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Autore: evil 65    13/03/2019    8 recensioni
( Prequel di Anime Disperate )
Shizuri Mugino, 10 anni, non ha mai avuto quello che la gente definirebbe un " vero amico ".
Aveva conoscenti, certo, perfino alleati...persone che non ci avrebbero pensato due volte a pugnalarla alle spalle per ottenere quello che volevano.
Accelerator, l'esper più potente di Gakuen Toshi, si trova nella sua stessa situazione.
Un incontro fortuito tra i due potrebbe cambiare questo fatto...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Accelerator, Mugino Shizuri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Una certa coppia di Level 5'
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Questa one-shot costituisce un prequel di Anime Disperate, e fa parte della serie di one shot dedicata ad Accelerator e Mugino Shizuri.
Ho creato questo video dedicato alla coppia, per chi fosse interessatp : https://www.youtube.com/watch?v=-YbiMEs16VA&t=146s.
Ed ora, vi auguro una buona lettura e spero che troverete il tempo di lasciare una recensione !


Child's Play

Aspettative: piccole o grandi che siano, tutti ne hanno qualcuna. Un futuro da campione, diventare presidente…ve ne sono di tutte le forme e colori.
Alcune di queste aspettative si realizzano…altre, invece, rimangono deluse. Non possiamo evitare di averne, sia che ci regalino una grande gioia, sia che ci procurino un grande dolore.
Tutti vivono di desideri e aspettative, anche se a volte accade il contrario di ciò che in realtà si vorrebbe. E questo Shizuri Mugino, 10 anni, lo sapeva bene.
Bambina prodigio e figlia primogenita di una ricca famiglia dell’alta società, era giunta a Gakuen Toshi meno di un anno fa.
La città, unica nel suo genere, costituiva un enorme centro di ricerca per lo sviluppo degli umani dotati di poteri paranormali, i cosiddetti esper.
Più del 90% degli abitanti di questo complesso urbano, infatti, erano esper classificati in base ad un livello che andava dallo 0 al 5, dove il livello 5 era riservato agli individui più potenti.
I genitori di Shizuri l’avevano iscritta al programma senza pensarci due volte, fiduciosi che la figlia sarebbe uscita in cima come al solito.
In effetti, la bambina fu classificata come Level 5 appena pochi giorni dopo l’inizio dei test appositi. La sua capacità, nota come Meltdowner, consisteva nel creare raggi di neutrini concentrati abbastanza potenti da distruggere interi eserciti.
Tuttavia, con loro grande costernazione, il potere della ragazza era stato posizionato solo al secondo posto nella lista delle abilità possedute dai Level 5 della città, che attualmente erano limitati a quattro individui :
Accelerator, Shokuhou Misaki e Sogiita Guhna.
Shizuri mai avrebbe dimenticato la reazione dei suoi genitori, una volta ricevuti i risultati dei test. Una reazione che ancora adesso gravava sul suo cuore come la lama di una ghigliottina sul punto di cadere.
Dopotutto, niente la feriva, avvelenava, e ammalava quanto il vedere la delusione sul volto di sua madre e suo padre.
Vedere quegli sguardi corrucciati, implacabili…era un dolore insopportabile, una speranza svanita.
Si sentiva ingannata, beffata, umiliata. La vittima di una ingiustizia che non si aspettava, di un fallimento che non meritava.
Si sentiva anche offesa, ridicola…delusa lei stessa.
Naturalmente, sapeva cosa le avrebbe detto suo padre : La delusione è la rabbia dei rammolliti.
E lei…non avrebbe saputo come controbattere.
Shizuri non metteva mai in discussione le scelte dei genitori, le accettava in quanto giustificate dal loro status divino. Se non le parlavano, voleva dire che non ne valeva la pena. Se non la salutavano affettuosamente, voleva dire che non se lo meritava. Se la ignoravano, voleva dire che non esisteva. L'unica possibilità di modificare il loro comportamento era controllare il suo.
Forse doveva farsi ancora più tenace, più forte, più atletica, più sveglia…insomma migliore di chiunque altro.
Tutto questo la riempiva di un profondo sentimento di rabbia.
