53) Caduti dalle nuvole
Samui
partecipò con fare distratto all'ennesima sfuriata del
Raikage, che
tanto per cambiare stava facendo a pezzi del mobilio, e
s'appuntò
già mentalmente che avrebbe di nuovo dovuto chiamare il
tappezziere
e il vetraio... Anche se c'era ancora qualche speranza che almeno il
secondo non fosse da chiamare. Per il momento le bellissime vetrate
che davano sul villaggio della nuvola dell'ufficio del Raikage erano
ancora intatte. Per ora...
Darui e Shi rimasero in attesa della
fine dell'impeto di rabbia di Ay, erano da poco stati promossi a
guardie personali dell'omone, ma avevano già fatto il callo
alle
abitudini del collerico Raikage. E comunque, già se lo
aspettavano,
dato che al cambio di leva, le precedenti guardie, prima che
venissero destituite a favore dei due giovani, li avevano avvertiti.
Poi, in fondo, il sangue non è acqua: anche il terzo Raikage
non era
da meno, a quanto dicevano.
“Un altro carico! Di nuovo!”
sbuffò Ay.
“Di nuovo il paese delle risaie?” chiese Darui
senza scomporsi troppo.
“Viene quasi da chiedersi se non ci
stiano prendendo per idioti.” commentò Samui.
“No, il capo
del villaggio è troppo codardo per mettersi contro un paese
potente
come il nostro. Gli è più facile leccarci i piedi
che provare a
'fare il furbo'. Dietro c'è qualcun altro. Tanto
più che l'ultima
volta che gli ho chiesto spiegazioni, quasi se la faceva nelle
mutande.” commentò Ay, che era troppo spesso
impetuoso e
impulsivo, ma non di certo stupido.
“Il villaggio delle risaie
gode esclusivamente di due cose a suo favore: l'eccezionale
fertilità
del suolo, che consente ampi raccolti, e la posizione strategica che
gli permette di commerciare con diversi paesi maggiori, come appunto
il paese del fuoco e del fulmine. Ma non hanno una potenza militare.
Non gli conviene prendere parte alle guerre: si troverebbe
schiacciata su più fronti prima ancora che possa
fiatare.”
snocciolò la situazione Shi.
“Quindi andando per esclusione...
ci deve essere qualcuno che ci sta mettendo lo zampino.”
sospirò
con fare annoiato Darui... Che palle, gli sarebbe certamente toccato
del lavoro extra, se lo sentiva!
“Già. E chi non ci guadagna se
non quei dannati ninja della foglia?
Sanno benissimo che noi di
Kumo non siamo autosufficienti dal punto di vista alimentare. Il
nostro villaggio sorge in una postazione particolarmente strategica,
ma per conformazione anche poco fertile... dato che siamo troppo in
quota e su della roccia, senza contare che è inverno per 6
mesi
l'anno qui.” commentò Samui con un tocco di
stizza. Odiava il
freddo. Ed era il lato più negativo che trovava nella sua
madre
patria.
“Potrebbero essere anche quelli del vortice... Non sono
troppo distanti dalle risaie e da sempre parano in culo a Konoha,
impedendoci attacchi diretti in quella direzione, dato che si trovano
sulla traiettoria.” provò a indovinare anche Shi.
“Concordo
nel dire che gli Uzumaki sono sempre state delle belle gatte da
pelare, con i loro dannati sigilli... Tra l'altro mi sembra che il
terzo abbia lasciato attiva una ricompensa per coloro che ne
catturano uno vivo da poter studiare. A questo punto mi pare ovvio:
dobbiamo mandare una squadra a investigare.”
Non fece in tempo a
terminare che sbucò (sfondando la porta) un tale con una
sciarpetta
bianca e diverse spade appese alla schiena, un tatuaggio blu sulla
spalla e uno sotto l'occhio sinistro.
“Wee! Ci penso io!”
“No!
Ne abbiamo già discusso. E se ci sono di mezzo i Konohani
è più
che mai meglio che tu ne stia fuori... Loro, che con la loro dannata
volpe si sentono tanto superiori.”
“La volpe non sta simpatica
neanche a me,
ma tirarmi indietro mio modo di fare non è.
Io e
otto bello ci vogliamo andare,
e contro il nemico ci possiam
scatenare! Yo!”
“Risparmiami il tuo rap da strapazzo. Non ci
andrai!”
“Lord Raikage... chi vorresti mandare?” intervenne
Samui per anticipare la prossima rappata di Bee.
“Mh, Darui,
sarai tu il capitano, e Shi tu lo accompagnerai... E...”
Killer
Bee non era solito a fare moine ma cercò di tirare fuori la
migliore
espressione da cane bastonato/implorante che gli riuscisse. Se
funzionava, meritava la pena di provarci.
