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Autore: Diana924    22/12/2018    1 recensioni
C’era un insolito clamore quel giorno.
Non gli sarebbe importato se non si fossero dimenticati di portargli da mangiare quella mattina. Erano sempre puntuali, sentiva i loro passi, i chiavistelli, poi deponevano il piatto in terra e lo spingevano nella sua direzione per chiudere la cella e lasciarlo da solo. La stessa cosa avveniva la sera, giorno dopo giorno.

1705, durante la firma dell'Atto d'Unione tra Inghilterra e Scozia si consuma una tragedia nel clan Douglas
Genere: Drammatico, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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 Autore: Diana924
 Fandom: RPT Storico
Genere: storico, Horror
 Titolo: The Cannibalistic Idiot
 Personaggi: James Douglas 3°marchese di Queensbery
 Rating: NC15
 Note:  Ho letto di recente della morte prematura di lady Beth Douglas e nell'articolo venivano riportati alcuni fatti salienti della sua famiglia, tra cui questo
 Note2: Timeline? 1705 e nella terza parte 1715
 Nota3:  James Douglas, 3° marchese di Queensberry (  1697 - 1715 )  era memmbro di una dei clan più famosi di Scozia, sebbene vissuto appena 18 anni passò alla Storia per il suo efferato omicidio, compiuto quando aveva appena 10 anni. Durante le celebrazioni per la firma dell'Atto d'Unione tra Inghilterra e Scozia infatti il bambino uscì dalla sua prigione, veniva tenuto imprigionato a causa della sua indole violenta; si diresse in cucina, uccise un garzone, lo mise allo spiedo e lo divorò
 Note4:  A seguito del fatto venne prontamente rimesso in prigione e diseredato, morì a 18 anni dopo una vita passata in cella e con il soprannome di The Cannibalistic Idiot, l'idiota cannibale
 Note5:  la famiglia Douglas ha sempre avuto una certa vena di follia e stravaganze ma per ovvi motivi di questa faccenda ci sono pochissime informazioni, io stessa prima di informarmi per bene ero convinta prima che fossero solo dicerie e poi che riguardasse un individuo adulto, non un bambino di 10 anni
 Note6:  vorrei poter scrivere di aver inventato tutto ... digraziatamente è tutto vero, sicuramente i Douglas sbagliarono a tenere imprigionato un bambino ma va anche detto che fin dai primi anni James Douglas rivelò un'indole violenta e sanguinaria e allora individui simili venivano tenuti imprigionati, rispetto a bambini nella sua stessa condizione, oggi si pensa schizofrenia, almeno James ebbe la"fortuna" di restare a acsa invece di finire sepolto vivo in un manicomio


C’era un insolito clamore quel giorno.

Non gli sarebbe importato se non si fossero dimenticati di portargli da mangiare quella mattina. Erano sempre puntuali, sentiva i loro passi, i chiavistelli, poi deponevano il piatto in terra e lo spingevano nella sua direzione per chiudere la cella e lasciarlo da solo. La stessa cosa avveniva la sera, giorno dopo giorno.

Ignorava quanto tempo fosse trascorso da quando quell’uomo lo avesse imprigionato, aveva spesso sentito dire quanto fosse malvagio e pazzo ma erano tutte menzogne, lo odiavano e non volevano avere nulla a che fare con lui. Preferivano suo fratello, sapeva che c’era un altro bambino in casa perché lo aveva visto.

L’altro bambino aveva vestiti eleganti, riccioli che venivano tagliati e si muoveva come se quel luogo gli appartenesse, le cameriere lo prendevano in braccio e l’uomo era orgoglioso di lui ma l’altro bambino era un ladro. Ladro, ladro, ladro, era solo un ladro che gli aveva portato via tutto, tutto quello che apparteneva a quel bambino doveva essere suo perché si.

All’inizio aveva creduto che fossero in ritardo, era spesso avvenuto che ritardassero ma poi non era venuto nessuno e aveva sentito la carrozza partire … erano andati tutti via e lo avevano lasciato solo come se fosse un cane rognoso. Se non c’era nessuno allora voleva dire che tutto quello era suo, era tutto suo.

