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Autore: Kiji    26/09/2018    0 recensioni
Cosa fareste se la persona che avete sempre amato e che vi fa più soffrire, è proprio la più vicina a voi? Sono un ragazzo come tutti gli altri, eppure mi sono innamorato del mio migliore amico. Ed è proprio questo il problema. A complicare tutto arriverà un giovano sconosciuto che, spudoratamente è pronto a stravolgermi la vita... Un bacio è come un fiore, nasce dal nulla e può diventare la cosa più bella che hai mai visto in vita tua!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Brrrrrr….. brrrrrrrrrr …

 Lo squillo incessante del telefono mi innervosiva. Ero scappato via da tutto e da tutti, volevo stare solo e quell’aggeggio non me lo permetteva.

Una parte di me voleva liberarsene, lanciarlo lontano o addirittura romperlo in mille pezzi. Mi avrebbe fatto bene, eppure desistii.

Sapevo bene che Al mi stava cercando, anche senza guardare lo schermo del telefono. Mi aveva seguito dopo la mia corsa, ma non riuscii a restargli accanto. Sentivo i suoi passi verso di me, ma accelerai ancora di più, coscientemente.

Dovevo capire fino in fondo se ciò che il signor Bergi mi aveva detto fosse la verità oppure no, e per farlo dovevo essere da solo. Vagai senza meta, evitando le strade che percorrevo di solito proprio per restare solo. Andai involontariamente da lei, l’unica che conosceva una parte di verità. La trovai in casa, come al suo solito, e quando mi vide capì subito.

– E’ vero? – Chiesi io. Mia nonna rimase in piedi, di fronte la porta in silenzio prima di invitarmi ad entrare.

– Ti dissi di essere comprensivo e credere in tua madre, ma forse non sei ancora pronto. – Rispose sommessamente, ma cosa significava veramente?

– Tu le credi? Dimmelo onestamente. – Mi fece accomodare in casa con fare molto mansueto, il volto triste e segnato dall’età.

– Sai piccolo mio, io non capisco bene i sentimenti di mia figlia, ma so una cosa con sicurezza. Lei ha sempre e solo amato un uomo nella sua intera vita. Se mi avessi chiesto tempo fa chi fosse, forse ti avrei dato la risposta sbagliata, ma attualmente credo di aver capito davvero cosa le passasse per la testa. Penso che anche tu debba trovare la tua personale risposta, senza che io o qualcun altro debba interferire. Se vuoi però, posso raccontarti meglio cosa accadde, dirti ciò che Lui non sa e darti modo di vedere tutto dalla prospettiva migliore. – Io annuii e le presi la mano pronto ad ascoltare il suo racconto.

– Isabella non era una ragazza stupida, ma odiava la scuola. Non aveva molte amicizie, ci andava controvoglia e si impegnava solo nello studio della matematica, il cui professore era il Signor Bergi. Fu grazie a lui che conobbe suo figlio; Reynold. Vidi tua madre trasformata grazie al suo incontro. Da timida ed introversa,divenne solare e piena di vita, ma fu proprio in quel periodo che scoprii la cotta che aveva per il suo insegnante. Non ci diedi peso, inoltre aveva conosciuto un ragazzo della sua età e credevo davvero che fosse solo una breve fase della sua vita. In breve si fece altre amicizie tra cui il suo futuro marito, Riccardo. – Fece una piccola pausa, forse per raggomitolare le idee, prima di riprendere il suo racconto.

– Ricordo ancora il giorno in cui mi racconto’ di essersi fidanzata proprio con Reynold, aveva una strana luce negli occhi, quella che ho sempre creduto fosse amore. Poi, però, come ogni fiaba, anche la sua si scontrò con la dura realtà. -

Lei capì di essere un peso per Reynold! Lui aveva una prospettiva di vita così entusiasmante di fronte a sé che Isabella non riuscì a fermarlo. Non voleva che fosse quel loro rapporto la causa della fine di ogni cosa. Così arrivò il momento per lei di dirgli addio. Pianse molto piccolo mio, così tanto che credevo davvero che avesse versato ogni lacrima del suo piccolo e fragile corpicino. Poi il tempo passò.