Samui intervenne per
cercare di fare ragionare i due 'fratelli' prima che si mettessero a
litigare.
“Ehm, Lord Raikage... si potrebbe mandare Bee con
loro.” tentò.
“Samui! Anche tu! Non ti ci mettere o...”
“Il
paese delle risaie è decisamente vicino, possono ritirarsi
in tutta
fretta se ne avessero bisogno e poi sono in pochi a essere in grado
di tenere testa a Bee: se i konohani sono una quadra d'infiltrazione,
non possono matematicamente essere sufficienti a causare un serio
problema ad una squadra di tre elementi come Bee, Darui e
Shi” e
sarebbe una buona occasione per far mettere un po' il naso fuori al
povero Killer Bee.
La
reclusione può essere plausibile per proteggere la piccola
Yugito,
che è solo una bambina, ma non per un ragazzone ormai grande
e
vaccinato.
Ma quello lo pensò senza dirlo.
Vide il Raikage rifletterci un
momento e per dei lunghi, terribili istanti rimase in sospeso. Dato
che il suo volto era imperscrutabile, non riusciva a capire se stava
valutando la sua idea, o se stava solo pensando a come pestarla
meglio per aver insinuato tali sediziose idee.
Poi sbuffò e con
un “Eh, va bene!” fece fare un sospiro di sollievo
a tre dei
presenti, mentre il quarto esclamò un “Evvai! Devo
scrivere un
enka-rap per commemorare l'evento!” e se ne partiva con un
taccuino
e la matita in mano.
***Kakashi***
Inazuma si stava
preparando alla battaglia.
Continuava a sferzare l'aria con
Nuibari, saggiandone i movimenti, con scatti nervosi. E comprendevo
la sua tensione. A parte la missione in sé, era tesa per via
del
fatto che era la prima volta che si metteva in gioco come spadaccina.
Ma ci doveva essere anche qualcos'altro. Una come lei non si faceva
saltare i nervi per così poco.
Dunque la raggiunsi nella radura
poco distante dall'accampamento dove si stava esercitando. Fendente,
affondo, ritirata. Colpo di punta, ritirata. Laterale, schivata, e
decapitò un uomo invisibile.
Era
uno spettacolo a vedersi.
Nonostante la tensione che pervadeva il suo corpo si era allenata
quel tanto che bastava perché i suoi movimenti rimanessero
comunque
fluidi e sinuosi.
Usava solo una mano per dirigere la spada. Lo
faceva di proposito, dato che aveva voluto allenarsi così
per
potersi tenere l'altra mano libera per combattere, lanciare
all'occorrenza shuriken, kunai o altri oggetti.
E Nuibari, pur
avendo un buon allungo, era una spada sottile, leggera e agile che si
prestava bene a quello stile di combattimento: veloce e versatile.
Si
adattava bene anche alla sua forma fisica, erano ben accordati...
spadaccina e spada. Entrambe esili.
“Pensi
di restare lì a fissarmi ancora a lungo?” mi
chiese senza smettere
di muoversi.
“In verità ero io che stavo aspettando che
sputassi il rospo. Non che mi dispiacesse lo spettacolo...”
commentai, appoggiandomi ad un albero lì vicino.
Un vago rossore
le colorì appena le guance, ma fece finta di nulla e disse:
“Che
rospo?”
“Ina... l'avere lo Sharingan non ti dà
automaticamente il titolo di 'osservatrice indiscussa'. C'è
qualcosa
che non ti convince in questa missione, o sbaglio?”
Gonfiò le
guance in un gesto di stizza che però smentì con
un mezzo sorriso
subito dopo, e si fermò a riporre la spada.
“Peccato, avevi un
buon movimento di fianchi.” le lanciai la battuta la solo
scopo di
vederla di nuovo arrossire un poco e lanciarmi una di quelle occhiate
un po' bieche, come se fosse indecisa se insultarmi o ridere anche
lei.
Era
sempre piuttosto pericoloso
stuzzicarla così, specialmente quando aveva ancora in pugno
un'arma
leggendaria che sapeva usare con incredibile abilità,
considerato
che la maneggiava da pochissimo. Però per qualche perverso e
masochista senso di spericolatezza era bello vedere le sue gote
colorarsi e sentire come rispondeva alle provocazioni.
Era anche
quello un modo per conoscerla meglio, per approfondire il legame che
c'era.
Mi lanciò un occhiataccia a metà tra un
ammonimento e uno
sguardo pieno di stupore. come se non si aspettasse che tirassi fuori
una cazzata del genere in un simile frangente.
Attesi che
rispondesse.
“Pensavo
ti stessi preoccupando della missione...” disse solo
infine.
“Infatti lo sto facendo, e ti sto chiedendo cosa ti
turba.”
“Data la battuta avrei detto che il tuo interesse
fosse catalizzato altrove...”
