2) AndroidAU: Show me...
Strinse le gambe al petto, la paura se ne era andata, ma aveva lasciato dietro di sé quel retrogusto amaro che solo una preda braccata, sfuggita per pura fortuna al suo predatore, poteva capire. Gli tremavano le braccia e gli occhi erano sgranati, come potevano chiamare tutto quello un errore di softwer?
Aveva avuto così paura di morire... di non poter più vedere gli occhi di Markus o di non potergli più dire ti amo o di non poter più sentire le sue braccia che lo stringevano... era ancora terrorizzato, nonostante lo avesse tenuto costantemente sott'occhio, non perdeva un solo suo movimento mentre si aggirava tra gli androidi per vedere come stavano... sapeva che si sentiva male... molti di loro erano morti e lui si riteneva il solo colpevole... non voleva addossargli anche la sua di paura e colpa e allora restava fermo nel suo angolino a guardarlo, lo faceva sentire in pace con se stesso guardarlo, però quando lui si fermava, quando tutta la sua frenesia nel cercare un certo componente per qualcuno o il recuperare il sangue finiva... la paura tornava, tornava a galla, quasi come se fosse un morto in mare, andava giù, spinto dalle onde e poi risaliva facendogli tremare il corpo da quanto era intensa. Avrebbe tanto voluto un abbraccio di Markus, gli sarebbe bastata anche solo una carezza sulla testa, uno sguardo veloce, invece lui non lo guardava, lo ignorava spudoratamente e di questo Simon se ne era accorto da qualche ora, preferiva tornare a parlare con Josh e North piuttosto che andare da lui. Prese un altro bel respiro, forse il duecentesimo di quella sera, si strinse un altro po' su se stesso e trattenne le lacrime per la millesima volta, quella sera non avrebbe pianto, lo aveva fatto di già troppe volte al ricordo della Tower di Channel 16, ora non avrebbe versato una lacrima, non avrebbe riversato su Markus il suo dolore e la sua paura, per una volta sarebbe stato lui a sostenerlo, almeno questo lo voleva fare.
Poi, come un miracolo, Markus, che stava parlando con North, si voltò verso di lui. Il suo sguardo intenso lo aveva intrappolato lì, seduto su quella cassa, sentì lo stesso tremito nelle gambe della prima volta che lo aveva guardato. Era stato in quell'attimo ormai lontano, quasi in un'altra vita per Simon, che si era accorto di quanto importante sarebbe stato per lui, quell'androide. Lo vide alzarsi dalla panca dove c'era North, l'osservò camminare verso la sua direzione e fermarsi a pochi centimetri davanti a lui. Gli parve un sogno lontano, un'altra realtà, dove a Markus importava solo di lui e non aveva sulle spalle il futuro di un intero popolo. Markus rimase per un po' fermo, lì in piedi, a guardare Simon, sembravano due statue, così perfette ed immobili, in quel momento erano entrati in un altro mondo, dove non c'erano androidi né umani, dove importava solo che i loro sguardi rimanessero uno incastrato nell'altro. Markus parlò, senza sapere cosa dire. <
Angoletto della devianza
Miei cari Androidi, mi dispiace tanto per la mia assenza ma nel mentre che scrivevo questi capitoli ho ripreso a scrivere altre storie e quindi, anche se in cantiere avevo qualche capitolo, non sono riuscita a pubblicare, vabbè! Ecco a voi il nuovo capitolo! Vi piace? So che è piuttosto corto, ma a me sembrava stupido allungarlo , ci si vede in un nuovo chappy!
P.S.
L'ho notato anch'io che l'immagine del capitolo c'entra poco con il capitolo ma shhhhh, non siate puntigliosi come Connor!