Perché non poteva nascere in una famiglia ordinaria? Perché doveva essere costretta a soddisfare delle aspettative che non erano sue?
Fu così che, presa da quell’impeto di collera, era fuggita di casa all’insaputa dei suoi genitori, alla ricerca di un momento da poter passare in solitaria, lontano da quell’ambiente soffocante.
Giunta nei presi del parco cittadino, si trovò di fronte ad una palla rossa, apparentemente abbandonata.
Con quel sentimento di rabbia ancora caldo nel suo cuore, procedette a calciare l’oggetto con un grido, nel tentativo di sfogare un minimo di quelle emozioni represse. Tuttavia, mai si sarebbe aspettata quello che sarebbe accaduto dopo.
Alzò lo sguardo da terra…e il pallone, per qualche assurdo motivo, le finì dritto in faccia, facendola incespicare all’indietro.
Con il volto adornato da un’espressione incredula, la giovane Level 5 si massaggiò il volto dolorante e guardo dritta davanti a sé.
Si bloccò di colpo.
A pochi metri da lei, infatti, spiccava la figura del bambino più strano che avesse mai visto. Non che ne avesse visti molti, considerando le interazioni limitate che aveva con i suoi coetanei, ma ancora…era abbastanza sicura che non fosse normale per le persone avere i capelli bianchi a quell’età. E non erano solo i capelli, sia chiaro. Quel bambino, che non doveva avere più di dieci anni, era pallido come un lenzuolo appena uscito dalla lavanderia! Capelli, pelle, vestiti…era candido come la neve. Sembrava quasi un fantasma.
Shizuri aveva sentito parlare di questo tipo di condizione. Si chiamava…albinismo, se non ricordava male. Era un’ anomalia congenita consistente nella totale o parziale deficienza di pigmentazione melaninica nella pelle, nell'iride e nella coroide, nei peli e nei capelli, causata molto spesso da un'assenza o un difetto dell'enzima tirosinasi, enzima coinvolto nella sintesi della Melanina.
Il ragazzino era attualmente girato di spalle, comodamente seduto su una roccia delimitante una delle aiuole del parco. Non c’erano altre persone in zona, per cui Shizuri dedusse che doveva essere stato lui a tirargli il pallone in faccia.
Presa da un ulteriore impeto di rabbia, puntò in direzione dell’albino.
<< Hey, tu, plebeo! Ma che diavolo fai?!>> urlò a gran voce, il volto adornato dall’espressione più furiosa che riuscì a trovare.
Il bambino, tuttavia, rimase perfettamente immobile, apparentemente intento a godersi la brezza mattutina, senza nemmeno degnarsi di voltare lo sguardo.
Shizuri strinse i denti e camminò con passo marcato fino al ragazzino, mettendosi davanti a lui.
<< Ma sei sordo per caso? Parlo con te! >> ringhiò con tono minaccioso.
Fu allora che si rese conto che quello strano bambino aveva gli occhi chiusi. Quando li aprì, Shizuri si ritrovò a specchiarsi in un paio di pupille dall’aspetto minaccioso, rosse come il sangue.
Inconsapevolmente, compì un passo all’indietro.
Nel mentre, l’albino prese a fissarla stranamente.
<< Eh? Che cazzo vuoi?>> domandò con una voce bassa e gratturale, insolita quanto il suo stesso aspetto.
Shizuri spalancò la bocca, visibilmente scioccata da una simile mancanza di rispetto.
Scosse rapidamente la testa per schiarirsi le idee e fissò rabbiosamente lo sconosciuto.
<< Ma... ma come... ma come ti permetti, bifolco contadino! Lo sai chi sono io?>>
<<…Una mocciosa alla quale sono venute le mestruazioni prima del tempo?>> disse retoricamente l’altro, con tono annoiato.
Shizuri si bloccò. Non sapeva cosa fossero le mestruazioni, anche se aveva sentito alcune donne più grandi pronunciare quella parola….ma era abbastanza sicura che quello fosse un insulto !
<< Brutto... brutto... >> borbottò con la testa abbassata, stringendo ambe le mani in pugni serrati.
