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Autore: QueensOfFandom94    26/01/2019    1 recensioni
Non so in quanti di voi abbiano visto la fiction '' Non è stato mio figlio''. L'ho rivista da poco e mi ha subito ispirato.
La famiglia Winchester è una famiglia unita e felice. Ma tutto cambia quando il piccolo di casa, Adam si toglie la vita per motivi ignoti. Dean, che in parte conosce i segreti che il fratello ha deciso di portarsi nell'aldilà, decide di indagare sulle cause effettive della morte del fratello, con l'aiuto del fratello Sam e di Castiel, uno stripper con cui conoscerà l'amore vero.
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Adam, Castiel, Famiglia Winchester
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest | Contesto: Nessuna stagione
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Quella notte ( la prima di molte) , Dean Winchester non riusciva in alcun modo a prendere sonno. 
Non era la prima volta che al calar delle tenebre sentiva i demoni impossessarsi di lui... l'impressione di aver deluso qualcuno, di non aver fatto tutto il possibile che aveva promesso di fare o di vivere una vita fatta di pura apparenza... ma quella volta stava peggio che mai. 
Il tempo, in quella grande casa, si era fermato alla sera in cui avrebbero dovuto festeggiare il compleanno di sua madre, e che invece si era trasformato in una veglia funebre. 
Gli ospiti che arrivavano, lui e Sam che facevano gli onori di casa... poi la loro madre che correva da loro, ancora struccata segno che non aveva ancora finito di prepararsi, visibilmente agitata che chiedeva loro notizie del più piccolo... all'inizio non si erano preoccupati più di quel tanto, ma quando Mary fece ascoltare il messaggio che Adam le aveva lasciato in cui chiedeva, anzi supplicava il perdono, per quello che stava per infliggere a tutti loro si erano preoccupati. Ed avevano iniziato a cercarlo...
Poi c'era stato il rumore di un proiettile che veniva sparato.
Dean era corso nella depandance, dove c'era la collezione di armi da fuoco del padre... ed aveva scoperto il cadavere del fratello.
In un ultimo barlume di speranza aveva chiamato l'ambulanza.... ma era troppo tardi.
Era morto sul colpo. 
Il suo più grande rimorso era che il fratello se ne fosse andato pensando che si fosse approfittato di un suo momento di debolezza per fargli del male.
E questo... questo non se lo sarebbe mai perdonato. 
Il rumore di qualcuno che bussava alla porta lo riscosse dai suoi pensieri. 
- Dean? Sono io...- fece la voce di Sam - Posso entrare?- 
Per tutta risposta, il maggiore gli aprì la porta. 
- Ehy.... non riesci a dormire?- chiese Dean spostandosi per permettere al fratello di entrare
- Nemmeno tu a quello che vedo.- ribattè Sam accomodandosi -io... non riesco a credere che Adam abbia fatto una cosa simile...- 
- Nemmeno io.- fece Dean versando del whisky in due bicchieri per poi offrirne uno al fratello - non faccio altro che pensare al messaggio che ha lasciato alla mamma prima di....- 
'' Addio mamma.... perdonami... perdonatemi per il dolore che causerò alla famiglia... ma non ce la faccio....'' - con voce rotta dal pianto, piena di rabbia e disperazione. 
E qui sorgeva la domanda.... cos'era che non riusciva a fare? 
Quale tormento l'aveva spinto a fare una cosa del genere?
- Non riesco proprio a capire... Adam si è sempre confidato con noi, perchè non ha voluto parlarci di...- Sam non riuscì a terminare la frase perchè il cellulare del fratello iniziò a squillare.
Sul display era apparso il numero di Lisa Braeden, la fidanzata di Dean. 
Il fratello lasciò squillare il telefono e quando la chiamata finì apparve il messaggio '' 10 chiamate perse''. 
- Come mai non rispondi?- chiede Sam. 
- Perchè non ho nessuna voglia di parlarci.- fece Dean riempendo un altro bicchiere. 
- Ci... ci sono problemi tra voi due?- chiese Sam supplicandolo con gli occhi di parlare. Almeno lui. Aveva appena perso un fratello proprio perchè aveva pensato di poter risolvere qualunque casino da solo, senza parlarne con nessuno... ed i risultati li stavano vivendo sulla loro pelle. 
L'idea di poter perdere anche Dean, l'unica figura genitoriale maschile che poteva dire di aver conosciuto... lui aveva otto anni quando John era morto d'infarto, ma anche prima di allora era già tanto se riuscivano a vederlo per Natale e per i compleanni, assorto com'era a tirare avanti l'azienda. 
Il suo posto in casa era stato preso da Dean. Era lui che si era preso cura di lui e di Adam, quando lui stesso aveva bisogno delle cure e delle attenzioni di un padre. 
