19/04/2019
0 recensioniKono yume no naka ni kimi to haitteite kuretara ii no ni
Sarebbe bello se potessi entrare con te in questo sogno
Sarebbe bello se potessi entrare con te in questo sogno
Aprii lentamente le palpebre, riconoscendolo immediatamente. Quel buio, che da tanto mi faceva compagnia.
Sfiorai la corteccia di quel nodoso ciliegio, poggiandovi contro la fronte.
“Syaoran…” sussurrai debolmente, lasciando che la mia voce venisse sospinta via insieme a quei petali rosa. Chiusi gli occhi, sentendo le lacrime pizzicarli. “Mi manchi” mormorai a quell’aria immobile. “Mi manchi così tanto…”
Scivolai al suolo, portandomi una mano sul cuore. Non ci vedevamo da così tanto tempo e neppure nei sogni…. Neppure nei sogni ci era permesso incontrarci.
Rivolsi lo sguardo a quell’albero, guardandone la chioma con rabbia.
Perché?
Perché la nostra vita era così ingiusta?
Perché dovevamo essere separati, ancora una volta?
Perché non ci era concesso di stare insieme?
Perché non potevamo essere felici?
… E perché io non potevo incontrarlo neppure qui?
Sorrisi tristemente, riconoscendo che da un lato fosse meglio così. Quelle poche volte in cui lo avevo sognato, avevo sempre avuto paura per lui. Per la sua incolumità.
Era sempre ferito.
Era sempre disperato.
Era sempre infelice.
E una volta era… scomparso.
Cancellai quell’insostenibile ricordo dalla mia mente, portandomi le mani davanti al viso, tremando.
A volte avevo anche paura di addormentarmi e di sognare.
Nessun sogno mi rincuorava, tranne durante quelle poche occasioni in cui incontravo Watanuki-kun. Lui riusciva a confortarmi, parlandomi di Syaoran, raccontandomi di come stesse e delle sue avventure. A volte mi porgeva anche oggetti da parte sua, che custodivo gelosamente accanto al mio letto.
Ogni sera li guardavo, sperando di vedere apparire il suo viso.
Ogni sera li sfioravo, sperando di poter carezzare le sue mani.
Ogni sera vi parlavo, sperando di udire la sua voce.
Ogni sera sorridevo loro, sperando che lui ricambiasse. Sperando di sentirlo più vicino.
Ma ogni volta che chiudevo gli occhi, c’era il buio.
E solitudine.
Lì potevo piangere, liberamente, senza far preoccupare nessuno.
Syaoran, avevo cominciato ad odiare i miei sogni.
Ma forse, se tu avessi potuto essere al mio fianco, se tu avessi potuto attraversarli ed incontrarmi… avrei potuto cominciare ad amarli.
Angolino autrice:
*Prende un profondo respiro*
Faccio una premessa: per caso, mi sono ritrovata questa minimini storiella scritta precisamente due mesi fa. Improvvisamente sono stata investita dalle emozioni che mi hanno travolta quel giorno, e ho pensato: "Ma sì, ora la condivido!"
Niente di che, insomma, se non amarezza e depressione. Spero quantomeno che l'abbiate trovata decente.
Un abbraccio,
Steffirah
(P.S.: Ringrazio MammAnja per avermi suggerito inconsciamente questo momento, facendomi ascoltare la frase in giapponese sovracitata e piangere tutte le lacrime che avevo in corpo)
Sfiorai la corteccia di quel nodoso ciliegio, poggiandovi contro la fronte.
“Syaoran…” sussurrai debolmente, lasciando che la mia voce venisse sospinta via insieme a quei petali rosa. Chiusi gli occhi, sentendo le lacrime pizzicarli. “Mi manchi” mormorai a quell’aria immobile. “Mi manchi così tanto…”
Scivolai al suolo, portandomi una mano sul cuore. Non ci vedevamo da così tanto tempo e neppure nei sogni…. Neppure nei sogni ci era permesso incontrarci.
Rivolsi lo sguardo a quell’albero, guardandone la chioma con rabbia.
Perché?
Perché la nostra vita era così ingiusta?
Perché dovevamo essere separati, ancora una volta?
Perché non ci era concesso di stare insieme?
Perché non potevamo essere felici?
… E perché io non potevo incontrarlo neppure qui?
Sorrisi tristemente, riconoscendo che da un lato fosse meglio così. Quelle poche volte in cui lo avevo sognato, avevo sempre avuto paura per lui. Per la sua incolumità.
Era sempre ferito.
Era sempre disperato.
Era sempre infelice.
E una volta era… scomparso.
Cancellai quell’insostenibile ricordo dalla mia mente, portandomi le mani davanti al viso, tremando.
A volte avevo anche paura di addormentarmi e di sognare.
Nessun sogno mi rincuorava, tranne durante quelle poche occasioni in cui incontravo Watanuki-kun. Lui riusciva a confortarmi, parlandomi di Syaoran, raccontandomi di come stesse e delle sue avventure. A volte mi porgeva anche oggetti da parte sua, che custodivo gelosamente accanto al mio letto.
Ogni sera li guardavo, sperando di vedere apparire il suo viso.
Ogni sera li sfioravo, sperando di poter carezzare le sue mani.
Ogni sera vi parlavo, sperando di udire la sua voce.
Ogni sera sorridevo loro, sperando che lui ricambiasse. Sperando di sentirlo più vicino.
Ma ogni volta che chiudevo gli occhi, c’era il buio.
E solitudine.
Lì potevo piangere, liberamente, senza far preoccupare nessuno.
Syaoran, avevo cominciato ad odiare i miei sogni.
Ma forse, se tu avessi potuto essere al mio fianco, se tu avessi potuto attraversarli ed incontrarmi… avrei potuto cominciare ad amarli.
Angolino autrice:
*Prende un profondo respiro*
Faccio una premessa: per caso, mi sono ritrovata questa minimini storiella scritta precisamente due mesi fa. Improvvisamente sono stata investita dalle emozioni che mi hanno travolta quel giorno, e ho pensato: "Ma sì, ora la condivido!"
Niente di che, insomma, se non amarezza e depressione. Spero quantomeno che l'abbiate trovata decente.
Un abbraccio,
Steffirah
(P.S.: Ringrazio MammAnja per avermi suggerito inconsciamente questo momento, facendomi ascoltare la frase in giapponese sovracitata e piangere tutte le lacrime che avevo in corpo)