<< Brutto cafone maleducato! Non è così che ci si rivolge a una ragazza! Specialmente se di ceto sociale superiore al tuo!>> esclamò all’improvviso, ricevendo in cambio un’espressione impassibile.
<< Ok, prima di tutto... ragazza? Sei un bambina esattamente come me. In secondo luogo... chi ti dice che il mio ceto sociale sia inferiore al tuo? Neanche mi conosci >> osservò l’albino.
Shizuri sollevò il naso in aria, incrociando le braccia davanti a sé.
<< Mph! Bambina nel corpo, ma non nella mente >> ribattè con tono arrogante. << E comunque... comunque... >>
In effetti, quello strano bambino aveva un punto. Non lo conosceva, e per questo motivo avrebbe potuto benissimo sbagliarsi.
Ma di certo non gli avrebbe dato la soddisfazione di avere l’ultima parola!
<< Comunque è ovvio che io sia superiore. Ti trovi davanti a Mugino Shizuri, la Meltdowner! >> disse con un sorriso di vittorioso, per poi puntare un dito in direzione dell’albino. << Esatto, io sono l’Esper più forte di Gakuen Toshi !>>
Si aspettava molte cose. Sorpresa….paura…magari un po’ di ammirazione. Il bambino, tuttavia…rimase completamente indifferente a quella dichiarazione.
Poi, lentamente, arricciò le labbra in un sorriso apparentemente divertito.
<< Ah sì? Beh, mi leverei il cappello davanti a te, se ne avessi uno, principessa. Ciò nondimeno a me risulta, invece, che l'Esper numero sia un altro...>> commentò con tono di scherno.
Shizuri inarcò un sopracciglio.
<< Cosa intendi dir... >>
Ma, poco prima che potesse terminare la frase, l’albino che fino ad un attimo prima si trovava di fronte a lei…sparì all’istante.
Sentì un fruscio alle sue spalle, accompagnato da una presenza che la fece trasalire.
<< Io sono Accelerator >> sussurrò la voce del bambino, calda e gratturale sulla punta dell’orecchio. << Piacere di conoscerti >>
<< !? >>
Al sentire quelle parole, la piccola Level 5 si voltò di scatto e compì un balzo all’indietro, fissando il ragazzino con una lieve oncia di timore.
Dopotutto, conosceva assai bene quel nome. Accelerator, l’esper che possedeva la capacità di controllare i vettori, ovvero qualsiasi cosa avesse una massa e una direzione. Ed era anche colui che aveva usurpato il titolo che le spettava di diritto: quella di Primo Level 5 di Gakuen Toshi.
 << Beh? Il gatto ti ha mangiato la lingua, per caso? >> domandò l’albino, fissandola intensamente.
Recuperando un’oncia di coraggio, Shizuri sbattè violentemente un piede contro il terreno.
<< Non ti credo! Dimostramelo!>> urlò rabbiosamente, nel tentativo di nascondere la propria incertezza.
Il rinomato Accelerator roteò gli occhi, come se avesse già sentito quelle parole almeno un milione di volte.
<< E va bene. Tirami quella palla addosso >> disse indicando lo stesso pallone che pochi minuti prima era finito in faccia alla Meltdowner.
<< Cosa?>> domandò lei, fissandolo stranamente.
L’albino incrociò ambe le bracci davanti a sé.
<< Hai capito bene. Fallo >> ordinò con voce ferma.
Con fare incerto, Shizurì afferrò l’oggetto da terra e se lo rigirò tra le mani. Alzò lo sguardo verso il ragazzino e questi si limitò a restituire lo sguardo.
Poi, il desiderio di mettere al suo posto quella persona maleducata ebbe la meglio.
Mettendovi tutta la forza di cui era capace, la Level 5 lanciò il pallone direttamente in faccia all’albino.
Tuttavia, poco prima che l’oggetto potesse entrare in contatto con il corpo del presunto Accelerator…venne rispedito indietro, contro lo stomaco di Shizuri.
La bambina cadde a terrà con un sonoro tonfo, rilasciando un gemito di dolore.
