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Autore: Una_Ragazza_Qualunque    02/03/2019    0 recensioni
[Shiro centric; Sheith accennata]
Buon compleanno Shiro!
"Shiro fissava il soffitto di camera sua sdraiato sul letto continuando a muovere la mano intenta a tenere il giocattolo di una astronave, appena regalata dai suoi genitori per il suo compleanno, in un volo totalmente scoordinato. Emettendo suoni con la bocca, sognando di essere lui il pilota all'interno e che, in quel momento, la sua stanza fosse l'intero universo.
Quando sarò grande voglio toccare una stella.
[...]
Quando sarò grande voglio rimanere umano.
[...]
Quando sarò grande voglio essere un paladino di nuovo."
Fic dedicata a Shiro con accenni Sheith e una sorpresa finale.
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kogane Keith, Sorpresa, Takashi Shirogane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando sarò grande


* * *



Shiro fissava il soffitto di camera sua sdraiato sul letto continuando a muovere la mano intenta a tenere il giocattolo di una astronave, appena regalata dai suoi genitori per il suo compleanno, in un volo totalmente scoordinato. Emettendo suoni con la bocca, sognando di essere lui il pilota all'interno e che, in quel momento, la sua stanza fosse l'intero universo.


Quando sarò grande voglio toccare una stella.




Restò seduto ad aspettare, ubbidiente come gli era stato detto, in quella stanza d'ospedale troppo piccola.

Lo strano odore di cui era impregnata la stanza gli aveva fatto venire il mal di testa o forse erano stati tutti quei controlli, Shiro non ne era sicuro. Confuso, non capiva il motivo di quella visita.

Lui stava bene, ma sua madre aveva insistito tanto ed adesso, accanto a lui preoccupata, aspettavano i risultati.

Quando il dottore fece il suo ingresso, Shiro notò subito che aveva uno sguardo serio sul volto mentre dava un'ultima occhiata alla cartella che teneva in mano. Sua madre si alzò di scatto facendo qualche passo verso di lui istintivamente.

Il dottore continuò ad ignorarlo per il tutto il tempo in cui parlava a sua madre, ma solo quando sentì nominare qualcosa che non aveva mai sentito, qualcosa con un nome complicato, vide il dottore mettere una mano sulla spalla di sua madre, ora in lacrime, rivolgendosi verso Shiro.


Quando sarò grande voglio andare sulla Luna.




Shiro sorrise osservando l'alto edificio di fronte a sé.

All'ingresso della Garrison, faticava ancora a credere che lui fosse davvero lì. Strinse il manico del suo borsone al ricordo della sua partenza.

Aveva litigato con i suoi genitori per esseri lì, contrari dato le sue condizioni fisiche. Ricordava ancora sua madre in lacrime mentre suo padre gridava di non volerne sapere più nulla e di non chiamarlo quando la sua malattia sarebbe peggiorata, come se lui avesse scelto il suo stesso destino.

Aveva riempito il borsone con le prime cose che aveva trovato, ancora ferito, deluso ed arrabbiato dal comportamento dei suoi genitori, ma consapevole che niente avrebbe potuto fermarlo. Non con il futuro che lo aspettava.

Prese la lettera d'ammissione e se ne andò senza dire una parola.


Quando sarò grande voglio esplorare l'universo.




Sam è stato il primo a credere in lui, forse l'unico.

Il nomignolo che gli avevano affidato, “The Golden Boy” , non gli piaceva particolarmente. Nonostante avesse lavorato sodo durante quegli anni, non lo sentiva suo. Era solo uno studente e aveva già battuto tutti i record possibili, facendosi una reputazione e diventando il miglior pilota che la Garrison avesse. Sapeva bene di non essere perfetto e, forse, Sam era uno dei pochi che lo trattava ancora come un essere umano semplice, con i suoi pregi e i suoi difetti, e non come un idolo da mettere su un piedistallo.

Pensava che anche Adam lo vedesse in quel modo, ma quando lo mise davanti ad una scelta aveva fatto male. Molto, forse più di quanto Adam si fosse reso conto.

Sapeva che le sue parole, per quanto dolorose, erano sputate fuori da un altrettanto dolore provocato dalla scelta. Era consapevole che Adam lo amasse e che aveva paura. Anche lui ne aveva, ma avrebbe preferito morire piuttosto che vivere con il rimpianto e rinunciare al suo sogno.

Aveva rivisto suo padre in Adam e, improvvisamente, la ferita si era fatta più profonda.

Probabilmente anche suo padre aveva avuto paura, prima di allora non era mai stato aggressivo, ma non si sentivano più da anni ormai e anche Adam adesso preferiva mettere la parola “fine” piuttosto che restare seduto a guardare.

Perché non riusciva a capire come Sam, Matt o Keith? Perché proprio l'uomo che avrebbe voluto sposare, un giorno prima che la malattia prendesse il sopravento, non riusciva a capirlo?

Shiro, per un momento, aveva messo in discussione se stesso e le sue ragioni. Era da egoisti aspettarsi che Adam accettasse in silenzio? Forse un po' sì, ma per quanto capisse le ragioni di Adam non aveva alcuna intenzione di fermassi proprio adesso.

Fino al giorno della partenza, Shiro aveva sperato che un giorno Adam avesse capito il perché che lo aveva spinto a partire.


Quando sarò grande voglio fare del mio meglio.




Shiro non era sicuro di quanto tempo fosse passato.

Come entrato in un loop senza fine, i giorni gli sembravano tutti uguali. I giorni che non passava in arena, gli trascorreva in cella. Immobile a fissare il soffitto, ancora scosso come se fosse la prima volta. La persona in quella arena non era lui, non si riconosceva. Cosa stesse diventando lo spaventava eppure c'erano ancora giorni in cui si sentiva se stesso e i pensieri ritornavano sulla Terra.

