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Autore: Fauna96    19/03/2019    3 recensioni
[Ambientata poco prima della 5x08; lieve Nygmobblepot]
Il fatto è che Oswald ha la cravatta storta, e Ed si sta già piegando in avanti per raddrizzarla come avrebbe fatto in quell’altra vita, ed è allora che si rende conto che non va bene. Che il ricordo di quei pochi mesi sereni (felici) non possono e non devono fargli abbassare la guardia, perché Oswald rimane sempre Oswald: infido, egoista, inaffidabile.
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Edward Nygma, Oswald Cobblepot
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Scivolare
 

Ci vuole poco, troppo poco, a scivolare nuovamente nella familiarità, nell’intimità di quando Oswald era sindaco, Ed il suo capo dello staff e tutto era estremamente più semplice. Ci vuole talmente poco che Ed non se ne accorge neanche. Un giorno è ancora diffidente, si prepara il cibo da sé e, se dorme, lo fa con un occhio aperto; il giorno dopo, si ritrova a mangiare con Oswald, a parlare e ad ascoltare le sue lamentele su tutto e tutti come se i tentativi di omicidio, i tradimenti, il dolore non ci siano mai stati.
Il fatto è che Oswald ha la cravatta storta, e Ed si sta già piegando in avanti per raddrizzarla come avrebbe fatto in quell’altra vita, ed è allora che si rende conto che non va bene. Che il ricordo di quei pochi mesi sereni (felici) non possono e non devono fargli abbassare la guardia, perché Oswald rimane sempre Oswald: infido, egoista, inaffidabile. Questo, però, non gli impedisce di ricordargli, di volta in volta, i suoi impegni (Ed non si dimentica mai di nulla, Oswald sì o finge di farlo, il che è lo stesso), non gli impedisce di alzare gli occhi al cielo quando sente Oswald sbraitare, con una smorfia che vorrebbe essere infastidita (lui sta lavorando) e invece è solo rassegnata e divertita.
Ed si chiede se anche Oswald senta la vecchia comunanza di pensiero e familiarità riallacciare i fili, o se sia solo una sua impressione; si chiede se, tutte le volte che Oswald gli porta la cena in laboratorio e sta lì finché Ed non ha mangiato tutto, sia puro opportunismo oppure… be’, oppure no. Una volta, Ed pensava che dietro agli occhi di Oswald si riuscisse a leggere ogni emozione, o quantomeno che lui, Ed, ci riuscisse. Ora non lo sa più: gli occhi di Oswald sono sempre chiari e lucidi come vetro, ma non più trasparenti, se mai lo sono stati (ma certo che lo sono stati: tutte le volte che parlava di sua madre, quando si sentiva oltraggiato, quando ha promesso di essere onesto con Ed, persino se dovesse tentare di nuovo di ucciderlo… Certo che era sincero, in quel momento. Ed lo sa, perché era sincero anche lui, e perché sapeva che il nodo in gola che sentiva corrispondeva alle lacrime che brillavano nel verde).
Però, nonostante tutto, è confortante sapere che almeno una persona si accorgerebbe della sua morte, fosse anche solo perché creerebbe non pochi intoppi al loro piano di fuga (anche col progetto e le istruzioni, Oswald è assolutamente incapace di avvitare una vite), ed è confortante avere un tetto più o meno sicuro sulla testa, e pasti caldi abbondanti e quasi regolari, e una presenza umana. A dire la verità, Oswald è confortante, persino nei suoi tratti più irritanti: gli strilli, i ritardi, quel suo toccacciare in giro e mettergli in disordine gli attrezzi.
A voler essere ancora più sincero… certe abitudini di Oswald gli sono davvero mancate, e non se n’era nemmeno accorto finché non ha notato (di nuovo) che Oswald si mangiucchia le unghie quando è pensieroso o nervoso e che è fissato, fissato con cibo abbondante e frequente, mentre Ed, se sta lavorando, lascia scivolare via la fame, la stanchezza, l’indolenzimento dei muscoli finché non ha finito.
Ed è per questo che ha ignorato Oswald, il suo sguardo sempre più cupo e i piatti che si raffreddavano prima di aver aggiunto tutte le modifiche al progetto iniziale, aggiustato il modellino e buttato giù un paio di altre idee. A quel punto, a voler essere sinceri, non ha granché voglia di mangiare, ma intorno a Oswald si sta addensando un’aura minacciosa.
- Mangia – gli ordina, e Ed nota che non ha mangiato neppure lui: lo sta aspettando.
Ed abbassa lo sguardo sui piatti ed è stupito di vedere il gulasch: significa che Oswald si è preso la briga di cucinare per mezzo pomeriggio. Perché questa è la cena, giusto?
È solo per questo, per il fatto che Oswald abbia cucinato, gli abbia portato la cena e lo abbia aspettato, che Ed prende una forchettata perché, oltre al poco appetito, bisogna dire che il gulasch freddo è un pastone poco invitante.
Oswald lo fissa, poi gli scappa uno sbuffo che è più una risata trattenuta e gli toglie il piatto dalle mani. – Freddo fa schifo, conviene scaldarlo, Eddie -.
Eddie. In questi giorni, Oswald lo chiama Ed, come sempre; Nygma solo quando si sente particolarmente punto sul vivo da un commento di Ed e si mettono a bisticciare. Ma Eddie… non lo chiama così da un secolo, da quell’altra vita, e anche allora era piuttosto raro, solo nei momenti più affettuosi (o esasperati). Eppure, è scivolato leggero sulla lingua di Oswald, senza nemmeno un’esitazione lungo la frase, come se Ed avesse saltato la cena perché si è perso dietro a scartoffie che avrebbero potuto benissimo aspettare l’indomani. È un nomignolo pieno di nostalgia e affetto e… un tentativo di qualcosa non detto, come lo sono le tazze di tè sul bancone di lavoro e le note disordinate che Ed lascia sulla scrivania di Oswald (questa è una vecchissima abitudine a cui non riesce e, soprattutto, a cui non vuole rinunciare).
Il vero problema, ammette Ed mentre si appollaia su una sedia e guarda Oswald scaldare il gulasch chiacchierando (di cosa non è importante: Ed si diverte di più a osservare le smorfie e i gesti che fa), è che tra lui e Oswald il bugiardo migliore è sempre stato lui; ma anche il più codardo. E per una volta, una sola, prima di lasciare Gotham e andare ciascuno per la propria strada, vorrebbe avere il coraggio di Oswald, ed essere sincero. Totalmente sincero.




Nota dell'Autrice: non so bene che mi sia saltato in mente, è la prima volta che scrivo di questi due, e di Gotham in generale. La storia di "Eddie" è solo un piccolo headcanon, il resto... be' ammettiamolo che più o meno è canon.

 
  
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