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Autore: xingchan    10/03/2019    5 recensioni
"Era rimasto con un macigno sul cuore al pensiero di non poterla rivedere, di non poterla toccare ancora, e questo pensiero devastante slittato nella sua mente lo indusse ad abbandonare il capo contro la folta capigliatura di lei, ad inspirarne il suo profumo misto all'odore di pioggia che ancora scrosciava al di là delle finestre, ad abbandonarsi completamente al tepore del suo corpo minuto."
[Breve OS]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Il senso della vita'
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Achieving Happiness





Finalmente, Rin era lì con lui.

Dopo una intera settimana passata con la speranza che lei gli rispondesse, che gli desse un cenno qualsiasi sulla sua improvvisa scomparsa - perché solo in tal modo poteva essere definita - e gli desse delle risposte per quel silenzio così opprimente e del tutto incopatibile con il suo carattere, finalmente Rin era lì con lui, sul suo tappeto, con la schiena poggiata sul suo petto lasciato scoperto dalla camicia rimasta aperta ad emettere dei singulti di tanto in tanto. Le sue piccole dita ad artigliargli l'avambraccio nel tentativo di aggrapparsi quanto più possibile a quella che, al momento, era la sua unica ancora di salvezza gli suggerivano quanto doveva soffrire.

Aveva pensato - non poteva farne a meno - di avere il diritto di sapere se lei volesse ancora vederlo oppure di troncare quello strano rapporto fra loro fatto di soli baci e carezze, ma quando un collega di lavoro gli aveva riferito che Rin aveva lasciato Tokyo a causa della morte di sua nonna Kaede, il mondo gli era crollato addosso come mai era successo prima.

Aveva provato a contattarla telefonandole e lasciandole dei messaggi rimanendo in attesa. Aveva perfino pensato di andare nella sua città di origine - a Niigata - a cercarla, ma infine si era convinto che forse quel gesto avrebbe potuto essere eccessivo, e che se Rin non aveva intenzione di rispondergli, chi era lui per imporle altrimenti?

Era rimasto con un macigno sul cuore al pensiero di non poterla rivedere, di non poterla toccare ancora, e questo pensiero devastante slittato nella sua mente lo indusse ad abbandonare il capo contro la folta capigliatura di lei, ad inspirarne il suo profumo misto all'odore di pioggia che ancora scrosciava al di là delle finestre, ad abbandonarsi completamente al tepore del suo corpo minuto.

La sua vicinanza gli aveva sempre procurato un forte desiderio ed i suoi occhi tanto, troppo amore. Ora invece, averla raggomitolata fra le sue braccia gli trasmetteva soltanto un senso di pace, ben superiore alle volte precedenti.

Si permise di carezzarle il braccio lasciato nudo dalla canottiera nera che lei aveva addosso, lasciando scivolare la mano per tutta la morbida e involontariamente seducente lunghezza del suo fianco; e fu deliziosamente sorpreso quando, con un guizzo sagace dei suoi occhi, Rin protese la guancia in una chiara richiesta di un bacio.

L'accontentò volentieri, posando le labbra insolitamente mansuete sulla gota arrossata; e nel momento in cui lei emise un lieve sospiro languido e soddisfatto, la strinse ancora di più nel suo abbraccio, con tutta la cura possibile affinché non si facesse male. La sentì rilassarsi, tirare su col naso come una bambina consolata - almeno in parte - dal suo dolore, e cercare una ciocca dei lunghi capelli scuri di lui per poterli intrecciare fra le sue dita: una immagine che gli suggerì quanto ci fosse di importante in lui per lei, e di ciò che era germogliato in quei mesi in cui si erano frequentati. Perché ora che l'ultimo membro della sua famiglia era morto, non le restava che il suo supporto, e nonostante Rin era oramai una giovane donna indipendente, Sesshomaru era disposto ad offrirle ogni cosa.

Il suo cuore, quello glielo aveva già donato incondizionatamente da un bel pezzo.

“Vieni a vivere con me.”

Percepì la sua schiena irrigidirsi, e voltare la testa in modo che potesse guardarlo negli occhi ancora arrossati da giorni di pianto, completamente stupita.

