Empty crown.
                                     la notte dell'incoronazione.

               

Ed Historia mai avrebbe creduto che le braccia di Eren Jaeger potessero essere tanto amorevoli. Tenue il respiro del giovane cadetto solleticava il collo della regina mentre le dita affusolate di quest'ultima scivolavano docili ad accarezzare le folte crini color del cioccolato.
Fu ripensando all'ora precedente che Historia comprese di essersi finalmente lasciata andare dopo tempo immemore, dopo aver passato un esistenza a disposizione dell'altrui senza mai riuscire seriamente a pensare per sé stessa cosa fosse meglio – ed il meglio che potesse capitarle giaceva ora dormiente tra le coltri, abbandonato a quella stanchezza tipica dell'amplesso ma con un'espressione stranamente serena in volto.
Eren quella sera si era messo a sua disposizione e silenzioso l'aveva riaccompagnata nelle proprie camere. Avevano parlato tanto, si erano lasciati andare ad intime confessioni e lentamente tra loro si era formata una complicità diversa, tipica di chi si riconosce in qualcun altro.
Ed era così.
Historia si rivedeva in quel ragazzo colmo di rabbia, sempre pronto a protestare rissoso con chiunque osasse contraddirlo – in quel ragazzo abbandonato a sé stesso da chi per lui aveva deciso il suo cammino. Lo ammirava infondo, Eren era riuscito comunque a creare mille discrepanze in quella via già prestabilita, aveva permesso all'esistenza di diramarsi in vie sempre nuove, sempre diverse nonostante a volte, più umano di quanto si ostinassero a pensare, crollava.
Si sistemò meglio contro al suo petto, rimase ad osservare le poche ferite rimaste, a quei lembi di pelle più chiara che aveva avuto modo di baciare, di sentire proprie sotto le labbra screpolate.
Ma Eren era davvero suo? Poteva esserlo? Historia non sapeva darsi risposta, il suo core infondo era sempre stato dedito alla ragazza che quasi un mese prima l'aveva abbandonata a sé stessa decidendo da sé e per sé la propria esistenza.
Ymir le mancava, ma il giovane Jaeger era riuscito a farle dimenticare per qualche ora che l'avrebbe aspetta da là in avanti.
Fu un fruscio a sollevarla dai suoi pensieri ed un paio di occhi verdi fissi sul suo capo, seppur adombrati dal sonno.
‹‹　Se stai scomoda mi sposto un po'.　 ›› borbottò nel sonno, i palmi andarono a posarsi sulle gote, a grattarle appena come nel vano tentativo di riprendersi.
Historia scosse il capo e sollevò lo sguardo, tanto fiero quanto spavaldo all'apparenza, nell'intimità Eren altri non era che un bambino cresciuto troppo in fretta e lo sguardo assonnato e le labbra arricciate in un tenero sbadiglio ne erano testimoni.
‹‹　Ho solo un po' freddo.　 ››, ammise allora raccogliendo al petto le lenzuola leggere. Eren allungò allora un braccio permettendo così alle coperte di scivolare e coprire le spalle di entrambi stringendoli così in un abbraccio dolce e tiepido al quale si unirono poi le braccia del giovane Jaeger.
Stava dannatamente bene.
Non sapeva esattamente spiegarsi perché fosse stata proprio lei a prendere l'iniziativa, le labbra si erano posate delicatamente su quelle del ragazzo ed Eren l'aveva attirata a sé con un unico movimento secco – il resto era venuto da solo.
Era stato gentile con lei, ma carico della solita decisione che tanto lo distingueva – le braccia le avevano circondato la vita sollevandola dalla sedia ed i corpi si erano incontrati per la prima volta, in un contatto tenue separato, seppur per poco tempo, dagli abiti.
Historia ripensò, osservandolo cadere nuovamente nel sonno, che quel ragazzo le piaceva, che sarebbe stato almeno per un po' il suo porto sicuro in quelle notti di solitudine, quando la corona pareva vuota e la stanza troppo grande per una presenza minuta come la sua.

 

  → note dell’autrice.