Non sentii più nominare il Professore o nemmeno Reynold. Tua madre studiò e divenne una bellissima donna. Continuò a frequentare Riccardo, sembrava davvero che tra loro potesse nascere qualcosa. Non mi accorsi di nulla, non sapevo neanche che una volta a settimana si incontrava con il Professor Bergi, né che stava cambiando.

Reynold tornò e subito la sicurezza che la contraddistingueva si affievolì.  Non so cosa accadde realmente, ma ci fu quel brutto scandalo. Lui disse di aver trovato suo padre a letto con la nostra Isabella, ed io non ebbi la forza di proteggerla. Lei venne accusata da tutti, emarginata e sola non le restò niente a cui aggrapparsi, tranne tuo padre. L’unico che le credette fu lui, così scapparono quella notte stessa. Tua madre partì con Riccardo chissà dove e per mesi e mesi non seppi nulla di loro due. – Si vedeva che soffriva nel parlare.

– Se non le avessi detto quelle cattiverie, forse le cose sarebbero andate diversamente. Forse non sarebbe fuggita in quel modo facendo confermare così le malelingue. Dopo 9 mesi arrivasti tu. In paese tutti dissero che tu fossi il figlio illegittimo di Bergi, ma tua madre lo negò sempre con forza, anche dopo essere tornata a casa. Il nome che scelse per te non aiutò a fermare i pettegolezzi, ma almeno riuscì sempre a tenerti tutto nascosto, per proteggerti.. – Una piccola lacrima si appoggiò alla sua guancia smagrita.

– Adesso non mi importa più di chi sei davvero figlio, anche se io voglio credere in tua madre. Ciò che non feci anni fa, adesso penso sia possibile per me. Le voltai le spalle ferendola più di tutti al mondo perché io sono sua madre. Cosa vuoi che abbia pensato quando proprio chi l’ha fatta nascere, non le abbia creduto? Ho perso mia figlia per delle stupide chiacchiere. Tu pensi davvero che tua madre ti abbia mentito in tutti questi anni? Conosci meglio di me quella donna, dovresti rispondere benissimo a questa domanda. – La possibilità di sbagliare a giudicare mi atterrì.

Mia madre aveva sofferto per la separazione da Reynold, che questo l’abbia spinta nelle braccia di suo padre? E se invece fosse stato tutto uno strano e misterioso equivoco?

Se davvero…

Eppure c’era così tanto da assimilare, così tanto da capire. Un leggero bussare alla porta mi fece trasalire.

– Nonna… - Lei capì. Sapeva che non ero pronto così mi fece segno e sparii dietro la porta.

– Oh, sei tu. Sentivo che saresti tornato a trovarmi. – Da quell’angolazione non riuscivo a vedere chi fosse, ma sentii uno strano calore dentro di me.

– Mi dispiace nonnina – disse la voce – ti ho sempre mentito in questi anni. –

Sam!

– Lo so. L’ho sempre saputo piccolo e forse è per questo che ti ho sempre fatto restare di più e ti ho raccontato tante cose su di lui. Nei tuoi occhi c’era tutto stampato a lettere cubitali. – Ci fu del silenzio.

– Non le ho detto tutto nonnina. Ho sempre avuto paura che lei mi avesse cacciato via se avesse saputo chi ero in realtà. Io… - Sam aveva la voce rotta dal pianto. Fui tentato di uscire e rivelare la mia presenza quando mia nonna mi spiazzò.

– So che sei suo figlio. Anche se sembro una stupida vecchina, ho le mie doti nascoste e poi gli somigli così tanto. Non devi chiedermi scusa, né dispiacerti. Tu sei stato un conforto per me e sapere il bene che provavi per mio nipote mi ha sempre riscaldato il cuore. Confesso che speravo che ti trovasse per primo, che capisse che tu lo continuavi ad osservare in silenzio, ma Coco è sempre stato così sbadato. – Sentire quella conversazione mi straziò il cuore.

