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Autore: dark tears    18/10/2018    1 recensioni
"C’era una volta un re oscuro e misterioso che viveva in un castello a forma di caverna e usciva solo di notte. I suoi sudditi lo chiamavano Batman, poiché al posto della corona indossava una nera maschera da pipistrello."
Una piccola fiaba a tema Batjokes scritta per il compleanno della mia adorata tesorina e collegha IvanaeSilvia
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Batman, Joker
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è stata scritta in occasione del compleanno della bravissima autrice IvanaeSilvia <3
L'immagine non è di mia proprietà.


IL RE E IL GIULLARE


 
 
C’era una volta un re oscuro e misterioso che viveva in un castello a forma di caverna e usciva solo di notte. I suoi sudditi lo chiamavano Batman, poiché al posto della corona indossava una nera maschera da pipistrello. Re Batman regnava su un reame chiamato Gotham City, popolato di brave persone ipocrite e meschine, e luridi furfanti da quattro soldi. Di giorno, mentre i sudditi vivevano le loro inutili esistenze mediocri, Re Batman dormiva sonni perennemente agitati; invece di notte, quando tutti gli altri erano sopiti, lui se ne andava in giro per le strade, dando la caccia a briganti e criminali, riportando la giustizia nel suo regno. Nonostante il lodevole sforzo di regnare con rettitudine e impegno morale, non tutti i sudditi apprezzavano le gesta del loro re, e c’era anche chi malignava che fosse egli stesso un pericoloso criminale. Ad ogni modo, Re Batman non si curava delle voci sul suo conto e continuava a svolgere il suo gravoso compito notte dopo notte.
Nonostante sapesse di star percorrendo la strada giusta, il re era sempre molto triste. Da anni, infatti, era caduto sotto la maledizione di una strega che gli aveva rubato il buonumore, condannandolo a non sorridere mai più. A nulla servivano le schiere di mocciosi in calzamaglia di cui il re si circondava né le numerose sgualdrine che entravano e uscivano dal suo letto. Nonostante provasse a sorridere e ad essere felice, Re Batman rimaneva perennemente serio e triste.
Un bel giorno arrivò in città un uomo dai capelli verdi e dalla pelle bianca come latte, che si diceva fosse giunto da un luogo esotico e sperduto chiamato Ace Chemicals. L’uomo si recò direttamente a palazzo, presentandosi come giullare di corte, sperando di essere accolto e accettato dal sovrano. Il re fu all’inizio molto riluttante, ma alla fine accettò di dare una possibilità al giovane saltimbanco, ignorando i consigli della sua sparuta corte che non vedeva di buon occhio lo straniero dai capelli verdi. Il giullare disse di chiamarsi Joker e garantì al sovrano che avrebbe allietato ogni momento della sua giornata con acrobazie, scherzi e gustosi siparietti. Re Batman accettò con scarso entusiasmo, senza sapere che il giullare aveva in mente un altro ambizioso obiettivo: riportare il sorriso sulle sue labbra. Così, notte dopo notte, Joker iniziò ad allietare Re Batman con i suoi numeri, facendo di tutto per riuscire a stupirlo e strappargli una risata. Ma il re-pipistrello era restio a qualsiasi divertimento e sollazzo, e rimproverava spesso il povero giullare per la troppa intraprendenza e per la natura un po' violenta dei suoi spettacoli.
Una notte, durante una delle sue visite a Gotham City, il re fu attaccato da un vile e rozzo criminale intenzionato a mettere fine alla sua vita. Per fortuna, come ogni notte Joker lo aveva seguito e non esitò un momento per agire: si scagliò sull’assalitore, massacrandolo di botte e salvando la vita al suo adorato re. Da quel giorno si creò un legame speciale tra il re e il giullare, divenendo sempre più forte ogni volta che l’oscurità calava a spegnere il sole. In poco tempo Joker riuscì a capire alla perfezione il re-pipistrello, conquistando la sua fiducia e diventando suo fidato consigliere. I membri della corte, poco a poco, furono cacciati dal castello, compreso il vecchio e tedioso ex consigliere, che fu l’ultimo a fare i bagagli, seppur a malincuore.
Rimasti finalmente soli, il re e il giullare poterono dare libero sfogo alla propria sete di sangue e violenza, senza essere giudicati da nessuno. Joker procurava i peggiori avanzi di galera a Re Batman che, nel segreto della sua caverna, si deliziava a picchiarli e torturarli, lasciando quasi sempre al giullare il divertimento di ucciderli. Senza saperlo, Joker aveva scoperto come spezzare l’incantesimo della strega: liberare l’istinto di violenza sepolto nel cuore del sovrano. Così il sorriso tornò sulle labbra carnose di Re Batman e lui e Joker vissero per sempre felici e contenti. Fine.

Joker chiuse con uno scatto secco il quaderno che aveva in mano, rivolgendo uno sguardo compiaciuto all’uomo legato alla sedia.
«Ti è piaciuta? L’ho scritta io!».
Batman scosse vigorosamente la testa, mostrando i denti in un ringhio basso e minaccioso.
«È una porcheria, pura spazzatura!»
«È un capolavoro!» obiettò risentito il clown.
«È solo il frutto delle tue fantasie malate su noi due.. Non c’è una briciola di verità in quello che hai scritto».
Joker si alzò dallo sgabello e fece un passo verso il pipistrello, sfoderando un sorriso sprezzante.
«Come sei sciocchino, Batsy! Lo sanno tutti che le fiabe, per quanto fantasiose, contengono un’enorme parte di verità» si chinò su di lui, sfiorandogli il viso arrabbiato con la punta del naso «Pensa a come sarebbe bello: io e te a governare su Gotham, una diarchia simmetrica e duratura».
Il Giustiziere rinunciò a qualsiasi tentativo di replica, concentrando le proprie attenzioni sul pezzo di rozzo metallo che aveva tra le mani e che, di lì a poco, lo avrebbe liberato dalle corde. Ignaro – o forse no – di ciò che stava per succedere, Joker si accomodò sulle gambe della sua nemesi, riaprendo il quaderno e mostrando con orgoglio le “illustrazioni” della sua tetra favola, perdendosi beatamente nei meandri delle proprie fantasticherie. Del resto era tutto un gioco, no!?
  
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