Si chiedeva scioccamente se Adam lo amasse ancora, se i suoi genitori si fossero chiesti che fine avesse fatto e se Keith stesse continuando a studiare.

Lo stavano cercando? Shiro ne dubitava ma non li biasimava.

Quando le braccia di Morfeo lo accoglievano, stanco per le torture e le assurde prove a cui veniva sottoposto, gli incubi prendevano il sopravento. Il risveglio non era mai motivo di sollievo, dove gli incubi fallivano ci pensava la realtà a togliergli il sonno.

Si erano presi persino il braccio destro, ma Shiro cominciò a chiedersi se non lo avessero privato di molto di più.


Quando sarò grande voglio rimanere umano.




Essere un leader era qualcosa che lo spaventava immensamente, nonostante cercasse di non farlo notare a nessuno.

Certo, era una grande responsabilità. Una responsabilità non solo verso i paladini ma anche verso migliaia di vite, l'intero universo, eppure se c'era qualcosa che lo spaventava davvero era il mostro che era ancora dentro di lui. Aveva paura che fosse proprio il mostro dell'arena, il campione, lui stesso ad essere la causa di tutto.

Se avesse fatto del male ai paladini non se lo sarebbe mai perdonato.

Davvero si meritava quel ruolo? C'erano giorni in cui ne dubitava e poi c'erano giorni in cui i paladini, la sua nuova famiglia, lo facevano sentire come se fosse nel posto giusto.

Giorni in cui riuscivano a distrarsi da tutto.

Giorni in cui erano semplicemente loro, permettendosi di comportarsi da adolescenti quali erano.

Giorni in cui Keith lo guardava in quel modo, dolcemente, riuscendo a sciogliergli il cuore che Shiro, più volte, aveva temuto di non possedere più.


Quando sarò grande voglio avere una famiglia.




Quando Allura gli spiegò cosa era accaduto, un senso di inquietudine gli colpì lo stomaco.

Sarebbe stato per sempre grato per ciò che lei aveva fatto per lui, ma sapere che non aveva più nessun legame con Black lo turbava.

Pensava ancora ciò che aveva detto a Keith, era fiero di lui ed era felice del leader che era diventato ma il pensiero di poter adesso essere diventato un peso per loro, per lui, era insopportabile.

Shiro guardò alla sua destra dove un tempo vi era la sua protesi. Ironicamente ne sentiva quasi la mancanza.


Quando sarò grande voglio essere un paladino di nuovo.




La luce abbagliante del sole fece irruzione dalla finestra svegliando Shiro ancora disteso sul letto.

Quando aprì gli occhi sorrise alla vista di Keith ancora addormentato accanto a lui. Dolcemente, gli spostò una ciocca di capelli che gli copriva il viso per poi accarezzargli la guancia scoperta attento a non disturbarlo.

Qualcosa, o meglio qualcuno però attirò la sua attenzione.

Shiro sorrise, richiudendo gli occhi per far finta di dormire mentre riusciva a sentire chiaramente una piccola risata vicino al bordo del letto.

Quando sentì il materasso piegarsi al nuovo peso, il sorriso si fece più ampio.

Buon compleanno!” Urlò una piccola figura, iniziando a saltare riempiendo la stanza del rumore del cigolio delle molle del materasso.

Urgh.” Grugnì Keith, adesso sveglio.

Ehi Yorak, lo sai che non devi saltare sul letto.” Lo rimproverò nonostante stesse ridendo.

Shiro si mise seduto mentre prendeva in braccio il piccolo Galra che ancora rideva tra le sue braccia. “Ma bisogna festeggiare, è il tuo compleanno!”

Bhé, sembra che nostro figlio sia più emozionato di te.” Fece notare Keith sorridendo.

Ovviamente, voglio molto bene a papà!” Esclamò Yorak. “Quando sarò grande voglio essere come te.”

Il cuore di Shiro perse un battito, stupito nel sentire quelle parole. Senza che se ne rendesse conto una lacrima gli percorse una guancia.

Keith si avvicinò, asciugandogliela con un bacio. “Buon compleanno, Takashi.” Sussurrò ancora vicino al suo viso. “Siamo grati che tu sia nato.”






NdA: Salve a tutti!
Sì, sono consapevole di essere in ritardo per il compleanno di Shiro e me ne scuso ma sono comunque felice di aver scritto qualcosa per il suo compleanno.
So che tutti gli argomenti trattati dovrebbero essere ampliati ma spero che, nonostante sia breve, questa fic vi sia piaciuta.
Amo moltissimo Shiro e le parole non possono descrivere quanto sia importante per me, come per molte altre persone.
Oltre ad essere un grande punto di riferimento, che mi ha fatto molto riflettere, è uno dei personaggi più umani che io abbia mai visto in uno show. Un personaggio in cui tu ti possa immedesimare.
Mi dispiace che molto spesso la gente dimentica cosa ha dovuto affrontare Shiro e quanto sia importante, quanto, appunto, sia umano.
Ho cercato con questa fan fiction di mettere in risalto alcuni di questi punti.
Sarò sincera, l'idea è nata dalla prima scena e l'ultima e forse è per questo che non mi convince molto ma ci tenevo a celebrare il suo compleanno.
Spero, un giorno, di scrivere una fic dedicata a Shiro come si deve e che gli renda giustizia.
Spero che almeno un po' si sia capito cosa volessi dire e che vi sia piaciuta.
Fatemi sapere che ne pensate. Alla prossima!

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