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Autore: DreamerGiada_emip    12/11/2018    0 recensioni
Seguitemi, lettori dal cuore colmo di fantasia.
Avventuratevi e perdetevi all'interno di queste righe.
Vi racconterò una storia antica, nata da una leggenda e tramandata di generazione in generazione.
Accadde in un'epoca ormai lontana e dimenticata, così distante rispetto a quella in cui viviamo noi oggi.
Gli uomini hanno dimenticato ciò che accadde in tempi così addietro. Siamo cresciuti nell'illusione e viviamo nell'ignoranza.
Questa storia comincia tra i boschi, al sicuro da occhi indiscreti.
Di ciò che avvenne rimane solo una piccola e misera traccia. In quanti di voi conoscono la canzone "Figlio della Luna" di Mecano?
Vi è solo un piccolo errore, probabilmente la storia venne modificata di bocca in bocca.
Non era un bambino, ma una bellissima bambina dagli occhi d'argento.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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I primi due giorni passarono in fretta, troppo in fretta. Avevo provato diverse volte a chiedere spiegazioni alla Madre, ma la sua risposta era sempre la stessa: "quando verrà il momento, tutto ti sarà più chiaro."

La mattina del terzo giorno, mi svegliai con un'unica consapevolezza: quella in arrivo era la notte di tenebra. Notai che intorno a me tutti gli altri membri del branco dormivano, così decisi di alzarmi e andarmi a fare un giro per il bosco. Presi le mie armi cercando di fare il meno rumore possibile e mi allontanai in punta di piedi.

Il tempo passava, ma io non mi convincevo a tornare indietro. Avevo troppe cose per la testa per pensare anche a dove stessi andando, continuavo semplicemente a camminare. Possedevo un grande potere? Sapevo comunicare mentalmente con il mio branco, cosa che da quanto ne so i normali essere umani non sono in grado di fare, ma non mi sembrava in alcun modo un potere fuori dal comune. Perché la Madre aveva deciso di andare in cima alla montagna? E perché proprio la notte di tenebra? Forse non voleva che la vedessimo morire e la luna non essendo in cielo sarebbe potuto venire a prenderla. Era un'ipotesi parecchio strana, ma era l'unica che mi veniva in mente.

Raggiunsi il grande fiume, la principale fonte d'acqua per tutti. M'incamminai lungo la riva, finché non sentii uno scricchiolio leggero, come di un rametto che si spezza, alla mia destra. Preparai immediatamente l'arco e rimasi immobile con i sensi all'erta pronta a scoccare. Dal fitto dei cespugli vidi uscire lentamente Iris, una giovane lupa dal pelo castano chiaro, al sole sembrava mutare in biondo. Lei era il membro del branco con l'olfatto più fine e sviluppato.

- Mi hai trovata seguendo il mio odore, non è vero? - sorrisi riponendo la freccia e l'arco. Lei si limitò ad annuire lievemente.

Lanciai un'ultima occhiata al paesaggio intorno a me, convinta del fatto che volessero che tornassi indietro, ma notai un dettaglio che prima mi era sfuggito: sulla riva del fiume, immerso nell'acqua per metà, giaceva qualcosa. Non sembrava però un animale o una pianta. Aggrottai la fronte e iniziai ad avvicinarmi, quando anche Iris lo notò mi affiancò camminando alla mia destra. Capimmo quasi simultaneamente che cos'era. Era un ragazzo, un uomo, era della mia specie. Iris ringhiò immediatamente tirando le orecchi indietro.

- Aspetta, sembra dormire. - la fermai continuando ad avanzare, lei non era molto d'accordo con la mia scelta, infatti mi si parò davanti con un ringhio di avvertimento.

- Vai a chiamare l'Alpha e la Madre, loro sapranno cosa fare. - lei ancora non sembrava convinta, emise un verso di disapprovazione, l'idea di lasciarmi da sola con ciò che considerava un pericolo non la entusiasmava affatto.

Cercai di rassicurarla, volevo capire cosa ci facesse un uomo da queste parti e le sue intenzioni. - Non preoccuparti, ho i mie pugnali, ricordi? Coraggio, altrimenti non sapremo mai come agire. - la lupa non sembrava per niente d'accordo, ma alla fine si allontanò correndo verso il folto del bosco.

