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Autore: Felis    17/07/2009    6 recensioni
Una raccolta di brevi racconti sulle paure più comuni dei bambini.
Che, qualche volta, ci portiamo dietro anche da grandi.
Ciak #5: Ragni
Genere: Sovrannaturale, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ieri sera mi sono ricordata che oggi sarebbe stato Venerdì 17. Non sarà come Venerdì 13, ma oh.

 

"Buona notte, tesoro." Immancabile, le aveva rimboccato le coperte anche quella sera.
"Mamma, non spegnere la luce, per favore" Disse, trascinando leggermente quell’ultima e, in quel tono un po’ di supplica che tanto piace ai bambini.
"Oh Tania, amore mio, non devi avere paura del buio.” Le sorrise, e in quell’espressione c’era tutto l’amore compassionevole di una madre. “Non c'è nessun mostro che possa sbucare fuori dal tuo armadio.”
In quell'istante ne fu quasi convinta anche lei.
"Adesso cerca di dormire."

Mentre varcava la soglia, la vide distintamente premere il dito indice su quel maledetto interruttore.
Poi la luce si spense, e seppe che fu uscita quando udì la porta chiudersi con un clack alle sue spalle.
Si rigirò un paio di volte nel letto, sistemandosi infine in posizione fetale, chiuse gli occhi, e si tirò il lenzuolo su fin sopra la testa, sperando di addormentarsi nel più breve tempo possibile.
Crick. Screeeak.
Lo scricchiolio delle assi sul pavimento.
Afferrò il cuscino, lo piegò in due, e infilò la testa nel mezzo, tenendolo ben stretto in prossimità delle orecchie.
Uno, due, tre, quattro, cinque. Contò.
Screeeeeeack.
Non funzionò. Lo sentiva ancora, anzi, lo sentiva meglio, più chiaro e più vicino di prima.
Allora tolse la testa dal rifugio del cuscino, sollevò il lenzuolo, si mise a sedere sul letto, le palpebre ben strette per la paura di quello che avrebbe potuto vedere se avesse aperto gli occhi.
"Non c'è niente." Tremava la sua voce. "Non c'è niente. Non ho paura." Ripeté per convincersi.
Scraaaaack.
Ma ancora, non funzionò.
Decise di sfidare la paura aprendo gli occhi.
Credette di vedere l'oscurità della sua camera muoversi, e convenire tutta insieme ai piedi del suo letto.

La tenebra si concretizzò in una figura quasi umana, che però umana non era; aveva braccia, gambe e una testa, ma non aveva un volto né lineamenti.
“Tu non esisti-“ Mormorò, ma questa volta non ebbe il tempo di convincersene, né di chiudere gli occhi e iniziare a contare.

L'uomo nero la inghiottì tutta intera.

 

  
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