Sono solo a casa. Gliel’avevo detto tutto d’un fiato, sottovoce, tra le ronzanti scariche statiche del telefono nella speranza di non essere udito. Volevo che tendesse le orecchie e mi chiedesse di ripetermi e io avrei scosso il capo, mi sarei morso le labbra e in tutta risposta avrei solo sospirato. Forte. A lungo. Perché lui potesse capire quello che volevo, quello di cui avevo voglia. E per fargliene venire voglia a sua volta.
[ Scritta per la challenge The word(s) tournament event @WAOFP ]