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Autore: Hookina90    20/01/2019    0 recensioni
Dopo una grossa perdita Amy decise di abbandonare la sua città, i suoi amici e il suo lavoro. Durante il suo viaggio però si imbatterà in una piccola cittadina con abitanti particolari dove conoscerà persone che le cambieranno la sua vita, ma il passato quando meno se lo aspetta la riuscirà a trovare di nuovo. Dovrà fare scelte difficili e dolorose.
Cosa farà alla fine Amy? Starà legata al passato o si farà una nuova vita?
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Piccolo estratto del primo capitolo
Seguì Mr Gold in silenzio verso il suo negozio. Ci mettemmo poco ad arrivare. Notai subito che dentro c’era un sacco di roba e molti oggetti erano anche molto interessanti perché sicuramente ognuno di loro avrà una proprio storia. Sembrava una di quelle botteghe di antiquariato o di mercatino dell’usato.
“Bene, ora può parlare”, affermai determinata.
Ero curiosa di sapere perché lui si comportasse così nei miei confronti. Ero una persona normale o almeno non credevo di spaventare al tal punto le persone.
“Ok, come si chiama tuo padre?” , domandò girandosi verso di me.
“Bobby Singer, perché?”
“No, intendo il nome del tuo padre biologico?”, chiese lui serio.
IN REVISIONE
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Baelfire, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire, Signor Gold/Tremotino
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Spazio dell'autrice:
Ormai siamo quasi alla fine della prima parte. Dovrebbero ormai mancare due o tre capitoli. Devo essere sincera speravo che questa storia potesse piacere di più, ma forse non rientra nei canoni del fandom di ouat quindi sinceramente sto seriamente pensando di dedicarmi ad altre storie ...originale dove posso avere più feedback XD Ringrazio comunque chi continua a leggere e anche commentare :) 


Capitolo 19: Poison
 
         

 
Pov Hook
 
“RUMPLE!”, urlai con tutta la voce che avevo in corpo, mentre tremante tenevo stretto tra le braccia  il corpo mutilato di Amy. Aveva ferite ovunque, il sangue  la ricopriva quasi totalmente.
 
Cosa era successo? Cosa le aveva fatto Jafar?
 
Non sopportavo vederla in quello stato. Sentivo che la rabbia dentro di me stava aumentando e avevo una voglia di andare ad uccidere con le mie stesse mani, ma per fortuna non era più un nostro problema.
“Amy, tranquilla ora arriverà tuo padre e ti guarirà. Non morire ti prego!”, le sussurrai con un nodo alla gola appoggiando la fronte con la sua. Stavo per crollare. Avrei dovuto proteggerla, ma non c’ero riuscito. Dovevo fermarla. Dovevo convincerla a tornare al castello e non provare a combatterlo subito. Dovevo andarla a cercare invece di rimanere fermo nella camera a fissare  fuori dalla finestra.
“Pirata cosa c’è da urlare in questo modo?”, domandò il coccodrillo non appena aprì la porta della camera, ma quando vide Amy svenuta tra le braccia si bloccò. Notai la sua espressione cambiare in una frazione di secondo. Nei suoi occhi potevo scorgere terrore allo stato puro
“Mettila subito sul letto!”, disse cercando di mantenere un certo autocontrollo.
Annuii
La presi in braccio e la misi sul materasso. Il suo sangue era finito sui miei vestiti, sulla mano e sull’uncino. Rimasi a fissarlo angosciato. Non doveva finire in quel modo. Doveva solo rinchiuderlo nella maledetta lampada, come era possibile che avesse riportato tutte quelle ferite?
“Hook rispondimi…dimmi che cosa è successo?”; domandò Rumple duro vedendo che mi ero bloccato.
“Non lo so… lei mi ha solo detto che ha vinto….e che non ha ceduto all’oscurità grazie a me”, risposi alzando lo sguardo verso di lui e intravidi che con la magia stava curando le ferite di Amy e le mise dei vestiti nuovi perché quelli che aveva rima erano strappati. Non vedere il sangue sul suo corpo era un sollievo, ma sentivo che non era ancora finita. Non era guarita del tutto.
“Bene questa è una buona notizia, anche se avrei preferito avesse usato subito la lampada…”, ammise lui continuando la cura.
“Starà bene?”, chiesi angosciato.
“Al momento e viva ed è questo l’importante in futuro non lo so. Devo capire che cosa le ha procurato quelle ferite…vado a informare sua madre e forse lei saprà darmi una mano. Tu stai con lei”, affermò lui prima di avvicinarsi alla porta
“Non la lascerò mai”, ribattei deciso sedendomi sulla poltrona rossa che era vicino al letto
“Bene torno subito!”, asserì prima di uscire
La guardai e notai che era bianca cadaverica, il suo colorito era ormai solo un ricordo. Avevo paura che nonostante le ferite erano svanite lei avrebbe potuto lasciarmi da un momento all’altro. Non ero un credente pero in quel momento iniziai a pregare che riuscisse a rimettersi e tornare piena di vita. Ora che il nemico non c’era più potevamo avere una vita tranquilla e lei avrebbe potuto passare più tempo con la sua famiglia come aveva sempre desiderato. Lei si meritava di avere il suo lieto fine dopo quello che aveva passato.
“Ti prego Amy non arrenderti. Noi abbiamo bisogno di te. Io ho bisogno di te”, la supplicai prima di stringere la sua mano, ma non appena sfiorai la sua pelle mi accorsi subito che era bollente. Mi alzai e misi il palmo sulla fronte ed era effettivamente calda, avrà sicuramente la  febbre alta.
 