– Nonnina, io non credo alle voci su mio nonno e sua figlia. Non c’era a quel tempo, è vero, ma io credo fermamente che la mamma di Coco abbia amato più mio padre, il suo trovarsi in quel letto ha un’altra spiegazione, ne sono certo. – La nonna non rispose. Da quell’angolo non potevo sapere che la nonna lo avesse accolto tra le sue braccia, né che lui stava piangendo come un bambino.

Il cuore mi si fermò alla gola; faceva male da morire.

Anche dopo che lui uscì di casa, quando sentii i passi di mia nonna avvicinarsi, non potei fare a meno di restare in quella posizione, agonizzante e in preda al panico.

– Perché non me lo hai detto? Quella stupida battuta su Sam l’altro giorno, era solo per farmi del male? – Avevo paura di sentire la sua risposta.

– Non dire idiozie! Volevo solo capire se lo avessi incontrato, se finalmente avessi scoperto la sua presenza. Quel ragazzo ti ama da impazzire Coco… -

- BASTA! Non anche tu! Non chiamarmi così! Io sono Colin, lo sai! – Stavo urlando. Non lo avevo mai fatto di fronte a lei eppure mi trovavo lì e la stavo sgridando come uno stupido.

– So che mi ama, lo so benissimo e… - anche io lo amo. Non lo dissi! Le parole erano difficili da pronunciare.

– E’ fragile Coco, molto fragile. – Lo so! Pensai. Lo so anche io che è debole e ferito.

– Ti ha sempre guardato, anche se tu non ricordavi nulla di lui. Era così attento a sentire gli aneddoti della tua vita da farmi tenerezza. Ho sperato che anche tu ti innamorassi di lui, ma so che è crudele da parte mia. –

- No nonna, non dire più nulla. Ti prego, lasciami solo. – E’ così che volevo stare: solo!

Non c’era altro che desideravo e così fù. Presi ciò che potei, misi l’essenziale in valigia ed uscii di casa.

Un solo bacio sulla fronte e via, non c’ero già più.

Già lo so! So di essere un codardo ed un vigliacco ed anche io odio tutto questo.

Non posso permettere a questa parte di me di prendere il sopravvento ma è ciò che non posso controllare. Già prima abbandonai Al, poi respinsi quei sentimenti per Sam ed ancora il ritorno al calore familiare che poteva darmi un amore sicuro e confortevole ed adesso l’abbandono. Mi odio e continuerò così fino a quando non avrò il coraggio di tornare e prendermi le mie responsabilità, ma già so che in quel momento, proprio in quell’istante, avrò perso tutto.

 

Tre mesi dopo

 

Sono passati tre mesi da quando presi il primo treno alla stazione e fuggii in cerca di chiarezza mentale e fisica.

Mia nonna rimase l’unico appiglio al mio passato. Il tempo vola in fretta quando si viaggia ed io rimasi ben poco in un solo luogo.

– Come sta la mamma? – E’ l’unica cosa che chiedevo nelle mie telefonate giornaliere. Passò qualche giorno dopo che lei si svegliò.

Al suo fianco trovò proprio la nonna e forse questo fu il regalo più grande che potessi farle. Non so cosa accadde quando si rividero, ma sono sicura che vennero versate molte lacrime. Sapere che erano insieme mi diede forza.

Ogni tanto parlai anche con lei, mi chiese molto ma io dissi il meno possibile. Volevo chiarezza, ma non era il momento adatto. La nonna aveva ragione: prima di affrontarla dovevo sapere da che parte volevo stare.

– Al chiede spesso di te. Non si da pace da quando sei sparito. – Lo sapevo, ne ero consapevole, ma in quello stato era inutile restare al suo fianco: non se lo meritava.

Più maturo, presi quell’ultimo treno, quello che mi avrebbe rispedito a casa, ad affrontare la vita finalmente a testa alta.

Non ho mai avuto paura, è solo il coraggio che mi è mancato! Perdonami per averti fatto attendere.

  
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