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Autore: clairemonchelepausini    06/04/2019    5 recensioni
Le canzoni della buonanotte sono fondamentali per aiutare i bambini ad addormentarsi; la loro melodia è importante perché concilia il sonno, rilassa i piccoli e aiuta i genitori a concludere le lunghe giornate, anche se quei genitori sono Tremontino e Belle.
La loro vita era cambiata in modo assoluto e totale e stavano vivendo quella famiglia che con amore e difficoltà avevano creato.
Le cose erano davvero state stravolte, ma in fondo, forse molto in fondo, Belle sapeva che Tremontino era l’uomo dal cuore gentile.
Genere: Fluff, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Gideon Gold, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTE
Iniziativa: Questa storia partecipa al contest "CARNIVAL/VALENTINE CHALLENGE! COME AS YOU ARE (NOT)" a cura di Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart
Prompt/Traccia : Parent!Fic con il fandom di Once upon a time e la coppia Belle e Tremontino














 

Il mondo era pieno di magia usata sia per fare del bene che del male, una differenza che cambiava le persone.
Per Tremontino era tutto nuovo.
La magia che tanto reclamava gli serviva per avere sempre più potere, eppure ogni volta che guardava suo figlio negli occhi dimenticava tutto il resto.
Il vero potere in famiglia lo aveva Gideon  che ad un anno sapeva già conquistare tutti e sapeva reclamare i genitori senza se e senza ma.
Era tardi e lui doveva essere a letto già da un pezzo, ma si ostinava ad aspettare il padre che quella sera era in un ritardo mostruoso.
“Ma dove si sarà cacciato?” Si domandò Belle mentalmente, passandosi frettolosamente le dita tra i capelli.
Gideon era davvero distrutto, i suoi occhi si chiudevano da soli, ma era testardo come suo padre e non si arrendeva facilmente.
«Mamma canzone» chiese innocuamente lui, stropicciando gli occhi e tenendo stretto il suo peluche preferito con la sua paffuta mano, lo stesso che suo padre gli aveva comprato e che lui portava sempre in giro, ovunque fosse.
Con passo leggero Belle si avvicinò, lo prese in braccio e iniziò, ma nessuno si aspettava che a quella piccola riunione di famiglia sarebbe apparso anche lui.
“Sei arrivato finalmente” pensò la moglie arrabbiata, pur se non lo disse ad alta voce e non fece notare quanto quella situazione non fosse di suo gradimento.
«Non potevo mancare» affermò sicuro di sé Tremontino, mentre le sue labbra accennavano un sorriso e i suoi occhi si facevano lucidi.
Erano una famiglia.




 
 
Twinkle, twinkle red star
How I wonder what you are
Up above the world so high
Like a diamond in the sky
Twinkle, twinkle red star
How I wonder what you are!








 
Una vita passata a cercare il potere assoluto, allontanando tutti e ora Tremontino si trovava con una moglie, un figlio e una famiglia tutta sua.
Le cose erano cambiate anche se in momenti di paura commetteva qualche sciocchezza.
Belle sapeva sempre perdonarlo, in fin dei conti aveva amato la bestia prima dell’uomo e poi il modo in cui i suoi occhi brillavano quanto teneva il figlio tra le braccia le faceva dimenticare tutto. 
Forse però non quella sera.
Gold appena entrato aveva guardato la moglie e non aveva bisogno di parole per capire quanto fosse arrabbiata. Gideon veniva prima di ogni cosa e quei momenti così importanti per il piccolo andavano traacorsi insieme, compresa la canzone della buonanotte.
Tremontino aveva una valida motivazione?
“Certo che sì, non manco mai per mio figlio” riflettè, cercando di rispondere alla moglie con gli occhi, ma quel contatto non avvenne.
“E’ proprio arrabbiata” affermò subito dopo, ma in quel momento il suo ometto aveva bisogno di lui.
Non era semplice per lui vivere quei momenti e probabilmente avrebbe dovuto impegnarsi di più, ma con il tempo stava imparando.
Come sempre, non appena Belle iniziò a cantare la canzone, Tremontino si sfilò la giacca, arrotolò le maniche della camicia e si fece trovare pronto per iniziare la sua magia.
Lei voleva essere arrabbiata con lui, ma quella canzone l’avevano creata insieme e quell’atmosfera non la lasciava di certo indifferente.
Avrebbe dovuto rimproverarlo? Certamente, ma lo avrebbe fatto dopo, almeno era ciò che si disse.