Perché ora la sua temperatura corporea stava aumentando?
 
Stavo per chiamare aiuto, ma fui preceduto, infatti pochi attimi dopo entrarono Axina e Rumple. Notai nei loro sguardi che entrambi erano preoccupati. Non doveva essere semplice per loro affrontare questa situazione incerta. Ritrovarsi la figlia incosciente senza sapere che cosa le era capitato. Era già frustante per me, per loro era sicuramente peggio.
“Eccoci Hook. Come sta la paziente?”, domandò Axina non appena fu vicino al letto di fronte a me.
“E bollente..”, risposi angosciato tornando a guardare Amy, subito scorsi che sul suo viso c’erano smorfie di dolore. Stava soffrendo nonostante stesse ancora dormendo.
“Non va bene…non va assolutamente bene. Dobbiamo capire che cosa le ha provocato quelle ferite.. anche se ho già qualche teoria”, replicò Axina seria mascherando la sua ansia. Voleva e doveva essere forte per la figlia.
“Cioè?”, chiesi inquieto.
“Credo sia stata qualche tipo di pianta, ma purtroppo ne esistono di troppe specie e io ho bisogno di una descrizione”, rispose lei mentre guardava la figlia togliendole dei ciuffi bagnati  dagli occhi.
“Cosa proponi di fare Axina?”, domandò Rumple che si era avvicinato pure lui al letto.
“Dobbiamo sapere che cosa le è successo durante la battaglia”, affermò lei voltandosi verso Rumple
“E come…?”, ridomandai agitato prima di essere interrotto da una flebile voce. Si era svegliata.
 
Pov Amy
 
All’improvviso sentì in lontananza una voce, ma non riuscivo a capire che cosa stesse dicendo. Mi sentivo stordita, debole e accaldata. Sicuramente mi era salita la febbre alta. Che cosa mi stava succedendo?
“Killian”, riuscii a dire con gli occhi ancora chiusi
“Amy riesci a sentirmi?”
Udì la sua voce. Era agitato. Non sapevo cosa mi stava succedendo. L’ultimo ricordo che avevo era di essere svenuta tra le sue braccia, ma ora sentivo che ero sopra un letto. Ero convinta che stavo morendo, invece ero ancora viva.
“Si ma ho poche forze”, ammisi con fatica. Non avevo le energie necessarie per muovermi. Ogni fibra del mio corpo mi doleva, pure il solo parlare con lui mi stava provocando un dolore acuto alla gola.  La sentivo in fiamme.
“Tesoro di mamma mi senti?”, chiese mia madre in lontananza. Mi girai con fatica verso di lei e notai subito la sua angoscia nonostante cercasse di mascherarla. Li stavo facendo di nuovo impensierire. Non volevo che succedesse di nuovo, invece avevo un'altra volta i loro sguardi preoccupati su di me. Avevo di nuovo sbagliato, ma questa volta i miei errori mi stavano portando alla morte
“Si mamma…che cosa mi sta succedendo?”
“Hai la febbre alta causata dalle ferite…tesoro mi potresti descrivere che cosa te le ha procurate?”, domandò lei dolcemente appoggiando la mano sulla mia.
“Delle spine marroni…. con qualche velatura di viola…erano di una pianta che Jafar..mi ha avvolto…sull’intero corpo… e non potevo usare la magia perche me l avrebbe risucchiata”, spiegai con estremo sforzo.
“Grazie tesoro ci hai aiutato tantissimo. Ora riposati”, ribattè mia madre facendo un sorriso amaro.
 “Va bene…ma tu resta qui con me…”, dissi in tono suppliche voltandomi di nuovo verso Hook. Lo volevo al mio fianco. Avevo bisogno di lui.
“Sono sempre stato qui al tuo fianco. Non ti abbandonerò. Non ti devi preoccupare tesoro”, affermò dolcemente stringendo la mia mano
Annuii, poi chiusi gli occhi e ripresi a dormire.
 
Pov Hook
 
“Allora Axina dimmi …ti prego che hai capito…dimmi che non è niente di grave”, chiesi speranzoso, anche se mi sentivo che la situazione era peggiore di quanto ci aspettavamo.
“Si purtroppo ho capito… E’ una pianta con spine velenosi … un veleno mortale…  un veleno che se non viene fermato in tempo gli arresterà il cuore. Vedendo il suo stato abbiamo meno di ventiquattro ore per salvarla”, spiegò lei continuando a fissare la figlia. Le dita di Axina avevano iniziato a tremare. Era spaventata e questo non migliorò il mio stato d’animo già inquieto.
“Axina…ti prego dimmi che c’è un antidoto?”, domandò Rumple appoggiando le mani sulle sue spalle in modo da farla girare verso di lui.
“Si …posso anche prepararlo, ma ho bisogno di determinati ingredienti e alcuni dei quali sono difficili da trovare”, rispose lei abbattuta.
“Bene allora andiamo a vedere nella mia dispensa e chiederemo aiuto anche a Belle sicuramente sui suoi libri scoprirà qualcosa!”, affermò determinato indietreggiando, poi si girò verso di me e disse: “Stai qua e se ci sono dei cambiamenti avvisaci”
Annuii
 