In preda a una gioia selvaggia corse verso la porta e spinse, a nessuno importava che si facesse male, a nessuno importava di lui, spesso l’uomo aveva chiamato altri uomini vestiti di nero perché dicessero cose strane attorno a lui, o altri che lo fissavano e scuotevano la testa, all’ultimo aveva rifilato un calcio minacciando di ucciderlo, erano tutti finti … dicevano che avevano a cuore la sua salute ma fingevano, come l’uomo. Spesso lo sentiva arrivare, si fermava di fronte alla porta ma non faceva altro, poi se ne ritornava da dove veniva lasciandolo nuovamente solo.

Poche volte era entrato e in quelle occasioni un altro uomo più basso lo legava al letto sebbene lui scalciasse e mordesse ma l’altro era troppo forte. L’uomo vestiva con abiti strani, troppo puliti aveva pensato quando era più piccolo e lo guardava con uno sguardo che non gli piaceva, era lo stesso sguardo della signora. La signora era venuta solo una volta, anche allora lo avevano legato, lo aveva fissato per quella che gli era sembrata un’eternità poi lo aveva abbracciato e dopo avergli dato un bacio sulla guancia era corsa via piangendo.

La signora era buona e gentile ma non era più tornata, avrebbe tanto voluto rivederla pensò quando la porta inspiegabilmente si aprì. Era libero, era libero di poter fare tutto quello che voleva. Prima di tutto avrebbe mangiato qualcosa, aveva così tanta fame, poi avrebbe cercato la signora per dirle quanto le voleva bene e solo dopo avrebbe ucciso il ladro.

Si mosse incerto guardandosi attorno curioso, ricordava vagamente quel luogo ma non quando vi fosse stato. Le sue gambe non erano abituate a quello e tantomeno a tutta quella luce, gli faceva male agli occhi, voleva che la 

smettesse ora di fargli male. Si appoggiò al muro per riprendere fiato, non aveva mai camminato così tanto prima d’ora e aveva fama, aveva tanta fama.
Non sapeva se avessero deciso di farlo morire di fame ma non l’avrebbe permesso, lui era speciale, unico e speciale e sarebbe vissuto pensò prima che le sue narici cogliessero quel profumo. Era bono, era sottile ed era così invitante pensò prima di muoversi in quella direzione.

La porta per fortuna era aperta quando arrivò al luogo da dove veniva quel profumo, era sempre più forte e lui aveva fame. Spinse la porta che si aprì facilmente, la sua porta era sempre chiusa pensò. Aveva provato per anni ad aprirla ma aveva sempre fallito. Tutto quello era così nuovo e così bello e finalmente era suo.

Gli odori lo invasero tutti insieme e nello stesso momento lasciandolo stordito per qualche istante, poi si mosse in direzione del più forte, la fama sempre più forte. Aveva camminato molto quel giorno, solitamente preferiva guardare il muro o giocare con il piatto, gli piaceva anche giocare con i topi che talvolta entravano nella sua cella ma erano noiosi, o scappavano dentro i muri o restavano immobili rovinandogli il divertimento, le cose immobili non erano divertenti.

Vide un uomo intento a darsi da fare, spostava gli oggetti, si muoveva a scatti e sembrava avere così tanti pensieri per la testa. Non aveva la stessa età del ladro, era più grande, ma nemmeno l’età dell’altro signore, non sapeva chi fosse perché non si era mai occupato di lui. I suoi abiti erano puliti, più dei suoi e ogni tanto si sporcava persino senza che nessuno lo sgridasse, sapeva bene cosa dicevano di lui fuori dalla porta, ma se avesse potuto raggiungerli avrebbero smesso d’insultarlo.

L’altro si voltò nella sua direzione e gli fece un gesto, non sapeva cosa volesse dire ma aveva fame, aveva così tanta fame ed era anche colpa di quell’uomo.

 

***

 

La cerimonia era stata più breve del previsto, e per fortuna la scorta era stata efficiente come sempre.