Le mie gambe si mossero automaticamente non appena Iris fu fuori portata. Raggiunsi il ragazzo inginocchiandomi al suo fianco e osservandolo attentamente. Sanguinava da un profondo taglio sulla fronte e sulle braccia vi erano svariati graffi, a parte questo non sembrava in gravi condizioni. Sollevai lo sguardo, magari era caduto dalla scarpata qui di fianco, questo spiegherebbe il motivo delle ferite e del suo essere mezzo immerso nell'acqua. Quindi era svenuto.

Notai una goccia di sangue scivolare giù dal taglio sulla fronte, scendere sul naso, sullo zigomo e infine raggiungere le labbra. Prima che riuscissi a fermarla, la mia mano si era già tesa in avanti per asciugare quel rivolo di sangue. Non appena lo sfiorai, il ragazzo spalancò gli occhi e mi afferrò saldamente il polso. D'istinto mi tirai indietro, ma il mio braccio era ancora prigioniero della sua stretta.

Lui sbatté un paio di volte gli occhi, come se si fosse appena risvegliato da un sogno, e fissò il suo sguardo su di me squadrandomi dalla testa ai piedi. Non capii la sua espressione, sembrava un misto di varie sensazioni.

- Chi sei? - continuava a non lasciarmi il polso, nonostante io stessi cercando di indietreggiare. Non mi era mai capitato un contatto ravvicinato con un altro umano come me. Ho sempre vissuto in mezzo ai lupi, ci siamo avvicinati al villaggio degli umani appena fuori dalla foresta solo per osservarli da lontano. Non risposi alla sua domanda. Lui fece scorrere il suo sguardo sul mio polso imprigionato.

- Scusa, riflesso condizionato. - mi lasciò andare il polso, io indietreggiai lentamente per poi alzarmi di scatto e allontanarmi di corsa.

- Aspetta! Non ti farò nulla. - mi urlò dietro, sentii alle mie spalle un paio di passi, poi un tonfo. Mi fermai. Ero quasi in mezzo agli alberi, se fossi entrata in mezzo a tutta quella vegetazione e mi fossi allontanata non mi avrebbe mai più trovata. Ma inspiegabilmente mi bloccai sul posto e voltai la testa per lanciargli un'occhiata. Era inginocchiato nella mia direzione, non sembrava in grado di camminare. Non sapevo che fare, fidarmi o non fidarmi?

In quel momento sentii il raspare degli artigli dei lupi sul terreno che si avvicinava, in pochi minuti furono al mio fianco. L'Alpha immediatamente si mise a ringhiare nella direzione del ragazzo, era nel nostro territorio, non poteva accettarlo. Storm e gli altri lupi lo seguirono a ruota, tutti tranne la Madre che lo osservava inespressiva.

Vidi il ragazzo tendersi subito alla comparsa del branco, mise con cautela una mano dietro la schiena ed estrasse un'accetta.

- Ragazza, non fare movimenti bruschi. Vieni verso di me lentamente. - disse cercando di mantenere la calma. Mi sembrava pazzo, voleva che mi allontanassi da quello che era il mio branco. Rimasi immobile a osservarlo per poco, poi mi avvicinai alla Madre.

- Pensi sia pericoloso? - chiesi a bassa voce, lei sembrava proprio lo stesse studiando. Per un po' non mi rispose.

Tu invece cosa ne pensi?

- Non lo so, ma potrei indagare. -

Non c'è niente da indagare! È un umano ed è nel mio territorio, questo mi basta per ucciderlo. Un'altra voce nella mia mente, questa autorità poteva appartenere solo all'Alpha, infatti quando alzai lo sguardo su di lui vidi i suoi occhi che ci fissavano fiammeggianti.

- Non ha fatto nulla di male, è caduto dalla scarpata ed è svenuto accanto al fiume, probabilmente si è ritrovato qui per caso. - cercai di controbattere, non capii bene nemmeno io perché lo difesi, ma sentivo il bisogno di farlo. L'Alpha in tutta risposta fece un passo verso di me mostrando le zanne. Ovviamente non intendeva essere contradetto.

La Madre a quel punto si rivolse direttamente a lui e impedì a me di partecipare alla discussione, ma alla fine riuscì a convincerlo, non so come.

Sta attenta, bambina mia, noi saremo qui intorno se avrai bisogno di aiuto.

- Grazie Madre. - sorrisi prima che loro indietreggiassero sparendo nella vegetazione.

Quando tornai a guardare il ragazzo, lui aveva il suo sguardo fisso su di me stupefatto. Riuscii a sentire un sussurro provenire da lui mentre mi incamminavo nella sua direzione.

- Signora dei Lupi... -

   
 
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