Prima che potesse rialzarsi, sentì un suono di passi avvicinarsi a lei e un’ombra la sovrastò. Aprendo gli occhi scoprì che si trattava dello stesso bambino a cui aveva tirato il pallone.
<< Adesso hai capito, principessa?>> domandò questi, con tono canzonatorio.
Shizuri si rimise in piedi a fatica e fissò l’albino con uno sguardo molto più cauto.
<< ... dunque sei tu... sei veramente Accelerator... >> borbottò sorpresa. Dopotutto, conosceva bene la tecnica che quel ragazzino aveva appena usato contro di lei : uno scudo vettoriale. Tutto ciò che vi entrava in contatto veniva prontamente riflesso contro l’avversario, non importa quanto fosse potente l’attacco. Evidentemente, quando pochi minuti prima aveva calciato il pallone, l’oggetto in questione era finito direttamente contro la schiena del bambino, il cui scudo glie lo aveva rispedito in faccia.
Scuotendo la testa da quelle divagazioni mentali, Shizurì arricciò il volto in un espressione fiduciosa e puntò verso l’albino una seconda volta.
<< Ciò non toglie che resti comunque un plebeo! E mi hai addirittura fatto cadere! >> esclamò con tono indignato, sorprendendo Accelerator.<< E visto che hai sporcato il mio vestito, ora devi risarcirmi!>>
In tutta risposta, il Level 5 la fissò impassibile.
<< ... stai... stai scherzando, vero?>>
<< Assolutamente no!>> ribattè l’altra, mentre cominciò a guardarsi attorno.
<< Mph... in genere, il risarcimento, è previsto in denaro ma dubito che uno straccione come te possieda anche solo mille yen. Quindi mi ripagherai... con quella palla >> disse indicando l’oggetto che ora si trovava tra le mani dell’albino.<< Dammela !>>
<< …Te lo scordi >> rispose Accelerator, per nulla influenzato dalle parole della Meltdowner.
Shizuri ringhiò indispettita.
<< Obbedisci, è un ordine!>>
<<  Un ordine? Senti, principessa del regno delle spacca-maroni, qui non funziona così. Qui non comandi nessuno e se vuoi qualcosa... beh, te lo devi guadagnare>> continuò il bambino, con un sorriso improvvisamente molto più sadico.
La Level 5 prese a scrutarlo con sospetto.
<< In che senso?>>
<< Ti propongo una sfida. Se vinci tu, avrai la mia palla, ma se vinco io... beh, decideremo sul da farsi >> disse l’albino, lanciando la sfera di cuoio in aria un paio di volte. << Sai come si gioca a calcio?>>
<< Pfeh, certo che so cos'è il calcio. Tuttavia, io sono una ragazza di alto lignaggio, non mi abbasso di certo a giocare a calcio con la marmaglia >> affermò con tono superiore, mentre incrociava le braccia davanti a sè una seconda volta.
Accelerator ridacchiò, apparentemente divertito da una simile dichiarazione.
<< Come vuoi, allora non avrai questa palla. Infondo sei solo una bambina, si vede che hai troppa paura di confrontarti con il Numero Uno... Numero Due >>
Quell’ultima parola fu sufficiente a frenare i pensieri di Shizuri. La Level 5 girò la testa verso Accelerator con movimenti quasi meccanici e lo fissò con uno sguardo che prometteva morte.
Una piccola vena cominciò a pulsare sulla fronte della bambina, mentre questa stringeva i denti e si voltava completamente per affrontare l’albino.
<< Tu... non permetto a un brutto plebeo, sporco e maleducato, di darmi della "Numero Due" >> ringhiò con voce bassa e pericolosa, mentre compiva alcuni passi in avanti e si fermava proprio a pochi centimetri dallo sfidante.
<< Pensi di essere tanto forte? Ti faccio vedere io chi è l'Esper Numero Uno. Accetto la tua sfida! >> esclamò con enfasi, indicandolo per la terza volta.
Internamente, Accelerator si ritrovò a roteare gli occhi a causa della dichiarazione eccessivamente drammatica.
