Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Ricorda la storia  |       
Autore: Seeph    22/05/2019    0 recensioni
Quando Jimin perse Taehyung, il suo migliore amico, con lui perse anche se stesso.
{ yoonmin } || spin-off legato alla fan fiction Remains ||
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Remains'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

{ Quella che seguirà, sarà una brevissima storia (di soli due capitoli + un extra) legata alla fan fiction Remains,
che trovate sempre sul mio profilo. Sunrise, seppure in terza persona, seguirà le vicende narrate subito dopo Remains
ma dal punto di vista di Jimin questa volta, e non quello di Taehyung. In seguito, non so ancora tra quanto tempo,
pubblicherò anche una sorta di fan fiction what if? (ossia cosa sarebbe successo se?) dove gli avvenimenti di Remains
vengono stravolti e quelli di Sunrise totalmente cancellati. My salvation, che andrà a chiudere il cerchio,
sarà il titolo di quest'ultima storia. }

 



 
Who's gonna save the world tonight?




Jimin gettò un’occhiata alla sveglia posata sul comodino: mezzanotte e tre minuti. Sbadigliò rumorosamente gettandosi di peso sul proprio letto e chiuse gli occhi. Ritornò a pressare il cellulare contro l’orecchio e sospirò.
Una voce profonda rise divertita dall’altra parte della linea. “Jiminie, hai sonno?” chiese poi premurosa.
Jimin annuì come se il suo interlocutore potesse vederlo prima di realizzare che non avrebbe potuto. “Un po’” rispose.
“Allora su, vai a dormire.”
“Ma voglio farti ancora compagnia” si lamentò il ragazzo nonostante le sue palpebre facessero persino fatica a rimanere sollevate. “Sono il tuo migliore amico, è tuo diritto e dovere tenermi sveglio per notti intere.”
L’altro rise ancora. “Sì, hai ragione. Ma...”
“Ma?”
“Sei davvero stanco e io non voglio che tu stia sveglio solo per far contento me” confessò adottando un tono dolce e gentile. “Soprattutto non voglio essere la causa del paio di brutte occhiaie che ti ritroverai domattina.”
Jimin sorrise debolmente prima di mormorare in assenso.
“Buona notte, Jiminie. Ti voglio bene.”
“Buona notte, Taehyung-ah” rispose Jimin ricambiando l’augurio. “Anche io ti voglio bene, tanto.”




