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Autore: Black_Eyeliner    15/07/2009    10 recensioni
-L-l’abbiamo… Fatto?
Balbettò, assumendo l’atteggiamento di un condannato alla pena capitale, sbuffando nervoso.
-Come sarebbe, l’abbiamo fatto… ? Ed io che credevo che quella di stanotte fosse stata una prestazione favolosa!
SasuNaru
Oneshot^^
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Married?

 

 

 

 

 

 

 

 

Quando dalle persiane socchiuse i raggi affilati dell’alba si insinuarono prepotenti, creando un caleidoscopio ipnotico di colori ballerini, caldi e brillanti e andando a trafiggere dolorosamente le sue iridi illanguidite dal sonno, la sua unica brama fu quella di abbassare nuovamente le palpebre pesanti, rigirarsi pigramente su un fianco e tornare a farsi cullare come un infante in fasce dalle braccia soporifere di Morfeo: ma proprio nel momento in cui quell’allettante prospettiva stava per irretirlo, prendendo le forme di un possente e sonoro sbadiglio che gli fece strizzare le ciglia umide, una nebulosa di immagini sfocate e confusionarie gli appannò il cervello, come nubi gravide, condensatesi all’improvviso ad annunciare la tempesta imminente.

 

 

Per quanto stesse tentando disperatamente di ignorare ciò che la sua mente stanca e provata continuava a propinargli in una serie sempre più nitida e reale di suoni, voci e soprattutto volti tutt’altro che ignoti, non fu in grado di fare altrettanto con la feroce emicrania che, insieme ad un prominente senso di nausea, gli fece vedere tutto nero e venir voglia di vomitare.

Poco alla volta quella miriade sbiadita di immagini sovrapposte, che continuavano a sfilare davanti ai suoi occhi in uno scintillio ancora più spietato del riverbero acceso e rossastro del sole appena levatosi, iniziò ad acquistare dei contorni sempre più netti; finquando non rivide se stesso, intento a gozzovigliare allegramente, brandendo il collo di un grosso fiasco di sakè, al quale s’era incollato come un mollusco allo scoglio, tracannando avido fino all’ultima goccia di quel liquido amarognolo, eppure assolutamente delizioso, che non aveva mai avuto occasione di assaggiare prima di allora.

In fin dei conti doveva riconoscere che effettivamente la sera precedente, un po’ per l’insistenza del suo sensei, un po’ per quella ben più irruente dei suoi adorabili compagni di squadra, s’era dovuto arrendere alle loro avancès, lasciandosi trascinare in quella taverna che, a suo parere, era un vero e proprio ritrovo di mentecatti, intenti ogni sera a celebrare chissà quale ricorrenza, lanciandosi nel culto bacchico e sfrenato dell’ebbrezza etilica; e così si era ritrovato anch’egli coinvolto in quella farsa grottesca, o come l’aveva definita il maestro Kakashi, festa per celebrare la fine dell’ultima missione dell’anno e, nonostante ancora lo reputasse inammissibile, aveva finito per gettare tutto il suo venerabile contegno fuori dalla finestra e darsi, per una sola volta nella sua vita, alla deplorevole arte del sollazzo e del dolce far niente.

 

 

Facendo attenzione  a fuggire lo sguardo vigile e guardingo di Kakashi, si era appartato in un angolo discreto di quella bolgia infernale di musica e risate alcoliche, e si era attaccato amabilmente al collo di una pesantissima bottiglia per assaporare ciò che gli adulti definivano ebbrezza; nessuna visione paradisiaca gli era apparsa davanti agli occhi, né si era buttato nella mischia di qualche balletto ridicolo che lo avrebbe poi costretto a non farsi più vedere per le strade di Konoha per almeno un mese: quella diavoleria gli era valsa solo un torpore diffuso in tutto il corpo e un preoccupante vuoto di memoria tra il volto paffuto e sorridente di Naruto che gli dava del bastardo e quel suo insolito risveglio nella sua stanza.

Perché se era vero che l’indole di Sasuke, già di per sé pessima, raggiungesse livelli di pericolosità quasi omicida da appena sveglio, non poteva neanche negare che quel risveglio fosse alquanto anomalo.