“I privilegi di avere un buon
QI. Riesco a pensare a due cose contemporaneamente... e poi ehi!
Sarò
un ninja, ma dato che qualcuno ha avuto la cortesia di dirmi che non
sono solo un'arma, si becca anche l'altra metà della
medaglia. Sono
anche un uomo e, sarò mezzo cecato, ma l'occhio che mi
rimane ci
vede piuttosto bene e certe cose le nota, sai?”
Lei
inaspettatamente rise.
“È
il discorso più strano che ti abbia mai sentito
dire!” disse
ghignandosela.
“Ritornando all'argomento principale... Allora?”
chiesi.
“Secondo me Mei non ci sta dicendo tutto.” se ne
uscì
a bruciapelo lei.
“Pensi possa tradirci?” chiesi già sul
chi
va là.
“No, non quello. Non in quel senso, non fraintendermi.
Le siamo troppo utili per potersi permettere di pugnalarci alle
spalle. Quello che penso è che conosca uno dei bersagli, che
ci
sia... Del personale, ecco, oltre alla missione in
sé.”
“Quindi
dobbiamo guardarci dai colpi di testa di miss Nebbia?” chiesi
usando il soprannome che gli aveva affibbiato Yuki.
Annuì.
*******
Rientrando al
campo e osservando la situazione, Inazuma decise che quella sera
doveva essere successo qualcosa perché dovevano esserci
troppo
ormoni che giravano nell'aria.
Prima Kakashi che se ne usciva con
battute di solito più consone ad un tipo come Genma, poi
notò che
Genma e Yuki erano davvero troppo appiccicati e stavano osservando a
loro volta con un sorriso che illuminava il volto di Yuki la scena di
Chichi che tentava di avvicinarsi al malcapitato Raido.
Ma che
avevano stasera tutti?
Kakashi mi circondò la vita con un braccio
e mi mormorò all'orecchio: “Guarda un po'
più in su a ore
tre.”
Feci appena in tempo a vedere una visione magnifica e
terribile.
Nacchan,
a millemila metri di
distanza con il suo arco lungo completamente teso, e, grazie alla mia
buona vista vidi anche che aveva un sorriso che le apriva il
volto.
Era una visione magnifica perché Nacchan era sempre uno
spettacolo da guardare quando tendeva il suo arco. Sembrava l'eroina
di una qualche leggenda. Meravigliosa e pericolosa.
Terribile
perché lì per lì pensai che stavamo
per perdere un membro del team
di Kiri.
“Oh
porca...” iniziai a dire.
La freccia si conficcò a pochissima
distanza dal naso di Chichi, facendole fare uno strillo acuto e una
capriola all'indietro.
Raido comprese solo ora la situazione e si
spalmò una mano sulla faccia.
“Nadeshiko, per favore...”
tentò di salvare la situazione.
Un'altra freccia si abbatté in
mezzo alle gambe della malcapitata, che rimase immobile diventando
completamente bianca.
Altre quattro frecce volarono in rapida
successione.
Due si conficcarono nella stoffa sopra le braccia,
due, di striscio di fronte ai piedi.
L'ultima le volò così
vicino alla testa che le recise anche un paio di capelli.
Dico
l'ultima perché fu la goccia che fece traboccare il vaso...
Chichi
svenne.
Non che mi dispiacesse troppo
per lei. Un certo senso d'irritazione l'avevo provato anche io quando
era stata nel periodo pro-Kakashi, prima che passasse poi al povero
Raido, però ne ero stata toccata meno delle altre due, dato
che
sapevo che da quel senso, con Kakashi ci andavo con i piedi di
piombo. Si sarebbe scavato la fossa da solo, prima di stare con una
di Kiri, a prescindere da tutto. Non si fidava ed era astioso con i
ninja della nebbia.
Gli imputava ancora la morte di Rin, e la
ferita era ancora troppo recente perché li trattasse anche
solo con
un poco più di imparzialità.
Quindi Nacchan si degnò di
avvicinarsi, con un'espressione estremamente serafica in viso, come
se non avesse fatto nulla di più interessante che darsi una
scrollata ai vestiti per togliere la polvere.
“Era proprio
necessario?” chiese Raido.
“Assolutamente sì.” dissero per
una volta loro due in coro, Nadeshiko e Yuki.
Risi a quella strana
coincidenza.
“Dite che avrà capito la lezione?”
chiese
innocentemente Nacchan.
“Io di certo ho capito una cosa: se mai
avessi un'altra rompiscatole che mi ronza intorno le consiglio di
andare a tampinare Raido... E poi mi prendo i pop corn.”
disse
Genma.
“Beh, ora che la 'punizione divina' si è
abbattuta,
direi che hanno capito che non si scherza con l'angelo di
Uzushi”
commentai io.