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Autore: ONLYKORINE    10/06/2019    12 recensioni
Un ragazzo misterioso. Un biglietto con un numero. Dieci desideri. Cosa succederà? Megan frequenta l'ultimo anno al liceo della sua città e l'unica cosa che vuole è andare al college. Non le interessa nient'altro. Finché non incontra Simon e i suoi dieci desideri.
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

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Il prof di Storia è in ritardo.

Aspetto senza guardarmi intorno. Come se non facessi parte di questa scuola. Come se non avessi diciotto anni. Non mi interessa ascoltare le chiacchiere degli altri. La partita di lacrosse, la festa di tizio, la nuova coppia della settimana. Non mi importa. Io non ho amici. Voglio andare all’università e per farlo devo subirmi il liceo. Ma non devo socializzare per forza.

Basta andare bene a scuola e io so di essere la migliore, qui.

Quando entra il prof, si siede in cattedra e mi sorride. Per forza, ho il posto davanti a lui. Scelgo sempre il posto davanti. Per non farmi distrarre e prestare la giusta attenzione alla lezione. Quando suona penso di essere l’unica a lanciare al prof un cenno di saluto, tutti gli altri scappano fuori come se avessero il diavolo alle calcagna.

Esco dalla classe per ultima e vado verso l’armadietto per prendere i libri della lezione di Inglese.

Nel corridoio quasi mi scontro con un ragazzo. Dev’essere nuovo, non l’ho mai visto. Gli lancio un’occhiata mentre mi allontano. Ma lui non si muove: mi guarda e mi sorride.

Sorride a me? Mi volto indietro, deve aver visto qualcun altro. No, non c’è nessuno. Possibile che sorrida proprio a me? Mi rivolto e lui è ancora lì che mi fissa. Ora quasi mi preoccupo.

Raggiungo il mio armadietto un po’ stranita, ma quando prendo i libri per la lezione, non ci penso più. Fino a quando non chiudo l’armadietto e lo vedo accanto a me.

Ma che intenzioni… Lui si avvicina con il viso e mi sorride ancora. Cavolo, ha dei begli occhi. E io non noto mai l’aspetto degli altri.

“Sei stata scelta, ne hai dieci.”

Mi allunga un biglietto e se ne va. Che cavolo ha detto? Chi mi ha scelto? E dieci cosa? Apro il bigliettino che mi ha dato e sbuffo.

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Deve essere uno scherzo idiota. Però è strano, di solito nessuno osa farmi scherzi. Non che si prendano mai la briga di farlo. Di solito passo inosservata. Come se fossi invisibile. E a me sta bene così. Neanch’io guardo gli altri, sono una che si fa gli affari suoi.

La campanella suona e infilo il biglietto nella tasca dei jeans. Chiudo l’armadietto e mi precipito in classe. Per colpa di quel ragazzo e del suo maledetto biglietto ho perso tempo.

Vorrei riuscire a sedermi al posto davanti alla cattedra. Al mio posto preferito. Quando entro noto che tutti sono seduti, ma il mio posto è libero. Che fortuna. O forse a nessuno piace stare lì.

Mi siedo e aspetto la professoressa di Inglese. Quando entra, ci saluta un po’ esaltata e ci comunica che vuole fare un compito a coppie. Dannazione. Odio lavorare con altri. Mi guardo intorno. Chi potrei scegliere? Con chi potrei fare questo compito? Ma la prof ci sorprende ancora e ci dice che non potremo scegliere noi il nostro compagno.

Sbuffo e digrigno i denti senza accorgermene. Così è peggio. Dovrei scegliere io con chi passare il mio tempo. Il mio prezioso tempo.

E poi, vorrei non incappare in un idiota. O forse sì? Farei tutto io e sicuramente prenderemmo una A. Sono ancora lì che ci penso, mentre la prof ci spiega cosa dobbiamo fare e infila la mano in un vaso per sorteggiare i nomi delle coppie.