L'idea di perdere anche Dean, di perdere il suo fratellone... non era certo di poterlo sopportare. 
- Ti posso... ti posso fare una domanda riguardo a Jessica?- fece Dean. 
- Certo.- 
- Tu come hai fatto a capire che Jess era la donna della tua vita?- fece Dean. 
Sam si ritrovò preso in contropiede da quella domanda che non si aspettava affatto, ma non si fece troppi problemi a rispondere - Beh... mettiamola così. Non ho sentito le campane, gli uccellini che cantavano e nemmeno ho visto il resto del mondo sparire nel momento in cui l'ho guardata negli occhi... però, se penso a come sarò, dove sarò fra quarant'anni, lei è la prima persona che mi viene in mente.- 
Dean sospirò. 
Non che avesse mai avuto dubbi in merito a riguardo... ma era da molto che aveva la sensazione che la scintilla tra lui e Lisa si fosse spenta da tempo... anzi, che non fosse mai nata. Si erano fidanzati al liceo, ma solo perchè non aveva mai trovato la forza di dire a Lisa che si, sicuramente le voleva molto bene, ma che la vedeva come una buona amica.... solo che Lisa era una ragazza fragile, con alle spalle una lunga sfilza di amori non corrisposti che le avevano regalato crisi depressive a non finire... lui le era stato vicino... e il risultato era stato come in molti casi che la fanciulla bisognosa di affetto si era innamorata del suo salvatore. E lui non aveva avuto il coraggio di rompere quell'idillio. Solo che si era ritrovato prigioniero in una storia d'amore a senso unico. 
- Sam... io credo di non amarla più.- fece Dean - non so nemmeno se l'ho mai amata... e credo di averla solo illusa...-
- Beh... non è necessario che tu le dica proprio tutto... puoi semplicemente dirle che non sei più sicuro dei tuoi sentimenti... non puoi mica sposarla se non la ami abbastanza da decidere di passare tutta la vita con lei, ti pare?-
- Si, ma sto male al pensiero di causarle un altro dolore...- fece Dean. 
- Più che di Lisa dovresti preoccuparti di sua madre.- 
Dean sorrise leggermente - Già... a quella vecchia strega non sono mai piaciuto troppo.- più o meno da quando aveva rifiutato le sue avances. Alla madre di Lisa,  Abaddon, erano sempre piaciuti i ragazzi più giovani.... soprattutto quelli che piacevano alla figlia, motivo per cui la ragazza finiva sempre per farsi male nel settore '' sentimentale'' e per il quale quel pover'uomo del marito era morto di crepacuore.
Lui no però. Sì, gli piacevano le belle donne, e non si faceva mai pregare più di quel tanto... e doveva dirlo, di quando in quando, quando si sentiva soffocare dalle responsabilità, da quel fidanzamento senza amore che portava avanti da anni, per scappare almeno un po' si concedeva qualche sveltina.... ma non era così pazzo da farsi proprio la madre della sua fidanzata. 
Preso da questi pensieri si accoccolò sul letto, cercando di dormire, almeno un po'.
...
...
...
Inutile dire che nessuno, a parte Mary stordita dai sedativi, riuscì a dormire quella notte. 
I due fratelli fecero colazione nella sala da pranzo... sembrava una scena di ordinaria ruotine familiare. Invece non era così. 
Non lo era, perchè da tre giorni a quella parte, Adam non era seduto con loro con quel sorrisetto da faccia da schiaffi a cui Mary non riusciva a negare niente... così come non avrebbe mai chiesto a Dean in prestito la sua adorata Impala per andare a festeggiare con una ragazza o degli amici il suo primo trenta all'università... lui non avrebbe finto di farsi pregare, così come Adam e Sam non avrebbero fatto fronte comune con il fratello maggiore per convincerlo.
Non ci sarebbero più stati Natali, compleanni o feste veramente felici.
- Ho... mandato un messaggio a zio Bobby e zia Jody per chiedergli di venire a darci una mano...- fece Dean - arriveranno stasera.-
Sam e Jess avevano deciso di rimandare il loro ritorno in California di qualche giorno, per stare vicino a Mary, in modo che Dean potesse tenere l'azienda di famiglia sotto controllo. Ma sapendo che prima o poi, per forza di cose, sarebbero dovuti ripartire aveva deciso di invitare il più caro amico del padre, praticamente uno zio per loro e la sua signora, in modo che potessero occuparsi al meglio della casa e anche della povera Mary.
- Hai fatto bene.- fece Sam - a proposito.... come va in azienda?- 
- Sto per mandare a casa il direttore del marketing.- 
- Pensavo che avessi promesso di non licenziare nessuno.- fece Sam sorpreso.