Detestava doversi preoccupare in continuazione della propria sicurezza e di quella della sua famiglia, quegli scozzesi maledetti lo detestavano con tutta l’anima, e lui detestava loro ma entro pochi mesi non sarebbero più stati un suo problema. Se ancora non aveva scritto per chiedere che lo sollevassero dall’incarico era perché così si sarebbero ripresi la sua residenza e non poteva permetterlo, non con il segreto che la sua famiglia aveva.

I dottori non avevano saputo dargli alcuna soluzione, solo di tenerlo nascosto e lui aveva obbedito, per fortuna aveva altri figli ma per sua sfortuna quello non era crepato, se fosse morto sarebbe stato più facile per tutti. I dottori lo avevano rassicurato che non era colpa sua o di sua moglie ma era sicuro che ci fosse qualcos’altro, era pur sempre un Douglas e la sua famiglia era così piena di peccati, sicuramente era colpa sua se il Signore gli aveva fatto generale un simile essere, imbecille e pericoloso.

Avrebbe dovuto discuterne con il resto della famiglia ma sarebbero stati tutti concordi con lui, per fortuna aveva Charlie come erede ma adesso doveva solo occuparsi dell’imminente banchetto, tutta la nobiltà scozzese sarebbe convenuta a Queensbery House per omaggiarlo e festeggiare il trattato, volenti o nolenti.

Sua moglie era appena scesa dalla carrozza quando videro il vecchio Duncan raggiungerli in tutta fretta, non lo aveva mai visto così terrorizzato eppure Duncan era sopravvissuto alla guerra civile e aveva sofferto la fame.

<< My lord, per fortuna siete tornato my lord >>> lo salutò il maggiordomo con un frettoloso inchino prima che sua moglie lo guardasse sorpresa.

<< Cosa è successo? Qualche indipendentista ci ha fatto visita o ha lanciato qualcosa contro le nostre finestre? >> cercò di celiare.

<< My lord, si tratta di una questione della massima urgenza e, se posso permettermi, riservata >> rispose Duncan.

<< Quello che hai da dire puoi dirlo anche a Mary >> dichiarò lui prima di fare un cenno alla balia di portare via Charlie mentre un dubbio cominciava a farsi strada nella sua mente.

<< Gradirei di no, è una questione della massima urgenza e preferirei parlarne solo con voi, anche per rispetto a milady >> insistette Duncan e lui fece un cenno a Mary, ora era sicuro che riguardasse quel maledetto mostriciattolo. Fosse almeno nato storpio avrebbe avuto una scusa per lasciarlo morire ma la stortura quello l’aveva nella testa e purtroppo era nato per primo, tenerlo rinchiuso gli era sembrato un buon compromesso ma forse aveva sbagliato.

<< Cosa ha fatto questa volta? >> domandò, solitamente si trattava di topi morti o di spallate troppo forti alla porta e bastava qualche colpo di frusta per tenerlo buono.

<< Non so come sia potuto succedere my lord. La porta era chiusa, una delle guardie deve aver dimenticato di chiuderla quando ieri hanno fatto le pulizie. I cuochi erano tutti impegnati ad allestire il banchetto e così il resto della servitù per questo si sono dimenticati di lui. Una volta uscito si è diretto verso le cucine e … sta a voi decidere >> lo informò il vecchio Duncan prima di aprire la porta delle cucine per poi farsi da parte.

Alcuni uomini della sua guardia personale lo stavano tenendo fermo ed era evidente che fosse stato picchiato ma per qualche motivo aveva l’aria insolitamente divertita, aveva i vestiti più sporchi del solito e … quello era sangue!
Lentamente fece qualche passo e lo vide, doveva avere vent’anni al massimo e … in nome di Dio che razza di mostro aveva generato?

<< Lo hanno fermato troppo tardi ma poteva andare peggio, continua a ripetere che en vuole ancora, cosa dobbiamo fare con lui? >> gli domandò il vecchio Duncan cercando di contenere il disgusto che entrambi provavano di fronte a quella vista.

