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Autore: Arwen88    13/07/2009    1 recensioni
Raccolta di one-shot sulle opere delle Clamp.
Primo capitolo [La leggenda degli Dei] Ashura x Yasha, Tsubasa Chronicle (volumi nove e dieci).
Secondo capitolo [Serata d'Agosto] Hinata Asahi x Shiro Aso, Suki Dakara Suki /Mi piaci perché mi piaci.
Terzo capitolo [Angels] Kamui Shiro x Fuuma Monou, X 1999
Quarto capitolo [Peccato...] Subaru Sumeragi x Seishiro Sakurazuka, Tokyo Babylon
Quinto capitolo [Messaggi nella pioggia] Ran x Gingetsu, Clover
Sesto capitolo [Preda] Subaru Sumeragi x Seishiro Sakurazuka, Tokyo Babylon
Dal sesto capitolo: Tokyo Babylon, settimo volume: Subaru entra nell'illusione di Seishiro e qui l'assassino gli svela la verità. Dice che lo ucciderà. Ma lo farà veramente? Quali motivazioni lo spingono?
-Sono il simbolo che sei una preda dei Sakurazukamori.-
Ti abbraccio, provo un piacere perverso nel conoscere il terrore che ti provoco, forse anche disgusto. Eppure sei una mia preda, se anche io decidessi di lasciarti andare saresti tu stesso a tornare da me, seguendo il tuo cuore: sei una mia preda.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: What if?, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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leggenda degli dei
Questa sarà una raccolta di fan fiction sulle opere delle Clamp, penso che scriverò una fan fiction (massimo tre e comunque a distanza di tempo) per ognuna delle opere. Tratterò fatti non raccontati o fatti descritti dalle autrici però da diversi punti di vista, spero che il mio lavoro vi possa piacere o interessare. I commenti costruttivi sono sempre i benvenuti.



Titolo: La leggenda degli Dei.
Autore: Arwen88
Fandom: Tsubasa Reservoir Chronicle
Personaggi: Yasha, Ashura.
Avvertimenti: Shonen-ai, One-shot.
Genere: Romantico, Sentimentale.
Rating: Arancione

NdA:Questa prima storia racconta la storia dei re Ashura e Yasha (volumi 9 e 10 di Tsubasa Chronicle) da quello che secondo me è il punto di vista del popolo che ha trasformato la storia in leggenda tramandandola nel tempo.
I personaggi non mi appartengono e la storia non è scritta a scopo di lucro.



La leggenda degli Dei.




Questa è la leggenda che parla degli dei Ashura e Yasha.

In un tempo lontano, qui nel paese di Shura, viveva un re: il suo nome era Ashura. Questo re era conosciuto e amato dal suo popolo per il suo coraggio e la sua forza che lo rendevano un grande condottiero nelle battaglie contro i regni circostanti. La sua arte di manipolare il fuoco era famosa ben oltre i confini del regno e nessuno lo poteva superare in essa.
Erano note a tutti sia la sua ospitalità nei confronti degli ospiti che la bellezza della sua figura. Il suo sorriso donava gioia ai sudditi così come la sua voce poteva far tremare i suoi subalterni.
Questa è la storia di come un re diventò un dio.

Capita che il regno fosse da tempo immemorabile in battaglia contro l'esercito del re Yasha: combattevano per la conquista di un castello sospeso in cielo.
L'accesso al castello era consentito solo da quando la luna sorgeva a quando si stagliava completamente nel cielo, in quei momenti i due eserciti si incontravano laggiù e la battaglia cominciava.
Ormai la lotta durava da così tanto tempo che non ci si ricordava più nemmeno le cause scatenanti, l'unica motivazione plausibile sembrava essere un racconto che assicurava che il conquistatore del castello avrebbe avuto diritto alla realizzazione dei propri desideri.
Così, anno dopo anno, sangue innocente veniva versato ogni notte tra i due clan rivali.

Entrambi i clan potevano contare su grandi guerrieri ma nessuno poteva eguagliare i due re: la potenza e l'abilità dei due sovrani erano equivalenti e gli scontri tra i due uomini si chiudevano sempre in parità.
Tuttavia presto lo sguardo del re Ashura si velò di tristezza, nessuno lo notò a parte forse il re Yasha. Come poteva non notare il mutamento nell'animo dell'avversario quando lo stesso mutamento avveniva anche dentro di sé?
Se solo qualcuno fosse stato abbastanza vicino ai due re avrebbe capito che i due giovani, incrociando le lame notte dopo notte, avevano preso ad affezionarsi l'uno all'altro. Ma i cuori non sono mai immutabili e i sentimenti scesero in profondità nei loro cuori portando i due uomini a nutrire amore per la figura che in ogni notte di luna arrivava ad un soffio da sé. Presto entrambi capirono di non combattere più per nessun'altra ragione che per vedere l'altro, per potergli stare vicino, per poter incrociare il suo sguardo, per potergli sussurrare appena qualche parola, per sentire lo scossone che il cuore che gli dava quando l'altro mormorava il suo nome.