- Lo so... ma Zaccaria è un caso particolare.... ti ricordi Chuck Novak?- 
- Sì, il fornitore di fiducia di papà, me lo ricordo benissimo. Papà aveva una grande stima di quell'uomo, lo considerava una gran brava persona.-
- Purtroppo è deceduto due mesi fa, non so se ne eri al corrente.-
Sam sgranò gli occhi per la sorpresa - No.... ma.... insomma.... come, come è successo?- fece il minore.
Dean allora gli raccontò di come due mesi prima, in qualità di '' capo della baracca'', aveva dovuto assentarsi per circa due settimane per discutere riguardo alla possibilità di aprire delle succursali in Europa. In quel frangente, non aveva avuto altra scelta se non affidare la ditta di famiglia ai suoi collaboratori più fidati.
Al suo ritorno ebbe una macabra sorpresa. Il responsabile della vendita e del marketing, Zaccaria aveva disdetto un grosso ordine al loro fornitore di fiducia, facendogli capire anche che non erano interessati a continuare la loro collaborazione.... e quell'uomo, in preda all'angoscia più nera, si era tolto la vita, lasciando i suoi tre figli orfani.
- Quando l'ho saputo sono andato a casa loro, per... non so nemmeno io perchè ci sono andato.- fece Dean - inutile dire che erano incazzati. Pensavano fossi stato io a licenziarlo.- 
- Ma non è stata colpa tua...- fece Sam - Zaccaria lavora per noi da quando c'era papà... tu non potevi sapere...- 
- Ma che era un cinico si.- fece Dean - Ho provato a spiegare loro come stavano le cose... che ero all'estero, ma non mi hanno creduto.-
E francamente non li biasimava. Anche lui si sarebbe preso a calci nel sedere per l'accaduto.
E chi non avrebbe pensato al posto loro che quella visita, le condoglianze ed il resto fosse un patetico tentativo di mettersi a posto la coscienza? 
Il risultato era che il maggiore, Castiel Novak, per mantenere la famiglia aveva deciso di fare lo spogliarellista in un locale di strip... almeno per il momento. 
Dicevano tutti così.
E se non tutti, troppi.
...
...
...
Quando Dean arrivò quella mattina in azienda, nessuno seppe se andargli incontro o meno. Se c'era una cosa che tutti loro avevano imparato era che il loro capo odiava sentirsi chiedere in continuazione come stava e di essere visto come qualcuno per cui avere pietà o misericordia.
Ma il più sorpreso di tutti era proprio Zaccaria.
- Dean...- fece Zaccaria esibendo un sorriso falso come come le banconote da 2,50 dollari cercando di mascherare la sorpresa - che sorpresa inaspettata vederti qui ragazzo.... pensavo ti saresti preso un po' di tempo....-
- Ma come hai potuto pensare che mi sarei fatto da parte e che avrei lasciato a te il comando dopo quello che hai combinato?- fece Dean rivolgendogli uno sguardo di fuoco.
Zaccaria alzò gli occhi al cielo - Oddio, ancora con questa storia...? Pensavo che ormai ci avessi messo una pietra sopra.- 
- No.- fece Dean - E sai  perchè? Perchè non posso dimenticare che per il tuo cinismo, un povero disgraziato che lavorava per noi si è tolto la vita. Così come non posso dimenticare che uno dei suoi figli, per far quadrare i conti adesso debba fare lo stripper per pagare le bollette.-
- Ma è possibile che non capisci?- fece l'uomo più anziano - se licenziamo e mandiamo in pre-pensionamento i dipendenti più anziani, quest'azienda avrà un profitto.- 
- Quindi è questo che ti importa. I soldi.- fece Dean - vallo a dire a Castiel Novak,sua sorella Anna e Gabriel. Sì, vostro padre ha perso il lavoro e si è tolto la vita perchè non sapeva dove sbattere la testa per mettere il cibo in tavola, ma la nostra azienda ha avuto un profitto... vediamo un po' cosa ti rispondono.-
Zaccria sorrise beffardo - Sai cosa? La prossima volta che assumi, tra i requisiti, perchè non metti '' attestato di un corso di preghiera''?- 
- Non sarebbe una cattiva idea sai?- fece Dean per niente intimorito - almeno saprei se tra le mie fila c'è gente che non ha un pezzo di cemento al posto del cuore.
Ti do un mese di preavviso.- 
Zaccaria perse tutta la sua spavalderia - Mi... mi stai licenziando?- 
- Esatto.- fece Dean - Un mese. E bada, non lo faccio per te, ma per non spaventare gli altri dipendenti. Ho promesso che non avrei licenziato, ma se ora ti butto fuori pubblicamente qualcuno potrebbe spaventarsi e non è giusto. 
