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Autore: _Lisbeth_    10/12/2018    5 recensioni
Brian May/Roger Taylor
"A te interessa solo di te stesso e delle ragazze che ti porti a letto senza poi importartene un cazzo di loro. Senza importartene niente delle ferite che procuri a qualcuno con le tue parole da stronzo. Sei questo, Roger. Sei solo un codardo egoista."
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian May, Roger Taylor
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Can anybody find me somebody to love?

 

1977.

La stanza era buia e vuota. C’era solo lui, seduto sul letto dalle travi antiche e cigolanti, con la chitarra acustica e malamente accordata tra le braccia, lo sguardo perso nel vuoto e le dita che pizzicavano le corde un po’ a casaccio, senza far suonare loro alcuna precisa melodia. Brian sospirò, facendo sollevare un ricciolo che gli cadeva sulla fronte. Appoggiò la chitarra alla parete, posando il mento sul dorso della mano battendo il piede sinistro a terra nervosamente. Era annoiato. Annoiato e sconnesso, distratto. Ascoltava distrattamente John, che suonava il suo basso nell’altra stanza, accompagnato dalla voce di Freddie. Si alzò in piedi, sistemando i suoi libri impolverati nella libreria. E poi, da fuori, un insistente bussare lo fece sospirare.

- Chi desidera l’attenzione di Brian May?

- Apri, cazzone.

Brian ruotò gli occhi nelle orbite, scuotendo la testa e dirigendosi verso la porta, aprendola. – Un po’ meno maleducato la prossima volta, Rog.

- Scusami, Bon Ton.  – il biondo si buttò sul letto di Brian, appoggiando un braccio sugli occhi e sospirando. Brian lo osservò, deglutendo. Aveva capelli disordinati e vestiti stropicciati, forse proprio come lui, i cui capelli erano diventati ispidi e crespi per colpa dell’umido. Però, Roger riusciva, anche in quelle condizioni, a farlo sentire un completo idiota invaghito perso, come lo era da anni. John gli aveva sempre detto che lo guardava come un bambino guarda le nuvole e le stelle, la sabbia e gli animali. Lo guardava affascinato, grato, ammaliato, ogni volta che lo guardava era un po’ più ammirato della precedente. Roger gli abbacinava la vista e i sensi, gli faceva perdere ogni tipo di ragione. E come sempre pregò che il ragazzo non se ne accorgesse. E come sempre sperò che Roger non notasse il rossore sulle sue guance, le sue mani tremanti. Era tanto che si conoscevano, eppure lui si era accorto di ciò che Roger gli faceva sentire solo un anno prima, durante la registrazione di Somebody To Love, quando erano stati talmente vicini da poter sentire l’uno il respiro dell’altro. E per quanto si sforzasse a non pensarci, il sentimento diventava sempre più forte ogni volta che lo guardava, che lo sentiva suonare, che era vicino a lui.

Roger si sedette, fischiettando proprio quella canzone tra sé e sé. Brian distolse lo sguardo, accarezzandosi il braccio. – Cosa… Cosa ci fai qui?

- Non riesco a dormire.

- No? Perché?

Dalla camera adiacente si sentì un acuto. Roger alzò un dito, puntandolo in direzione della stanza in questione. – Per questo.

- E in tutto ciò che c’entro io?

Roger sbuffò. – Sei intelligente. Puoi arrivarci da solo. Mi annoio.

- Suona.

- Non mi va.

- Allora ascolta Freddie cantare. Come sto facendo io.

- Sì, vabbè. Lo sto facendo. Ma mica passo il tempo.

Brian rise, scuotendo la testa. – I fan del grande Freddie Mercury ti fucilerebbero se ti sentissero.

Roger sollevò le spalle. – Me ne farei una ragione.

- Da morto?

- Probabilmente.

Il più alto lo guardò sorridendo, sedendosi affianco a lui. – Rog.

- Che vuoi?

Brian alzò gli occhi al cielo nel sentire la risposta, ma ci passò sopra. Ci era abituato, tutti ci erano abituati, alle sue risposte scocciate, disinteressate.

- Tu… Tu ci tieni a me?

- No.

- Prendi per il culo?

- Forse.

- Rog.

- Cosa?

- Rispondimi.

- A cosa?

Brian sospirò pesantemente, alzandosi. – E’ impossibile.

- E dai, che palle. Certo che ci tengo a te. Sei come un…

- No. – lo fermò Brian, chiudendo gli occhi e serrando i denti. – Non… Non dirlo.

- Ma che cazzo hai stasera? – fece Roger aggrottando la fronte. – Prima mi chiedi una cosa, poi ti rispondo e mi fermi. Sicuro di non avere un disturbo di personalizzazione o cose così?

- Personalità.

- Sarei dovuto essere un dentista, non un neurologo.

- Non c’entrano niente i neurologi.

- Cazzo, secchione, vuoi arrivare al punto o no?

Brian sospirò, guardando fisso la parete. – Non c’è un punto.

Roger lo guardò con gli occhi azzurri assonnati. – Perché questa domanda?

- Perché… Perché io tengo molto a te. P-più di quanto pensi.

Il biondo allargò le braccia. – Lo so. Mi conosci più di qualsiasi persona. Ed è proprio per questo che non riesco a capire il senso di questa tua domanda.

Brian prese di nuovo la chitarra tra le mani, accordandola come poteva, sedendosi a terra. E Roger riconobbe la canzone che lui stesso stava fischiando poco tempo prima, nonostante gli altri due ragazzi della band stessero provando. Abbassò la testa, mentre Brian continuava a suonare. Iniziò a battere il piede a ritmo, schiarendosi la gola e iniziando a cantare sottovoce.

