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Autore: alaal    26/04/2019    0 recensioni
[Baldi\\\\\\\\\\\\\\\'s Basics]
La scuola si presenta come l’edificio più squallido di tutto il circondario. Mentre il centro cittadino è tutto allegro e colorato, degno dei sogni di un bambino, la struttura scolastica appare come un ex penitenziario, dalla pianta rettangolare e gli spigoli appuntiti. Un malandato parco giochi circonda la scuola, dove un paio di altalene abbandonate al loro destino cigolano in modo sinistro. Uno scivolo mezzo rotto si può scorgere al lato sinistro del parco, e una landa di sabbia, che forse doveva avere incontrato giorni migliori, chiudeva il perimetro di quel misero luogo di divertimento.
-Se il buongiorno si vede dal mattino…-
-Eh?- bofonchia mia sorella, stringendosi a me impaurita. Non posso darle torto comunque nell’avere timore di questo edificio.
Genere: Drammatico, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Così anche la seconda ora del primo giorno di scuola è passato. Nonostante lo spiacevole inconvieniente accaduto a Jenny, devo comunque notare come l’ora di matematica sia passata molto velocemente. 

“Potete andare ragazzi” ci ha detto il signor Baldi, con quella sua buffa voce nasale “andate pure in caffetteria per la ricreazione. Ah Jenny, tu resta qui un attimo, ti devo parlare”. Magari gli sta facendo una ramanzina in privato. Giusto così, non ho mai potuto sopportare le sgridate in pubblico. 

-Hai visto quella strana bambina?- Appena entrati nella grande stanza dalle pareti gialle, Dolly adocchia quasi immediatamente una ragazzina al centro della caffetteria, dal lungo vestito rosso, le scarpe nere e i capelli castano scuri, talmente scompigliati che sembra che ci abbiano ballato dei pappagalli sopra. 

-Non è quella bambina che è in classe con noi?- Ci sediamo su una panchina, con il nostro misero tramezzino, dando le spalle al tavolo di legno. Riusciamo così a vedere il centro della stanza, dove un gruppo di ragazzini aveva circondato la nostra compagna di classe e sembra che stanno ridendo. Ma non ridono per una battuta o per divertimento.  

Ridono perché la stanno prendendo in giro. 

-Alla tua età non ti sei ancora stancata di fare la poppante?- 

-Oh guarda mamma, quanto sono brava a saltare le corde!- 

-E uno e due, e uno e due, e uno e due...- La bambina dal vestito rosso, in evidente difficoltà dato lo squilibrio di altezze tra lei e chi la circonda (è alta pressappoco come mia sorella, o forse ancora meno) tenta in qualche modo di afferrare una corda dalle mani di uno spilungone dalla bocca di scimmia. Più la poverina saltava, più quel miserabile allontanava la corda da lei, portandola ancora più in alto. 

-Dammi la mia corda!-  

-Gne gne gne!- Personalmente non mi sono mai piaciuti gli atti di bullismo. Mi guardo attorno, alla ricerca di qualche adulto nei paraggi, per segnalare ciò che sta accadendo in questo momento. Non c’è nessuno che possa aiutare quella povera ragazzina dal naso un po’ pronunciato e i capelli scompigliati. 

-Primo, non possiamo restare qui a guardare.- Mia sorella ha ragione, purtroppo non c’è alcun adulto a cui chiedere aiuto. Do il resto del mio panino e la bottiglietta d’acqua mezza vuota a Dolly e, prendendo un bel respiro, mi avvicino al gruppetto di ragazzi che ancora si stanno facendo beffe di quella bambina. Mentre cammino verso di loro, uno dei ragazzi ha afferrato i capelli della mia compagna di classe, costringendola a inclinare la testa all’indietro. 

-Bubusettete!-  

-Lasciami, lasciami andare!- La situazione è giunta ormai al limite. Mi avvicino ancora di più al gruppo e, spintonando un tizio con le labbra di pesce da un lato, mi infilo in quel cerchio umano, dando uno schiaffo alle mani della ragazza che ghermiscono i capelli della ragazzina dal vestito rosso. 

-Basta, adesso smettila di infastidirla!- La ragazza, dagli enormi occhi cerulei, mi guarda con un misto di sorpresa e fastidio, mentre si massaggia la mano sulla quale le ho dato uno schiaffo. Mi volto verso il tizio con la faccia a bocca di scimmia e, con uno scatto deciso, gli requisisco la corda. 

-Dovreste vergognarvi, tutti quanti!- Le risate di scherno che poco prima sovrastavano ogni suono cessano improvvisamente, mentre i ragazzi fanno un passo indietro e mi guardano come se fossi una bestia della savana. La bambina mi guarda fisso fisso, e io non posso fare a meno di notare come quest’ultima sia la persona più strana che abbia mai potuto vedere in vita mia. 

Non aveva occhi. Non aveva occhi. Non aveva occhi?!  

Al posto degli occhi ha due solchi completamente neri. Come se qualcuno si fosse divertito a cavarglieli via. Ho un attimo di ribrezzo ma, superato il conato di vomito per la paura, le restituisco la corda di spago per saltare. 

-Ci vuole un bel coraggio, microbo.- A parlare è stato il bullo incontrato prima in caffetteria, quello dalla maglia arancione e le maniche blu. Il gradasso ha pronunciato poche parole, ma sono state sufficienti per scatenare il panico nel gruppo che ancora stava circonando me e la bambina dai capelli disordinati. 

-Adesso, per il tuo atto di coraggio, devi pagare da bere a tutti.- Lo guardo entrare nel cerchio umano, nuovamente ricomposto e attento alle parole del bullo. Io mi guardo attorno, chiedendomi dove si trovi Dolly. È ancora lì nei paraggi? Poteva chiedere aiuto ad un adulto? 

-Ti ho già detto che non ho soldi.-  

-Ah, questo è tutto da vedere. Dammi qualcosa di grandiosOOOOHHH!!!- La sua voce diventa improvvisamente acuta e stridente, e costringe sia me che la bambina della corda a tapparci le orecchie. Mi arriva un pugno in mezzo agli occhi, ne ha approfittato il bastardo in un momento in cui non ho potuto difendermi. Cado lungo disteso a terra, sul pavimento, e l’unica cosa che riesco a vedere è il professor Baldi che scaccia via i ragazzi con un’enorme riga di legno, con tutti i numeri scritti con il pennarello in orizzontale. 

   
 
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