 
Twinkle, twinkle green star
How I wonder what you are
Up above the world so high
Like a diamond in the sky
Twinkle, twinkle green star
How I wonder what you are!







 
E lentamente la stella gialla che Gold aveva fatto apparire con la magia si trasformò in un altro colore, quel verde bello, lucido e per nulla opaco.
Le sue mani vorticarono mentre gli occhi di suo figlio lo guardarono incantati; avrebbe dovuto conoscerlo per davvero e forse quello sguardo sarebbe sparito.
«Non è così» affermò Belle, cullando il piccolo tra le sue braccia e alzando gli occhi verso il marito che la guardò stupito.
Come aveva fatto a capire cosa pensava?
Si diede dello stupido anche solo per esserselo domandato, lei era Belle: sapeva tutto.
«Lo so e basta» continuò lei sogghignando, mentre gli occhi del piccolo si fecero lentamente più pesanti fino a chiudersi.
«E’ inquietante» sussurrò poco dopo sorridendo, anche se quel gesto venne oscurato dai suoi occhi cupi.
Belle lo notò e voleva parlargli, ma sapeva bene quanto si chiudesse a riccio quindi sarebbe stato lui ad andare da lei.
D’un tratto la sua mente balzò indietro nel tempo, quando lei era soltanto la sua governante e lui la bestia da cui tutti scappavano.
Il vecchio Tremontino poteva esserlo, ma lui… quell’uomo che si trovava in quel momento davanti a lei era un’altra persona.
Quando entrambi alzarono gli occhi verso l’altro si accorsero di quanto fossero lucidi, di quanto fossero indelebili certi momenti vissuti.
La gente poteva non capire le loro scelte, gli amici potevano non sempre essere dallo loro parte ma Belle e Gold sarebbero sempre stati l’uno la parte migliore dell’altro.
Erano riusciti a sopravvivere contro ogni previsione e questo doveva pur valere qualcosa.







 
Twinkle, twinkle blue star
How I wonder what you are
Up above the world so high
Like a diamond in the sky
Twinkle, twinkle blue star
How I wonder what you are!