Quale non fu la tristezza del re Ashura quando una notte, alla fine di una battaglia mentre il castello scompariva nuovamente, capì che il re Yasha era affetto da un male incurabile che lentamente corrompeva il suo corpo...
La malattia avanzava e, durante l'ennesimo scontro, Ashura ferì il nemico al viso. Mai il giovane re provò un terrore tanto profondo quanto nel momento in cui vide il sangue scorrere tra le dita che l'amato premeva sul proprio occhio.
Ashura sapeva di essere riuscito a ferirlo solo grazie alla malattia e si sentiva in colpa per aver fatto soffrire l'altro uomo.
Quella sera nel regno si ebbero grandi festeggiamenti e, mentre nel castello si svolgevano sfarzose danze, lo sguardo assorto e rammaricato del sovrano venne scambiato per sintomo di semplice stanchezza.

Poche notti dopo quel fatto, Ashura osservava la luna alta nel cielo seduto sotto il porticato che dava al giardino interno del castello.
Fu allora che dalla penombra venne fuori Yasha. Stupito, Ashura gli si avvicinò: l'emozione faceva battere forte il suo cuore ma non poteva credere che quell'incontro fosse reale. Avvicinatoglisi, Ashura capì però di essere di fronte proprio all'amato.
Yasha coprì lentamente la poca distanza che lo separava dal giovane sire e, posando delicatamente le mani sulle braccia dell'altro, lo avvicinò al suo petto conquistandone le labbra.
Per quanto tempo i due re avevano desiderato di poter anche solo sfiorare l'amato...
Ashura sentiva il proprio cuore scoppiare per la gioia di essere finalmente fra le braccia di Yasha ma, posando il capo sul petto del sovrano, laddove il caldo cuore batte garantendo la vita, la verità si fece strada nella sua mente portando il suo animo a tremare e a perdersi nel dolore.
Yasha era morto. Quello che si era recato a visitarlo era il suo spirito.
Il re Ashura comprese che quello sarebbe stato il loro ultimo incontro: i due re passarono l'intera notte in compagnia l'uno dell'altro a stringersi tra le braccia e a baciarsi teneramente.

Ma questo non fu l'unico avvenimento degno di nota di quella notte, infatti da un'altra dimensione arrivò nel vicino regno di Yasha una fonte di grande potere magico sotto forma di piuma. La piuma in questione, attratta dal grande sentimento che aveva animato il re Yasha in vita, entrò nel corpo del sire prima che qualcuno ne notasse il decesso.

Grande fu lo stupore di Ashura quando la notte seguente, in prossimità del castello del cielo, scorse la figura dell'amato, privo di cicatrici, sorridergli tristemente da lontano. Angosciato, il giovane sire capì che si trattava di una visione creata da un potere esterno ma non ebbe la forza di metterne a parte il resto dei suoi uomini né di mettere fine a quell'illusione con la propria spada.
Ashura sapeva di stare a torturarsi tuttavia non riusciva ad immaginare una vita felice senza l'immagine di Yasha nei suoi occhi, sapeva di poter essere forse considerato pazzo, di non essere giusto nei confronti del suo esercito, ciononostante tutto ciò che desiderava per il momento era poter continuare ad usufruire di quella visione dell'amato privo di ferite a cavallo del proprio destriero.
Fu così che gli scontri continuarono come prima, i guerrieri morivano sul campo di battaglia ma finché poteva continuare ad incrociare la lama con l'altro sovrano, finché poteva guardarlo, Ashura non riusciva a decidersi a mettere fine alla lotta.


