“Devi solo respirare”,Scott ricordò a sè stesso. “Respira”. Seduto sulle piastrelle fredde ed umide del bagno di scuola,con la schiena appoggiata al muro, ed il petto che si alzava e si abbassava ad intervalli irregolari,aveva ben poco di ciò che chiunque si aspetterebbe da un vero alfa. I polmoni del ragazzo erano alla disperata ricerca di aria,le fitte di dolore quasi insostenibili,voleva solo che tutto ciò finisse al più presto. Perchè non si era portato l’inalatore? Era tanto che non aveva un attacco,nè tantomeno una crisi del genere,ma sapeva di dover essere sempre pronto. Chiuse gli occhi,ormai il dolore al petto era insopportabile,gli sembrava di avere un macigno al posto dei polmoni e la gola piena di polvere. Si abbandonò al senso di stanchezza che stava prendendo il sopravvento,mentre il vociare proveniente dal corridoio gli giungeva alle orecchie come un suono sempre più lontano ed ovattato. “Scott,guardami.” Il lupo mannaro sussultò,riaprendo a fatica gli occhi. Tutto appariva sfocato e confuso,come una tela dipinta sulla quale era caduta dell’acqua,che aveva sbafato i colori. I contorni degli oggetti si confondevano tra loro,si mischiavano,si muovevano. “Scott,resta con me.Non addormentarti.” Strinse i denti,ed improvvisamente era di nuovo il ragazzo ferito di quasi tre anni prima,mezzo svenuto ed accasciato su un pavimento sudicio. Erano lui ed una ragazza,era Allison. Vedeva le mani della cacciatrice tremare mentre cercava di infilare il filo nell’ago,la vedeva piangere e urlare contro sè stessa. Sentiva il freddo pungete dell’ago che gli trapassava la carne,affilato e guidato da mani inesperte ma incredibilmente precise. Quella era stata una delle tante volte in cui Allison l’aveva salvato. Lui non ce l’aveva fatta. L’aveva tenuta tra le braccia,accarezzandole il viso gelido e tracciandone il contorno con lo sguardo. Voleva ricordare ogni particolare,ogni minimo dettaglio doveva rimanere impresso nella sua mente fino alla fine dei suoi giorni. L’avevano portato via a forza da quel corpo,l’avevano dovuto allontanare mentre ruggiva,strepitava e urlava. E la stessa rabbia insormontabile che l’aveva colto allora lo stava catturando di nuovo,in quell’esatto momemto,quando stava per mollare. “Lei non lo vorrebbe”. E allora spalancò gli occhi,luminosi e di un rosso vivo e gridò con tutta la sua forza,mentre gli artigli gli si conficcavano nei palmi delle mani e rivoli di sangue gli colavano lungo i polsi. Finalmente respirava,la morsa al petto andava lentamente scemando,fino a sparire del tutto. Lei l’aveva salvato. Ed in quell’istante,seduto su un pavimento freddo e bagnato,con i capelli incollati alla fronte ed il respiro ansante,seppe che Allison Argent ci sarebbe stata sempre,che una parte di lei sarebbe vissuta sempre nel suo cuore. “Ti amo,Allison Argent.”sussurrò,ed anche l’aria pesante e ferma sembrava in attesa di una risposta. Non arrivò mai,forse. Magari Scott se l’era solo immaginato,quel flebile ed allegro “Anche io.”