturn_moon    22/09/2018    1 recensioni
Questa storia parla di Sailor Saturn e Sailor Pluto, in ambienti e momenti privo di collegamenti tra loro.
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Sussurrai allungando una mano verso di lei ed allo stesso tempo al vento, come se un'altra, la sua, potesse toccare di nuovo la mia, ma ovviamente l'unica cosa che strinse fu l'impalpabile aria, il niente, lei non aveva mosso la sua verso la mia, non sarebbe stata compassionevole. Non si poteva afferrare il vento, e lei era tale. Era il vento della passione, dell'amore che mi aveva scaldata fino a quel momento. Scesi dalla macchina, mentre le prime gocce d'acqua bagnavano il mio volto ed assieme alle lacrime il primo incerto passo, il secondo, il terzo, acquistai sempre più sicurezza, correndo via, allontanandomi da lei, da quella mano che mai più avrei toccato.
Un suo grido, un urlato dove vai, ma senza il coraggio di seguirmi, o forse non le importava nemmeno, non mi aveva mai seguita dopo un litigio, mai era venuta a riprendermi, forse solo una volta mi aveva stretta a se, impedendomi di
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Hotaru/Ottavia, Setsuna/Sidia
Note: AU | Avvertimenti: PWP | Contesto: Nessuna serie
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Vorrei strappare via la pelle
vorrei strappare via ogni più piccola mia parte
vorrei entrare nelle acque sotto le stelle
divenendo della notte l'amante
immergendomi nelle acque più torbide
nella speranza che questo gesto racchiude

 

 

<< Perché sono tornata ad essere in questo modo? >>

Sono tornata a stare nel mio angolino buio, lontana da qualsiasi mano tesa, lontana da te, lontana dalla persona a cui tengo di più. Nemmeno tu potresti aiutarmi ora come ora, il problema sono io non tu. Sono io quella sbagliata.


Sono io, e non so nemmeno il perché o meglio ci sto pensando. Sto cercando di trovare almeno delle ragioni che abbiano scatenato questo.
Qualcuno direbbe "sei una bambina viziata " o " vuoi solo attenzioni " o " non ti basta mai niente. Ingrata "

Questa è l'unica cosa che escludo per certo.

Mi spogliai dei vestiti, lasciandoli ricadere in un mucchio indefinito scuro in contrasto con la sabbia chiara, camminai piano, come un automa verso l'acqua finché prima i piedi, poi le ginocchia, i fianchi ed il busto non vengono coperti dall'acqua. Nella mano una spugna, già insaponata che avevo messo in borsa, inizio a lavarmi, frenetica, mi sento sporca. Indegna anche solo di essere toccata dalle onde del mare, dai miei amici, da Lei. Mi sento sporca, e sono consapevole che per quanto sfrego niente potrà levare via il senso di sporco che sento, la pelle pallida si arrossa velocemente sotto lo sfregamento della spugna, ruvida, l'ho scelta cosi di proposito dopotutto. Smetto di strofinarmi, solo quando ogni centimetro di pelle è ormai rosso,mi sento ancora sporca, ma per ora non posso fare altro. Getto a riva quella spugna, che non ha nessuna colpa, lasciandola cadere accanto ai miei vestiti e m' immergo ancora una volta completamente nell'acqua del mare, stavolta un pò più tranquilla, dopo aver fatto il tuo lavoro.

Mi lasciai trasportare per un pò dall'acqua, i capelli, sparsi su di essa, formando un piccolo ventaglio intorno al corpo, proteggendolo, la mente lontana da li. Cercai di capire cosa mi abbia portata a questo poco piacevole risultato. Guardai il cielo, ora stellato sopra di me, parlando a voce tra me e me, so che tutto questo in parte è a causa della paura, paura che mi percorre il corpo, annebbia il mio giudizio, che mi fa diventare scostante verso non solo chiunque altro ma soprattutto me stessa, portandomi a rinnegare ogni cosa.
Gli occhi sono chiusi, e tali rimangono, finché un tocco delicato sulla fronte, non mi fa aprire gli occhi. Occhi che si affacciano in un mar di stelle,tutte le luci attorno a me sono spente, lo percepisci, non avresti altro modo per poter vedere quel luminoso cielo dalla città.

