Serie TV > Merlin
Ricorda la storia  |      
Autore: Acciomalfoy_    20/10/2018    2 recensioni
"Era un tacito accordo,
siglato con le impacciate movenze di chi si destreggia in un campo inesplorato ma che desta meraviglia agli occhi e all'animo."
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ho partorito questa one shot in qualche febbricitante ora di un triste lunedì sera. Ho ritrovato dei vecchi appunti su quest'idea dei nostri tubanti piccioncini preferiti in aereo ed ero abbastanza triste per poter produrre qualcosa di vagamente angst perciò mi sono detta: perché no? 

 

È la mia prima one shot dopo secoli, è piena di imperfezioni e ne sono consapevole ma fintanto che non pubblico qualcosa non mi ritroverò mai a migliorare perciò vi toccherà subire i miei errori ancora per un po'. 

 

Scuse a parte, non ho particolari avvertimenti da fare se non che nessuno dei personaggi di questa fanfiction mi appartiene e pertanto i diritti vanno ai reali possessori. 

E nulla, Buona lettura!

 

 

 

 

 

 

SOMEWHERE, OVER THE RAINBOW. 

 

 

 

Perché aveva accettato quel dannato lavoro? Quella domanda era diventata ormai un mantra e indaffarato a sistemare il piccolo bagaglio a mano nell'apposito sostegno cercava di trovare una risposta. Merlin odiava i viaggi in aereo, lo aveva sempre fatto, e quando gli era stata fatta quella assurda proposta sapeva cosa avrebbe comportato. Era stato uno stupido, un grandissimo stupido, si era fatto abbindolare da tutte quelle parole promettenti e... 

 

"Hai finito di trafficare con quella valigia o hai bisogno che chiami la hostess per aiutarti?"

 

Ecco per che cosa aveva accettato quello stupido lavoro, per essere continnuamente molestato da uno sbruffone.

 

"Se alzaste il vostro regale sedere da quella comoda seduta e vi accingeste ad aiutarmi forse non ci sarebbe bisogno di chiamare nessun altro, non credete?"

 

Erano ormai anni che Merlin lavorava per la Camelot s.p.a nei panni del braccio destro di Arthur Pendragon ( o come preferiva definirlo quest'ultmo, nei panni del suo "elfo domestico"). Arthur era il dirigente di tutta la baracca e tutta la baracca era abituata a rispondere ai suoi ordini, Merlin compreso anche se con una certa riluttanza. In fondo ammirava il lavoro che il suo capo svolgeva, sapeva che era un uomo buono e generoso. E proprio questo era il motivo dei loro numerosi viaggi nel mondo: ad Arthur piaceva il suo lavoro, ma ancor di più piaceva controllare che il lavoro nelle varie filiari fosse svolto a dovere e che i lavoratori fossero adeguatamente tutelati, e ovviamente gli piaceva farlo di persona. Se qualcuno gli avesse chiesto il motivo per cui si accollava sempre dietro il suo elfo domest... volevo dire, il suo braccio destro egli avrebbe risposto ironicamente che non avrebbe potuto affrontare un lungo viaggio senza l'incessante chiacchericcio del ragazzo e successivamente con serietà avrebbe alluso a qualche scartoffia burrocratica che andava assolutamebnte compilata da Merlin in persona. In realtà Merlin credeva  che Arthur adorasse vederlo terrorizzato e che quello fosse un grande piano per fargli venire un infarto e sbarazzarsi così di lui.

 

Finì di issare il bagaglio con un ultima spinta e proprio mentre lanciava uno sguardo fiero e soddisfatto ad Arthur questa gli ripiombò in testa facedolo gemere dal dolore. Arthur fu dunque costretto ad alzarsi, non tanto per compassione ma più per impazienza, con una spinta scostò il povero Merlin, che ancora dolorante si passava una mano sulla nuca, e in pochi secondi riuscì a bloccare il bagaglio nel modo giusto. Lanciò quindi uno sguardo truce al ragazzo che affranto si abbandonò alla sua seduta.

 

"Non potevi farlo tu in principio?" chiese il ragazzo mentre il biondo si accomodava accanto a lui. Girò leggermente la testa in modo da guardarlo solamente con la coda dell'occhio.

 

"E cosa ti avrei portato a fare, altrimenti?" rispose l'altro mentre un mezzo sorriso gli increspava il viso.