Tre ore dopo Bea venne a trovare Emily in camera. Aveva appena saputo la notizia perché non appena arrivammo di nuovo nella Foresta Incantata decise di andare da Emma che si trovava nel castello dei Charming per poterla aggiornare su quello che stava accadendo.
“Mio padre mi ha raccontato più o meno cosa è successo, però vederla così fa comunque male…”, asserì tristemente dopo essersi seduto sul letto vicino alle gambe di Amy.
“Lo so…io me la sono vista davanti ricoperta di sangue…”, confessai abbassando lo sguardo.
“Ho saputo, mi dispiace Hook, ma sono sicuro che troveranno una cura. Non perdere la speranza!”, replicò lui cercando di risollevarmi il morale.
“Lo spero!”
“Non potrei sopportare di perderla di nuovo, è ormai diventata parte integrante della mia vita e poi deve assolutamente sopravvivere perchè non appena starà meglio gli farò una ramanzina che se la ricorderà a vita… perché cavolo non ha usato subito la lampada….”, ribattè lui afflitto, ma anche un po’ arrabbiato.
“Me lo sono chiesto pure io e sono giunto alla conclusione che non è riuscita a gestire la sua parte oscura…almeno all’inizio”
“Può essere. Non si era allenata bene per poter affrontare una cosa del genere, anche se alla fine ce l’ha fatta…e sono anche certo che è merito tuo…”
“Cosa avrei fatto… se sono stato tutto il tempo in questa maledetta camera!”, confessai frustato. Nonostante ognuno di noi voleva andarla a fermare sapevamo che non potevamo intervenire per aiutarla perché avremmo rischiato di distrarla e di perderla veramente. Ci sentivamo così impotenti.
“Non è importante la presenza fisica, pensa a cosa è successo a te durante il viaggio per recuperare la spada!”, rispose facendomi l’occhiolino. In effetti non aveva torto. Io l’avevo vista e mi aveva aiutato nonostante lei non era veramente li con me, forse era successo la stessa cosa a lei.
 
Il sentimento che ci legava era veramente così profondo?
 
Nel mio cuore speravo di si, ma non ne avevo la certezza.
“Forse hai ragione…”, ammisi ancora un po’ titubante.
“Ovvio che ho ragione…siete destinati a stare insieme nonostante lei si ostini a non ammetterlo. E’ testarda lo dovresti ormai sapere”
“Si lo so…anche se devo essere sincero mi piacciono i suoi muri e anche cercare di abbatterli”, replicai facendo un lieve sorriso.
“Stai facendo un ottimo lavoro”
“Pure tu fidati che hai contribuito … non ho fatto tutto da solo!”, dissi io guardandola mentre dormiva. Sulla pelle candida c’erano ancora smorfie di dolore. Stava soffrendo, ma ero certo che stava combattendo. Non si sarebbe arresa. Non si arrendeva mai.
“Beh lo spero!”, affermò lui entusiasta.
 
