Di porte in faccia, surgelati e dimenticanze


“Ti fa ancora male? Fammi vedere” Ukai le alzò dal volto il pacco congelato di piselli. “Beh, c’è da dire che il tempismo è stato perfetto. Neanche se avessi voluto farlo apposta ci saresti riuscita” 
Yachi mugugnò qualcosa da sotto il pacco, forse un voglio morire. 

L’allenatore le diede un buffetto sulla fronte con le dita. “Vedi cosa succede quando non mi dai retta? Non fai mai attenzione” sospirò tornando a rifornire di maionese gli scaffali accanto a loro. 

Yachi si tolse l’impacco gelato, rabbrividendo per il freddo. “Sono soltanto inciampata, poteva succedere a chiunque! Di sicuro non intendevo prendermi la porta in faccia” si imbronciò, “e poi non sono venuta per quello che pensi!” 

Si alzò dalle scatole su cui era seduta, per permettergli di riordinare anche quelle. “Mi ero dimenticata che devi firmare la richiesta di permesso per la trasferta” disse flebile, guardando in basso e stropicciandosi l’orlo della gonna.  

“Quindi mi stai dicendo che Hitoka Yachi, studentessa modello di una delle classi più impegnative dell’istituto, si è dimenticata” le disse avvicinandosi, “di un importante documento? Ed è venuta fino a qua per rimediare?” concluse a pochi centimetri dal suo volto.  

Yachi ruotò la testa di lato, convinta di non guardarlo e dargliela vinta. “Beh, sì” ammise piano.  

Il coach si rimise diritto. Adesso la distanza che li separava era la solita, visti i quasi trenta centimetri di differenza. “Sì? E per caso il motivo per cui...” 

“Aaah! Smettila, sei davvero un antipatico” arrossì l’altra, adesso sulle punte per cercare di tappargli la bocca con le mani. Oppose un po’ di resistenza quando lui ne usò una soltanto per bloccarle entrambi i polsi e portarglieli sopra la testa.  

Sentiva la faccia bollire e le ginocchia cedere, era decisamente sleale da parte sua giocarsela così.  

Si avvicinò di nuovo, questa volta stringendole con la mano libera il fianco. “Dicevo, per caso il motivo per cui ti sei dimenticata è che sei stata impegnata tutto il giorno a pensare...” le infilò la mano sotto la divisa, accarezzandole la schiena nuda, “a questo?” le sorrise divertito della sua espressione. 

Yachi strinse le ginocchia sentendo qualche goccia di umore scenderle lungo la coscia. Agognava più contatto, più in fretta, e lo odiava tremendamente per come la faceva aspettare, lento e distaccato, nella sua posizione di comando.  

La mano si spostò dalla schiena al ventre, e scese al sedere fino ad infilarsi questa volta sotto la gonna a pieghe. Sentì perfettamente il gemito che cercò con tutte le forze di soffocare mentre le stringeva la coscia, avvicinandosi all’inguine.  

“V-va bene!” pigolò lei, con gli occhi lucidi e il fiato corto. “Hai vinto, hai ragione” si arrese. 

Ukai sospirò soddisfatto lasciandole i polsi e togliendo la mano. Yachi sentì il suo calore abbandonarla, la bocca seccarsi ancora più di prima. Lo guardò pentita, non osando alzare troppo la testa. 

“Aah, non fare così, sto ancora lavorando... in teoria” si grattò la testa, sforzandosi di non guardarla per non cadere nel suo tranello da cucciolo ferito.  

Quando si era ribaltato il comando?  

 
L’allenatore controllò l’orologio appeso al muro. “Mmh, immagino che nessuno si lamenterà se chiudo mezz’ora prima” si arrese anche lui, lanciando il grembiule sul bancone e chiudendo la porta dall’interno.  

“Che ne dici del reparto surgelati?” propose, “ti vedo un po’ accaldata.” 

Yachi gli pizzicò il fianco imbarazzata, ma lo spinse comunque verso il banco frigo. 

 






 

 

Angolo autore:  

Intanto vi ringrazio per essere arrivati a leggere fino a qua! Non capisco come mai Ukai x Yachi sia un pairing così snobbato ma ci penso io a rimediare B]] 
Le età non sono specificate, quindi se volete hanno le età dell’anime (16 e 26), altrimenti 18 e 28, non è importante :^) 
sarà una raccolta mezza fluff mezza lemon, quindi il bollino probabilmente cambierà colore. Ciau <3