<< Molto bene >> borbottò annoiato, per poi puntare verso una coppia di alberi delimitanti il parco. << Quei due alberi laggiù saranno la porta. Le regole sono semplici : devi segnare almeno un goal in meno di dieci minuti. Se ci riuscirai avrai vinto. Tutto chiaro? >>
<< Chiarissimo. Immagino che tu difenderai la porta, no? Ottimo, tanto scommetto che non sei un granché. Gracilino come sei >> disse con voce compiaciuta, mentre prendeva nota della corporatura magra del bambino.
Se possibile, il sorriso sul volto di Accelerator si fece ancora più grande, mentre lasciava cadere il pallone.
Con un movimento rapido del piede lo intercettò a mezz’aria, issandolo di alcuni metri a facendolo ricadere sulla punta, ripetendo la cosa tre volte. Poi, si chinò in avanti, afferrandolo con la parte posteriore del collo e facendolo ricadere a terra, sotto lo sguardo attonito di Mugino.
Il Level 5 le fece segno di avvicinarsi, e la bambina non se lo fece ripetere due volte.
Con un grido di battaglia si lanciò verso l’albino, tentando di rubare il pallone all’avversario.
Accelerator, con fare quasi disinvolto, si limitò a dribblarla, mentre la Meltdowner lo fissava basita.
L’esper continuò a indirizzarla con un sorriso divertito, cosa che fece infuriare ulteriormente la mora.
Si lanciò verso l’albino con rinnovata ferocia, aumentando l’intensità di ogni attacco. A nulla servirono i suoi tentativi di sottrarre la palla ai piedi di Accelerator, questi si limitò a schivare ogni colpo, cimentandosi in qualche palleggio occasionale per schernirla ulteriormente.
Dopo quasi otto minuti, la situazione era rimasta la stessa. Shizuri strinse i denti, mentre un paio di sfere verdi si materializzava alle sue spalle.
Di fronte a lei, il Numero Uno le portò un dito davanti alla faccia,
<< Ah, ah, niente poteri, principessa. Non sono ammessi nel calcio, ricordi ?>> disse con voce canzonatoria.<< Che c'è? Mi vuoi dire che senza di essi non sei capace di sconfiggere un brutto plebeo, sporco e maleducato come me?>>
La Meltdowner strinse ambe le palpebre degli occhi e procedette ad annullare le sfere.
Ormai la situazione era diventata critica. Non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma Accelerator era sorprendentemente bravo, nonostante il suo aspetto fisico apparentemente sottotono.
Di questo passo non sarebbe mai riuscita a segnare….
Poi, come dal nulla, un’idea bizzarra quanto maliziosa cominciò a farsi strada nella mente dell’esper.
Deglutì internamente, scavando nella memoria e prendendo nota di tutte quelle volte in cui aveva visto le studentesse della sua scuola fare la stessa esatta cosa per farsi obbedire dai maschi. Una tecnica infallibile quanto pericolosa, difficile da praticare e dal risultato incerto.
“ Ora o mai più” sussurrò a se stessa.
Poi, camminò fino all’albino, mentre questi si preparava a contrastare un altro dei suoi attacchi.
Tuttavia, con sua grande sorpresa, la bambina si fermò proprio di fronte a lui…e abbasso lentamente lo sguardo.
Porse il labbro inferiore in avanti, mentre cominciò a mordicchiare quello superiore. Mise entrambe le mani sulla gonna del vestito e iniziò a stirare il tessuto con movimenti incerti, mentre con occhi grandi e molto più lucidi di quanto Accelerator ricordasse prese a fissare intensamente l’albino. Al contempo, le guance della bambina si tinsero di rosso.
<< Ehi, Numero Uno…te l’ha mai detto nessuno che sei davvero carino? >> sussurrò con voce dolce e gentile, inclinando leggermente la testa per dare il colpo di grazia.
La reazione del Level 5 fu istantanea. Arrossì profondamente a sua volta, incespicando all’indietro. Nessuna femmina lo aveva mai approcciato in questo modo…era completamente impreparato.
Quello fu tutto ciò di cui Shizuri aveva bisogno. Con un sorriso vittorioso, approfittò della temporanea distrazione dell’albino per rubargli la palle, e tirò un poderoso calcio all’oggetto.