Passò il tempo e nel regno giunsero dei viaggiatori da lontano: ignari degli accadimenti del luogo si ritrovarono nel bel mezzo della battaglia nel campo dei soldati del clan di Ashura.
Si dice che il re, colpito forse dallo sguardo dei nuovi arrivati, decise di ospitarli nel suo castello affezionandosi presto a loro.
I due nuovi giunti erano una bellissima principessa portata nell'arte della musica ed il giovane guerriero che la proteggeva, i due viaggiavano alla ricerca di qualcosa.
La notte successiva il re portò il guerriero sul campo di battaglia con sé ed il giovane si scontrò con uno dei due generali più forti dell'esercito nemico.
A causa del dislivello di capacità tra i due guerrieri presto il ragazzo si trovò in serio pericolo e allora, meravigliando tutti gli astanti, Ashura intervenne proteggendolo. Il generale del re Yasha si lanciò dunque all'attacco contro il sire Ashura ma contro di lui nulla poté: lo scontro venne interrotto dall'arrivo del re Yasha. Mentre il castello spariva i due re si fissarono, nell'esercito di Ashura nessuno si rese conto dello stato d'animo del sovrano, l'unico che si accorse dell'intensità dello sguardo che Ashura rivolse al nemico fu il nuovo arrivato.

Quel giorno il re prese la sua decisione e, appena il castello si materializzò davanti a lui, l'uomo avanzò con decisione contro il nemico.
I suoi uomini avevano ricevuto ordine di non seguirlo e, preoccupati ed intimoriti dall'aura di potere che il loro re emanava, osservarono il loro sire camminare solitario incontro al clan di Yasha uccidendo chiunque si mettesse sulla sua strada.
Presto Ashura si ritrovò davanti Yasha che, a cavallo del suo destriero, non oppose la minima resistenza all'attacco dell'amato: la spada infuocata del giovane sire passò da parte a parte il suo petto.
Distrutto dal dolore, Ashura poggiò il capo sulla spalla del re nemico, del re amato.
Terribile il dolore che deve aver provato il giovane uomo nel sentire le braccia di Yasha stringerlo al petto sussurrando il suo nome...
Lentamente, con lo sguardo pieno di sofferenza, Ashura scostò i capelli dell'amato dal viso pallido: sotto le sue dita ricomparve la ferita che gli aveva inflitto precedentemente. Yasha prese piano la mano che lo accarezzava e portandola alla bocca la baciò, ricevendo in cambio un bacio sulla cicatrice.
I due uomini si guardarono intensamente, consci che quello era veramente il loro ultimo incontro: Yasha strinse Ashura tra le braccia avvicinandolo a sé ed egli, i lunghi capelli d'ebano sciolti a nascondere il suo viso, ricambiò la stretta con triste passione.
Il corpo del re prese a sparire nell'aria lasciando tra le braccia del giovane sovrano solo l'armatura vuota e la spada dell'amato. Nel cielo la piuma che aveva creato l'illusione del re si manifestò in uno scintillio di luce.
Conscio che quella piuma era ciò che i due viaggiatori cercavano, il re decise di renderla al guerriero.
Sistemata quella questione il re si erse in piedi e, conficcata la spada sul terreno davanti a sé, proclamò la sua conquista del castello chiedendo ad esso di esaudire il suo vero desiderio.

Il castello fu scosso da un tremito e, mentre fasci di luce esplodevano dal centro di esso, iniziò a sgretolarsi. I guerrieri del clan di Ashura gridarono disperati al loro re di scendere dal castello, di salvarsi, ma il sire disse che non voleva.
Il sovrano rimase fermo guardando con amore la spada dell'amato: sapeva che il suo desiderio era troppo grande ed era conscio che probabilmente neanche il castello lo avrebbe potuto esaudire, questo aveva portato il castello alla distruzione. Il re Ashura aveva deciso: se il suo desiderio non poteva essere esaudito ed il re Yasha non poteva venire resuscitato sarebbe rimasto lì, tenendo tra le braccia le loro spade, senza alcun rimpianto. Mentre il castello crollava completamente il giovane sovrano espresse un nuovo desiderio: che lui e Yasha potessero divenire divinità postume come monito che anche le divinità hanno dei limiti.
Ashura desiderò di essere una divinità alla quale si chiedesse di vivere la vita senza rimpianti.
Si dice che nel momento in cui stava per morire dal castello si levò una grande fiammata probabilmente evocata dalla sua magia per proteggerlo o forse per portarlo in salvo nei cieli. Dei due re vennero ritrovate solo le spade.

I sudditi costruirono le statue dei due re senza separarli mai così come sembra avesse chiesto il guerriero che aveva conosciuto il re negli ultimi giorni della sua vita. Non si sa nulla di più dei due viaggiatori se non che partirono subito dopo la morte del sovrano.
Le statue sono conservate con cura nel tempio principale del regno e i due re, ora dei, sono le nostre divinità più amate.




Fine, ho deciso di scrivere di questa coppia perché l'ho trovato uno degli incontri più intensi all'interno del manga. Spero che la storia vi sia piaciuta, i commenti sono ben acetti.
  
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