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Autore: Mary Kilary Tenei    23/10/2018    0 recensioni
April O'Neil è una ragazza di 16 anni che alla fine della sua vacanza in Italia decide di portarsi dietro la sua miglior amica Mary Kilary Tenei, che per colpa di uno sconosciuto si ritrova orfana .
Riuscirà April a farla trovare l'amore e l'affetto che ha perso ?
Che cosa si cela dietro al cognome Tenei?
-Spesso ignoriamo quello che il mondo ci dona, non ci accontentiamo più delle più piccole cose come una volta. Non si usa più conoscersi come una volta, non si ha più la stessa fiducia per l'umanità che una volta esisteva, non si usa più essere liberi come una volta, liberi di essere chi si è davvero, liberi di vivere e di doversi nascondersi. Questo è il mio sogno trovare la libertà per me, te e per tutti-
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Nonostante il dolore fosse passato, sentiva comunque qualcosa che le infastidiva il collo, ogni volta si passava la mano su di esso come in cerca di qualcosa, ma non trovava mai niente << April tutto bene? >> chiese Casey guardando l'amica, la rossa annuì sbuffando continuando a toccarsi il collo << da quando sono tornata a dalla festa mi sento strana >>disse la rossa, Casey la guardò confuso per poi bere la sua bevanda che da poco aveva ordinato << che è successo alla festa? >> chiese sorseggiando, April smise di bere il suo cercando di fare mente locale, ricordava di essere entrata alla scuola, ricordava di averci fatto un giro delle bancherelle, di aver mangiato e poi di essersi diretta nella sala dove c'era il ballo, di aver ballato con un bel ragazzo e poi << ho avuto un capogiro, uno dei professori ha detto che ho avuto un calo di zuccheri e sono svenuta. >> rispose la rossa guardando a terra, Casey guardò davanti a sé continuando a bere << ma non ne sei convinta vero? >> chiese lui, la rossa sospirò scuotendo la testa << non so che pensare ad essere sincera >> rispose lei sospirando. Dopo un po' di silenzio Casey lanciò il bicchiere facendo canestro nel cestino dell'immondizia per poi alzarsi e scrocchiando le ossa del suo corpo << dai non pensarci, dobbiamo raggiungere gli altri. Ricordi? Donnie ha detto di aver scoperto qualcosa >> disse lui guardandola, April annuì e raggiunse Casey che stava aspettando che l'amica si alzasse per seguirlo e in silenzio andarono verso il rifugio in attesa che succedesse qualcosa.
 
 
 
Il vento pungente gli sfiorava la pelle durante la sua corsa, doveva raggiungere il rifugio immediatamente, era in giro per ispezionare la zona quando suoi fratelli che l'attendevano per parlare di una nuova scoperta di cui non conosceva nemmeno un particolare, eppure solitamente sapeva quasi sempre tutto perché solitamente Donnie ne parlava praticamente quasi subito a lui in quanto il loro leader, ma sta volta l'aveva lasciato all'oscuro, forse era una cosa talmente importante che non aveva bisogno di lui per essere sicuro di poterlo dire agli altri.
 