 

"Credimi , me lo chiedo anch'io" sorrise a sua volta Merlin, rivolgendo il suo sguardo alla pista di atterraggio che si stagliava al di fuori del finestrino, in attesa che quel piccolo aggegio infernale prendesse il volo.

 

  *

 

Non ci volle molto perchè l'aereoplano decollasse e ancora meno perchè Arthur si addormentasse. Merlin sapeva quanto il lavoro lo consumasse, lo poteva vedere nelle profonde occhiaie violacee che gli solcavano il viso dopo l'ennessima notte insonne, nei vestiti che cominciavano a cadergli piu morbidi sui fianchi e ancor prima nei suoi occhi che spesso lo guardavano smarriti, in cerca di consolazione. Non volle svegliarlo nonostante la tentazione fosse alta, un po' per ripicca per tutte quelle volte in cui si era preso gioco di lui, un po' perchè quella bestia metallica volante aveva iniziato a fare rumori strani e a tremare più del dovuto e Merlin aveva assolutamente bisogno di una mano da stringere e di una persona da importunare con le sue mille domande e con la parlantina che si impossessava di lui ogni qual volta il terrore prendeva il sopravvento. Per il momento si accontentò di stringere il bracciolo della seduta e di chiudere gli occhi stringendo il più possibile una palpebra all'altra. Cercò di immaginarsi in un altro luogo.

Fu un attimo, il tempo di un battito d'ali, e un peso inizio a gravargli sulla spalla destra. Aprí un occhio, soltanto uno, e ciò che gli si presentò davanti gli sciolse il cuore più di quanto sarebbe stato in grado di ammettere: il somaro era completamente abbandonato al sonno, la testa reclinata verso quella di Merlin, la bocca leggermente aperta dalla quale fuoriuscivano sbuffi leggeri, appena percepibili, e una ciocca di capelli ricadeva ribelle sopra agli occhi socchiusi. Era bello quanto raro vederlo così rilassato. E forse era proprio lì, nascosto Fra quei capelli scompigliati e quegli ansiti impercettibili il motivo per cui Merlin, di buona lena accettava di seguirlo ovunque. Probabilmente non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura ma amava vedere quella parte così intima del suo compagno e poterla tenere segretamente per se. Con uno sbuffo Arthur appoggio definitivamente la testa sulla sua spalla e il moro decise, in un attimo di folle coraggio, che se gli avesse cinto le larghe spalle con il suo braccio probabilmente non se ne sarebbe accorto e sarebbe stato più comodo. Era strano, poterlo avere così vicino fisicamente in quei momenti e pensare che era proprio la stessa persona che qualche mese prima, a Natale, aveva rifiutato di abbracciarlo con la scusa che tra soci ci si stringe la mano. 

Eppure quei momenti sapeva non fossero speciali solo per lui, era a conoscenza del fatto che a volte Arthur fingesse di dormire, lo capiva dal suo respiro. Era un tacito accordo,

siglato con le impacciate movenze di chi si destreggia in un campo inesplorato ma che desta meraviglia agli occhi e all'animo. 

 

La prima volta che entrambi si erano resi conto di quel qualcosa lavoravano insieme da qualche mese. Arthur aveva appena preso in mano le redini di tutta la società che fino ad allora aveva guidato suo padre e aveva chiesto a Merlin di aiutarlo in questo compito che gravava come un macigno sulla sua vita fin da quando era piccolo. Probabilmente il moro era l'unico ad aver raccolto e custodito come un prezioso gioiello tutte quelle paure che Arthur, prima da bambino esuberante e poi da adolescente, aveva sputato fuori in quelle sere in cui tutto era troppo e l'unica cosa di cui aveva bisogno era sfogarsi. E così si era sentito in dovere di coinvolgere in qualche modo quella figura che per tanto tempo era stata una costante nella sua vita. Era sempre stato bello, il loro rapporto, fatto di prese in giro, insulti e grandi dichiarazioni d'affetto e il fatto che effettivamente adesso Arthur fosse il superiore di Merlin di certo non aveva cambiato le cose. Capitava spesso che Arthur dovesse fermarsi fino a tardi all'interno del suo lussuoso studio e Merlin, stoico lo attendeva fuori fingendo di avere qualcosa di molto importante da sbrigare che assolutamente non poteva essere rimandato. Così era accaduto anche quella sera. Arthur era seduto sulla sua grande poltrona e teneva le mani fra i capelli, i gomiti puntellati sulla preziosa scrivania e un paio di occhiali tra l'indice e il medio, quando Merlin irruppe nella stanza con la sua solita esuberanza. 