Sento gridolini estasiati da alcune ragazze. Mi guardo di nuovo intorno cercando di capire perché sghignazzino come oche. La Allen, che è una Cheerleders con più seno che cervello sta guardando di traverso Tim Marshall, il nerd che l’anno scorso faceva chimica con me. Lui è abbastanza intelligente da riuscire a far il progetto da solo, ma ha il vizio di non alzare mai lo sguardo quando ti parla, così sono contenta che non sia capitato con me. Tanto con la Allen avrà da guardare per un bel po’.

Quando la prof fa il mio nome, torno a guardarla cercando di non farmi distrarre dalle ragazze dietro di me e resto in attesa di sentire chi sarà il mio compagno. Mandy Anderson. Sono con Mandy. Quasi sorrido. Non è un genio, ma neanche un’idiota. Sono stata fortunata. Le faccio un cenno e lei sorride. Molto fortunata.

***

Quando arrivo in mensa, cerco i soldi per pagare il pranzo e salta fuori il biglietto. È appallottolato. Strano, di solito tratto bene le mie cose.

Ripenso al tipo incontrato in corridoio e mi attardo alla cassa. Dietro di me qualcuno mi urla di sbrigarmi, così cerco di far presto. Pago e afferro il vassoio con ancora in mano il pezzo di carta.

Mi siedo al primo tavolo libero che incontro e lo sbircio. Il biglietto sembra diverso. Lo apro e lo guardo. È diverso da prima!

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#1 Posto preferito

#2 Scelta compagno

Cosa? Leggo esterrefatta. Sembra… quello che ho desiderato all’ora di Inglese.

Impossibile. Mi guardo intorno, pensando a uno scherzo. Il tipo nuovo mi sorride e mi fa un cenno con il capo. Solo lui. Non mi calcola nessun altro. Ma non può essere vero. Queste cose non esistono. È stato un caso.

Credo nella scienza. Queste cose non esistono, mi ridico ancora. Ma sono curiosa. Ed è nella mia natura, devo provarci, devo provare, devo testare. Cosa succederebbe se volessi che… Dannazione! Megan, mi dico, pensa a qualcosa di impossibile e saprai come stanno le cose! È semplice. Ok… vediamo… Mi guardo intorno e vedo i vari gruppi di studenti. Poi vedo la squadra di lacrosse al completo in fila alla cassa. Sorrido. Ecco il modo migliore per testare il biglietto.

Vorrei che Cooper, il popolarissimo capitano di lacrosse, si prostri ai miei piedi.

Mi giro e ghigno all’indirizzo del ragazzo nuovo, come se fosse una gara e fossi certa di vincere. Ma certo che vincerò. Non succederà mai.

Poi, Trevor Cooper inciampa davanti al mio tavolo e lo ritrovo sdraiato… ai miei piedi. Spalanco gli occhi prima di rendermene conto. Non lo aiuto neanche ad alzarsi da tanto sono stranita. Butto un occhio al biglietto che ho ancora in mano.

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Non leggo altro. Ne faccio una palla, lo metto in tasca e mi fiondo fuori dalla mensa. Non ho neanche mangiato ma tanto non sarei riuscita a mandar giù niente.

Entro nel primo bagno che incontro e sulla porta mi scontro con una ragazza del terzo anno che mi guarda malissimo. Me ne frego e mi dirigo verso i lavandini. Mi assicuro di essere da sola e poi rido come una scema.

Mi guardo allo specchio e sono così gasata da non riuscire a stare ferma. Respira, Megan, respira.

Dopo almeno dieci minuti in cui non riesco a fare nient’altro che passarmi le mani fra i capelli e aprire e chiudere l’acqua senza scopo, riesco a calmarmi.

Potrei provarci… Guardo il biglietto. C’è il sette. Quel sette che prima era un otto e prima ancora un dieci. Non me lo sto inventando, giusto? Alzo i biglietto controluce e c’è solo il sette. Ok. Allora ne ho ancora sette. Cos’altro potrei desiderare? Sorrido allo specchio convinta: Harvard!

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