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Autore: Anonima Italiana    27/01/2019    6 recensioni
Seguito di "The first dark love story" in cui si narra la storia della nascita di Macaria, primogenita di Ade e Persefone.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Demetra, Ermes, Estia, Persefone
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Estia sapeva di accingersi a una missione ardua quando bussò  alla porta di Demetra, ma d’altra parte era convinta che bisognava tentare il tutto per tutto per risolvere la situazione che Demetra stessa aveva in parte creato, e di cui ora si trovava vittima. Nonostante tutto, non poteva credere che avrebbe davvero rifiutato un suo nipote, e sapeva benissimo quanto soffrisse per aver tagliato del tutto i ponti con sua figlia.
Sfoderando il suo migliore sorriso bussò energicamente alla porta.

- Salute Demetra! Spero di non disturbarti…-

- Salute a te, Estia- rispose Demetra fredda ma cordiale, facendola accomodare in casa
- Qual buon vento ti porta nella mia umile dimora?

- Credo che tu lo possa facilmente immaginare-
Demetra la fissò negli occhi con uno sguardo indecifrabile. 

- Sono venuta per felicitarmi assieme a te della nascita della nostra comune nipote- rispose allegr Estia.
Demetra si sedette di fronte a lei, sospirando.

- Ti ringrazio per la premura, ma  temo di non essere la persona giusta a cui rivolgersi per queste cose. Mi è stata comunicata da Ecate la nascita della figlia di Persefone,  ma come saprai sono persona sgradita alla sovrana – rispose sarcastica. Andando però oltre all’apparenza, come sempre, Estia intuiva il dispiacere di Demetra e la voglia di riconciliarsi con l’amata figlia. Solo, aveva bisogno di un aiuto.

- No, non penso tu sia sgradita fino al punto in cui credi. Anzi, so per certo che Persefone sarebbe stata felice di averti accanto durante il parto, e che anche lei come te desidererebbe risolvere questa brutta situazione che si è creata fra di voi. Solo, non sa come fare, dato che anche lei pensa di essere sgradita a te-

- E come potrebbe essere? E’ sempre mia figlia, e una madre non smette mai di amare i propri figli nonostante tutto. Ora che è madre, anche lei forse si renderà conto di ciò che ho provato-

- Sai qual è il problema? Il carattere orgoglioso di entrambe. Vi assomigliate talmente in certe cose che per voi è impossibile prendere in considerazione che l’idea che recedere dalle proprie posizioni a volte non è segno di debolezza, ma anzi di forza. Soprattutto se si pensa di avere sbagliato…-
Demetra fece un piccolo sorriso di orgoglio a sentire parlare della somiglianza tra lei e sua figlia.

- Ecco, in  questi mesi ho pensato che forse ho esagerato…non certo riguardo a tuo fratello, quello MAI! Ma ho sbagliato a parlare in quel modo del bambino, un innocente. Se fosse successo a me quando ero incinta, avrei reagito nello stesso identico modo-

- E’ bello che tu abbia capito tutto ciò. E sarebbe ancora più bello se queste cose tu le comunicassi direttamente a Persefone.-  Demetra esitò ma Estia non era intenzionata a lasciare cadere il discorso. A lei bastava quello che percepiva nei pensieri dell’altra Dea: la voglia di riappacificarsi con la figlia e di conoscere la nipotina.
Così tese una mano a Demetra:

- Vieni, andiamo insieme a conoscere Macaria-

Dopo un minuto di esitazione, in silenzio Demetra afferrò la mano tesa.


Una piccola delegazione stava scendendo negli Inferi per portare gli omaggi delle divinità alla coppia reale e alla neonata principessa Macaria. Alla guida ovviamente Ecate, che già conosceva la neonata, assieme a lei Ermes, Estia e Demetra, per la quale l’avventura nell’Averno era doppiamente difficoltosa per i motivi che sappiamo, e per questo si teneva ben stretta al braccio di Estia, sfogandosi  in continue critiche.