Il mattino dopo Jimin si risvegliò intorno alle cinque, quasi due ore prima del suono della sveglia, accompagnato da uno strano, quanto accentuato, senso di turbamento. Non riuscì a capirne la causa e dopo aver tentato inutilmente di tranquillizzarsi, il suo cellulare squillò. Taehyung.
“Tae Tae, che ci fai già sveglio?” domandò con la voce ancora assonnata dopo aver accettato la chiamata, portando il cellulare all’orecchio.
Sorrise e attese risposta, ma quando la voce che parlò dall’altra parte della linea risultò non essere affatto quella del suo migliore amico, il sorriso di Jimin morì all’instante.
“Jimin...” lo richiamò Namjoon e il diretto interessato, ormai completamente sveglio, corrucciò la fronte confuso. “Mi dispiace disturbarti a quest’ora ma potresti venire a casa di Taehyung?”
“Ehm... sì, va bene” acconsentì poco convinto mettendosi a sedere sul letto. “Mi vesto e arrivo.”
L’ansia cominciò pian piano a logorarlo dentro nel momento in cui la chiamata con Namjoon s’interruppe. Jimin scese dal letto, si vestì velocemente e, senza nemmeno darsi una sistemata ai capelli, uscì di casa. Durante l’intero tragitto dalla sua abitazione a quella del suo migliore amico, il ragazzo non poté fare a meno di rimuginare sul perché Namjoon l’avesse chiamato ad un orario così insolito, da un cellulare che non era il suo, chiedendogli in tono tutt’altro che tranquillo di raggiungerlo a casa di Taehyung.
Appena svoltò l’angolo, Jimin scorse Yoongi e Seokjin in piedi sotto il portico della villetta a schiera, Namjoon alla fine del viale con il capo basso ed entrambe le mani affondate nelle tasche anteriori dei jeans.
“Hyung...” lo richiamò Jimin, e nonostante la voce gli uscì più bassa di quanto avesse voluto, Namjoon lo sentì.
Il maggiore alzò il proprio sguardo sulla figura di Jimin e la prima domanda che gli venne posta quando fu raggiunto da Jimin fu: “Hyung, dov’è Tae?”
“Jimin...” cominciò, solo per poi interrompersi.
“Cosa?” domandò allarmato il minore, ormai in preda al panico. “Dov’è Taehyung?! Dimmelo!” ordinò allora alzando la voce.
“Lui...” tentò ancora Namjoon ma senza riuscire a concludere la frase ancora una volta.
Dopo di ciò non servirono altre parole, perché Jimin capì e tutto ciò che poté fare Namjoon fu accoglierlo in un abbraccio e lasciarlo piangere e sfogarsi.
Jimin in quel momento capì a cos’era dovuto il brutto presentimento col quale si era risvegliato quella stessa mattina e l’aveva accompagnato fino a quel momento. Inizialmente non era riuscito ad attribuirlo a nulla ma quando l’aveva fatto, si era sentito morire lui stesso. Pregò di star vivendo solamente un incubo e di risvegliarsi presto. Non successe nulla di tutto ciò ovviamente. Jimin continuò ad aggrapparsi alle spalle di Namjoon, il quale gli accarezzò premuroso la schiena con una mano e la chioma scura con l’altra, singhiozzando rumorosamente mentre da sotto il portico Yoongi e Seokjin, assieme a Hoseok che li aveva raggiunti dopo aver sentito del trambusto, assistettero alla scena impotenti.
“Q-quando è successo?” chiese Jimin scostandosi dall’amico e asciugandosi il volto con le maniche lunghe della felpa.
“Probabilmente la notte scorsa. Mezz’ora fa ci ha chiamati sua madre, ma quando siamo arrivati era già... freddo.”
Namjoon lo condusse in casa e, dopo aver varcato l’ingresso, quando il profumo di Taehyung gli riempì le narici, il ragazzo fu convinto del fatto che il suo migliore amico sarebbe spuntato alla fine del corridoio con solo la biancheria e una felpa sformata a coprirlo, sorriso in vista e capelli arruffati.
Fissò a lungo quel punto, aspettandosi davvero di vederlo arrivare nonostante le parole di Namjoon, e quando realizzò che non avrebbe scorto nessun buffo sorriso dalla forma vagamente rettangolare, gli mancò il respiro per qualche attimo.
Jimin ricordava di come avessero parlato tranquillamente solo qualche ora prima. Taehyung l’aveva tenuto per due ore e mezzo al cellulare, senza però dirgli nulla di davvero importante; parlarono di sciocchezze, di tutto e di nulla. Durante quel lasso di tempo, il minore gli aveva ripetuto almeno quindici volte di volergli bene e Jimin aveva sorriso ogni singola volta, ricambiando il gesto. ‘Anche io ti voglio bene, Tae Tae, tanto’ gli aveva risposto Jimin ad un’ennesima dimostrazione d’affetto da parte del suo migliore amico. Quanto avrebbe voluto dirglielo di nuovo, anche se fosse stato per l’ultima volta.
Sobbalzò quando una mano gli si posò sulla spalla e immediatamente Jimin si voltò, incontrando lo sguardo rassicurante, ma al contempo triste, di Hoseok. Questi gli sorrise, o almeno ci provò, prima di stringere Jimin in un abbraccio.
“Mi dispiace...” mormorò Hoseok.
Jimin affondò il viso contro la sua spalla. “Com’è?” domandò poi riferendosi a Taehyung.
“Bello, come sempre” rispose Hoseok sorridendo. Si scostò appena dall’abbraccio e posò il suo sguardo in quello del minore. “Vuoi vederlo?”
Jimin, a quelle parole, fu sul punto di scappare via. Voleva davvero vedere il suo migliore amico... senza vita? Voleva davvero far morire, assieme a lui, anche quel briciolo di raziocinio rimastogli dopo aver appreso quell’orrenda notizia? Sapeva bene che non ce l’avrebbe mai fatta, eppure annuì.
Hoseok lo condusse in soggiorno, seguito dagli altri tre ragazzi, e accadde nel momento in cui lo vide che Jimin perse ogni certezza. Ogni pensiero si arrestò nella sua testa; il mondo parve fermarsi di colpo e perdere i propri colori, i propri suoni. Tutto divenne statico e il ragazzo, per un attimo, credette di sentire persino il suo cuore martellare furiosamente contro la cassa toracica e poi, d’improvviso, smettere.
Jimin lo guardò a lungo, adagiato sul divano chiaro del soggiorno, non capacitandosi di come riuscisse ad essere così bello nonostante tutto. Era bello, bello davvero, proprio come gli aveva detto Hoseok qualche momento prima.
Sembrava così sereno, come se stesse dormendo e nessun pensiero potesse sfiorarlo. Le lunghe ciglia scure ad accarezzare le guance, le labbra esangui leggermente schiuse e il volto pallido, i polsi fasciati da alcune bende macchiate di rosso nella parte interna.
Jimin non credeva che ci fosse qualcosa che non andava in Taehyung, semplicemente pensava che quello che stava attraversando il suo migliore amico fosse un periodo un po’ triste. Tutto qui. In fin dei conti erano ancora adolescenti o poco più, perciò era quasi una loro prerogativa sentirsi costantemente depressi o sbagliati. Ma Taehyung, a parte sembrare un po’ giù di corda, non aveva fatto trapelare nessun altro segnale significativo.
Io ero il suo migliore amico”, si ripeteva continuamente Jimin, “era mio dovere accorgermene”. E si odiava così tanto per non esserci riuscito, si sarebbe odiato per molti altri giorni a venire.
E da quel momento anche compiere una semplice azione come quella di respirare, per Jimin diventò difficile. Venne risucchiato dal rimorso e dal senso di colpa precipitando nel baratro oscuro della sua anima a pezzi e relegò la luce. Perché la sua luce, ossia Taehyung, si era spenta per sempre e Jimin, nonostante fosse terrorizzato da quel pensiero, per un po’ credette di doversi spegnere assieme a lei.
Tutto attorno a lui prese a girare vorticosamente e Yoongi, che era stato in disparte fino a quel momento, lo afferrò per le spalle prima che potesse cedere sotto il suo stesso peso. Jimin voltò appena il viso per incontrare lo sguardo del suo soccorritore e quando ci riuscì, per un brevissimo istante, ogni traccia di dolore attanagliata al suo cuore parve sparire. Quegli occhi così spaventosamente carichi di sentimento riuscirono a raggiungerlo.
‘Io ci sono.’ Fu ciò che gli trasmise quello sguardo. ‘Adesso affidati a me.’
E Jimin, da quel momento in poi, lo fece. Completamente.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: Seeph