Phineas
Barnum
è uno sfrontato. Lo capisce non appena posa gli occhi su di
lui, non appena sente le sue dita afferrarle la mano e avvicinarla alle
labbra per baciarla.
È sicuro di sé, ambizioso, intraprendente. E ha
due occhi che sorridono molto prima che possa farlo anche la bocca.
Lo scruta con sospetto: è bravo a giocare con le parole.
È un impostore professionista. Eppure le sembra davvero
sincero quando le chiede di seguirlo a New York perché vuole
donare qualcosa di vero al suo pubblico. Jenny è sorpresa e
gli volta le spalle con un sorriso accennato: spera con tutta se stessa
che quella non sia una menzogna.
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Jenny Lind, è
così che si chiama. Gliel'ha detto Phillip. Lo mormora
appena e lo sente scivolare sulle labbra: è un nome
melodioso, che s'intona con la sua figura esile.
Phineas non ci pensa due volte: deve conoscerla. Deve farla sua,
conquistarla con pochi gesti per renderla la punta di diamante del suo
spettacolo. Non importa se non l'ha mai sentita cantare, si fida dei
racconti del giovane Carlyle. Perciò non aspetta di essere
presentato e va dritto al sodo. Un baciamano, un'adulazione, la
promessa di mutarla nella stella più brillante del
firmamento.
Forse è stato troppo precipitoso, ma dal suo sguardo capisce
di averla colpita. Sorride, soddisfatto: missione compiuta.
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Silenzio. Il
sipario si alza, le luci la investono. Ora può vederlo: il
teatro è gremito.
Ha mantenuto la parola: le aveva promesso che New York sarebbe stata ai
suoi piedi ed ora eccola lì, davanti a lei. Un sogno nato
per caso che diventa realtà.
Canta e sente il cuore colmarsi di gratitudine. Lo cerca con lo sguardo
dietro le quinte: Phineas è immobile, un sorriso felice
scolpito sulla sua faccia di pietra, gli occhi splendenti come i fari
che la illuminano sul palco. Quando il pubblico la porta in trionfo
Jenny s'inchina, ma dentro di sé sa che nulla, stasera, la
farà gioire più di quello sguardo adorante.
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È agitato. L'usignolo
svedese sa davvero cantare? E, soprattutto, riuscirà a
impressionare gli scettici aristocratici che l'hanno sempre considerato
come feccia?
Phineas annuncia l'esibizione e ripara nell'oscurità delle
quinte. Il sipario si alza e Jenny sembra davvero una stella luminosa
nel suo abito bianco.
Poi è solo canto. Lo coglie di sorpresa, lo stupisce ed
emoziona. Non riesce a smettere di sorridere e lascia vagare lo sguardo
dal palcoscenico alla platea, osservando entusiasta il pubblico
trattenere il respiro ed esplodere in un applauso alla fine dell'ultimo
acuto, mentre la musica scema e torna il silenzio.
Ha vinto la scommessa: Jenny lo riabiliterà e
consacrerà davanti a tutti gli Stati Uniti.
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Lo champagne
scorre a fiumi, ma non lava via le origini di Phineas. Proprio come il
successo non cancella il disonore che rappresenta per la sua famiglia.
Jenny leva il calice in suo onore e gli si avvicina. Non avrebbe mai
pensato che un uomo come lui non si sentisse appagato della propria
vita.
Di colpo Jenny realizza quanto siano simili. -È difficile
comprendere la ricchezza e il privilegio quando ne godi dalla nascita-,
gli dice, lenendo la ferita infertagli dall'altrui disprezzo.
Nei suoi occhi legge la stessa gratitudine che ha provato anche lei.
Adesso lo sa: si comprendono a vicenda. E magari, insieme, troveranno
la chiave per essere felici.
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Credeva di essere a un passo dal
proprio riscatto, ma agli occhi dei suoi suoceri non basta mai nulla.
Sa di aver deluso Charity, che infatti preferisce allontanarsi.
Vorrebbe seguirla, scusarsi, ma Jenny propone un brindisi in suo onore
e non vi si può sottrarre. Beve champagne e la ringrazia per
le belle parole.
-A volte mi sento fuori posto, qui-, gli sussurra, -e la vita non manca
di rammentarmi che non merito un posto in questo mondo-. Lui la fissa,
stupito: possibile che una donna così talentuosa soffra il
suo stesso, identico dolore?
Phineas è sbalordito e improvvisamente sollevato: si sente
capito. Nemmeno Charity ha mai compreso così tanto.