“Che freddo!”, “Attenti a non inciampare, non si vede nulla in questo posto!”, “Che puzza di zolfo!”, “Non dovremo mica salire sulla barca guidata dal quel vecchio maleducato, vero?”, "Ma tutta questa umidità, è normale?!"
sempre più incredula del fatto che sua figlia avesse scelto di vivere in quel posto, con quel marito poi! Ma era meglio non pensarci e concentrarsi sull’imminente incontro, su cosa avrebbe detto per farsi perdonare e soprattutto, sulla nipotina che non vedeva l’ora di vedere. Speriamo assomigli alla madre!

Gli altri tre reagivano alle uscite di Demetra pazientemente anche se Ermes sbuffò di nascosto più volte: sapevano, o meglio immaginavano, quale paziente lavoro di diplomazia aveva condotto Estia nei confronti del fratello regnante per portare lì la suocera, e non volevano certo rischiare di rovinare tutto facendo arrabbiare Demetra, di cui conoscevano fin troppo bene il caratterino.

Ed era stata un’opera di mediazione tra le più faticose per Estia: fin dall’inizio Ade si era impuntato su quella che per lui era una certezza assoluta, e cioè che l’odio che Demetra nutriva per lui era fortemente ricambiato, e quindi – alla luce soprattutto di ciò che era successo quando Persefone  le aveva annunciato la gravidanza, - non avrebbe mai permesso a quella rancorosa piantagrane di sua suocera di mettere piede nel suo regno, turbandone la tranquillità e soprattutto turbando quella della sua famiglia. Gli dispiaceva per Persefone perché si rendeva conto che in realtà sua moglie avrebbe volentieri condiviso quel particolare periodo della sua vita con la madre, come accadeva a tutte le donne, ma del resto anche lei era d’accordo su un punto: se Demetra non cambiava atteggiamento, figlia e nipote non le avrebbe viste nemmeno in fotografia (anche perché all’epoca queste ultime nemmeno esistevano).
In particolare Ade non poteva dimenticare che Macaria non ancora nata era stata definita “figlia di un mostro”; quelle parole purtroppo gli avevano riportato una realtà che gli aveva fatto male per molto tempo, e ora suo dovere di padre era evitare che ciò che aveva colpito lui colpisse anche sua figlia. E l’avrebbe fatto senza guardare in faccia nessuno!
Estia aveva lavorato di santa pazienza in modo estenuante, in un continuo andirivieni dagli Inferi che si era protratto per parecchi giorni: alla fine era riuscita a convincere Ade a fare almeno un tentativo, giurando e spergiurando che Demetra era veramente pentita ed era giusto concederle almeno una possibilità; forse suo fratello non si fidava più della sorella che, unica, lo aveva supportato ed era perfino venuta a conoscenza dei suoi turbamenti senza che lui aprisse bocca? Alla fine, Ade accettò, non dopo aver specificato che – riuscendo a percepire sentimenti e pensieri della moglie e ora anche della neonata- se avesse sentito anche solo un piccolo malessere da parte di una delle due avrebbe provveduto personalmente a rimandare Demetra  sulla Terra, stavolta a tempo indeterminato.
E così quel giorno, appena avuto l’annuncio che la delegazione divina aveva appena varcato la soglia dell’Averno, era corso a chiudersi nel suo studio.

Alla fine, il gruppetto arrivò alle soglie del palazzo di Ade, dove fu accolto dai servitori che li introdussero immediatamente, e da Mynthe che si incaricò di condurli alla nursery dove si trovavano Persefone e Macaria.
La Regina si stava riprendendo molto bene dalle fatiche del parto anche se mostrava ancora qualche segno di stanchezza; ma quel giorno, per ricevere i primi visitatori divini venuti a omaggiare la figlia, si era preparata di tutto punto, indossando una bellissima veste nera, gioielli e anche la corona nera di Regina degli Inferi: intendeva così rimarcare il proprio ruolo e la propria scelta, anche se attendeva anche lei con ansia l’incontro con la madre, speranzosa che potesse risolversi tutto positivamente.

- Benvenuti Ermes, Estia e Ecate! E benvenuta anche a te madre- disse loro appena li vide entrare, sorridendo.

- Grazie Divina Persefone. Ecco i doni provenienti dal Monte Olimpo per la principessa Macaria- rispose per primo Ermes appoggiando a terra il pesante sacco che aveva dovuto trascinare fin lì.