 

Each morning I get up, I die a little.

Can barely stand on my feet.

I take a look in the mirror and cry.

Lord, what you're doing to me?

I spent all my years believing you,

but I just can't get no relief, Lord.

Somebody, oh somebody.

Can anybody find me somebody to love?

 

Brian iniziò a cantare con lui, concentrandosi sulle note e sugli occhi di Roger, persi sul ponte della chitarra.

 

I got no feel, I got no rhythm.

I just keep losing my beat,

I'm OK, I'm alright.

I ain't gonna face no defeat.

I just gotta get out of this prison cell,

someday I'm gonna be free, Lord.

 

Roger respirò profondamente, buttando poi fuori tutta l’aria in un sospiro, mentre Brian smetteva di suonare, appoggiando la chitarra a terra.

- Ne avrei bisogno anch’io. – disse il biondo.

Brian aggrottò la fronte. – Di che cosa?

- Di… Qualcuno da amare. Oh, qualcuno può trovarmi qualcuno da amare? – rise Roger. - Stronzate. Sarebbe una rottura.

Il ragazzo coi ricci deglutì, drizzando la schiena. – Perché?

- Mi spaventa, l’amore. E poi, sarebbero troppe responsabilità. Anzi, prego di non innamorarmi mai.

- Non… Non sei mai stato innamorato?

- Ho fissato tanti culi in vita mia, ma non me ne sono mai innamorato. Mi va bene così. Ho tante ragazze intorno, va alla grande così com’è. Non mi importa avere qualcuno da amare.

Brian sentì gli occhi farsi lucidi e pregò che Roger non lo notasse. – Tu… Tu non sei in grado di amare. Non sei disposto ad amare e non sei disposto ad essere responsabile. Tu non hai paura dell’amore. Semplicemente non sai amare, e non sai nemmeno pensare alle cose che dici prima di farle uscire da quella bocca. A te interessa solo di te stesso e delle ragazze che ti porti a letto senza poi importartene un cazzo di loro. Senza importartene niente delle ferite che procuri a qualcuno con le tue parole da stronzo. Sei questo, Roger. Sei solo un codardo egoista.

Quando finì di parlare, il cuore gli batteva a mille, sentiva il sangue pulsare nelle tempie e teneva i pugni chiusi. Non era riuscito a restare calmo, non era riuscito a stare zitto, non era riuscito a sopportare. Non poteva riuscire a sopportare.

Roger lo guardò fisso negli occhi. Era calmo, ghiacciato. – Tu non hai capito niente della vita.

Brian strinse più forte il pugno e si morse il labbro, talmente tanto da farlo sanguinare. – No, Roger. Sei tu, sei tu che non hai capito niente. E non capirai mai niente. Non capirai mai, cazzo.

- L’ultima cosa che può far star bene qualcuno è l’amore, Brian. E’ così stupido, così inutile, è da masochisti stronzi e sognatori che non guardano la realtà negli occhi. Stupidi.

- Stai zitto.

- Perché? Perché hai paura di sapere la verità? Hai paura di sapere quello che penso, Brian May? Hai paura di sapere cosa realmente è l’amore?

- Smettila! – gridò Brian. E perfino le voci nell’altra stanza si fermarono. Si fermò il basso, si fermarono le risate di John e gli acuti di Freddie. – Tu non riesci davvero a capire.

- Perché ti incazzi in questo modo, Brian? Perché ti interessa così tanto?

- Perché sei tu, cazzo! Sei tu quel qualcuno! Sei tu la persona da amare. Sei tu quella persona che vorrei al mio fianco. Perché ti amo, e ti amo dal primo giorno. Ti amo ogni volta che ti vedo sorridere. Ti amo da anni e me ne rendo conto solo da uno. E ti amerò anche dopo le stronzate che dirai, e io soffrirò, soffrirò talmente tanto da farmi sanguinare il cuore. Perché amare, dopotutto significa anche questo. Significa anche soffrire come dei cani, sanguinare, piangere, sudare. E tu non saprai mai amare. E soprattutto non saprai amare un uomo. Non saprai amare me. E io non saprò amare nessun’altro che te.

Roger lo fissava con una freddezza disarmante, un gelido distacco nello sguardo, mentre Brian recuperava energie e fiato dopo quelle parole che erano state forse le più difficili della sua vita. Era stato come ingoiare una pallina di ferro che gli occhi chiari e ghiacciati di Roger gli stavano bloccando in gola impedendogli di respirare. Brian lo vide alzarsi. Lo vide dirigersi verso la porta e sentì di nuovo il cuore essere trapassato da mille spade gelide. Gelide come quello sguardo. Ma quelle spade diventarono calde e morbide, fiorirono e gli fecero battere il cuore così forte, quando si sentì strattonare, e in un attimo si ritrovò attaccato alle labbra di Roger. Del suo Roger. E Dio solo sapeva quante volte avrebbe voluto che accadesse, ed era esattamente come lo aveva sempre immaginato. Roger sapeva di fumo e dentifricio, le labbra erano soffici e delicate. Continuò a baciarlo dolcemente, avvolgendo le braccia intorno alla sua schiena accarezzandogli con i polpastrelli le scapole. Roger teneva le mani appoggiate sul suo collo, alzandosi sulle punte per raggiungere le sue labbra. E proprio in quel momento, sentirono un pianoforte suonare le stesse note che loro stessi avevano suonato in precedenza. Freddie cantava, John cantava. E Roger si staccò per un attimo, sorridendo e scuotendo la testa. – Potrei non essere capace di amare. Forse hai ragione. Ma forse… Vale la pena provare.

 

Somebody find me somebody to love.

   
 
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