L’allenamento che aveva attraversato per migliorare la coordinazione oculo manuale del suo meltdowner le fu di grande aiuto per prendere la mira. Fu così che il pallone attraversò senza problemi lo spazio tra i due alberi che fungevano da porta.
<< Sì! Ho vinto ! >> esclamò felicemente, mentre saltava in aria con il braccio destro issato verso il cielo.
A pochi passo da lei, Accelerator osservò il tutto con fare incredulo, prima di arricciare il volto in un cipiglio arrabbiato.
<< Per forza, hai imbrogliato! >> disse con tono accusatorio, indicando la bambina.
Shizuri si limitò a voltarsi con un sorriso malizioso, inclinando la testa con fare innocente.
<< Di cosa stai parlando? Sei tu quello che si è distratto. Ho semplicemente sfruttato una tua debolezza, ecco tutto. Non c’è scritto da nessuna parte che è vietato fare dei complimenti all’avversario, dopotutto>> continuò con tono compiaciuto. << Ho vinto, ed è tutto ciò che conta, dunque mi spetta il premio >>
<< Tch… hai avuto solo fortuna! >> ribattè l’altro, con un sonoro sbuffo.
La Meltdowner scrollò le spalle.
<< Che vuoi che ti dica ? Dopotutto, questa, è la dura legge del goal: puoi fare un gran bel gioco ma se non hai difesa gli altri segnano >>
<< …Questa l’hai copiata da una canzone, ne sono abbastanza sicuro. In ogni caso, sei stata solo fortunata, ma la prossima volta…>>
<< Prossima volta?>> chiese l’altra all’improvviso, fissandolo con uno sguardo sorpreso.
Rendendosi conto di quello che aveva appena detto, Accelerator dilatò le pupille, prima di chiudere il volto nella sua solita espressione annoiata.
<< No, niente, fa finta che non abbia detto niente >> borbottò bassa voce, mentre procedette a recuperare il pallone.
Shizuri lo scrutò incerta, sembrano molto più agitata di quanto fosse prima.
<< Beh… ecco… >> mormorò,  con le guance leggermente arrossate.
 << Sì, ecco… posso… tornare… domani. No?>> chiese con un filo di voce.
<< Uh?>> fu tutto quello che Accelerator riuscì a dire, mentre si voltava verso di lei con un’espressione indecifrabile.
La Meltdowner rilasciò un sospiro apparentemente rassegnato.
<< Ascolta… non è da facile da spiegare, ma… come dire… non ho molto amici >> ammise con tono vagamente ironico. << Di solito i miei genitori mi lasciano interagire solo con bambini di alto rango, e sono…piuttosto noiosi. Era da molto tempo che non mi divertivo sul serio >>
Detto questo, annuì a se stessa e sorriso con aria fiduciosa,
<< Perciò sì, domani tornerò >> affermò come un dato di fatto, prima di lanciare all’albino un’occhiata fredda. << Guai a te se dici a qualcuno quello che ti ho confessato >>
In tutta risposta, il Level 5 si limitò a sbuffare.
<< E a chi vuoi che lo dica? Non ho nessuno, dopotutto >> borbottò infastidito.
Suo malgrado, tuttavia…si ritrovò a sorridere in modo impercettibile. Non un sorriso sadico o di scherno…ma un sorriso vero e proprio, genuino.
Shizuri arrossi ulteriormente.
<< D’accordo a-allora, ci vediamo domani >> balbettò, voltandosi per nascondere il proprio imbarazzo.
Poco prima che potesse compiere anche un solo passo, tuttavia, il rumore distintivo di un tuono riecheggiò per tutta la lunghezza del parco, costringendola a fermarsi.
E poi, appena alzò lo sguardo, le prime gocce cominciarono a zampillarle sul viso. Si fecero man mano più intense, fino a diventare una vera e propria pioggia.
Con un sospiro affranto, notò che i suoi vestiti si stavano rapidamente inzuppando.
<< Diamine, se torno a casa così i miei genitori mi uccideranno >> borbottò amaramente. Come se questa giornata non potesse peggiorare.