Forse erano quelle stupide lenzuola che, aderendo alla sua pelle sudata, lo facevano sentire scomodo e appiccicaticcio e, sorvolando quel terribile mal di testa e lo stomaco in subbuglio che continuava a brontolare, il formicolio che pervadeva le sue membra indolenzite, tenendole ancorate saldamente al materasso malgrado i suoi tentativi di levarsi a sedere, certo non lo aiutava a sorridere radioso al nuovo giorno, cosa che d’altro canto il fiero e orgoglioso Sasuke Uchiha, non avrebbe comunque mai fatto, men che mai in quel momento, in cui la cosa senza dubbio più inquietante tra tutti i doloretti sparsi che provava, era quella fitta lancinante…

Tra le gambe.

 

 

Corrugò la fronte e si portò una mano all’inguine contratto per alleviare le sue durezze mattutine, soffiando via la ciocca corvina che, ribelle e dispettosa, continuava a ricadergli sugli occhi, impedendogli di vedere null’altro se non la finestra e la parete candida della sua camera da letto: apparentemente nulla era cambiato, tutto era come al solito, dal bonsai nel vasetto di terracotta sul davanzale alla foto del Team 7 sul comò, eppure nel momento in cui provò a rigirarsi, dovette reprimere un urlo di dolore, mordendosi il labbro inferiore così forte da farne quasi stillare il sangue.

Rantolò penosamente, sorreggendo il proprio peso su un gomito, quando si accorse che qualcosa gli impediva di scivolare fuori dal letto: un braccio… Non era la sua immaginazione, quel braccio era lì ed era reale, avviluppato attorno alla sua vita in una morsa possessiva che, tirandolo indietro, lo portò a cozzare la schiena madida di un sudore gelido contro un corpo caldo e accogliente dietro di sé.

 

Inorridì, seppur non trovando il coraggio di muovere un solo muscolo, quando passò velocemente in rassegna i volti delle persone che la sera precedente lo avevano attorniato, ma ancora non riusciva, o meglio, non voleva rispondere alla domanda che, nel contempo, si era fatta strada prepotentemente nella sua testa frastornata.

Non era lui… Vero?

Rimase impassibile, non battè ciglio, non osò proferir parola neanche quando un sibilo tra i denti stretti fece presagire un grido, più per la sorpresa che per la paura, facendo mente locale e continuando a dare le spalle allo sconosciuto, sebbene la curiosità lo stesse divorando e l’impulso di rigirarsi e guardarlo in volto stesse diventando incontenibile; provò a concentrarsi sull’andazzo ritmico del proprio respiro, appellandosi a tutto il suo buon senso pur di mantenere una parvenza di pacatezza e tranquillità, dietro la quale soleva costantemente celarsi.

Ma quando la presa sul suo bacino si rinsaldò e l’alito bollente dell’altro gli solleticò l’orecchio, quasi bruciando sulla sua pelle fredda, cominciò a scuotersi tutto, l’impazienza sempre più evidente in ogni sua movenza e nel battito sempre più frenetico del suo cuore, quasi in procinto di sfondargli la gabbia toracica, per scappare via e lasciarlo vuoto lì, in quel letto disfatto con uno sconosciuto.

E cosa molto più degna di nota, con uno sconosciuto alle spalle.

Un mugolio appena percettibile bastò a farlo sussultare, deglutendo a fatica senza tuttavia riuscire a mandar giù quel fastidioso groppo alla gola.

-… Finalmente sveglio.

L’ultima tinta di porpora ancora rimasta dalla notte precedente abbandonò definitivamente le sue gote pallide, le labbra esangui si corrucciarono in un’espressione di stupore e le ginocchia sempre più molli non volevano in alcun modo collaborare; rimase fermo, come agghiacciato, allibito da quelle parole pronunciate con una nonchalance, con un tono colloquiale molto simile a quello che si usa con la propria mog…

-A giudicare da questo brontolio, direi che hai fame, non è vero, teme?

Dapprima rimase atterrito quando s’accorse che non c’erano dubbi, quella era proprio la voce di Naruto e, prima ancora di trovare una giustificazione plausibile al fatto che lui e quello stupido cialtrone si trovassero entrambi nel suo letto e per giunta nudi da capo a piedi, sobbalzò, scacciando via con un sonoro schiaffo la mano che aveva preso a massaggiargli teneramente lo stomaco e girandosi per guardare in faccia l’altro.

-Tu…? Tu!

