Era giorno. I primi
raggi del sole invadevano la città risvegliandone gli abitanti dal torpore
della notte.Le strade erano ancora silenziose quando ti incontrasti con un
gruppo di persone sulla spiaggia: erano le tue amiche principesse sirene ,con
loro avevi affrontato mille avventure,
tra gioie e dolori. E non solo , c’erano anche Nikora, Madame Taki, Kaito,
Riito e la piccola Mikaru. Insieme stavate per affrontare l’ultimo viaggio che
vi avrebbe accompagnato a casa.
Si, finalmente avresti
rivisto il tuo palazzo, le tue amiche che lo hanno custodito per te per tutto
questo tempo. Eri così emozionata! Eppure, qualcosa incupiva il tuo cuore. Mentre
osservavi i tuoi compagni sparire tra le onde dopo gli ultimi, commoventi,
saluti, sentivi una stretta al cuore. Ripensavi a quella lettera che gli hai
lasciato la notte precedente, protetta dall’oscurità della sera e certa che lui
non l’avrebbe mai scoperta prima di
questa mattina.
Lentamente ti sei
immersa, pronta a lasciarti alle spalle la tua vita terrestre . Eppure speravi,
pregavi fino all’ultimo che ci fosse un’alternativa. E poi lo vedesti.
Era affaticato, sudato
e agitato. Evidentemente aveva corso col suo tandem fino all’albergo di prima
mattina. Batteva il suo gracile pugno sull’imponente porta dell’hotel. Urlava,
batteva, implorava, scuoteva la porta, piangeva, si accasciava sulle sue gambe scosso
dai singhiozzi.
Pensasti che fosse
proprio un bambino piagnucolone e una calda lacrima rigò il tuo viso, seguita
da altre. Numerose, prepotenti, ingiuste scorrevano incessanti mescolandosi con
le onde. Avresti voluto correre lì, abbracciare quel bimbo tremante, rassicurarlo, dirgli tutta la
verità e non abbandonarlo mai più. Sapevi che non era possibile. Il fato
ingiusto ha deciso di dividervi, due mondi paralleli che non avrebbero mai
dovuto incontrarsi.
Devi tornare,
sbrigarti, distogliere lo sguardo, dopotutto ti stanno aspettando. Ma il tuo
cuore egoista non ne ha la forza, vorrebbe correre da lui, vorrebbe stare con
lui, vorrebbe urlargli tutto il suo amore. Eppure i suoi doveri da principessa
ebbero la meglio. Guardando un’ultima volta quel giovane viso, così bello e
fragile, imprimendo tutti i ricordi preziosi nella tua anima, gli voltasti le
spalle.
Scendevi sempre di
più. Forse non stavi nemmeno nuotando, forse era solo il dolore a renderti
pesante. Implorasti la Regina dei mari
di dare sollievo al suo cuore, pregavi affinchè i tuoi sentimenti impressi in
quella lettera goffa, stropicciata e macchiata di lacrime, gli fossero arrivati.
Eri arrivata.
Guardando il portone
immenso del tuo palazzo sigillasti il tuo cuore, guardasti un’ultima volta
verso l’alto, per poi entrare decisa nella tua dimora.
Una figura osservava le acque placide infrangersi sulla
sabbia, trascinando i granelli nelle sue profondità. Col cuore gonfio di
emozioni osservava la massa d’acqua confondersi con l’orizzonte, unendo i due
mondi. Sorrise a quella visione, prese una conchiglia delicata che aveva in
tasca e la espose alla luce solare: aveva delle graziose sfumature azzurre e
bianche. Lasciò cadere la conchiglia in acqua e a passi decisi si allontanò
dalla spiaggia, rivolgendo un ultimo sorriso triste alle onde.
Nota dell'autore
Ehm, allora! E' la prima volta dopo secoli ( seriamente,
saranno 45 anni che non scrivo una ff). Ero a lezione e mi è venuta la voglia
di scrivere questo breve one-shot, non so nemmeno io bene perchè ( forse più
che altro ho odiato il modo in cui hanno lasciato in sospeso le storie di Hanon
e Rina).Hanon è la mia principessa preferita insieme a Sara e ho voluto tentare
di impersonarla. Non so se scriverò altre ff, tutto dipenderà da come andrà
questa principalmente ( se gradite vuol dire che vi piace ciò che scrivo,
altrimenti vuol dire che annoio :') )
Fatemi sapere cosa ne pensate!
-Rikan