All’ improvviso,  la pioggia si fermò di colpo.
Shizuri inarcò un sopracciglio. No…la pioggia non si era affatto fermata. Poteva chiaramente vederla di fronte a sé. Sembrava quasi che si fosse fermata proprio nel punto in cui si trovava.
Alzò lo sguardo…e rimase stupita da quello che vide.
Accelerator si trovava a pochi centimetri da lei, con la mano tesa sopra la sua testa. Quasi come se uno scudo invisibile avvolgesse l’intera figura dell’albino, le  gocce d’acqua rimbalzavano a mezz’aria prima che potessero toccarlo. E adesso, la stessa cosa stava succedendo a lei.
Fu allora che Shizuri capì quello che stava succedendo. Accelerator, l’esper più potente di Gakuen Toshi…stava usando i suoi poteri per farle da ombrello.
Prese a fissarlo con occhi caldi e lucidi, mentre questi distoglieva lo sguardo con un leggero rossore.
<< Non… non farti strane idee… consideralo il mio modo per ripagarti di una partita decente >> disse con tono sprezzante.<<  Ti riaccompagno a casa, quindi fammi strada >>
La Meltdowner, inizialmente sorpresa da un simile ordine, arricciò le labbra in un piccolo sorriso.
Poi, cominciò a camminare, seguita rapidamente dal compagno Level 5.
Restarono in un confortevole silenzio per tutta la durata del viaggio, accompagnati solo dal piacere della reciproca compagnia. Inconsciamente, Shizuri si ritrovo ad ammirare il paesaggio che li circondava, un mondo in cui poteva osservare la bellezza della pioggia senza il doversi preoccuparsi dell’acqua scrosciante che li sovrastava.
Dopo circa mezz’ora, arrivarono all’abitazione della bambina, una grossa villa situata all’entrata di uno dei quartieri più ricchi della città.
Camminarono fino alla porta e la Level 5 suonò il campanello che precedeva l’entrata della magione.
Ad aprirle fu un uomo anziano, apparentemente sulla sessantina, il cui occhio destro era adornato da un monocolo di vetro. Si chiamava Sebastian, ed era il maggiordomo della famiglia Mugino.
<< Ah, giovane maestra, siete tornata. I vostri genitori erano molto preoccupati >> disse con tono di sollievo, prima di lanciare un’occhiata curiosa in direzione di Accelerator.
La bambina arrossì leggermente e si voltò verso l’albino, porgendogli un rapido inchino.
<< Grazie per la bella giornata, Numero Uno. Non sei così male…per essere un plebeo >> mormorò con un sorriso.
Il Level 5 restituì il gesto e, dopo averla salutata con fare disinvolto, procedette ad allontanarsi dall’abitazione.
Shizuri lo osservò con aria malinconica, fino a quando non sparì alla vista. Poi, dopo aver preso un respiro profondo, entrò nella magione e seguì Sebastian fino alla sala che costituiva il cuore della casa.
Ad attenderla vi erano i suoi genitori.
Suoichiro Mugino era un uomo alto e ben piazzato, dai baffi impomatati,  vestito elegantemente con abiti neri e dallo sguardo risoluto. Mina Mugino, invece, era praticamente una versione adulta di Shizuri, con lunghi capelli mossi e castani, un suntuoso vestito di seta viola e scarpe col tacco abbinate.
Sebastian si avvicinò a loro e sussurrò qualcosa nell’orecchio dell’uomo, prima di congedarsi.
Non appena la coppia rivolse la propria attenzione nei confronti di Shizuri, la giovane esper cercò di apparire il più dispiaciuta possibile.
<< Madre, padre…mi dispiace di avervi fatto preoccupare >> esordì con tono di scusa, cimentandosi in una reverenza.
I suoi genitori, tuttavia, rimasero fermi e impassibili, fissandola freddamente.
<< Chi era quel bambino che hai portati davanti alla nostra porta ?>> domandò
Suoichiro, con un tono di voce che non lasciava trasparire il minimo segno di ostilità.
La Level 5 dilatò le pupille.
