Le lunghe ombre della sera erano calate, annunciando la fine di quella giornata, iniziata come tante altre e finita in modo totalmente inaspettato.
Kagome sospirò appena, ripensando agli avvenimenti che l’avevano riportata lì, dove tutto era cominciato. Sfiorò leggera il bordo frastagliato del Pozzo Mangia-Ossa, soffermando lo sguardo sulle nervature del legno, che così tante volte l’avevano vista passare, mentre attraversava il confine tra il mondo moderno e l’epoca Sengoku. Il confine tra il suo mondo e quello di Inuyasha.
Con calma riprese il suo cammino, fino a giungere ai piedi del Goshinboku, l’albero sacro che troneggiava lì come nel suo presente, collegando, fondendo quasi le due linee temporali. Era quello il miracolo che le aveva permesso di attraversare il pozzo, che le aveva permesso di incontrare Sango, Miroku, Shippo… e Inuyasha.
Si avvicinò ulteriormente alle radici dell’albero, posando le dita tremanti nel punto in cui giaceva il Mezzodemone, la prima volta che lo aveva incontrato. Sembrava che non fosse passato nemmeno un giorno, da quell’avvenimento. Ricordava perfettamente le parole astiose che lui le aveva rivolto, credendola Kikyo, così come ricordava tutti gli avvenimenti successivi alla ricomparsa della Sfera dei Quattro Spiriti, rimasta sepolta e dormiente tra le sue carni per quindici lunghi anni.
- Non dovresti andartene in giro da sola. Ci sono ancora demoni in giro. – Kagome si voltò, presa alla sprovvista. Inuyasha stava dal lato opposto della radura, le mani infilate nelle larghe maniche della veste, gli occhi dorati e ferini puntati su di lei.
- I-Io… stavo per rientrare. – balbettò in risposta.
- Feh! Muoviti, altrimenti ti lascio indietro! – la redarguì lui, con la sua solita arroganza, voltandole le spalle. Kagome sospirò per l’ennesima volta, domandandosi mentalmente se avesse fatto bene ad attraversare il pozzo. Per lui.
- Sai, Inuyasha… mia madre dice sempre che i tramonti sono la prova che anche i finali possono essere belli. È una cosa che non sono mai riuscita a capire. Il tramonto è una fine. E la fine di qualcosa ha sempre un retrogusto di tristezza. – si fermò un momento, cercando di ignorare il nodo che le stringeva la gola, mentre cercava le parole giuste per spiegarsi - Anche oggi, per me, è stata una fine… eppure… nonostante tutto… questo tramonto non mi sembra così triste. –
- Perché? – domandò infine.
- Perché è una fine… ma è anche un nuovo inizio. E per quanto ci spaventino, gli inizi sono sempre meravigliosi. –
Forse, dopotutto, non aveva tutti i torti. Forse quello era davvero un nuovo inizio.
Anche per lui.
- Angolo dell'autrice -
Non so, non ho idea di come sia venuta fuori questo obbrobrio, sarà stato il caldo, la mancanza di sonno, sta di fatto che è spuntato questo obbrobrio. Chiedo scusa se mi sono "presa in prestito" il prompt, ma era un po' che mi ronzava in testa l'idea di scrivere qualcosa con quella frase e alla fine ci sono (circa) riuscita.
Ringrazio in anticipo chiunque decida di fermarsi per spendere qualche minuto a leggere questa flash senza pretese, spero possa perlomeno intrattenere.
Un abbraccio.
Laly