Ma era chiaro che l’incontro più atteso era quello tra madre e figlia. Le due si guardavano, ma nessuna delle due aveva il coraggio di fare il primo passo. Poi, Estia diede un colpetto sulla spalla a Demetra, e quest’ultima avanzò timidamente tenendo in mano un pacchettino.

- Ecco, figlia…ho portato un regalo a Macaria. Spero possa andare bene …- disse esitante, tendendo il pacchetto a Persefone. La quale lo aprì, estraendone un sonaglio colorato a forma di melograno rosso.

- Grazie, madre! E’ bellissimo!- disse commossa la neomamma.

- Ecco…io volevo anche dirti che…..- ma Demetra non riuscì a finire il suo discorso perché Persefone avanzò verso di lei a braccia tese. Le due si lasciarono andare così, dopo tanto tempo, a un consolante abbraccio riparatore, che cancellava tutto quanto successo in precedenza. Il perdono era ormai garantito, tra gli sguardi sorridenti degli altri spettatori.Mentre accadeva ciò la neo principessa si fece sentire improvvisamente con un vagito arrabbiato: del resto, era o non era lei la protagonista della visita? Persefone si staccò così dalla madre andando verso la culla, prese in braccio la piccola calmandola e, portandola verso la madre, le disse:

- Ecco ti presento la nonna Demetra…e quella laggiù è la zia Estia…e quello è Ermes che ti ha portato tanti bei doni!-

Anche gli altri dei si avvicinarono, lodando e vezzeggiando la principessina e soprattutto i capelli biondi che aveva preso dalla mamma (anche se in tonalità più scura) mentre nessuno, in presenza di Demetra, si azzardò a fare notare che gli occhi erano proprio quelli del papà. Uno strano e interessante miscuglio, questa piccina!

Persefone porse con naturalezza la piccola a Demetra, che la prese in braccio emozionata e le diede un bel bacione sulla fronte. Poi aprì il sacco contenente i doni mandati dagli dei dell’Olimpo: un pupazzo colorato a forma di pavone (Era), un libro sulle leggende e i grandi eroi (Atena), un mini arco con frecce e faretra (Artemide), una bella spilla di ceramica smaltata a forma di narciso (Afrodite), un carretto di legno con dentro il sole che, girando una chiavetta, funzionava davvero (Apollo),  una pergamena con un messaggio di felicitazioni da parte di Zeus, una bottiglia di ottimo vino per festeggiare il lieto evento da Dioniso (ovviamente quest’ultimo regalo destinato ai genitori della ricevente) e altri ancora: insomma, il tempo trascorse lietamente anche se la festeggiata, causa tenera età, dopo un po’ fu riportata a dormire: del resto era ancora troppo piccola per godersi la maggior parte dei regali.

Quando arrivò il momento del congedo, Demetra e Persefone si abbracciarono di nuovo: per quell’anno, Zeus aveva emesso una deroga in cui concedeva alla Regina degli Inferi da poco diventata mamma di rimanere nel proprio Regno anche nel periodo che avrebbe dovuto trascorrere in superficie. Sarebbe stato troppo difficoltoso e ingiusto sballottare una neonata e una donna che aveva partorito da poco tra due regni. Ma dall’anno dopo tutto sarebbe tornato come era stato deciso.

- Ci terremo comunque in contatto madre. Stavolta non mancherò- promise Persefone.

La primavera sarebbe comunque arrivata nel mondo di sopra, e più splendida degli altri anni, dato che Demetra festeggiava la nascita della sua prima nipote.
 


Alla notizia, portatagli da un servitore, che la visita si era conclusa e i divini visitatori erano ormai fuori dall’Averno, Ade si lascio sfuggire un sospiro di soddisfazione, suo malgrado. Non aveva percepito negatività o sofferenze di alcun tipo, si vede che anche quell’arpia di Demetra era rimasta conquistata dalla piccola Macaria, cosa di cui lui personalmente non dubitava dato che al riteneva la bambina più adorabile mai esistita. E se le sue donne erano felici, a lui andava benissimo così.
 
   
 
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