Gli si scagliò contro con una furia da gatto selvatico mai addomesticato, scalpitò indignato, lottò con tutto se stesso per mettersi a sedere, ma il dolore nel suo fondoschiena, forte come una scarica elettrica, gli rammentò che non ce l’avrebbe fatta neanche stavolta e lo fece mugugnare sulla prima offesa che gli era venuta in mente, ricandendo sul letto tra mille imprecazioni e sconcezze varie, ben meno ortodosse del solito dobe o testa quadra.

-Si può sapere che cazzo ci fai qui, idiota?

Inquisì Sasuke, riversando in quella domanda tutto l’astio e lo sprezzo che in quel momento stava provando.

-… Sai, Sasuke, nelle tue condizioni non dovresti agitarti, dopotutto ieri sera hai insistito tanto perché… Aspetta, come hai detto? Oh, si. Affinchè ti facessi compagnia!

Naruto replicò, divertito all’inverosimile, senza neanche premurarsi di coprire le sue nudità con il lembo del lenzuolo, continuando a grattarsi il capo con fare burlesco e derisorio; dal canto suo Sasuke era basito, sbigottito da cotanta stupidità concentrata tutta in un solo individuo: era ubriaco, dannazione! E quel cretino se ne era approfittato?!

No, si rifiutava di dare adito a quel dubbio a dir poco osceno.

-Sparisci, dannato dobe, prima che ti ammazzi una buona volta e per sempre, e non toccarmi, maledizione!

Esclamò su tutte le furie.

Difatti a Sasuke non era sfuggita la nota volutamente provocatoria nella voce cristallina e irritante di Naruto e, malgrado i suoi numerosi acciacchi, si voltò di scatto, lasciando che il candido lenzuolo cadesse con un fluido fruscio sul pavimento e lasciasse intravedere sempre più di quella sua pelle nivea; serrò stizzito le dita in un pugno, con il quale tentò invano di centrare il volto paffuto e divertito di Naruto che nel contempo si era scansato, sorridendo mellifluo.

-Andiamo, Sasuke… Dopotutto non sembravi contrario al fatto che io ti toccassi, almeno non a giudicare dalla scorsa notte…

Asserì Naruto trionfante, il guizzo della tanto agognata vittoria finalmente vivo e scintillante nelle iridi celesti, pronte a scrutare la prossima reazione del suo compagno di letto; non riuscì a fare a meno di compiacersi dell’espressione stupefatta di Sasuke che, poco alla volta, stava cominciando a metabolizzare il senso ambiguo di quelle parole arcane.

Sasuke sgranò gli occhi picei e un’aria di devastante terrore increspò i tratti delicati ed efebici del suo volto, nel momento in cui lo sfavillio di qualcosa intorno al suo anulare restituì al sole del primo mattino il riverbero dei suoi raggi dorati: avvicinò la mano al proprio volto e le sue labbra, come al solito immusonite, si dischiusero in una smorfia di puro ribrezzo, la mascella penzoloni, gli occhi fissi su quel singolare oggetto ad ornargli il dito.

Un anello nuziale.

-E… E questo cosa diavolo è?

Ebbe quasi timore di formulare quella domanda, quasi prevedendo quale sarebbe stata la risposta, la sua voce arrochita null’altro che un labile sussurro sul quale stava pressappoco per strozzarsi al solo pensiero che lui, Sasuke Uchiha, il vendicatore, lo spavaldo e irreprensibile ninja di Konoha, potesse uscirsene con un simile tono di voce, supplichevole e così inverosimilmente… Patetico.

-Allora davvero quel sakè di ieri sera ti ha dato alla testa, teme. Ed io che pensavo avessi solo alzato un po’ il gomito!

Replicò infine Naruto, mostrando a Sasuke, sempre più incredulo, la propria mano, ostentando con fierezza un anello molto simile, fiammante nella luce che filtrava dalle imposte dischiuse della finestra.

-Vuoi dire… Che tu ed io…?

Tacque, non sapendo come concludere la frase e accorgendosi che la saliva era completamente sparita dalla sua bocca, lasciandola asciutta al punto che qualsiasi parola provasse ad articolare, rimaneva inesorabilmente arrovellata  intorno alla sua lingua.

-Esatto, teme. Proprio quello!!

Assentì semplicemente Naruto, attendendo paziente una replica adeguata all’indole bisbetica, eppure sempre più vicina all’essere domata, di quell’impertinente e saccente fanciullo.