<< Oh…lui è Accelerator, l’esper Numero Uno della città >> borbottò imbarazzata, consapevole che la questione dei Level 5 fosse ancora un argomento delicato.
Al sentire tali parole, Mina arricciò il volto in un’espressione decisamente più ostile.
<< Così è a causa di quel topo da laboratorio se sei stata valutata così in basso >> sibilò con disgusto.
Shizurì trasalì per la sorpresa.
<< Non sono così in basso, sono al secondo po…>>
<< Troppo basso per un membro della nostra famiglia. Noi miriamo sempre al meglio, ricordatelo Shizuri >> ribattè freddamente Suoichiro, mentre la moglie annuiva in accordo.
Di fronte a loro, la Level 5 deglutì a fatica.
<< S-sì, padre >> balbettò sottomessa.
Per un semplice istante, la bambina pensò che se la sarebbe cavata solo con un rimprovero. Nient’altro che un piccolo prezzo da pagare per quello che aveva guadagnato oggi. Purtroppo, la successiva dichiarazione del padre fu lesta ad infrangere anche quel breve attimo di speranza.
<< Non voglio che tu veda più quel ragazzo >> disse freddamente l’uomo.
Il tempo parve fermarsi. Un silenzio inesorabile sembrò calare nelle profondità della sala, accompagnato da un senso di rassegnazione.
Shizuri alzò lo sguardo e fissò il genitore con fare incredulo.
<< Cosa? Ma…>>
<< Niente ma. Quello scherzo della natura ha portato vergogna sul nostro nome, e associarsi ad una simile persona è l’ultima cosa che voglio per mia figlia >> continuò , implacabile, come se la semplice nozione fosse un insulto.
La giovane Level 5 rimase ferma e immobile. Poi, dopo quasi mezzo minuto, arricciò le mani in pugni serrati.
<< No ! >> esclamò a gran voce, sorprendendo i genitori.
<< Che cosa ? >> domandò il padre, stringendo ambe le palpebre degli occhi.
Shizuri, rendendosi conto di quello che aveva appena detto, fece appello ad ogni oncia di coraggio che aveva in corpo.
<< Lui…lui è mio amico! Oggi abbiamo giocato insieme e ci siamo divertiti ! Non vi permetterò di…>>
Poco prima che potesse terminare la frase, tuttavia,  ricevette un sono schiaffo sul volto da parte dell’uomo, che la face indietreggiare.
Incapace di proferire parola, Shizuri si portò lentamente una mano alla faccia, sul punto esatto in cui era stata colpita.
Non era mai stata schiaffeggiata…non da molto tempo, almeno.
Con gli occhi bagnati dalle lacrime, deglutì una seconda volta e chinò la testa.
<< Mi dispiace, madre, padre…è stato un comportamento deplorevole >> borbottò con voce tremante.
Di fronte a lei, Suoichiro annuì soddisfatto.
<< Fai in modo che non accada mai più. Stasera andrai a letto senza cena, e da domani non voglio più sentir parlare di quel ragazzino, sono stato chiaro ?>>
<< Sì…padre >> fu la risposta silenziosa della bambina.
Poi, l’uomo e la donna procedettero ad uscire dalla stanza, lasciandola sola.
Mentre lacrime amare cominciarono a scivolarle sul volto, Shizuri lanciò una rapida occhiata verso il soffitto, quasi come se volesse maledire il cielo stesso.
<< Mi dispiace, Accelerator >> sussurrò a se stessa, con voce rassegnata.
Il giorno dopo, un certo albino sarebbe passato per lo stesso parco in cui si erano dati appuntamento, non trovandola. L’avrebbe aspettata per tutto il giorno, invano.
Deluso e amareggiato, sarebbe poi tornato nel centro di ricerca che ormai considerava come una casa, e dopo alcuni anni si sarebbe dimenticato di quell’incontro.
Il ricordo di quel bambino dai capelli bianchi sarebbe sfumato anche dalla mente di Shizuri.
Ma il destino ha modi misteriosi per far incontrare le persone. E dopo quasi dieci anni, quell’insolita coppia di Level 5 avrebbe incrociato l’uno la strada dell’altro ancora una volta…
  
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