Continuammo a chiacchierare per altre due ore poi, però lui decise di scendere per mettere qualcosa sotto i denti e vedere se il coccodrillo avesse trovato qualche ingrediente per la cura. Parlare con lui aveva diminuito il peso che premeva sul mio cuore. Non dovevamo affrontare questa situazione da soli, ma sostenerci a vicenda. Ora però rimasi di nuovo da solo con lei con i miei pensieri e le mie preoccupazioni. Dovevo cercare di non crollare.
Mi girai e vidi che il sole ormai stava calando e l’oscurità della notte stava per arrivare.  Le ore stavano passando e non avevamo nulla per farla guarire e quindi l’unica cosa che potevo fare per sprofondare nell’oblio era di aggrapparmi alla speranza che avremmo trovato la cura prima dell’alba. Ormai erano passate quasi sei ore e non ce la facevo più a vederla in quello stato perché era peggio che ricevere un pugno allo stomaco.
Sia Bea che Axina cercarono di farmi mangiare qualcosa, ma io rifiutai perché intanto avevo lo stomaco chiuso. Avrei ingerito qualcosa non appena avrei avuto la certezza che lei sarebbe stata meglio.
“Mio padre ha trovato in dispensa cinque dei sette ingredienti richiesti per la cura”, disse Bea che era tornato seduto al fianco della sorella.
“Ne mancano ancora due però…”, replicai amareggiato.
“Lo so, ma si è già attivato andando da Regina perché da quanto ho capito lei dovrebbe averceli”
“Regina che fine ha fatto? Doveva fare da guardia..e ci ha lasciato nelle mani di Jafar!”, ribattei irritato
“Non so cosa sia successo di preciso…ma a quanto pare Regina ha fatto tutto il possibile per tenere all’oscuro Jafar del nostro piano, ma il vice vedendo che al castello c’era qualcosa di strano contattò Jafar per avvisarlo!”, spiegò lui con calma
“Capito… avrebbe potuto agire in modo diverso, fare qualcosa per evitare che Il vice si insospettisse”, ribattei ancora furioso perché era colpa sua. Doveva fare in modo di non farci incontrare Jafar al nostro arrivo e aveva fallito. Avrebbe potuto usare la magia per fermare il vice o altro.
“Cosa?”
“Fermarlo con la magia o addormentare pure lui tipo?”
“Forse non avrà potuto usarla…non lo so Hook…non appena la vedrai le chiederai spiegazioni…”
“Questo è sicuro! Ora però speriamo almeno che abbia gli ingredienti!”, affermai duro.
“Si dovrebbe avercele in teoria..”
“Che vuol dire in teoria?”
“Lei ha detto che pensa di averli, ma non è sicura al cento percento. Devono andare alla cripta di Regina e guardare lì dentro!”, spiegò lui girandosi verso di me.
“Questa tortura sembra non finire mai!”, dissi distrutto prima di sentire Amy agitarsi. Mi girai e notai che stava sudando. Mi alzai e misi subito la mano sulla sua fronte e percepì immediatamente che la temperatura era salita di nuovo.
“Che succede?”, domandò Bea agitato
“Ha la febbre alta …mi sembra anche più alta di prima!”, risposi io inquieto
“Dobbiamo cercare un modo per abbassare la temperatura corporea”, replicò lui prima di uscire dalla stanza. Non sapevo che cosa avesse in mente, ma non dovetti aspettare molto per capirlo. Tornò con un asciugamano bagnato e lo mise sulla fronte.
“Questo dovrebbe abbassare la febbre, almeno spero se no dobbiamo immergerla in una vasca di acqua ghiacciata, anche perché nessuno di noi ha il potere del ghiaccio”, ribattè lui appoggiando le mani sul materasso
“Non è meglio avvisare Axina?”, chiesi io sedendomi di nuovo sulla poltrona.
“Si in effetti hai ragione…vuoi andare te?”, domandò lui alzando lo sguardo.
“No..non posso…le ho promesso che sarei rimasto al suo fianco…non voglio lasciarla!”
“Va bene tranquillo allora vado io!”
“Grazie!”
Bea tornò poco dopo con Axina che cercò di verificare la nostra teoria  sull’aumento di temperatura di Amy.
“Avete ragione ragazzi e molto più calda rispetto a prima….”, confermò lei agitata
“Cosa può significare?”, domandai stringendo di nuovo la sua mano bollente
“Il veleno sta facendo il suo corso…. ho provato con la magia a rallentare il processo e ci ero riuscita, ma a quanto pare non tanto quanto avessi voluto perché il veleno che Jafar gli ha iniettato è molto. Lei però sta combattendo  quindi dobbiamo continuare ad avere speranza”
“E’ una combattente. Ce la farà”, dissi deciso.
Dopo ore di attesa il coccodrillo tornò a casa e aveva con sé gli ingredienti. Axina e Rumple si misero subito a creare la cura mentre Bea ed io rimanemmo nella stanza a controllarla. Era peggiorata il respiro era diventato più flebile e la temperatura nonostante i nostri sforzi era ancora molto alta. Secondo Axina ormai avevamo le ore contate. Lei aveva ipotizzato al massimo due ore. Dovevamo cercare di sbrigarci. Non potevamo perderla.
“Tranquillo ce la faranno. Con loro c’è anche Emma che li sta aiutando!”, disse all’improvviso Bea mente stava andando avanti e indietro nella camera. Si vedeva che erano fratelli avevano le stesse abitudini.
“Si ho fiducia in loro..”
Non dovetti aspettare molto per vedere i genitori di Amy entrare in camera con una boccetta in mano di lei. C’erano riusciti. Questa tortura stava per finire. Non avevo dormito tutta la notte ed ero a digiuno da un giorno. Ero sfinito, ma sarei andato a riposare non appena avrei avuto la conferma che era fuori pericolo.
“Siamo pronti. Dobbiamo farle ingoiare questa pozione che annienterà il veleno e tornerà bella pimpante come prima”, affermò Axina prima di avvicinarsi al letto, poi si giro verso di me e mi chiese: “Hook devi cercare di alzarla in modo tale che non si strozzi…”
“Certo”, ribattei prima di fare quello che mi era stato chiesto. Axina le aprì leggermente la bocca e le fece bere a fatica il liquido.
“Ora dobbiamo solo aspettare che faccia effetto.  Direi che Hook ora puoi andare a ripulirti e dormire un po’”, asserì Axina dopo aver appoggiato la boccetta sul comodino
“No! Io sto qui! Non mi importa ne dei vestiti ne di dormire”, replicai duro. Avevo forse esagerato con i toni, ma ero arrivato al limite. Volevo essere qua quando si sarebbe svegliata. Glielo avevo promesso. Non l’avrei lasciata.
“Se vuoi stare qua con lei va bene, però almeno cambiati perché non  credo che quando si sveglierà le piacerà vederti pieno di sangue”, ammise lei seria
“Ha ragione lei Hook”, confermò Bea più tranquillo. Il peggio doveva essere passato quindi potevamo rilassarci,anche se io avevo ancora i muscoli del corpo tesi. La tensione di queste ore sarebbe scomparsa non appena lei avrebbe apertogli occhi e avrei sentito la sua voce. Dovevo però ammettere che era meglio non farmi vedere pieno di sangue per non farla preoccupare.
“In effetti…però mi assento solo per cambio d’abiti…”
“Va bene Hook invece gli altri vi consiglio una bella dormita che siamo sfiniti!”, affermò Axina più dolcemente
 
24 Luglio 2015
 
Pov Amy
 
Dopo un tempo interminabile sentii che il dolore che avevo provato fin a quel momento era quasi del tutto scomparso. Erano riusciti a salvarmi di nuovo. Mi iniziai a odiare perché non facevo altro che farli stare in pensiero per me. Dovevo stare più attenta. Dovevo migliorare. Dovevo cercare in tutti i modi di non farli più preoccupare. Ora nonostante ero sopravvissuta alla battaglia, il mio cuore era sicuramente peggiorato a causa delle mie azioni. L’unica cosa positiva era che alla fine ero riuscita a non ucciderlo perché in caso avessi portato il mio attacco a un livello superiore Jafar sarebbe finito all’inferno e il mio cuore invece sarebbe diventato completamente nero portandomi a diventare il mio peggior incubo. Dovevo ammettere che se mi ero salvata era merito della mia allucinazione. Dovevo ringraziare Hook perché era solo grazie al suo aiuto, anche se in modo indiretto, che ero riuscita a rinsavire. Da ora in poi però mi sarei allenata costantemente sia con il bastone sia senza giorno e notte per evitare altri incidenti. 
 