"Sono le nove passate ed è ora del caffè!" Aveva praticamente urlato reggendo fra le esili dita due enormi tazze take-away di chissà quale caffetteria.

"Solitamente si beve alle cinque, ed il te non il caffè." Aveva sbuffato, appoggiando gli occhiali e afferrando la tazza bollente. 

"Oh suvvia sire non lamentatevi, godetevi le piccole gioie della vita!" 

"E sarebbero...?"

"Beh, avete un fantastico servitore! Senza di lui chi vi porterebbe il caffè a qualsiasi ora?" 

Arthur aveva roteato gli occhi portandosi alle labbra la calda bevanda. Era stanco, i ritmi sfiancanti della società lo stavano distruggendo e Merlin lo poteva notare in ogni parte del suo essere. 

"C'è qualcosa che non va vero?" Infatti chiese. Di tutta risposta il biondo si alzò, circumnavigo l'enorme scrivania da cui prese una cartellina verdognola. Si affiancò al moro con l'intenzione di aprirla ma il moro lo precedette schiaffandogli una mano sopra. 

"No asino, parlo di te Arthur. Non stai bene, lo vedo. Che succede?"  Aveva alzato lo sguardo per incrociare quello dell'altro ma quest'ultimo lo teneva basso, fisso sulle sue scarpe nere perfettamente lucidate. Merlin d'istinto aveva portato l'indice sotto il mento dell'altro, alzandogli leggermente il viso in modo che i loro sguardi potessero finalmente incontrarsi e aveva poi accarezzato la linea dura della sua mascella con delicatezza. "Su di me puoi contare sempre, è chiaro?" Aveva sussurrato quelle parole tanta era la vicinanza, sarebbe bastato un battito di ciglia, una frazione di secondo e tanto, tanto coraggio e le loro labbra si sarebbero potute sfiorare in ciò che entrambi avevano inconsciamente sempre sperato. Il tempo probabilmente si era dilazionato, e i due giovani si erano persi in quella bolla di perfezione. Fu Arthur per primo a scostarsi, con un gesto delicato ma carico di significato. Scostò il viso di lato e tutto ciò che si era sempre frapposto tra loro si era insinuato anche all'interno di quella bolla facendola esplodere. Prima di tutto il ricordo di Guinevere, a casa sola ad aspettare il suo amato Arthur con una preziosissima fede al dito dolorosamente uguale a quella al dito del ragazzo che ora si stagliava imponente di fronte a Melrin e poi tutti quegli anni di amicizia, troppo importanti per andare perduti. Merlin era fuggito da quella stanza con la stessa velocità con cui era entrato ma privo di qualsiasi emozione. E ad Arthur era rimasto il rimorso di un bacio mai dato, l'amaro in bocca per essersi lasciato trascinare da tutta quella serie di situazioni. Due tazze fumanti sulla scrivania. 

 

Quei ricordi ora fluttuavano alti sopra le nuvole, nella mente di Merlin. Accarezzare la spalla del suo compagno di viaggio in qualche modo si era rivelato utile anche per se stesso, adesso era molto più calmo. Appoggiato allo schienale della sua seduta osservava il biondo assopito e gli scostò quel ciuffo ribelle dal viso, giusto perché così sarebbe stato un po' più comodo. Il biondo mugugno qualcosa, voltando appena la testa aprí gli occhi e nel vedere merlin le labbra gli si incresparono in un breve sorriso carico di tutte quelle parole che a voce non sarebbe mai stato in grado di dire. Grazie, hai fatto molto per me, sei speciale, grazie, ti amo. 

Girò la testa e si immerse nuovamente nel sonno che il moro sperò fosse carico di bei sogni. 

Era felice Merlino. Non aveva la vita che aveva sempre sperato di vivere ma aveva tutto ciò di cui aveva bisogno accanto a se, e il solo prendersene cura bastava a rimarginare tutte le ferite.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Eccoci alla fine!

Beh se siete arrivati fino a qui vi meritate un sentito GRAZIE. 

Spero davvero che in qualche modo vi sia piaciuta, mi farebbe davvero piacere se lasciaste un commento per farmi sapere cosa vi è piaciuto e cosa non. Nel frattempo vi mando un abbraccio. 

Alla prossima!

-Gaia 

 

Instagram:  Acciomalfoy_  / bookssntea

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: Acciomalfoy_