Tra un mese preciso te ne andrai dopo aver annunciato le tue dimissioni. Non m'importa cosa racconti, basta che te ne vai.- 
Zaccaria diventò di mille colori, e a stento si trattenne dal dare un ceffone a quel '' pomposo ragazzino viziato'', come era solito definirlo e biasciò un - Con il tuo permesso quindi...-
Come aprì la porta si scontrò con Benjamin Lafitte, amministratore delegato della ditta.
- Buongiorno.- 
- Va all'inferno.- ringhiò Zaccaria andandosene chiudendo la porta.
- Accidenti, era incazzato...- fece Benny entrando nell'ufficio dell'amico con due bricchi di caffè - Mi fai compagnia?- 
- Non dico mai di no ad un caffè con un amico vero.- fece Dean prendendo un bricco di caffè.
- A proposito...- fece Benny - volevo farti le mie condoglianze di persona.... al funerale non mi sembrava il caso...''
Per lo meno, non con tutti quegli avvoltoi che provenivano da ditte concorrenti che speravano in qualcosa di vantaggioso in cambio della loro '' vicinanza in un momento così difficile''. Non voleva rischiare che Dean e la sua famiglia pensassero male di lui.
- Non devi giustificarti. Dico davvero.- fece Dean. 
- Come ti senti?- 
- A pezzi.- fece Dean - Non... te lo so spiegare. Mi sembra di vivere in un incubo da cui non riesco a svegliarmi... nell'illusione che Adam apparirà su quella porta, vivo... ed io che lo abbraccio, che gli dico che andrà tutto bene, che qualunque cosa succeda, qualunque problema lo risolveremo...
Poi torno a casa, vedo mia madre piangere... la stanza di Adam mezza imballata...- 
Benny gli mise una mano sulla spalla per cercare di confortarlo. 
- Secondo te per quale motivo ha fatto una cosa del genere?- fece Benny. 
E Dean rivide davanti a sè lo sguardo sconvolto e disperato del fratello, gli occhi lucidi di lacrime, lo sguardo pieno di disprezzo di chi sapeva di essere stato tradito da una persona cara.
'' COME HAI POTUTO FARMI QUESTO? TI DETESTO!''
- No. Nessuna idea.- 
- A proposito... forse non c'entra niente ma...- fece Benny. 
...
...
...
96 ore prima
Il telefono nell'ufficio di Dean squillò.
Benjamin Lafitte sulle prime non sapeva se rispondere o no, in fin dei conti non era il suo ufficio e per quanto ne sapeva poteva anche essere una telefonata privata... però per chiamare a quell'ora doveva essere importante così decise di entrare e di rispondere.
- Winchester S.P.A.-
La voce dall'altro capo era una donna - Mi chiamo Lydia Collins. Devo parlare con Dean Winchester.- 
Benny si rabbuiò appena realizzò chi era dall'altra parte del telefono.
- Anche se potessi passartelo non lo farei.- fece Benny - Dean si deve dimenticare quanto prima di te.- 
- Ascolta, per favore.- fece la donna - Cercalo e digli di chiamarmi. Lo stanno per incastrare.- 
- Come sarebbe a dire?- fece Benny. 
- Ascoltami bene. Digli di richiamarmi appena può, e gli dirò dove vederci.-
...
...
...
- Lo so che avrei dovuto dirtelo...- fece Benny - ma subito dopo ha aggiunto che voleva dei soldi. Parecchi.
Ho pensato che si stesse inventando una storia per spillarti dei soldi, così... cercavo di proteggerti... ma forse...- 
- E chi può dirlo?- fece Dean - forse sì, forse no...- comunque rimaneva il fatto che quella donna aveva chiamato solo poche ore prima che il fratello minore si suicidasse.
Non poteva essere un caso. 
- Vado a trovarla al lavoro.- fece Dean - tanto oggi non si sono riunioni. Puoi tenere a bada le truppe per un paio d'ore?- 
- Certo.- fece Benny - Se c'è altro che posso fare...- 
- Forse sì. So che dovrei dirgli di andarsene fin da ora ma...- fece Dean - Ho troppa paura di seminare il panico se mandassi via Zaccaria dopo che è stato reso noto che ha commesso un errore sul lavoro.- 
- Non ha commesso un errore, Dean.- fece Benny - Tu eri all'estero per lavoro, ma avevi lasciato a Zaccaria tutti i recapiti possibili. 
Chuck ha provato a parlarti, e Zaccaria si è ben guardato dall'informarlo che non eri in città... non potevi farci nulla.- 
- Lo so.- fece Dean - ma non mi fa stare meglio.- fece Dean prendendo la giacca - Un problema alla volta. E adesso quello che mi preme è scoprire cosa sa Lydia di questa storia e scoprire cosa tormentava Adam.-
   
 
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