La luce dei raggi solare che penetrava dalla grande finestra mi fece svegliare completamente. Sbattei le palpebre un paio di volte per potermi abituare alla luce dopo un lungo periodo di totale oscurità. Effettivamente non sapevo per quanto tempo ero rimasta senza sensi. Avevo alcune parti del corpo addormentate e sicuramente era segno che ero stata sdraiata per un po’ di tempo.
Dopo essermi messa seduta con la schiena appoggiata allo spalliera in legno del letto mi girai  leggermente e vidi Hook che stava dormendo tenendomi la mano. Non volevo svegliarlo perché sapevo che era rimasto sveglio fino a che non aveva avuto la certezza del mio stato di salute, quindi rimasi a guardarlo.  Potevo solo immaginare quanto sarà stato in pensiero per me.  Nonostante io continuassi a ferirlo lui era comunque rimasto al mio fianco, ora però la situazione tra di noi ero certa che sarebbe cambiata perché ormai io non potevo più mentire a me stessa e affrontare i miei veri sentimenti, anche se ero consapevole che sarebbe stata dura soprattutto per la questione di Dean. Dovevo cercare un modo per parlare anche con lui e anche con Sam perché non li sentivo da mesi e sicuramente avranno pensato che fossi morta. Dovevo quindi riferirgli il prima possibile che ero viva e che avrei trovato un modo per vederli.
“Buongiorno dormiglione”, dissi vedendo Hook che si stava svegliando.
“Come ti senti?”, domandò inquieto alzandosi con ancora gli occhi non del tutto aperti e i capetti spettinati.
“Meglio…anche se non ho capito cosa mi sia successo”, risposi perplessa mentre continuavo a fissarlo
“Mi sei svenuta tra le braccia ed eri piena di sangue. Le spine che ti avevano ferite erano velenose. Tuo padre insieme a Belle e Axina hanno dovuto guardare ovunque per trovare gli ingredienti per la pozione per farti guarire….”, spiegò lui cupo mettendosi in una posizione più comoda. Sicuramente aveva ancora qualche pensiero che lo stava tormentando e lo si poteva capire dal suo sguardo truce.
“Siete riusciti a trovare la cura quindi?”
“Si, ma hai rischiato Amy…”, rispose con voce tremante abbassando il viso.
“Killian sono qui e quasi del tutto in forze..”, affermai dolcemente appoggiando la mano sulla sua.
“Si ma vederti in quello stato…”
“Lo so… conosco la sensazione…io ho provato la stessa cosa quando sei morto”, asserii tristemente interrompendolo, poi aggiunsi cercando di rassicurarlo: “Ora però dobbiamo pensare che Jafar non è più un problema e possiamo quindi vivere tranquillamente”
“Non dovevi farlo”, disse lui severo cambiando discorso alzando di nuovo il viso incrociando di nuovo i  suoi occhi. Non capivo perché così improvvisamente aveva cambiato tono di voce. Perché ora era arrabbiato?
“Cosa?”, domandai io dubbiosa
“Non dovevi combattere, dovevi solo usare la lampada. Amy non eri pronta! Non ti eri allenata abbastanza…”
“Killian io la volevo usare fin da subito, ma il mio corpo ha agito in modo diverso…non sono riuscita a controllare la mia parte oscura…si è colpa mia …non ce l’ho fatta…e per questo sono quasi morta facendo preoccupare tutti…mi dispiace”, confessai balbettando quasi in lacrime.
“Amy no non fare così …mi dispiace, non dovevo essere cosi duro. Io e la tua famiglia ti staremo accanto”, replicò lui più dolcemente. Io istintivamente lo abbracciai. Mi sentivo male per quello che avevo fatto passare a tutti e quello che avevo fatto a me stessa. Erano bastati un paio di secondi tra le sue braccia a farmi sentire un pochino meglio.
“Scusate vi abbiamo interrotto?”, domandò mia madre non appena entrò in camera interrompendo l’abbraccio tra me e Hook ed insieme a lei c’era mio padre che stava guardando in cagnesco Hook, anche se non stavamo facendo nulla di male.
“No no entrate pure!”, dissi io rimettendomi di nuovo seduta.
“Vi lascio un po’ soli!”, replicò Hook sorridendomi prima di uscire dalla stanza.
“Allora come ti senti?”, chiese mio padre sedendosi sulla poltrona dove prima c’era Hook
“Fisicamente frastornata e un po’ ammaccata, ma tutto sommato bene”
“Bene sono contenta che tu stia meglio”, affermò mia madre mettendosi sul letto di fronte a me e accanto alla mia gamba.
“Amy hai rischiato veramente tanto…te l’avevo detto che non eri pronta….”
