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Autore: __aris__    02/03/2019    2 recensioni
vi siete mai chiesti quando il Persiano sia diventato amico di Erik?
questa storia nasce da un Prompt che mi ha lasciato Crateide, che ringrazio perché mi ha fatto divertire tanto mentre scrivevo questa storia.
prompt: Erik/Persiano BROTP: durante una partita a scacchi, il Persiano diventa il momentaneo confidente di Erik. “Perché questa mossa, Persiano? Avresti potuto battermi, invece hai allungato la partita”, Il Persiano sorrise: “perché interrompere una storia a metà?” gli rispose
questa storia è un missing moment di The Angel, ma può essere letta anche separatamente.
spero vi piaccia e che mi lascerete un commento
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Daroga/Il persiano, Erik/The Phantom
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Erik alzò leggermente la testa vedendo che il Dagora aveva portato con sé qualcosa, da lontano sembrava una scatola, ma la vera domanda era cosa potesse contenere. L’uomo appoggiò l’oggetto misterioso su un tavolo ed Erik vide che si trattava di una scacchiera. Sentì una risata affiorargli sulle labbra e Nadir se ne accorse prima che riuscisse a reprimerla.
Deluso?” chiese il Persiano tagliando le corde che legavano i polsi del prigioniero con il coltello che portava alla cintura.
Sinceramente credevo che a questo punto avresti iniziato con qualche tortura.” Rispose l’altro massaggiandosi i polsi “Da quel che so voi orientali avete un considerevole talento per questo genere di cose.
Nadir iniziò a sistemare i pezzi sulla scacchiera ma trovò comunque il modo di infilare un sorriso da gatto furbo nella sua domanda. “Avresti preferito la garrota o che ti flagellassi con una corda cosparsa di sale?
Sei tu l’inquisitore, Daroga.”
Sono ancora in tempo per cambiare idea, ma dubito che con te le torture funzionerebbero.”
Ed una partita a scacchi invece si? Cosa mi dovrebbe impedire di ucciderti e fuggire?
Fuori dalla porta ci sono due uomini.” Nadir non si fece spaventare da quella minaccia e continuò a sistemare le pedine. “Hanno l’ordine di tagliare la gola a chiunque dovesse uscire da qui che non sia io.”
Non poter scappare non vuol dire che sia interessato a giocare con te.”
Lo Shah è molto interessato a … te.” In realtà non era il sultano ad essere interessato a lui, ma la sua favorita e tutto ciò che interessava a quella donna erano le persone deformi, nell’aspetto o nell’animo. Ma non c’era bisogno che lui lo sapesse “Se mi racconterai la tua storia avrai una posizione a corte, altrimenti sarai ucciso domani.
Immagino di non avere molta altra scelta.”
Nadir si sedette di fronte al prigioniero con una lentezza esasperante “Tutti abbiamo una scelta.” Disse estraendo un sigaro da una tasca dell’uniforme. Con la stessa lentezza lo annusò per tutta la sua lunghezza e, solo dopo averlo acceso, mosse un pedone. “Allora, come ti chiami?
 



 
La partita stava durando da almeno due ore ed il Persiano aveva fumato almeno tre sigari. Al secondo Erik aveva capito che la gioia che il suo avversario provava nel fumarli era direttamente proporzionale alla sofferenza che il puzzo pestilenziale di quei sigari infliggeva agli altri. In questo tempo, tra una mossa e una sbuffata di fumo, gli aveva raccontato più o meno tutta la sua storia, l’unico capitolo che mancava era Christine. Erik guardò la scacchiera a lungo: se avesse spostato il cavallo poteva vincere in cinque mosse, se avesse spostato l’alfiere avrebbe perso in due. Alla fine decise di muovere l’alfiere.
Per la prima volta da quando era iniziato il gioco, Nadir abbandonò la sua postura rilassata per protrarsi verso la scacchiera. “Mossa interessante.” Disse con il sigaro fra le labbra. Erik, a quanto sembrava era questo il nome dell’uomo che aveva messo in scacco la marina imperiale per otto mesi, l’aveva scelta deliberatamente, aveva valutato tutte le possibilità ed aveva scelto di perdere. Nadir ci avrebbe scommesso i baffi! Quell’uomo era troppo intelligente per un errore di calcolo simile. Aveva risposto ad ogni domanda che gli aveva fatto: chi era, da dove veniva, cos’aveva fatto prima di imbarcarsi con dei contrabbandieri d’oppio, come si fosse fatto quegli orrendi segni sul viso. Aveva scelto di perdere quando gli aveva chiesto perché avesse lasciato la sua amata Ophéra per venire in Persia. Aspirò una lunga boccata di fumo e dopo averla trattenuta per un momento nei polmoni iniziò a farla uscire in perfetti cerchi concentrici. Poteva muovere la regina e vincere in due mosse o poteva muovere la torre e continuare a giovare. Voleva sentire tutta la storia del Fantasma dell’Opéra per cui c’era una sola mossa possibile.
Avresti potuto vincere Daroga.” Erik finse costernazione, aveva teso un tranello al Persiano ma lui non ci era caduto. Forse lo aveva davvero sottovalutato. “Perché allungare la partita? Non mi hai ammorbato abbastanza con i tuoi sigari?
Nadir allargò le braccia alzando le spalle. “Perché interrompere un racconto così affascinante narrato così bene?” disse con l’intento di essere il meno credibile possibile.
Sono lusingato oltre ogni parola.” Erik imitò la voce, il tono e l’accento del suo carceriere perfettamente ma tutto quello che strappò a Nadir fu l’ennesimo sorriso da felino che lecca gli artigli con cui ha rubato il pesce più grosso del pescatore.
Perché hai lasciato il teatro Erik? Sembrava un posto fatto apposta per te … cosa può averti fatto cambiare idea?
Sei mesi fa l’Opéra Garnier ha preso fuoco.” Erik mosse il cavallo, adesso iniziava a voler far finire quella partita secondo le sue condizioni.
Che notizia terribile!” Questa volta non fece nulla per nascondere il suo disinteresse mentre metteva al riparo il re. “Ma sono sicuro che tu centri qualcosa con quell’incendio e, se devo seguire il mio istinto fino in fondo, scommetto anche che quella è stata l’occasione e non il motivo della tua fuga.
Tu lavori troppo di fantasia, Daroga.” Regina in D6. Nadir poteva scappare quanto voleva, ma la partita era sua.
No, sono solo bravo nel mio lavoro. Immagino che dovrò continuare a fare congetture.” Disse spostando il cavallo in H4 e mettendo in scacco la regina dell’avversario. “Se devo lavorare di fantasia … direi che centra una donna.”
Erik mise in salvo la regina e guardò l’avversario dritto negli occhi “Un giorno ti ucciderò, Persiano.”
Nadir gettò il sigaro per terra, anche se ne aveva fumato solo metà, e poi lo spense con la scarpa “Non credo, Erik. Non credo proprio.” Disse con l’unico sorriso vero di quel giorno.
   
 
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