Era quasi arrivato a destinazione quando una conversazione attirò la sua attenzione, non sapeva se fosse una coincidenza o meno ma quella ragazza che infastidiva la sua testa era lì, in un vicolo oscuro con un altro ragazzo dai capelli rossi, lei sembrava totalmente furiosa con quest'ultimo lo stava guardando con un'enorme odio che era quasi pari al suo odio per Shadder, furtivamente si avvicinò e prese ad ascoltare la loro conversazione << ma si può sapere che ho fatto per farti arrabbiare così tanto? >> domandò il ragazzo sbuffando e andandosi a sedere sul muretto, la ragazza lo guardò quasi con le lacrime agli occhi << E me lo domandi pure !? Hai quasi ucciso la mia miglior amica di nuovo! Si può sapere cosa ti è passato per la testa? >> chiese lei furiosa, il ragazzo si difese alzando le mani << ow ow io non ho fatto niente! Non l'ho toccata! E poi mi spieghi perché dovrei farlo? >> domandò lui infastidito, Leo pensò che evidentemente parlavano di April e del giorno che lei era "svenuta" alla festa << Ayato non prendermi in giro da quando sono tornata a New York non fai altro che intrometterti nella mia vita, da quando hai scoperto che vivo con una... >> << Babbana? Si è vero la cosa mi ha infastidito molto Hime-chan >> disse lui interrompendola guardandola infastidito per poi avvicinarsi a lei << non chiamarla così non siamo in Harry Potter! >> disse lei furiosa guardandolo negli occhi, Ayato si fermò a poco quando ormai erano molto vicino l'uno dall'altra << Comunque sia, mi ha dato molto fastidio questa tua scelta sai? Hai scelto lei, quando io potevo darti tutto ciò che volevi >> disse lui avvicinando la mano al suo viso, Mary tiro uno schiaffo su di essa e lo guardò quasi disgustata << non te lo ripeto di nuovo Ayato. Stai lontano da April o la prossima volta io ... >> non finì di parlare che Ayato la bloccò al muro portandole le mani in alto e tenendo ben fermo il volto << o tu cosa? Sguinzaglierai il tuo fedele cagnolino? >> domandò lui tenendola ferma, Mary che prima cercò di liberarsi smise subito di dimenarsi guardando a terra << dalla tua faccia si vede che hai capito che non mi riferisco a Rocky eh ? Di un po' Mary-chan, dov'è quel cretino del tuo fedele cavaliere? Forse sbaglio ma non è il dovere di un cavaliere stare al fianco della sua Hime-sama ? >> domandò lui sorridendo, Mary abbassò la testa stringendo i pugni << è impegnato >> sussurrò lei mentre Ayato si era avvicinato al suo orecchio lasciandole le mani e il volto << io ti avrei mai lasciato da sola e ricorda di chi è la colpa se la tua amica era in quello stato >> disse e dopo questo se ne andò lasciandola da sola, si sedette a terra e prese a piangere per la rabbia.
 
 
Nonostante fù un po' infastidito di quella scena, Leo decise di andare via. Per lui non era ancora ben chiaro cosa era appena successo, aveva solo capito che nonostante April non mostrasse alcuna lesione, qualcuno le aveva fatto del male e Mary era sicura al cento per cento che quel qualcuno era il suo amico, che preso da una specie di gelosia se l'era presa con la loro amica. Perché nonostante si sentisse tranquillo nel sapere che potesse essere un'amica, sentiva comunque di non potersi fidare di lei? Forse l'unico che poteva dargli risposte, era proprio l'uomo che ora era intubato ed era in stato di coma, Antonio Berg.   
   
 
 
Il cielo blu di New York era limpido quella sera, dalla sua finestra si potevano vedere chiaramente le piccole stelle che brillavano allegre nel cielo, tutte che danzavano introno alla loro grande luna che quella notte appariva con un grande sorriso allegro, ma per lui l'allegria era sparita da tempo da quando perse lei, da quando fù costretto ad essere quello che era, la sua vita era stata travolta da quella donna che per anni, o meglio secoli, credeva non dover aver più a che fare, pensava che nonostante il suo cuore fosse a pezzi potesse vivere la sua vita tranquillamente, senza troppi intoppi, senza più dolore, senza più lacrime. E invece per l'ennesima volta si ritrovò ad affrontare quella tragedia che non solo aveva travolto la sua vita ma anche quella di quella ragazza che faceva tenere costantemente sotto controllo dal suo famiglio << quand'è che finirà questa guerra >> chiese in un sussurro al cielo, sperando che le stelle gli potessero dargli qualche risposta, o che loro gli potessero rispondere.
 