“Lo so papà. Hai ragione, non sono pronta. Non riesco a tenere sotto controllo la parte più oscura,  è come se prevalesse con facilità e io non riesco a fare nulla. So anche che la mia situazione del mio cuore è peggiorata sia per salvare Hook sia durante il combattimento, però vi prometto che mi allenerò per fare in modo che non ricapiti più una cosa simile!”, spiegai cercando di evitare un altro crollo emotivo.
“Posso vedere il tuo cuore?”, domandò mio padre fermo.
“Certo!”, asserì titubante perché avevo un po’paura di vedere il suo stato attuale.
Lui si alzò e poi avvicinò la mano al mio petto fino a penetrare dentro la mia pelle. Faceva male, ma era un dolore sopportabile.  Non appena lo estrasse sbiancai. Erano rimaste solo due strisce completamente rosse il resto era completamente scuro. Avrei voluto piangere e urlare, ma alla fine feci solo un urlo silenzioso. Era stata solo esclusivamente colpa mia.
“Pensavo peggio!”, disse mia madre mentre stava continuando a fissare il mio cuore.
“Axina…non essere così permissiva …la situazione è grave!”, affermò mio padre truce mentre stava rimettendo il cuore al suo posto.
“Rumple ha ancora possibilità di salvarsi…deve solo allenarsi!”; ribattè lei seria.
“Si ma come? Non riesce ad usare il bastone che le ho fatto…”, replicò lui a tono
“Ehm…in realtà ci sono riuscita!”, confessai interrompendo la diatriba tra i miei genitori. Non mi piaceva vederli discutere a causa mia. Dovevo fermarli.
“Ci sei riuscita?”, domandarono sorpresi in coro.
“Si per questo che alla fine sono tornata in me e ho usato la lampada…”, risposi abbassando lo sguardo perché ero arrossita perché sapevo che il fatto di averlo usato voleva significare che avevo abbattuto un muro enorme.
“Questo vuol dire che…”, iniziò a dire mio padre sorpreso.
“Che nostra figlia finalmente ha accettato i suoi sentimenti. Brava tesoro”, affermò mia madre finendo la frase di mio padre che era rimasto scioccato.
“No sicuramente è per qualche altro motivo”, ribattei io continuando a mentire. Non riuscivo a dirlo a voce alta. Non ce la facevo perche se l’avessi fatto sarebbe diventato reale.
“Piccola non mentire…”
“Nonostante non mi piaccia che il tuo cuore possa appartenere a un uomo del genere…lui può farti non cedere. Io non voglio vederti trasformarti e lui può aiutarti….”, asserì mio padre con difficoltà. Lui era consapevole dei nostri sentimenti e mi aveva anche incoraggiato per il mio bene, ma era evidente che non lo voleva accettarlo e sicuramente non avrebbe acconsentito mai del tutto a un ipotetico legame.
“Rumple non dire certe cose…devi incoraggiarli e mettere da parte il tuo odio verso quell’uomo. Hook è cambiato. Lo so io e lo sai anche te nel profondo del tuo cuore, quindi non voglio che li intralci!”, replicò mia madre seria voltandosi verso mio padre. Stavano parlando di una relazione che non era manco iniziata, ma ero felice di avere almeno l’appoggio totale di mia madre.
“Lo so…ma non posso prometterti nulla. Lascerò che lo frequenti, ma non di più. Quell’uomo mi ha rovinato la vita e non mi fido ancora del tutto! Se dovesse solo ferirla io non mi limiterò a tagliargli la mano!”, ribattè lui a tono.
“Papà che dici! Lui non mi farebbe mai del male. Spero che pure tu come la mamma riuscirai a vedere il vero Killian!”, dissi io ferma. Lo sapevo che non aveva ancora abbassato l’ascia di guerra, anche se mi aveva lasciato uno spiraglio di speranza.
“Rumple non fare il padre geloso. Lo so che dietro quelle parole dure in realtà sei felice per loro due e che in realtà sai che anche il tuo nemico è diventato una persona migliore”, asserì mia madre con un tono di voce più dolce facendo l’occhiolino.
“Tze…Axina forse ora è meglio farla riposare un po’”, affermò mio padre cambiando discorso e poi si girò verso di me e aggiunse: “Non devi alzarti..devi riposarti ancora per un paio di giorni”
“Ancora due giorni a letto?”, chiesi afflitta.
“Si signorina se ti vedo in giro il primo allenamento che faremo durerà due ore in più!”, disse lui serio.
“Rumple sei troppo rigido, però questa volta ha ragione lui, Amy. Non appena starai completamente bene farai tutto quello che vorrai!”, ribadì lei sorridendo poi si avvicinò a me e mi sussurrò: “Stai tranquilla tuo padre diventerà un vero e proprio suocero con i fiocchi
Arrossì violentemente. Annuì perché non riuscì ad aggiungere altro.
 