Inclinai, ancora di più il volto verso l'alto, certa di cosa avrei trovato. La visuale viene oscurata da ciocche nere, da un dolce volto che ti osserva, da dita che sfiorano leggere la guancia bagnata dalle gocce del mare.

<< Ehi. >>

 

<< Ciao >>



Non posso vedermi ma so che sto sorridendo nel potermi specchiare nei tuoi occhi. Rimanemmo cosi, immobili, l'una accanto all'altra, guardandoci negli occhi, senza alcuna parola. L'unico suono percebile era quello delle onde del mare che dolcemente s'infrangevano contro i nostri corpi, bagnandoti il vestito bianco ormai inutilizzabile.
Senza compiere movimenti troppo bruschi, tornai in posizione eretta, prendendoti la mano, per condurti fuori da quelle acque, rischiammo di inciampare più volte a causa dei sassi presenti in acqua, o meglio, io cadevo, non toccai terra, perché ero ancora a te. A te, che ti muovi leggiadra su qualunque superficie, lasciando che l'acqua s' inchini al tuo passaggio.


Finalmente a riva, all'asciutto e stese comodamente sui teli, ci scambiavamo reciproche coccole e tra una coccola e l'altra qualche chiacchiera leggera e qualche aneddoto a rallegrare l' atmosfera e non piombare nel silenzio.

<< Credo il tuo vestito si sia asciugato lo sai? >>

<< E' ormai, qualche ora che siamo qui, non che mi dispiaccia, ma se passasse qualcuno, non sarebbe idoneo essere viste cosi, credo si chiami " disturbo visivo della quiete pubblica?" >>

<< Scema, mi preoccuperei di coprirti. E poi sei in costume, non offendi proprio nessuno! Be..effettivamente sei grassa quindi si sai, la tua ciccia è disturbante! >>

Scoppiai a ridere, toccando il tuo ventre, quasi inesistente, cercando di afferrarlo per tirarne la pelle tra le dita, senza riuscire a prenderne più di tanto, era magra come un chiodo quella ragazza, se non sapessi che in realtà mangiasse ed anche abbastanza, mi sarei preoccupata del contrario.

<< Mphf Sei una baka Saturn. >>

<< In realtà si, ma non per questo! >>


Una linguaccia nei suoi confronti accompagnò il mio alzarmi, afferrando il suo vestito e dopo averci passato più volte la mano per lisciarlo, constatai che era asciutto.

<< Puoi vestirti mia adorata. >>

<< Vuoi davvero che io mi vesta? >>

<< Appena saremo da sole, in privato, vedrò di spogliarti personalmente di ogni singolo tuo indumento, ma per ora, mio adorato tesoro, non voglio chequalsiasi altro mortale e non, possa ammirare il tuo corpo >>

Allungò una mano, afferrando il vestito bianco in stile greco che indossava solitamente, quando la sua voglia di scegliere cosa fosse più adatto indossare, si dileguava nel nulla. Forse era solo il suo abito preferito, quello che più la faceva sentire a casa, o forse, la risposta era ancora più semplice, la faceva sentire se stessa.

Una volta vestita, tornò a sedersi.

<< Setsuna ? >>

  • Si?

<< Credi che sia vittimismo, sentirsi sporche, provare sensazioni negative? >>

  • Innanzitutto bè, penso che bisogna trovare le cause di queste sensazioni negative, non pensi?


    Fai uno di quei piccoli sorrisi, che tanto amo, allargando di poco le braccia, braccia che un attimo dopo cingono il mio corpo, mi stringono a te, facendomi ritrovare in quel calore che conosco cosi bene ed allo stesso tempo nuovo.
     

    << Se fosse la paura di perdere te, di perdere le persone che amo? Se fosse di perdere Ginevra, Cosmos e Zero? So che quando ho queste paranoie,tutti questi dubbi li allontano, che si arrabbiano, si preoccupano os' intriscono solo quando faccio cosi, che sono proprio queste ad allontarli ed allontanarti, perché sono io a sentirmi sola, a sentirmi in questo modo e che sono i miei sfoghi a..farvi scivolare via. Solo perché a volte mi sembra preferiate passare più tempo con Lei, perché Lei può fare cose che io non posso, cose che io non so fare, per quanto ci provi ad entrare, io non sono, non sono nemmeno un'artista come voi.. >>