Sasuke si coprì alla meglio con il lenzuolo che era riuscito a raccogliere da terra, indietreggiando inorridito, riuscendo a sciogliere la lingua nel momento in cui una prospettiva ben più allarmante di quella che lui e Naruto fossero ormai due (felici) coniugi strisciò nella sua mente.

Tirò un lungo soffio d’aria, trattenendolo in fondo ai polmoni, prima di parlare.

-L-l’abbiamo… Fatto?

Balbettò, assumendo l’atteggiamento di un condannato alla pena capitale, sbuffando nervoso.

-Come sarebbe, l’abbiamo fatto… ? Ed io che credevo che quella di stanotte fosse stata una prestazione favolosa!

Obiettò alla tracotanza del compagno, il quale, muovendo istintivamente pochi passi all’indietro, si ritrovò con le spalle contro il muro, lasciando cadere il lenzuolo, rifiutandosi di credere a quelle parole, mentre provava a contenere il senso di nausea ancora più forte per tutto quell’alcol ingurgitato la notte prima.

-Ma a giudicare da come urlavi, e gemevi prima piano e poi sempre più forte, e mi dicevi di darci dentro, deduco che è piaciuto anche a te non è vero, Sasuke?

Continuò imperterrito, prima che Sasuke lo fulminasse con lo sguardo, minacciandolo di morte con una sola occhiata bieca.

-Non sono mai stato vocale a letto, cretino che non sei altro, e adesso piantala e sparisci dalla mia vista…

Cercò di suonare minaccioso, ma non appena Naruto gli si appropinquò, si accorse che ormai era troppo tardi per celare quell’evidente e durissimo segno del proprio turbamento, che faceva bella mostra di sé tra le sue gambe snelle, mentre si ritrovò l’altro addosso a lambirgli la guancia con la punta della lingua, lasciando una scintillante scia di saliva sulla pelle lattea della sua gota sudata, sussurrandogli roco all’orecchio.

 

-E per giunta hai un gran bel…

 

Prima che potesse finire di parlare, Sasuke si ritrovò a dibattersi violentemente, scagliandosi inferocito contro Naruto, spintonandolo con veemenza, urlando indignato.

 

-Pervertito! Stammi lontano, Naruto, te lo dico per l’ultima volta… Vai a farti fottere!

 

Una volta liberatosi di quel corpo invadente e dal quale si propagava un calore soffocante, e a cui, senza volerlo, si era ritovato avvinghiato, chinò in avanti il busto, per afferrare il lembo del lenzuolo a coprire quella dolorosa erezione, senza pensare a quale eccentrico contraccolpo avrebbe condotto il suo irruente oppositore.

-Guarda che se vuoi… Invertire i ruoli stavolta, per me non ci sono problemi! Vediamo di cosa sarai capace tu…

 

Lo schernì Naruto, prima di beccarsi l’anello dorato in pieno occhio sinistro, rotolando melanconico sul tatami con un flebile tonfo metallico.

 

-Naruto… Voglio immediatamente il divorzio!!

 

E mentre Naruto steso sul letto provava, tra un incontenibile riso e gridolini di finta sorpresa, ad incassare i colpi di Sasuke, nudo e a cavalcioni sopra di lui, che sbraitava offese e altre amenità su quanto fosse una maledettissima, irrecuperabile, idiotissima testa quadra da quattro soldi, pensò che alla fine lo scherzo di procurarsi quei due anelli era valso l’inizio di quella storia che, ne era certo, non sarebbe poi finita tanto presto.

Non a giudicare da come Sasuke, ormai esausto, si lasciò ricadere sopra di lui.

Ne era valsa la pena di inscenare quel matrimonio, e per giunta già consumato fino in fondo in quella notte di passione e di sesso bollente al chiaro di luna.

 

Di miele.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nda: Ed eccomi di nuovo alla ribalta con una storiella davvero leggera e senza alcuna pretesa, se non quella di esercitarmi nel mio secondo esperimento SasuNaru.

L’idea è abbastanza banale e mi è venuta così, un po’ all’improvviso con centomilasicentoquarantanove cose da fare e Lux [Uria] e Artemisia da aggiornare e tanti contest per cui scrivere… Ma si sa che nei momenti di stress acuto ed estenuante, l’ispirazione è sempre lì come il demonio tentatore, povero colui che vi cede XDXD

Spero che anche la mia seconda SasuNaruSasu possa piacervi, i commenti sono assolutamente ben accetti^^

Grazie per aver letto e a prestissimo.

Stè.

   
 
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