Passai le due ore successive a fissare gli alberi rigogliosi della foresta Incanta e in lontananza notai il maestoso castello di Snow ed era proprio come era rappresentato nel disegno nel libro di Harry. Mi sarebbe piaciuto andarlo a visitare soprattutto ora che era eravamo “imprigionati” in questo mondo, però nonostante volevo conoscere il mondo dove ero nata, volevo tornare a Storybrook perché qui non avevamo le varie comodità che avremmo potuto avere nelle città e poi soprattutto volevo rivedere Sam e Dean. Non volevo chiudere definitivamente i rapporti con loro, anche se io stavo iniziando ad ammette che  provavo qualcosa per Hook.
A un certo punto sentì bussare alla porta. Era Bea. Ero felice che era venuto a trovarmi perché mi stavo annoiando a stare seduta a non fare nulla e volevo parlare con qualcuno.
“Ehi broh come va?”, domandai io sorridendo non appena entrò nella stanza
“Vedo che stai meglio, anche se ci hai fatto veramente preoccupare”, rispose lui sedendosi sul letto vicino a me.
“Lo so mi dispiace tanto…”
“Non ti preoccupare l’importante è che tu stia meglio”, replicò lui scompigliandomi i capelli.
“Si grazie a voi!”, dissi io facendo un lieve sorriso.
“Nostro padre mi ha detto del tuo cuore…” disse lui incupendosi leggermente.
“Lo so, ma come ho detto a lui lo dico pure a te, mi impegnerò e mi allenerò per riuscire a controllare entrambe le mie due parti”, affermai interrompendolo
“Si lo so. So che non smetterai di migliorarti, ma io volevo parlarti del fatto che sei riuscita a usare il bastone!”, ammise lui cambiando subito tono di voce. Era evidente che era soddisfatto del fatto che finalmente si stava avverando quello che lui aveva predetto da mesi. La sua anima da pettegola stava uscendo. Non riusciva proprio  a non intromettersi nella mia vita sentimentale, ma gli volevo bene lo stesso, anche se era un vero impiccione.
“No no …non pensare a quello ..ce l’ho fatta per un altro motivo…”, replicai continuando a mentire. Il mio cuore diceva una cosa, ma la mia testa era bloccata.
“Amy…non  mentire…non continuare a respingerlo…soprattutto dopo tutto quello che ha fatto per te!”, asserì lui diventando di nuovo serio.
“Lo so…è morto a causa mia e rimasto sempre al mio fianco nonostante io l’abbia sempre respinto…”
“No no Amy io intendo altro…lui ha affrontato un viaggio pieno di ostacoli per prendere la spada che ci serviva per venire da te…”, iniziò a spiegare lui girandosi leggermente per fare in modo di incrociare il mio sguardo.
“Avevo visto che aveva una spada nuova, ma non immaginavo che avesse dovuto affrontare un viaggio pericoloso”, dissi dispiaciuta. Non sapevo che era successo durante la mia assenza perché non avevo avuto il tempo di essere aggiornata degli ultimi quattro mesi, ma dovevo ammetterlo avevo un po’ di paura a sapere che cosa altro era successo durante questo lungo periodi di lontananza dalla mia famiglia.
“Si ma non solo quello Amy, lo sai ormai che ogni magia ha un prezzo da pagare”
“Cosa ha dovuto fare per avere la spada?”, chiesi spaventata.
“Ha dovuto fare uno scambio,ha dovuto cedere la cosa più importante per lui…la Jolly Roger!”, confessò alla fine abbattuto.
Mi raggelai. La Jolly era la sua casa e ci teneva moltissimo. Si prendeva cura di lei quasi ogni giorno. Mi aveva raccontato che all’interno aveva conservato moltissimi ricordi sia tristi perché era sulla Jolly che erano morti Liam e Milah e avevano visto la parte peggiore di Hook, ma anche ricordi positivi come quando avevamo usato la Jolly per salvare mio fratello e mio nipote e i momenti felici che aveva passato con Milah, suo fratello e anche con me. Era una parte della sua anima e ora l’aveva persa a causa mia. Aveva sacrificato la sua casa per me. Non doveva farlo.
“Non doveva farlo…non doveva sacrificare la sua cara Jolly per me!”, replicai tristemente.
“Tu non hai sacrificato una parte della tua luce per lui? Lui ha fatto la stessa cosa per te  perché per amore si fanno queste cose, anche se ti spezzerà il cuore o ti porterà all’oscurità per salvare la persona che si ama, quindi Amy ti prego non negare quello che provi dopo quello che ha fatto per te!”, asserì lui appoggiando la mano sulla mia spalla destra.
“Lo vorrei fare…ma se lo facessi diventerebbe reale e non posso fare questo a Dean…”, rivelai finalmente quello che stavo celando da ormai troppo tempo. Sapevo che Bea mi avrebbe aiutato a risolvere questo problema perché io ero a un bivio e non sapevo proprio come e dove andare.
“DEAN o cavolo mi ero completamente dimenticato della lettera!”, disse lui alzandosi di colpo.
“Lettera …che lettera Bea?”, chiesi perplessa.
“Poco dopo il nostro arrivo nella Foresta Incantata Hook ha chiesto a nostro padre se poteva in qualche modo informare Sam e Dean di quello che stava succedendo e di non preoccuparsi che noi ti avremmo salvata a qualunque costo. Abbiamo così scritto poche righe su un foglio e grazie alla sirena che ha il potere di attraversare i vari mondi, anche quelli senza magia, gliela ha consegnata senza problemi. Una settimana dopo è tornata con un’altra lettera scritta da loro. Ora possiamo dartela!”
“Aspetta, ma se le sirene attraversano i vari mondi perchè non avete chiesto il loro aiuto per venire a prendermi evitando il sacrificio di Killian?”
“Semplice perché il mondo in cui eri imprigionata tu era bloccato. Il suo creatore ha imposto solo un modo per entrarci…cioè l’uso della sua spada!”
“Ah capisco..”, affermai amareggiata.
“Ora torno subito. Vado a prenderti la lettera..forse ti servirà per poter ad andare oltre!”, replicò lui prima di uscire.
Appoggiai la testa alla parete e iniziai a riflettere sulle parole di mio fratello. Non credevo che sarebbe arrivato addirittura a dare via la sua Jolly per me. Aveva ragione Bea. Non potevo continuare a respingerlo. Non potevo rimanere indifferente a quello che stavo provando e a quello che avevamo fatto entrambi per salvare l’altro, però una piccola parte di me continuava a ripetere che sarei stata crudele nei confronti di Dean se mi fossi esposta. Dovevo prima mettere fine a quel rapporto che ormai era formato solo da un sottile filo ormai consumato.
Bea tornò qualche minuto dopo con in mano una busta. Si mise di nuovo al mio fianco e mi porse la fatidica lettera. La aprì e la iniziai a leggere:
 