    Le parole si ruppero in singhiozzi contro il tuo petto, smetti di abbracciarmi, allontanandomi per qualche minuto ed alzandoti dalla tovaglia in cui eravamo, dirigendoti verso il mare, guardandolo. La tua schiena è rivolta verso di me, irraggiungibile, anche se allungo il braccio verso di te, la mano rivolta verso la tua schiena che lentamente dopo interminabili minuti si abbassa.
    Dopo quelli che furono pochi minui, tornasti indietro, non sapevo come interpretare il tuo sguardo, non sapevo come interpretare nemmeno quella postura, mi sollevasti, senza alcuno sforzo per poi portarmi con te, fino al punto in cui eri poco prima, entrasti nell'acqua, bagnandoti nuovamente il vestito, avrei sbuffato se quella situazione non fosse stata cosi surreale. Mi lasciasti. - Mi lasciasti..? -
    Appena realizzai il pensiero sentii l'impatto con l'acqua del mare, bevendone anche un pò, iniziando a tossire, appena riuscii a tornare a galla.

    << MA SEI SCEMA? >>

Urlai tra un colpo di tosse ed un altro, sputando l'acqua che ero riuscita a non ingoiare del tutto, fino a calmare i colpi di tosse.

 

Non vidi il tuo movimento, ti lanciasti contro di me, lasciando che entrambe galleggiassimo in acqua cinte in un abbraccio.

<< Piccola stupida, mi sembra che io sia qui con te eppure potrei anzi dovrei essere altrove, per via dei miei doveri, ed invece di assolverli sono qui, qui con te. E' con te che gradisco passare il mio tempo, mi hai compresa? >>
Annuii appena, lasciando che l'acqua ci cullasse, stringendomi a te sotto le stelle, lasciandomi cullare da quelle dolci pacifiche sensazioni.
 

Una volta uscite dall'acqua, raccogliemmo le tovaglie, pronte ad andare verso la macchina,

cercando di capire poi come posizionarle in modo da non bagnare i sedili.

 

<< Se sai che sono proprio questi comportamenti a farci allontanare, allora perché continui, perché perseveri ? >>

<< N- non lo so, li provo, non è mia intenzione a star male, pensi sia bello sentirsi sempre la seconda ? No, non lo è Setsuna. Non credo a te importi però, avevi detto che tanto ormai le mie cose devo risolvermela da sola no ? >>

Esclamai le ultime parole quasi con rabbia, eppure nonostante tutto, lei in quel momento era li, quella sera era stata vicina a me, e subito dopo averle dette, mi pentii di quelle parole, abbassai il volto mortificata.

<< Scusa. >>
 

<< Per cosa ti scusi? >>

<< Per queste parole, oggi ci sei stata. >>

 

<< Vorrei essere con te sempre, ma sai anche tu che..i miei impegni, non me lo permettono. >>

 

<< Lo so, e poi non ti sopporterei tutto il tempo attorno, saresti tutto il tempo a riprendermi >>

 

<< Già, poi mi lasceresti tu. >>

 

<< No, non credo proprio. >>

 

Dopo quel piccolo scambio di battute, riprenderesti un tono serio.

 

<< Sai che questa storia deve finire vero? Non voglio continuare a litigare. >>

 

<< Nemmeno io, ma..non so come non sentirmi inferiore a Lei o sentirmi almeno più carina. >>

 

<< Sei bella per me, non ti basta ? >>
 

<< Luce dei miei occhi, è proprio per te che vorrei essere più bella possibile, e non è quello il vero problema lo sai anche tu.. e pur volendo gli altri non vogliono mentano o facciano chi è migliore di chi perché non sarebbe giusto, e nemmeno ci crederei visto che magari lo farebbero solo per farmi sentire meglio niente. >>

 

<< Vedremo come risolverlo ok? Ti fidi di me..? >>

 

<< Sempre o quasi. >>

Una risata scappò dalle tue labbra, ed io scesi dalla macchina, eravamo arivvate dopotutto.

 

<< Grazie della serata. >>

 

<< Quando vuoi >>


Portai alle labbra la tua mano, posando un bacio sul dorso, un piccolo modo implicito per dirti "grazie" e anche.. un implicito " ti amo" .

Un sorriso reciproco, pochi passi, una macchina che ripartiva, e poco dopo una porta che si chiudeva.

   
 
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