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Autore: Chiaroscura69    03/11/2018    2 recensioni
La vita può prendere una piega del tutto sbagliata senza preavviso in una fumosa partita di carte
Genere: Introspettivo, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho una busta dell'umido
ancora da buttar via,
un animo ancora tumido,
malato di acromasia.
Mi chiedo quale sia quello putrefatto;
l'umido sa di frutta passata,
l'animo è un carcame tumefatto,
della dignità invano barattata
per una buona mano di carte
ad un dio dalle spoglie di Marte.
Se ne stava a guardare beffardo
nella sedia più lontana
il mio cuore giocare d'azzardo
con la più bella cortigiana.
Lei era un turbinio di sguardi,
entrava nel subconscio di soppiatto,
mi son avvicinato tacendo i codardi
sentimenti ai quali ero assuefatto.
''Sono Lussuria, la perdizione
se vuoi amarmi chiedi al dio possente
nell'ultima sedia, è il mio padrone''.
Lo diceva abbassando l'autoreggente.
Io, come uno sciocco, abbacinato
mi son voltato di scatto
il dio beffardo si è allor rivelato
e mi ha proposto il baratto.
''Sono della tua psiche il Demiurgo
la mia bellezza è illibata,
dal male ogni giorno ti purgo
quando desideri Lussuria, la depravata.
Sono il principio a cui obbedisce
il tuo animo, son la Morale,
il pensiero che il cuore svilisce
distruggo come istinto animale''.
Non mi sembrava intenzionato
a una pacifica discussione,
così la mia dialettica ho abbandonato
e sono andato dritto alla questione.
''Tu mi chiedi Lussuria, la falena
dagli occhi e il canto magnetico,
la sua vera forma è la sfirena,
il suo sorriso è intriso di arsenico.
Se hai già compiuto la tua scelta
non ti posso che accontentare,
ma non decidere alla svelta,
poi non potrai più abdicare''.
Queste parole dovevano allarmarmi
ma il suo profumo aleggiava
e continuava a strozzarmi,
il suo respiro distintamente palpitava.
''Dovrai darmi ciò che ho preservato:
il tuo animo intatto e puro
diventerà un tumulo straziato,
lo scambio non sarà redituro''.
Ora guardo quella busta dell'umido
e mi sembra avere la dignità
che mi ha sottratto in quel pomeriggio fumido
Lussuria, l'etera che mi prese la verginità.
   
 
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