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Autore: Angel TR    01/04/2019    2 recensioni
Storia di una sottomessa ribelle.
Loro ti vogliono forte ma sottomessa, al loro servizio. Io ti voglio libera e potente, Kazumi.
Meglio Eva o Lilith?
Chi vuole essere Kazumi Hachijo? Il problema è che non sarà lei a scegliere.
{Storia partecipante alla Challenge "Pagine di una storia infinita" indetta da Molang su efp}
{Partecipa anche alla Sfida delle Parole Quasi Intraducibili indetta da Soly Dea su EFP}
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altro Personaggio, Heihachi Mishima
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ultraviolence'
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Partecipa alla Challenge Sfida delle Parole Quasi Intraducibili indetta da Soly Dea su EFP
Age-otori: l’apparire meno belli dopo essersi tagliati i capelli; una persona che, fresca fresca di parrucchiere, si sente più brutta di prima


4. Padrone

Kazumi si guardò allo specchio e a stento represse una smorfia. Perché mai le avevano tagliato i ciuffi in una frangia piena che le sottolineava gli occhi stanchi, cerchiate da profonde occhiaie bluastre, e faceva apparire il suo viso più tondo?
Le donna che le aveva appena sfilzato le ciocche incontrò il suo sguardo allo specchio e inarcò appena un sopracciglio: la stava ammonendo. Non parlare, diceva quell’occhiata, non devi piacere a te stessa ma a Heihachi Mishima.

Kazumi distolse lentamente lo sguardo.

Non le piaceva quel modo di fare.

Si raddrizzò sulla sedia, improvvisamente a disagio a causa di quel suo pensiero. Quando mai si era permessa di riflettere su cosa non le piacesse dell'atteggiamento altrui nei suoi confronti?
Intercettò i suoi occhi scuri nello specchio; un bagliore rossastro vi balenò fugacemente e lei afferrò i lembi del suo kimono bianco come la neve.
Sentì la voce ridacchiare lievemente nella sua testa.

Le altre donne parevano non essersi accorte di nulla. La invitarono ad alzarsi e, dopo aver sistemato gli ultimi dettagli, la condussero nella sala attigua dove si inchinarono davanti al capannello di uomini e si dileguarono.

Ecco il tuo nuovo padrone, Kazumi. Solo tramite un matrimonio combinato poteva trovare moglie, non trovi?, ironizzò la voce.

A onor del vero, Heihachi Mishima non era così terribile. Lo circondava un'aura di potere che, prima della forza scaturitale dal Gene Devil, l'avrebbe atterrita e il suo portamento era quello di un condottiero che si appresta a conquistare una nuova terra. Aveva capelli e baffi di un castano molto scuro e un fisico possente fasciato da un kimono nero.
Kazumi dovette sollevare il mento per poterlo guardare dritto negli occhi. Lui sembrò sorpreso da tanta audacia e il suo sguardo prepotente vacillò un attimo.

Ora iniziamo a ragionare, convenne la demonessa in lei, stiracchiandosi come una tigre pronta ad acciuffare la preda.

Il padre di Kazumi avanzò. «Kazumi, lui è Heihachi Mishima. Avrai l'onore di essere sua moglie. Salutalo come conviene» lo presentò.

Lei si prostrò in un profondo inchino, formale ma vuoto.
Per la prima volta nella sua vita, non si sentiva inferiore rispetto a quell'uomo. Chi era, in fin dei conti? Un ragazzo che aveva avuto la fortuna di avere un padre che gli avrebbe lasciato una zaibatsu affermata e la fortuna di nascere maschio in un paese profondamente patriarcale.

Non le era superiore di natura.

Non poteva.

Lei era stata scelta dal Gene del Diavolo; lui no.
Un angolo delle sue labbra si piegò spontaneamente all'insù, in un ghigno che solo le assi di legno del pavimento videro.

Il padre continuò. «Spero che mia figlia sia di tuo gradimento.»

Heihachi Mishima annuì, compiaciuto. «Kazumi Hachijo. Armonia e bellezza. Mai nome fu tanto appropriato» la complimentò, guardandola negli occhi.

Kazumi lo aspettò, pronta e altera, quasi sprezzante, come una vittima sacrificale che vuole preservare la propria dignità fino alla fine.
Ma quello sguardo non arrivò.
Heihachi Mishima non la soppesò come se fosse carne al macello, un cavallo al quale controllare la dentatura, un oggetto da valutare. La scrutò in volto, semplicemente, come se fosse un mistero che lo incuriosiva parecchio, lo affascinava, persino.

Oserei dire che il suo potere è alquanto disumano. Eppure non percepisco nulla di soprannaturale in lui, commentò stupita la voce demoniaca.

Improvvisamente vicina a un uomo che non le era parente, Kazumi sentì un vuoto nel ventre.
Era paura? Stava per passare da un padrone a un altro?

Oppure Heihachi Mishima sarà la chiave per la mia libertà?, si domandò, mentre ricambiava il suo sguardo intelligente e indagatore.

La tua libertà sei tu, Kazumi. Nessun uomo può donarti le ali, al massimo può tapparle. Affidati a me. Compi il destino del Gene e vedrai.

Il destino del Gene?

Dopo alcuni convenevoli, Heihachi Mishima si accomiatò, accennando un inchino verso di lei e solo successivamente verso suo padre e suoi zio prima di andarsene, il che la lasciò piacevolmente sorpresa. Non le era mai successo che qualcuno omaggiasse prima lei e poi gli adulti.

Il padre valutò la sua reazione. «Bene, Kazumi. Hai svolto la tua parte. Ora seguici, ti informeremo sulla tua missione.»

Il gioco si fa interessante, fu l’inquietante commento della voce nella sua testa.


N/D: Heihachi non pare tanto male, eh? Effettivamente sembra tanto carino con la moglie. Bah. Non so. Vedremo. E finalmente Kazumi saprà cosa dovrà fare ancora una volta… Ma Sembra non essere più tanto servizievole! Che si stia svegliando?

  
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