“Q... qui?!”

Arrossì furiosamente, forse pensando a tutte le implicazioni del caso, voltandosi ad osservare l'immensa casa di Sesshomaru con un atteggiamento di eccessiva riverenza. Anzi, avrebbe potuto dire che ne fosse persino spaventata.

“Non ci sono fantasmi, se è di questo che ti stai preoccupando.”

La prese per i fondelli deliberatamente, sicuro di distoglierla da quel timore con una reazione che almeno rasentasse la rabbia, e notò con malcelato piacere che era riuscito nell'intento.

“Grazie dell'informazione!” replicò offesa. “E comunque, non è per questo. Lo sai che non credo a queste stupidaggini.”

Seguitò del silenzio, e calmo come uno specchio attese qualsiasi cosa Rin avesse da riferirgli. Ma non avendo alcuna risposta, Sesshomaru concluse che semplicemente non ne aveva.

Le scostò i capelli ritraendoli sulla schiena, accostando piano il suo volto appena dietro il suo.

“Non è necessario che tu mi dia una risposta in questo momento” precisò, mormorando con voce ferma nel suo orecchio.Le lasciò un bacio delicato sulla spalla, per poi salire con esasperante discrezione verso il suo collo. Si fermò di colpo, improvvisamente conscio che per lei quello non doveva essere il momento adatto per lasciarsi andare e fare l'amore con lui per la prima volta, ma prima che potesse allontanarsi la mano delicata di Rin si allungò indietro fino a toccargli il lato della sua testa ed invitarla tacitamente a ritornare all'altezza della sua. Con tutta la tenerezza che la contraddistingueva, strusciò maliziosamente le sue labbra all'angolo delle sue.

“Non voglio essere di peso” biascicò alla fine, lasciandolo interdetto.

Non aveva mai pensato ad una cosa del genere, anzi: da quando l'aveva conosciuta non aveva fatto altro che volerla con sé, non facendo alcunché per nasconderlo. Non le aveva mai confessato apertamente di amarla - d'altronde, non era ancora pronto ad affrontare i suoi stessi sentimenti ad alta voce - ma abbandonarsi ad effusioni con lei era diventato qualcosa di naturale come respirare.

Aveva compreso che quell'amore inaspettato era ampiamente ricambiato da Rin, e se apparentemente non c'era niente che potesse giustificare la titubanza della giovane, nella sua mente comparve la figura fastidiosa del suo maggiordomo.

Quell'idiota di Jaken l'aveva guardata dall'alto in basso fin dal primo momento, e Sesshomaru poteva giurare anche di aver visto un guizzo di gelosia nei suoi occhi, come se a lui e a lui soltanto spettasse una posizione di rilievo all'interno di casa Taisho. Un atteggiamento simile non aveva fatto altro che alimentare il già accentuato senso di inadeguatezza di Rin nei confronti di una famiglia di discendenza nobiliare qual era quella di Sesshomaru, e ora questo stava influendo negativamente sulla decisione di Rin a fronte della sua proposta.

“Non sei affatto un peso” mormorò accennando un sorriso comprensivo. “Sai perfettamente cosa rappresenti per me.”

Quella risposta doveva aver sortito l'effetto che Sesshomaru desiderava, perché Rin si coprì di colpo il rossore soffuso delle sue guance con le mani. Evitò deliberatamente il suo sguardo forse troppo penetrante in quel momento di completa confusione per lei, così Sesshomaru si allontanò un poco per farla sentire meno a disagio. Rin sembrò non gradire quella distanza, perché si voltò repentinamente e gli gettò le braccia al collo; e fu in quel momento che Sesshomaru si rese conto che la lontananza non aveva mortificato soltanto lui.

“Domani ritorno al lavoro e uscirò alle cinque del pomeriggio” disse Rin ritornando a guardarlo negli occhi. “Dammi solo il tempo di fare le valigie.”

Sesshomaru percepì il suo cuore fare un sussulto. Senza attendere oltre la baciò sulle labbra, e nel momento in cui Rin lo ricambiò con trasporto, sentì che non poteva essere più felice di così.

   
 
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