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Di
città
in città, di sera in sera. La tournée procede
spedita, rispettando la tabella
di marcia.
Se solo il
suo cuore fosse lo stesso di quando ha lasciato Londra!
Jenny si
fissa nello specchio, l'abito di scena che le stringe la vita, e si
accarezza i
fianchi: come vorrebbero che fossero le mani di Phineas a sfiorarla, a
cingerla
in un abbraccio. Ma non si può, non deve neanche
immaginarlo... Eppure,
fantastica ancora, sarebbe bello. La amerebbe come il pubblico non
potrebbe mai
fare e le farebbe toccare il cielo con un dito. Così, forse,
Jenny riuscirebbe
finalmente dire di avere tutto e che, in fondo, le basta
così.
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Sono alla dodicesima tappa dopo un
mese ininterrotto di viaggio.
Gli spettacoli registrano il pienone e a ogni successo Phineas sente
avvicinarsi sempre di più la consacrazione finale. Ogni sera
ascolta Jenny cantare e la sua voce, soave e potente allo stesso tempo,
non finisce mai di stupirlo. Le sorride entusiasta da dietro le quinte,
unendosi all'applauso scrosciante del pubblico, e si ritrova a pensare
di non volere nient'altro dalla vita. Non si accorge nemmeno che
Charity e le bambine sono sparite dalla propria mente: il canto di
Jenny è l'unica cosa che conta. E quegli occhi verdi, poi!
Chissà se la luce che irradiano non sia solo per lui.
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Il mondo
è ai loro piedi.
-Ai sogni che si avverano-, brinda Jenny con un sussurro, sedendogli
accanto. Lascia cadere lo sguardo sulla sua bocca e con gli occhi lo
invita silente a baciarla: sarebbe tutto. Sarebbe abbastanza. Ma
Phineas la respinge.
-Io ti ho dato il mondo-.
È la verità ed è una supplica.
È il suo modo per scongiurarlo di renderla felice proprio
come lei ha fatto con lui.
-Sono solo uno dei vostri piccoli numeri-, la voce ora è un
sibilo, le pupille si stringono e si riempiono di veleno. Le sue iridi
di giada sono verdi come fiele e chiedono vendetta. Aveva ragione:
è un impostore.
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Il New
York Herald ha finalmente dato la sua benedizione.
Phineas non riesce a crederci: anche Bennett si è dovuto
inchinare davanti alla grandezza di Jenny. Perciò un
brindisi è quello che ci vuole.
Prende il calice che gli sta porgendo e la guarda sedersi. Non sono mai
stati così vicini. Forse è troppo. E i suoi occhi
gli chiedono qualcosa che non può darle. Perché,
ora ricorda, a miglia di distanza Charity lo sta aspettando, fiduciosa.
-Sono diventato una distrazione. Dovete continuare da sola-.
Jenny si alza, furiosa. La segue preoccupato, perché il suo Basta così l'ha spaventato.
-Mi rovinerete-, chiede pietà, ma sa di averla perduta.
È finita.
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Mai
abbastanza. Mai.
Non è bastato il suo talento, non è bastato il
suo amore. Non è bastata lei.
Jenny canta per l'ultima volta. Incanta un pubblico che non si cura
delle sue lacrime, che non capisce cosa significhi per lei quel verso
ripetuto fino allo sfinimento. Canta e la sua voce è
flebile, attutita dal dolore e dalla delusione. Poi la musica sfuma,
arrivano gli applausi e chiama Phineas sul palco. Lo vuole accanto in
modo diverso e reclama per sé ciò che lui le ha
negato.
-Vi dico addio-, bisbiglia, notando la lieve traccia rossa che gli ha
lasciato sulle labbra. Si volta ed esce. Questo, forse,
basterà.
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Jenny è diversa,
stasera. Lui è diverso.
Ha commesso un errore imperdonabile. Ha creduto così tanto
nella propria menzogna da finire per scottarsi da solo.
Phineas ascolta il suo canto e per la prima volta capisce che non
descrive solo le loro vite. È il dolore di Jenny che si fa
musica, che lo accusa di averla ingannata. Stasera non c'è
posto per alcun sorriso.
Il pubblico esulta nell'ennesima standing ovation. Phineas la raggiunge
e mentre riceve applausi che non merita labbra avvelenate gli
contaminano la bocca.
-Cosa fate?-, sgrana gli occhi, accecati dai flash.
È un addio, è vendetta. Perché
entrambi sanno che basterà quel bacio a distruggere tutto.
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