21/01/2019
2 recensioniSafe in
my hands.
"Oddio, Derek! Cosa hai fatto?"
Scott lo afferra per una spalla, lo costringe ad allontanarsi da quel corpo ormai senza vita.
Era solo un ragazzino.
Derek si sente in colpa, davvero, ma poi il pensiero va a Stiles, pallido e immobile in un letto, colpito da chissà quale incantesimo che lo sta consumando.
Lo ha ucciso perché non aveva scelta. Vorrebbe che McCall capisse questo, che non c'era altro modo di salvare il suo migliore amico. Che a quel ragazzo piaceva giocare con la magia nera e far del male alla gente. Che non li avrebbe mai aiutati. Non poteva lasciare che il buon cuore dell'Alfa uccidesse l'unica cosa bella della sua vita.
Lo sguardo si fissa sulle mani sporche di sangue, mentre la voce di Scott gli risuona incessantemente nella testa.
Cosa hai fatto?
Ha cercato di salvare una vita prendendone un'altra. Forse Stiles lo odierà per questo, ma non gli importa, gli basta vederlo di nuovo in salute.
Quando lo ha lasciato, solo qualche ora prima, riusciva a malapena ad aprire gli occhi. Si è dovuto sforzare per sentire il battito debole e irregolare del suo cuore.
Va bene, si dice, è giusto. È una cosa che andava fatta, una cosa necessaria. Perché Stiles deve vivere. Perché non può perdere anche lui.
Scott emana rabbia e delusione, con una punta di disgusto che gli fa venire la nausea. Lo guarda prendere il cellulare e comporre il numero di Deaton. E Derek vorrebbe rimanere, ascoltare la telefonata, avere notizie del ragazzino.
Sapere se quello che ha fatto è davvero servito a qualcosa.
Invece corre, scappa, lontano dagli occhi dell'Alfa che lo giudica e dal cadavere che lo ha condannato a essere ancora un po' più rotto. Ancora un po' più mostro.
La porta del loft scivola cigolando lievemente. L'odore, il familiare profumo di limone, erba e bagnoschiuma al sandalo lo raggiunge all'istante, ma Derek non trova in esso la forza per spostare lo sguardo sul suo proprietario. È la vergogna ad annientarlo, la paura di fissare i suoi occhi e rivedere quelli carichi di disgusto di Scott.
"Guardami, Derek."
Una mano calda si insinua sotto il suo mento e spinge con delicatezza, costringendolo a sollevare la testa.
Stiles è lì, davanti a lui. Forse un ancora un po' troppo pallido, ma vivo. Non c'è rabbia nei suoi occhi, solo dolcezza che Hale non crede di meritare.
"Sono vivo grazie a te."
Sa di casa, Stiles, sa di tutto il buono che si può sperare di avere. È un odore che appaga il lupo e lo calma, lo ancora, lo tiene a bada. Derek si permette di inspirare appena, il necessario per rendersi conto di non star sognando, di non aver completamente perso la ragione.
Continua a guardarlo, come se Stiles potesse sparire se solo si azzardasse a sbattere le palpebre, mentre le mani del ragazzo si posano sulle sue spalle, tirandolo più vicino.
"Mi hai salvato."
E Stiles lo abbraccia, lo stringe con forza. Derek tiene il viso schiacciato contro il suo collo e inspira - a pieni polmoni, ora - ed è come tornare a respirare dopo ore di apnea. Non è più vergogna quella che sente, ma sollievo, per aver protetto Stiles, per non aver fallito, almeno questa volta.
Stringe le braccia intorno alla figura esile del ragazzo, con un'urgenza dettata dal bisogno di sentire il calore del suo corpo, di sentirlo vivo e ancora insieme a lui.
Ed è in quel momento che Derek capisce che non sa cosa ha fatto per meritarsi qualcuno come Stiles, ma che è pronto a fare qualunque cosa per tenerselo.