 
Accantonarono quei pensieri e ripresero quella canzoncina che Gideon amava profondamente. La voce melodiosa di Belle intonò quelle parole mentre la magia di Gold creò una nuova atmosfera, anche se il piccolo dormiva già.
Appoggiarono il figlio nella culla solo quando finirono la canzone; era una prerogativa loro, non la interrompevano e la completavano  sempre.
Gold aveva letto da qualche parte che anche le cose piccole e di poco conto per un bambino erano importanti e Belle ne fu commossa.
Era la prima volta che lei non era a conoscenza di qualcosa, di solito era sempre ben informata.
Belle baciò la testa di Gideo, sfiorò il suo pancino con delicatezza e con gli occhi dolci lo guardò un’ ultima volta prima di avviarsi verso la porta.
« Tu vai, io sto arrivando» gli disse; non c’era il bisogno di altre parole perché sapevano entrambi che era arrivato il momento di chiarire.
L’uomo rimase davanti la culla del figlio ammirando il suo viso dormire pacificamente, il sorriso sulle labbra e la sua manina che stringeva a sé il peluche, Gino.
Si avvicinò ancora e , facendo attenzione di non svegliarlo, con un dito sfiorò la sua guancia rosea, accarezzò la sua fronte appena corrugata e si calò per depositare un bacio sui suoi capelli.
Stava per andarsene, ma qualcosa lo frenò, non sapeva spiegarsi cosa ma quando sentì dei rumori strani provenire dalla cucina sparì e apparì vicino alla moglie.
«Che cos’è stato?» domandò guardandosi attorno, ma gli occhi di Belle erano spenti, solo quando lui toccò il suo braccio tornò alla realtà.
«Non lo so, ma… non sarà nulla di buono» fu costretta ad ammettere; in quel momento qualsiasi discussione tra di loro passò in secondo piano.
Qualcuno stava osando entrare in casa del signore oscuro e ciò significava che non aveva paura e che non dava molto valore alla sua vita.
«Non farlo» replicò Belle facendo scivolare le braccia lungo i fianchi e cercando la sua mano per stringerla.
«Belle…» esclamò lui, non poteva permettere a nessuno di fare del male alla sua famiglia.
Lei lo guardò con occhi stanchi, erano le stesse discussioni che facevano ogni volta senza mai cambiare la situazione.
«Belle… Se qualcuno ha osato entrare in casa mia…»
«Tu non sei più il Signore Oscuro» ribadì con tono severo e duro, sciogliendo le loro mani.
Gold perse quel contatto, sentì freddo nelle vene, le ossa si indurirono così come il suo cuore.
«E tu non sei la ragazzina che è entrata nel mio castello, che mi ha minacciato e che alla fine è rimasta al mio fianco» replicò duro lui, ma quando si accorse delle parole che aveva detto se ne pentì e cercò di avvicinarsi a lei nello stesso momento in cui lei indietreggiò.
Entrambi stavano per iniziare una delle discussioni più dure di sempre, ma non fecero in tempo perché l’onda d’urto che sentirono arrivare li riportò al presente: una figura si era palesata davanti ai loro occhi e teneva stretto a sé il figlio.
«Ci vediamo nella prossima vita o magari all’inferno, ma sappi che in un modo o nell’altro avrai ciò che meriti. Potevi anche esserti dimenticato di me, ma io non l’ho fatto e ora… ho tutto quello che mi serve» annunciò l’essere che stava terrorizzando Belle e Gold e che stringeva a sé Gideon che non appena aprì gli occhi iniziò a singhiozzare.
«E’ un bambino. Ti prego non fargli del male» farfugliò Belle tra le lacrime mentre guardava il piccolo che stringeva a sé il peluche e che tendeva le mani verso la madre.
«Ti giuro che, se solo oserai torcegli un capello, potrai anche nasconderti in capo al mondo ma io ti troverò e ti ucciderò, ma non sarà una di quelle morti veloci, no. Lo farò…» ma s’interruppe perché guardò l’espressione smarrita del figlio che sussurrava “papà” a frasi sconnesse. 
Promisero al figlio che lo avrebbero trovato e portato a casa, che nessuno gli avrebbe fatto del male e che doveva comportarsi come un bravo bambino, ma persino loro sembravano parlare senza emozione e senza crederci davvero.
Belle e Gold si guardarono negli occhi, ognuno di loro aveva emozioni diverse, ma ciò che lui lesse negli occhi della moglie gli fece paura. Non era la donna che aveva sposato; nessuno doveva toccare la sua famiglia e forse per un’ ultima volta poteva diventare, di nuovo, il signore oscuro.
«Te lo prometto, lo riporteremo a casa» disse stringendo la moglie a sé, mentre la sua mente stava già elaborando un piano.
Avevano minacciato la sua famiglia e sapeva che la persona che era diventata non poteva aiutare in  essun modo, ma il vecchio e temuto Signore Oscuro sì.
Dal passato non si fugge.

































































 
Spazio d'autrice:
Buona sera o buonanotte... dipende... Ahahah
Scusate, ma avevo questa piccola chicca messa da parte e solo stasera mi sonoa ccorta di non averla pubblicata.
Beh, ormai sono un bel pò assente su efp, ma prestò tornerò, e che tra lavoro e studio e altre mille cose è difficile pubblicare con regolarità.
Anyway.....Non sono la mia OTP, lo sapete, o meglio sopratutto chi mi conosce, ma questa piccola storia mi ha riportato a galla e mi ha fatto rivivere alcuni dei loro momenti, e questa storia mi fa ricordare cosa io amo di loro.
Sono perfetti insieme, è innegabile e quindi... Questa è per tutti noi...
Per chi ama la coppia, la serie e per chi ne sente già la mancanza.

Buona lettura
A presto,
Claire

 
   
 
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