COLPO DI FULMINE
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“Ti
sei fatto sequestrare il MIO motorino?” guardai
quell’idiota che mi stava
spiegando perché era tornato senza il mio motorino. Poi
guardai Silvana. Era
colpa sua. Lei mi aveva portato in quel quartiere, dai suoi nuovi
amici, perché
si era innamorata. Innamorata! Conosceva Alessandro da pochi giorni e
sosteneva
di essere innamorata! Stronzate.
“Ora
andiamo a riprenderlo dai vigili.” Finì la sua
spiegazione l’idiota. “Io non ho
il casco e ho quindici anni, come faccio?” lui
alzò le spalle e si guardò
intorno. Prese un casco da uno dei motorini e me lo allungò
dicendo “Prendi quello
di Francesco.” Mi voltai verso Silvana mentre
l’idiota si allontanava, andando
dal tale Francesco. “Lo sapevo che sarebbe stata una cattiva
idea venire qui.”
Lei alzò le spalle “Non dovevi
prestarglielo.” Già, non dovevo.
***
“Io
non ci torno più qui, ok? Oggi vieni da sola.”
Silvana sbuffò. L’avevo
svegliata presto la mattina dopo per farmi accompagnare al quartiere.
Era
estate e gli altri poltrivano a letto fino a tardi. Ma lei me lo
doveva. “Eh,
ho capito.” Sbuffò. Suonai
il campanello
che mi aveva indicato l’idiota. Niente. Suonai ancora,
più a lungo. Poi il
citofono gracchiò “Chi è?”
“Ehm… cerco Francesco. Sono… quella del
casco.”
“Vieni alla finestra, dietro.” E
attaccò. Simpatico
pensai ironica. Camminammo intorno all’edificio e guardammo
la fila di
finestre. Poi una tapparella si alzò. Andammo in quella
direzione.
Un
ragazzo poco più grande di me, si guardò intorno,
cercandoci. “Sei Francesco?”
lui annuì. Mi avvicinai e notammo che fosse a torso nudo. Mi
sentii in
imbarazzo, colta da una improvvisa timidezza. Capii
di averlo svegliato quando strizzò gli
occhi alla luce del sole. Si allungò verso di noi per
afferrare il casco e
notai quanto fosse carino. Stropicciato dal sonno e, nonostante questo,
molto carino.
I suoi occhi incrociarono i miei e sentii che le mie gambe avrebbero
potuto
cedere da un momento all’altro.
Cavolo.
Cavolo. Cavolo. Fece un sorrisino compiaciuto
e con la mano indicò il casco, che avevo ancora io. Oh,
giusto. Alzai il
braccio verso di lui e lui si chinò ancora. I capelli gli
caddero davanti al
viso e i suoi occhi risero divertiti, anche se non seppi dire per cosa.
Mi
sentii ancora mancare, ma stavolta ero più preparata e non
mi bloccai
stupidamente. Mi alzai in punta di piedi come capii che la mia poca
altezza non
sarebbe bastata.
Quando
lui mi ringraziò sorrisi sorpresa. “Grazie a
te.” Per questa visione. Lui si
voltò verso l’interno della camera e io capii che
era stata una sensazione a
senso unico. Solo io avevo sentito quell’emozione. Feci un
passo indietro, salutandolo
e lui ci guardò andare via. Non mi girai, in un moto
d’orgoglio, ma avrei
voluto.
“Aspetta!”
gridò quando fummo in fondo all’edificio. Io e
Silvana ci scambiammo
un’occhiata e mi girai. “Ci sei oggi?”
gridò ancora Francesco, indicando il quartiere.
Sorrisi. Possibile? “Sì.” Gridai.
Silvana
mi guardò incuriosita “Ma avevi
detto…” Sbuffai rumorosamente mentre continuavo
a sorridere. “Oh, stai zitta, Silvana!”
-
***Ecco
un altro contest, ed ecco un altro contest di cui non so scrivere!!
Niente sospiri per questo colpo di fulmine, ho dovuto cercare
nell'esperienza personale!!! Spero che faccia sorridere comunque
qualcuno. Grazie a chi legge.