Cara Amy,
 
ci hanno informato che sei bloccata in un mondo illusorio e li ringraziamo per averci messo al corrente di quello che ti stava succedendo perché ti abbiamo chiamato varie volte e ci stavamo iniziando a preoccupare. Vorremmo venire nella famosa Foresta Incantata e aiutare gli altri a salvarti, ma non possiamo attraversare i vari mondi. Siamo sicuri però che sei in ottime mani e  sappiamo e speriamo che alla fine di tutta questa storia riuscirete a tornare a Storybrook, perché ti vorremmo rivedere entrambi perché ci manchi.
 
Ah volevamo  informati che abbiamo salvato Dean. Non ha più il problema dell’oscurità, anche se per farlo abbiamo dovuto uccidere la morte…so che ora ti domanderai come sia potuto succedere, non ti preoccupare non appena ci rivedremo ti racconteremo tutto.
 
 
Baci Sam e Dean.
 
Ps Dean ti ha scritto altre righe più intime sul retro
 
Per fortuna avevano tolto quel maledetto marchio. Ora pure lui era libero. Era tornato in se. Il ragazzo gentile e dolce di cui mi ero innamorata anni fa. Non mi importava in che modo ci fosse riuscito, ma solo che stesse di nuovo bene, anche se avrei voluto fare qualcosa in più per lui, ma ero intrappolata in un altro mondo e questo mi dispiaceva. Ero stata inutile e una persona terribile.
Dopo qualche minuto girai il foglio e presi coraggio per leggere anche l’ultima parte.
 
Cara Ams
 
Sai che non sono una persona sentimentale, non sono uno bravo con le parole, però forse mi verrà più facile scriverlo che parlatene di persona.
Io ti amo e ti amerò sempre e non dimenticherò mai i momenti passati insieme ricordatelo. Mi sono reso conto però che la nostra relazione a distanza è praticamente impossibile non solo perchè riusciamo a vederci solo una volta ogni mese, ma ho notato anche che il tuo cuore ormai appartiene a qualcun altro. Ho visto come lo guardi perché guardami me allo stesso modo un anno  fa. La cosa mi addolora lo devo ammettere, ma non posso trattenerti…devo lascarti libera di stare con la persona che ami. Io mi riprenderò non ti devi preoccupare. Non stare attaccata al passato, ma pensa al tuo futuro soprattutto se la tua luce si mantiene grazie a lui.
Io e anche Sam ci saremo sempre. Non voglio spezzare definitivamente il nostro rapporto perchè fai parte comunque della nostra famiglia. Qualsiasi cosa noi ci siamo e ci saremo sempre.
 
Baci Dean
 
Rilessi quelle parole una decina di volte. Sentii qualche lacrime rigarmi il viso. Non ci credevo mi aveva lasciato per rendermi felice. Lo stavo facendo soffrire, ma aveva ragione non potevamo continuare una relazione dove io ero innamorata di un altro.  Il legame che mi teneva ancorata al passato ormai si era spezzato del tutto. 
“Tutto bene Amy?”, chiese Bea agitato vedendomi il mio cambio di umore. Non risposi. Lo abbracciai.
“Andrà tutto bene. Lo ha fatto per te. Lui vuole solo vederti felice. Non devi sentirti in colpa”, affermò pochi secondi dopo dandomi un paio di leggere pacche sulla schiena.
“Lo so..ma mi dispiace che stia male. Avrei dovuto parlargli mesi fa invece di continuare a mentire a me stessa …facendo così gli ho solo dato false speranze”, replicai staccandomi da lui non appena mi ero un po’ ripresa.
“Starà meglio ..non ti preoccupare. Si è accorto come tutti che eri presa da Hook e ha fatto la sua scelta..”
“Killian… devo andare!”, dissi interrompendolo appoggiando la lettera sul materasso,  prima di scendere dal letto forse troppo velocemente perché mi venne un giramento di testa, ma non potevo fermarmi per un capogiro. Dovevo fare una cosa che avevo rimandato per troppo tempo.
“Dove stai andando? Devi riposare!”, disse Bea venendo verso di me.
“Devo fare una cosa che ho rimandato per troppo tempo. Devo rispettare la richiesta di Dean! Ti prego non dire a nostro padre che sono uscita”, replicai io decisa prima di andare verso la porta.
“Ti rendi conto che ti sei appena svegliata dopo esserti avvicinata ad andare all’altro mondo. Non puoi aspettare!”, affermò lui serio.
“No. Bea devo andare. Non posso aspettare. Sai che andrei lo stesso anche senza il tuo consenso!”, replicai seria voltandomi totalmente verso di lui.
“Sei veramente cocciuta … non riuscirei a fermarti vero…?”
“Bea starò fuori pochi minuti, tranquillo. Tornerò poi a letto, ma devo fare questa cosa.!”
“Va bene, però meglio se ti cambi”, asserì lui sorridendo.
Abbassai lo sguardo e notai che ero in pigiama, in effetti non potevo andare in giro in quel modo, così con un gesto della mano mi cambiai mettendomi indumenti più idonei, anche se non erano molto fiabeschi. Avevo un paio di Jean e una maglietta bianca.
“Grazie fratellino che mi aiuti sempre!”, dissi sorridendo.
“Vai prima che cambi idea!”
Annuì prima di uscire. Cercai di non farmi beccare da mio padre per evitare un’altra paternale. Per fortuna non lo incontrai, ma incrociai per le scale Belle con in mano un vassoio con del cibo sicuramente preparato per me. Non avevo tempo per mangiare, anche perché non avevo molta fame.
“Non dovresti essere a letto?”, domandò lei perplessa vedendomi.
“Si, ma devo fare una cosa importante. Hai mica visto Killian?”, chiesi  io veloce
“E’ uscito un paio di ore fa, ma non è meglio se lo aspetti a casa?”
“No è una cosa urgente. Grazie per l’informazione, per favore non dire nulla a mio padre!”, risposi io entusiasta. Se era fuori facevo prima a usare la magia per trovarlo. Feci la stessa cosa che avevo fatto alla fine della battaglia contro Jafar. Visualizzai il suo viso e poco dopo venni avvolta dal fumo grigio.
 
   
 
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