<< Riportatelo nella sua cella, e dategliele di santa ragione. Non fatelo più uscire per nessun motivo al mondo e … siate discreti. Avvisa il mio avvocato, ho atteso troppo a lungo ma è evidente che James in quanto più bestia che uomo non merita il titolo di duca e lord Douglas che dovrà andare a Charles. Possa avere Iddio pietà della sua anima perchè nessuno dovrà mai saperlo >> dichiarò prima di prendere la prima bottiglia di whiskey disponibile.

Suo figlio, un bambino di appena dieci anni, aveva appena dimostrato di essere un demone in forma umana. Che fosse strano, bizzarro e violento lo avevano sempre saputo ma mai avrebbe immaginato che sarebbe giunto al punto di uccidere uno dei garzoni e di mangiarlo, quale peccato avevano commesso i Douglas perchè un simile demonio nascesse tra loro?

****

Aveva ricevuto la notizia il prima possibile ed era tornato subito ad Edimburgo con Charles.

Diseredare quel patetico essere del suo primogenito era stata la scelta migliore, Charles sarebbe stato un ottimo duca e avrebbe tenuto il segreto, per quanto ci avesse provato le voci erano circolate, quanto detestava gli sguardi pieni di pietà e di disprezzo, come se fosse colpa sua.

<< Sai chi è, non è vero?  >> domandò a Charles indicandogli quel cadavere che giaceva di fronte a loro, le sue preoccupazioni erano finalmente terminate ma ora doveva assicurarsi che la notizia non si diffondesse, che restasse una diceria da raccontare la notte per spaventare i bambini invece di finire nelle gazzette più prestigiose, sarebbe stato un oltraggio troppo grande per la sua casata.

<< Mio … James Douglas, mio fratello maggiore. Il … la servitù lo chiama “l’idiota cannibale “>> rispose Charles cercando di rimanere impassibile.

James avrebbe potuto afre quel che voleva ma fin da bambino non solo aveva avuto un’indole violenta ma era stato anche incapace di nasconderla, per questo prima lo aveva fatto tenere prigioniero e poi aveva dato ordine che fosse incatenato al letto, dopo quello che era accaduto avrebbe dovuto metterlo a morte ma non ne aveva avuto cuore, l’altro era pur sempre suo figlio.

<< Dunque sai cosa ha fatto? >> domandò per sincerarsi di cosa sua figlio sapesse.

<< Ha … ucciso uno dei garzoni, poi lo ha messo sullo spiedo e infine lo ha divorato. Sapete, da bambino spesso avevo la sensazione che qualcuno mi stesse osservando quando ero nei giardini, ora so che era lui, mi stava osservando dalla sua prigione e … >> Charles trattenne il fiato, era la prima volta che poteva effettivamente vedere suo fratello. Il mostro di cui non si doveva parlare, la vergogna da nascondere dietro la porta, il criminale che loro avevano deciso di punire, l’erede a cui era stata negato il titolo e il patrimonio.

<< Ho dovuto diseredarlo perché un simile pazzo non poteva essere a capo del clan Douglas o sedere in parlamento, dovrai fare in modo che la gente non sappia mai cosa è veramente accaduto, lascia che diventi una diceria e se te lo chiedono tu non hai un fratello >> dichiarò, era l’unica cosa che potesse fare, la sua famiglia non poteva rischiare un simile scandalo, non di nuovo. Aveva cercato di fare il possibile ma i dottori avevano dichiarato che la malattia era incurabile. Dopo il fatto avevano solo saputo sostenere che sarebbe potuto andare peggio e che era meglio tenerlo sottochiave perché c’era la possibilità che dopo aver provato la carne umana potesse trovarla di suo gusto.

<< Comprendo benissimo, padre. Spesso ho provato pena per lui ma ritengo che meno si parli di questo incidente e meglio sarà per tutti >> per fortuna Charlie era un ragazzo sveglio.

<< Lo seppelliremo nella tomba di famiglia ma se devi provare pena provala per quel povero garzone, i mostri come tuo fratello non la meritano >> dichiarò lord James Douglas, secondo marchese di Douglas, che un folle come suo figlio fosse vissuto così a lungo era un miracolo e una maledizione tipici della sua stirpe si disse sperando che nessuno lo venisse mai a scoprire, c’erano vicende che era meglio restassero in famiglia.

   
 
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