 
 
La porta del suo studio cigolò un po' facendo entrare una delle care persone più affidate, una persona di cui avrebbe consegnato la sua vita e quella della persona momentaneamente più importante nelle sue mani << Sire siamo pronti >> annunciò qualcuno dietro di lui, lui sorrise sospirando un po' per poi voltarsi verso il suo interlocutore che come sempre era inginocchiato davanti a lui, Zeno lo fissò posando una mano sulla finestra in cui poco prima era appoggiato ad osservare le costellazioni << bene, dai l'ordine di incominciare con la trasfusione, quell'uomo deve sopravvivere a qualsiasi costo >> disse tranquillamente lui guardandolo, il suo interlocutore annuì fissando a terra << come desidera >> rispose lui, Zeno sorrise appena tornando a guardare fuori, ma il suo "messaggero" era ancora lì << hai bisogno di qualcosa? >> domandò Zeno senza distogliere lo sguardo al cielo, il ragazzo strinse i pugni tenendosi in automatico una mano << io...Io vorrei chiederle di farmi partecipare a questa missione >> disse lui pregando mentalmente che Zeno desse il consenso << no, è fuori discussione >> disse Zeno tornando a guardarlo, il ragazzo emise un sospiro, era deluso e frustato, non credeva che colui che aveva sempre servito non gli affidasse una missione di così estrema importanza << ma Sire ... >> fece il ragazzo iniziando a ribattere, ma Zeno lo fermò subito avvicinandosi a lui e chinandosi di poco posando una mano sulla sua spalla sorridendogli << tu hai già una missione da compiere, una di quelle che per me sono di estrema importanza, una missione che stai compiendo dalla nascita e che io desidero che tu la porti a termine fino alla prossima vita. >> disse lui con un tono molto tranquillo, il ragazzo alzò lo sguardo verso di lui, proprio come la prima volta << ma ho fallito, per colpa mia è in questo stato! Io...non credo di esserne in grado di continuare >> affermò addolorato il ragazzo portandosi una mano sul cuore, Zeno continuò a sorridergli << invece si, non te lo chiederei se non fossi sicuro che ne sei all'altezza. E sappiamo entrambi che non te ne darà mai la colpa per quello che è accaduto. Io mi fido di te e anche lei. >> disse lui portando l'altra mano sui suoi capelli per poi accarezzarli con lo sguardo di un padre amorevole, tra di loro c'era sempre stato quel bel rapporto padre-figlio, fin dalla prima volta che si incontrarono dopo che il suo villaggio era stato avvolto dalle fiamme e lui fu l'unico sopravvissuto, dopo che la sua famiglia l'aveva cacciato dalla sua casa perché era diverso, dopo che quell'uomo gli travolse la vita obbligandolo a vivere per l'eternità. La gente che avevano deciso di aiutarlo, ogni cercavano di fargli sempre del male, lo guardavano sempre con disprezzo, invece Zeno no, anzi lo aiutò, gli diede dei vestiti, del cibo, un tetto e l'amore paterno che desiderava tanto. Era il suo salvatore e credeva che rimanendo a suo fianco la sua vita sarebbe stata migliore, di fatti anni dopo, grazie a lui, a Zeno conobbe l'amore. Ed ora il suo compito era quello di proteggerla a qualsiasi costo << lo faccio con piacere >> disse il ragazzo, Zeno sorrise alzandosi per poi porgergli la mano tirandolo su << sono fiero di te, Mikaela >> disse Zeno sorridendo, Mika sorrise lievemente e poi dopo un piccolo inchino se ne andò, sarebbe rimasto come sempre nell'ombra a sorvegliarla come aveva sempre fatto da quando arrivò a New York.
 
Dopo essere uscito dalle stanze di Zeno, Mika si fermò a guardare fuori facendo spuntare un dolce sorriso << ti proteggo io Hime-chan >> disse per poi tornare nei suoi passi sparendo nel cuore della notte. 
  
   
 
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